Capitolo 7 - La Terra di mezzo
"Non dovevamo fidarci di lui?", sbraitò Nancy ai due.
"Secondo me sapeva della nostra missione fin dall'inizio. Siamo stati fregati sul nascere. Potrebbe essere stato mandato dalle ninfe oscure", replicò Alan fremendo.
"Andiamo cazzo", li bloccò Everlie agitando convulsamente le braccia al cielo.
Si smaterializzarono all'unisono nella Seconda Isola, detta Terra di mezzo, nonostante fosse quella adibita ai viaggiatori come una sorta di ingresso, e non si trovasse affatto al centro, dove invece si stagliava la Prima Isola.
Non trovarono nessuno ad attenderli. Nessuna traccia della coppia.
"Vi ricordo che a mezzanotte scade la nostra missione, qui equivale all'alba. È ugualmente un'ora. Dividiamoci", disse categorico l'unico ragazzo tra le due, osservando il suo orologio da polso.
Si trovavano sulla costa, era mattino presto.
Lì, nella Terra di ETH, dieci giorni equivalevano ad uno sulla terra, quindi avevano ancora molto tempo prima di dover tornare per il giorno di natale, tra gli umani.
Nancy si ritrovò con la sua fiera spada, che brillava accecante alla luce lunare, stretta tra le sue mani.
Decise di perlustrare la costa, la parte che più le risultava facile da setacciare.
Era una ninfa Guerriera della Sesta Isola ed il suo elemento era l'acqua. Una delle Idriadi. Era stata scelta per questa missione dal consiglio poiché la sua famiglia era una tra le più importanti e lei era una delle piccole più tenaci e promettenti tra le altre. Fece amicizia, da quando fu reclutata dal consiglio, con Alan ed Everlie di modo che potesse instaurarsi un bel rapporto fra i tre ed assicurare la piena riuscita del piano.
-E se il consiglio avesse avuto un piano B? -, si disse fermandosi ed illuminandsi di colpo, ripensando ad Arin.
La ragazza dai capelli di paglia, si inoltrò invece nel bosco e cominciò a correre scrutando minuziosamente tra la fitta rete di alberi che si stagliavano nella parte interna dell'isola.
Se i suoi occhi non fossero stati così tanto abituati all'oscurità, dopo i tanti allenamenti, non avrebbe scorto granché tra quella foresta intricata.
Era quasi impossibile persino respirare, non si vedeva il cielo. Somigliava ad una trappola. Nonostante fosse quasi giorno, all'interno del groviglio di alberi, sembrava notte fonda.
Everlie urlò per il nervosismo che, come una morsa di ferro, le stringeva lo stomaco fino a volerglielo disintegrare.
Non si trovava molto a suo agio al buio, amava la luce, ma Nancy era una ninfa dell'acqua e sicuramente non sarebbe stata d'aiuto al suo posto.
Decise di fermarsi per riprendere fiato ed accese una piccola fiammella tra le dita evocando il suo elemento.
Il suo sangue era dorato con striature rosse. Era una Guerriera del fuoco. Una ninfa della Quinta isola, quella delle Flamee.
Si rilassò un poco vedendo un piccolo fuocherello tra pollice e indice e, visto che si trovava tra il verde, decise di fargli assumere quel colore.
Si sorprese a sorridere isterica e si diede della stupida, doveva cercare Ty e sbrigarsi.
Alec, spinto da una responsabilità maggiore, aveva deciso di occuparsi personalmente della parte più complessa.
Il posto in cui si aspettava di trovare l'amica e quel traditore, era la zona a est dell'isola nella quale si estendeva la cittadina che si occupava di registrare chiunque mettesse piede sull'isola per essere smistato negli altri regni.
Vi erano baracche, botteghe, piccole casette che si estendevano fino alle salate rive del mare.
Sembravano quasi sul punto di crollare, invece erano erette su robusti tronchi d'albero che rendevano solide le palafitte.
Alan, in veste umana, si destreggiava tra quella piccola città, scrutando di volta in volta ogni passante sperando di incrociare Theia. Nonostante fosse quasi l'alba, c'era gente tra le strade.
Più si accingeva ad andare avanti, minori erano le speranze di trovarli perché in cuor suo sapeva che i giovani avevano già lasciato quel posto.
Decise di recarsi all'ufficio registrazioni che aveva sede presso un grande palazzo grigio.
-Sembra che esista da secoli, mummificato-, rifletté disgustato.
