8 Fuga

Tre settimane dopo...

Joshua ricevette la chiamata proprio quando stette per uscire dall'ufficio.
"Che vuoi Wembley?", domandò senza neanche guardare il display, intuendo subito chi fosse il mittente.
"C'è stata una complicazione signor Joyce", rispose lo scienziato.
Il pelato emise una grassa risata.
"No...no, no, no...alla KSI non usiamo parole come questa".
"Starscream ha cambiato il veicolo in cui si trasformava".
"Ovvero?".
"Adesso è un F-16 Fight Falcon".
"Attiva i prototipi ed apri il cancello inferiore".
"Vuole testarli? Ma non siamo autorizzati dallo Stato-".
"Me ne frego dell'autorizzazione di un branco di maiali. Tu fai solo quello che ti ho detto".
Mise giù la telefonata ed uscì dall'ufficio, dirigendosi al laboratorio. Quando arrivò, vide il portone aperto e i robot attivati, come aveva ordinato di fare.
Non guardò neanche Wenbley e andò direttamente da Megatron.
"Ehi Megatron" attaccò il pelato "ho un compito per te".
"Ovvero signore?", rispose il Decepticon.
"A Chicago c'è un vostro compagno, Starscream".
"Starscream?", domandò Barricade.
"Sì" guardò l'ex leader Decepticon "devi andare là a recuperarlo".
"Certo signore", rispose Megatron.
Entrò in modalità veicolo ed uscì dall'edificio; mirò al cielo e poi si mise parallelo al terreno, diretto in America.

Volete veramente stare al servizio di quell'umano?

La voce di Barricade gli arrivò quando il leader aveva raggiunto l'Atlantico.

No Barricade. Questa è solo una situazione temporanea

Qual'è il piano?

Al momento faremo buon viso al cattivo gioco. Quando riavremmo Starscream tra noi ci ribelleremo

Avete bisogno di aiuto?

No. Farò da solo

Heather uscì dalla ferramenta con due sporte di plastica trasparente, piene di oggetti utili per la meccanica, tipo chiodi, viti, bulloni... quando uscì, salì a bordo del furgoncino e sgommò via da Chicago. Arrivata a casa, trovò Starscream fuori dal capannone, seduto a gambe incrociate a guardare la strada; Heather parcheggiò il furgoncino vicino casa e scese con le borse.
"E tu che fai qui fuori?", chiese lei.
"Ti stavo aspettando, e comunque..." guardò il cielo "volevo vedere le stelle".
Heather mise a terra le borse e si avvicinò al robot, contemplando anche lei quel soffitto nero; le stelle erano numerosissime, di varie forme e colori.
"Ad anni luce da qui c'è il mio pianeta natale...", mormorò Starscream.
"Quindi hai cominciato a ricordare".
"Sì, ma è poco niente".
Guardò la ragazza.
"Anche se avessi la possibilità di tornarci, non ci andrei. È questo il mio posto".
"Sai che gli Stati Uniti ti sta dando la caccia".
"E allora? Sono morto una volta, e credimi che non lo ripeterei".
Heather ridacchiò, ma tornò quasi subito seria.
"E perché questo sarebbe il tuo posto?", chiese.
"Il mio posto è dove stai tu".
La ragazza rimase allibita, completamente senza parole. Fece per parlare quando udì di sottofondo un rumore assordante, che si faceva sempre più forte ogni secondo che passava. Da est comparve un aereo mai visto prima, che atterrò a un chilometro dal capannone; il veicolo mutò le proprie sembianze e divenne un Transformer. Heather e Starscream lo avevano capito per via delle forme, ma la vista non era delle migliori. Il robot guardò nella direzione dei due e si mise in cammino verso di loro, sguainando quella che sembrava essere una spada. A circa un centinaio di metri lo misero meglio a fuoco: era alto una decina di metri, dalla corporatura massiccia e sviluppata. Era nero, ma le forme si vedevano bene anche se il cielo era un oceano di pece. Gli occhi erano rosso fuoco, e lo sguardo minaccioso, di chi era lì per uno scopo ben preciso. Nella mano destra aveva una spada, ma la punta, invece di essere appuntita, era fatta a mezzaluna, con le estremità lievemente piegate verso l'interno. 
"Ti ho trovato alla fine", fu la prima cosa che disse appena raggiunse il duo.
Udendo quella voce, a Starscream parve recuperare anni di esistenza: non la udiva da tantissimo tempo, e non credeva che non l'avrebbe mai più sentita.
"Lord Megatron...", mormorò, cadendo in ginocchio, con la testa bassa.
"Vedo che ti ricordi di me".
Megatron spostò la sua attenzione su Heather.
"E quest'umana?", domandò.
"Si chiama Heather" rispose il suddito "mi ha sistemato lei".
Il leader esaminò con lo sguardo la ragazza, ma era chiaro quello che volessero dire.
"Grazie, Heather, per il tuo aiuto alla causa Decepticon. Renderò la tua fine veloce e indolore".
Fece per mulinare la spada, ma Starscream prese la ragazza e la strinse a sé, entrando nel frattempo in modalità aereo. Volò via, ma invece di seguirlo, Megatron rimase lì dove stava, a contemplando mentre lo vedeva volare nel cielo.
Scappate finché potete. Noi vi troveremo...

Starscream volò senza sosta, senza meta, senza pensare.
"Ma dove diavolo stai andando?!", gli urlò Heather.
"Non lo so e non lo chiedere. Credo di star andando a nord".
"Tu credi?!".
"Sì, ora silenzio che mi devo concentrare".
La ragazza sbuffo' e si accomodò sul sedile, chiudendo gli occhi. Quando li riaprì, era ancora notte, ma la luna si era leggermente spostata e il paesaggio sottostante era diverso: sì, era una città, ma non assomigliava per niente a Chicago, a New York, o le altre grandi città che aveva visitato per colpa del lavoro della madre.
"Ma dove siamo...?", chiese Heather al compagno di disavventure, ammirando la città sottostante.
"Vancouver, Canada".
La ragazza trasalì a udire quelle parole.
"SIAMO IN CANADA?!", esclamò.
"Sì. Hai dormito per ben quattro ore".
"E che ore sono adesso?".
"Le quattro del mattino".
"Perché il Canada?".
"Non lo so, ma per il momento ci dobbiamo accontentare".
Heather si stroppicció gli occhi mentre Starscream parcheggiava su un colle rialzato, fuori città. La stronzata del compagno? Che parcheggiò di fronte a una villa isolata dal centro.
"Sei veramente un genio", commentò Heather a bassa voce, mentre l'aereo tornava sottoforma di robot.
"Preferivi che parcheggiassi in strada?".
"Se tu l'avessi fatto veramente ti avrei ucciso".
"Vorrei vedere".
La ragazza soffocò a stento un sorriso complice, ma un urlo alle spalle la fece voltare di scatto. L'urlo proveniva dalla villa, con la porta spalancata, a mostrare colei che aveva urlato. Appena riconobbe chi aveva urlato, Heather era indecisa se andarsene o uccidere la donna.
Perché la donna che aveva davanti era sua madre.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top