Capitolo 16
Peyton si accorse solo allora di stare tremando, non sapeva se per la rabbia o altro, e si chiese se avesse fatto la cosa giusta a sfogarsi in quel modo. Sapeva soltanto di essere scoppiata, non aveva retto al ragionamento insensato dell'amica; per quale motivo avrebbe dovuto pensare a cosa le persone avrebbero pensato di lei soltanto perché era la ragazza di Damien? Certo, nulla di tutto quello era vero, ma la cosa l'aveva fatta irritare lo stesso. Nessuno di loro conosceva il ragazzo, non sapevano quanto fosse arguto, intelligente, premuroso e, a modo suo, divertente. Non c'era proprio nulla di cui vergognarsi anzi, in quel momento si sentì orgogliosa di essere la sua ragazza, anche solo per finta.
* * *
Damien si sentì osservato e una sensazione di deja vu lo colse all'istante. Si voltò e rimase esterrefatto nel notare che tutti nel corridoio si erano fermati e lo fissavano senza vergogna. Si avvicinò al suo armadietto, prese i libri che gli servivano per le prime ore e fulminò tutti con la sua migliore occhiataccia minacciosa. La cosa sembrò funzionare perché tutti sussultarono e si affrettarono a entrare nelle rispettive classi.
Ma cosa diamine era successo? Qualunque cosa lo avesse reso il soggetto di tale attenzione era sicuramente opera di Peyton e i suoi amici, o di Liam e i suoi amici. Dannazione, non c'era più un momento di pace per lui!
Sospirando, si diresse in classe e prese posto al solito banco in fondo all'aula e si stupì di trovare Peyton già seduta nel banco accanto, era tutto il giorno che non aveva avuto modo di incontrarla perché si era nascosto in biblioteca tentando di riprendere punteggio su Alliance War tramite uno dei pc della scuola. Lei se ne stava col capo chino e i capelli rossi le coprivano il viso, non sembrava averlo sentito sedersi e si chiese se stesse dormendo.
«Giorno» la salutò.
La ragazza sussultò e lo fissò con occhi sgranati. Quella reazione lo soprese in un primo secondo e insospettì subito dopo. Sospetto alimentato dall'espressione colpevole che lesse nello sguardo di lei.
«G... giorno.»
«Ti senti bene? Sei piuttosto agitata oggi, c'è forse un compito a sorpresa di cui non sapevamo nulla?» le chiese con finto disinteresse, cercando di nascondere il panico che gli scatenava quella possibilità poiché non aveva studiato assolutamente nulla.
La risatina nervosa e acuta della ragazza lo mise in agitazione, qualunque cosa avesse fatto era grave, la risatina ne era la prova, e Damien pregò che non fosse davvero lei la causa di ciò che era successo poco prima: l'avrebbe ammazzata.
«No, nessun compito. Sono solo nervosa per gli allenamenti della tifoseria.» Un'altra risatina nervosa...
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, per nulla convinto di quella scusa, ma fece finta di niente e si voltò verso l'insegnante di biologia appena entrato in aula.
Nelle ore successive non poté fare a meno di sentirsi sempre più nervoso a causa delle occhiate che ogni studente di quel liceo gli lanciava. Alcuni ridacchiavano tra di loro, altri lo guardavano con disgusto e un ragazzo gli aveva addirittura dato una pacca sulla spalla dicendogli "bel colpo, amico". A fine giornata il suo umore era ormai nero e la molla della sua pazienza tesa al massimo, sarebbe bastata una sola piccola vibrazione per farla spezzare.
Inoltre, Peyton era scomparsa subito dopo la fine della lezione e non gli aveva rivolto più la parola, a parte il breve dialogo avuto in classe, e durante le ore successive si era anche seduta lontana da lui. Nemmeno Sienna gli rivolgeva più uno sguardo, non che la cosa lo infastidisse, anzi. Solo Mason gli si era seduto accanto in mensa, chiedendogli dei consigli su come superare il livello nove di Alliance War in cui era rimasto bloccato mentre Sadie si era ritrovata nuovamente impegnata al club di teatro. Avrebbe voluto chiedere allo sportivo se almeno lui conosceva il motivo dello strano comportamento delle due ragazze, ma parlare del gioco e dei vari trucchi con un altro essere umano che non era la sua migliore amica gli aveva fatto dimenticare tutto il resto. L'ultima campanella della giornata suonò con due minuti di ritardo e Damien si avviò verso la sua bici per aspettare l'amica.
Sadie non si fece attendere molto e cinque minuti dopo gli stava già davanti con un'espressione tradita e furiosa.
«Perché non mi hai detto che ti sei messo con Peyton Cooper?»
Damien credette di aver sentito male e scioccamente si massaggiò un orecchio.
«Come, prego?» chiese confuso. Molto confuso.
«Mi hai sentita bene!» gridò Sadie. «Come hai potuto cedere anche tu alle moine di quell'oca rossa?»
«Sadie, io e Peyton non stiamo insieme!» si affrettò a chiarire, sentendo un lungo e viscido brivido gelido percorrergli la schiena.
«Come no? Ma se è tutta la mattina che non sento altro! È stata proprio lei a dirlo ieri in mensa, davanti a tutti» gli spiegò la ragazza, tentando di calmare il respiro accelerato e il cuore che pompava impazzito.
Damien s'irrigidì all'istante, ecco spiegato il motivo dello strano comportamento di Peyton. Lo aveva ignorato ed evitato perché sapeva, sapeva che non l'avrebbe passata liscia, che le avrebbe fatto rimpiangere di avere una bocca e di usarla...
«L'ammazzo» si ritrovò a sussurrare senza nemmeno rendersene conto mentre Sadie lo fissava esterrefatta. Salì in sella alla sua bici e iniziò a pedalare come un forsennato verso la casa dei Cooper.
Sì, avrebbe ammazzato quella ragazza!
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