Entrò e, dopo aver chiesto in che piano si trovasse, si trovò davanti degli impiegati.
Erano due. Una donna sulla quarantina, bionda, con abiti formali, appuntava qualcosa su una piccola agenda e reggeva la cornetta di un telefono fisso nell'incavo del collo, sulla spalla destra.
Il suo collega invece era seduto su una grande poltrona e compilava una pila di fogli, incutante del giovane.
"Buongiorno, avrei bisogno di un'informazione", annunciò.
"Si accomodi e attenda un attimo", rispose l'uomo senza alzare gli occhi.
Dopo una manciata di minuti, la scena che si presentava agli occhi di Alan era sempre la stessa e cominciò a battere silenziosamente un piede a terra, iniziando a spazientirsi.
Quell'ufficio era davvero in disordine. Fascicoli ovunque, bicchierini di caffè sulla grande scrivania, matite e penne a portata di mano, cestini pieni di carta stropicciata.
"Sentite, mi spiace interrompervi ma vado di fretta, vorrei solo sapere se una certa Theia Valley è stata registrata qui di recente", disse cercando di mantenere un certo contegno.
Quando finì di parlare notò lo sguardo della donna su di se e l'altro impiegato che tracciava involontariamente una lunga linea su un documento, alzando lo sguardo.
Si affrettarono a fingere indifferenza ma al ragazzo non sfuggì questo repentino sbalzo d'umore.
"Lei chi sarebbe?", chiese la bionda.
"Il fratello", mentì lui.
-Non ci somigliamo minimamente, però spero proprio che ci caschi e ti sbrighi-, pensò.
"Sono informazioni riservate Valeria", intervenne l'altro enfatizzando su ogni parola, guardandola con sguardo torvo.
"Sa, è scappata di casa con il suo nuovo ragazzo e mio padre non riesce a contattarla, è molto preoccupato", mentì nuovamente. Era certo che Arin non avrebbe mai rivelato a due semplici impiegati il vero motivo per il quale aveva portato Ty lì.
La donna parve intenerirsi e cadere nel tranello.
"Vediamo.. Sono stati qui circa quindici minuti fa, erano diretti alla Quarta isola, spero che si risolva tutto tra voi", rivelò.
-Quanto è semplice toccare il cuore di una donna e renderla sensibile? Purtroppo a volte la gente ingenua esiste davvero-.
"La ringrazio davvero molto, buona giornata", rispose Alan alzandosi.
"Ma cos'hai fatto? Sai che poteva essere chiunque vero? Sai che il fidanzato di quella giovane mi aveva puntato un coltello contro poco fa? Sei una stupida Valeria!", urlò l'impiegato non appena il "presunto" fratello di Theia lasciò la stanza.
Doveva sbrigarsi, chiamare le ragazze e, insieme, dovevano raggiungere la Quarta isola.
-Peccato che qui i cellulari non servano praticamente a nulla non essendoci reti telefoniche-, maledisse mentalmente l'inutilità di quegli oggetti.
Sperò di trovare sulla costa Nancy per cercare insieme Everlie nella fitta foresta.
Chiese ai pesci nelle vicinanze, scrutò ovunque alla ricerca di possibili tracce del passaggio dei due giovani, ma la Idriade non trovò nulla.
Frustrata, decise di provare a chiedere alle Sirene che dimoravano nei pressi della spiaggia.
Amava il suo elemento, le permetteva di assumere la forma di un'abitante del mare, avrebbe potuto condurre nuovamente la sua vita lì sotto, tra le limpide acque della sua isola, ma sentiva che il suo posto ormai era fuori dall'acqua.
-A volte però mi manca questa casa-, sospirò.
Si sedette sulla sabbia, si concentrò qualche secondo ed ecco la sua scintillante e squamosa coda rosa intenso, tendente al fuxia, che si muoveva sotto i suoi occhi.
La adorava.
Il colore così vivido contrastava con quello scuro sei suoi lunghi riccioli.
Due conchiglie bianchissime le coprivano il seno e la snellivano particolarmente.
Si immerse e scendendo nelle profondità del mare, chiese a qualche guardiano se avesse visto l'amica nei pressi della città, ma non ne ricavò nulla.
Quando si inoltrò tra le vie, rimase ipnotizzata. Era ancora più bella e caotica di come la ricordava. Non si fermava neppure di notte.
Adorava il caos di quel posto, i bambini che si rincorrevano qua e là con dei pesciolini al seguito, botteghe con ogni tipo di prelibatezza pronta per essere venduta, enormi palazzi pieni di conchiglie e pietre luccicanti.
Era un mondo meraviglioso.
"Nancy!", sentì urlare.
Si guardò attorno e poco dopo venne travolta da qualcuno che le si scaraventò addosso talmente in velocità da farla cadere per terra con lui sopra.
La ragazza sbatté più volte le palpebre e quando mise a fuoco l'immagine dinnanzi a se, faticò a riconoscere il ragazzo che la stava schiacciando col suo corpo, il quale nel frattempo si era seduto accanto a lei per permetterle di alzarsi.
"Alex.."mormorò lei "Alex, sei tu!", disse con le lacrime agli occhi.
D'istinto lui l'abbracciò e la strinse a se.
Era un giovane dai tratti scuri e castani, gli occhi color cioccolato e una coda blu possente. Le spalle larghe evidenziavano un fisico ben allenato.
"Come hai fatto a riconoscermi? Non venivo qui da un'eternità", disse stupefatta.
"Quante ragazze credi ci siano con la coda fuxia?", disse lui ridendo ed alzando un sopracciglio.
"Mmmm è un colore come un altro".
"Invece no, non ne abbiamo più viste dopo che te ne sei andata", disse lui rabbuiandosi.
"Mi dispiace..spero ti abbiano spiegato che non è stata colpa mia, il governo..".
"Si, ho saputo. Mi sei mancata così tanto", mormorò abbracciandola di nuovo ed ispirando il suo profumo. Le era mancata sul serio.
Ma la sirena non aveva tempo per raccontargli il tempo trascorso sulla terra, doveva chiedergli in fretta di Ty e tornare sulla spiaggia.
"Hai per caso visto qualcuno sulla spiaggia questa notte? Scusa se te lo chiedo cosi bruscamente ma è importante", annunciò.
"Non credo".
"Degli umani intendo, una giovane dai capelli neri e blu? Non è difficile da riconoscere", sospirò.
Vide un lampo attraversare i suoi occhi, i ricordi tornavano a galla.
"In effetti ho notato venti minuti fa una coppietta. Un ragazzo aveva tra le braccia una giovane dai capelli tendenti al blu. Sembrava che dormisse".
"Le guardie mi hanno detto di non aver visto nessuno", disse lei perplessa.
"Guarda che le guardie non salgono in superficie, non intralciano i nuovi arrivati".
"Hai ragione, adesso devo andare, ti prometto che ci vedremo presto", disse dandogli un bacio sulla guancia.
Si alzarono.
Lui l'abbracciò nuovamente e le diede un bacio sulla fronte.
"Se non torni vengo a cercarti", mormorò contro la sua pelle.
Un brivido percorse la schiena della ragazza, la quale arrossì.
Si staccò e nuotò fino alla spiaggia.
Andando sulla terra, parecchi anni prima, aveva lasciato quella piccola città in cui viveva. Il suo compagno di giochi, fin da piccina le era mancano moltissimo. Sapeva che per Alex non era stato facile, ma vederlo le aveva dato una nuova energia, oltre ad un'esplosione di ricordi. Erano sempre insieme, uniti da un legame inscindibile. Pur essendoci una lunga lontananza fisica, erano ancora avvinghiati i loro animi.
Trasse un respiro profondo emergendo dall'acqua, si ritrasformò in umana e legò i capelli ancora bagnati in uno chignon.
Si diresse verso il punto in cui si era separata dagli altri, sperando di trovarli lì, ma scorse solo Alan.
Si scambiarono le informazioni ricavate e ritennero opportuno trovare Everlie per partire verso la Quarta isola.
In quel preciso istante, udirono un urlo proveniente dal fitto degli alberi.
Era l'amica che mancava all'appello.
Corsero scostando velocemente enormi foglie dal loro cammino, ferendosi di tanto in tanto lievemente.
Chiamarono la ragazza di fuoco a gran voce e lei rispose, urlando di rimando. Non appena la trovarono, videro che indossava la sua armatura fiammante. Era sovrastata da un enorme troll verdastro.
"Oh diamine", esclamò Alan.
"Forza, leviamolo di mezzo", disse la ninfa d'acqua, facendo apparire l'armatura, fuxia anch'essa, attorno al suo corpo ed impugnando la sua spada. Così facendo, si lanciò contro il bestione dei boschi.
Non avevano altro tempo da perdere.
"Abbiamo venti minuti
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