Stefan 3.


Ormai Giulia si è trasferita a casa dei Salvatore a tutti gli effetti.
I fratelli le hanno dato una stanza tutta per se con tnto di terrazzino con vista sulla piazzola d'ingresso.
Lo stile dell'arredamento è consono al resto della casa, abbellito con quelcosa della ragazza come cavi di luci con fotografie; una lampada da terra di vetro veneziano e qualche poster di vecchie band anni ottanta e novanta.

E Giulia è proprio nella stanza ora, seduta a terra con le spalle appoggiate al bordo del letto e con un diario sulle gambe. Tamburella la penna sul bordo delle pagine e mordicchia l'interno del labbro inferiore pensando a cosa scrivere, chiedendosi come faccia Stefan a scrivere tutte le mattine il suo diario.

Certo, quello di Giulia non è un diario come quello dell'amico, le serve solo per ricordare gli eventi storici che stanno avvenendo durante la sua lunga vita.
Una sottospecie di diario storico.

Giulia alza la testa quando sente dei passi veloci sulle scale, lungo il corridoio e, successivamente, una porta sbattere seguita da oggetti cadere a terra, alcuni frantumarsi.

Lascia sul letto il diario usando la penna come segnalibro. Si alza e percorre il corridoio fino alla porta della camera di Stefan da cui, al suo interno, provengono i rumori.
Quando, dopo alcuni secondi, tutto tace Giulia decide di bussare.

Uno Stefan visibilmente distrutto le apre la porta. Ha i capelli pettinati, gli occhi lucidi e arrossati. Probabilmente ha pianto.

La ragazza lancia un occhiata alle spalle del vampiro notando il disastro nella sua stanza, come se fosse passato un uragano.

<<Che cosa è successo Stefan?>> Gli chiede la ragazza alzando le sopracciglia. Il ragazzo distogle lo sguardo e scuote la testa.
Giulia ne approfitta per entrare nella stanza e, guardandosi intorno, fischietta.
<<Qualunque cosa sia successa, non deve per nulla essere positiva>> afferma a voce bassa raccogliendo un paio di fogli sparsi a terra, tra cui il diario del vampiro.

Lascia tutto sulla scrivania e si volta per poter guardare l'amico che, con la testa bassa, se ne sta vicino alla finestra. <<Che cosa è successo?>> Chiede lei appoggiandosi alla scrivania scura.
Stefan alza le spalle.
<<Non ne voglio parlare>> risponde continuando ad ammirare il panorama oltre il vetro che lo separa dalla piccola balconata. <<Che cos'è successo Stefan?>> Chiede ancora la ragazza tamburellando le unghie sulla superfice di legno che la sorregge. Stefan sospira.

Il silenzio cala tra i due per minuti che sembrano infiniti. Giulia arriccia il naso e fa per andarsene quando la voce di Stefan arriva alle sue orecchie in un sussurro.
<<Elena mi ha lasciato>>.
A quelle parole una leggera tristezza invade Giulia che, abbassando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe, cerca di riordinare i pensieri nella sia testa.
<<C'è di mezzo Damon, non è così?>> Chiede nuovamente lei, senza aspettarsi una vera risposta.
Lei conosce già la verità.

<<Non mi serve la tua compassione Giulia>> afferma brusco Stefan, girando la testa quanto basta per poter guardare l'amica. <<Non provo compassione per te Stefan. Non sei il primo ne sarai l'ultimo ad essere lasciato dalla fidanzata>> risponde lei stringendosi nelle spalle.
<<Adesso stai male, vorresti spaccare tutto e tornare nella tua bolla di ragazzo tormentato, ma non lo puoi fare>> afferma Giulia senza guardando in basso.

Lei si passa le mani sul viso, frustrata. <<Senti>> dice avvicinandosi al ragazzo che le da ancora le spalle. <<so che è difficile credere alle persone che ti dicono "so cosa provi", ma io davvero so cosa provi>> continua lei guardando a sua volta fuori dalla finestra.
<<Ti senti piccolo e insignificanti e fa male in punti che non sapevi neanche di avere dentro di te. E non importa quanto cerchi di sembrare normale e maturo perché andrai lo stesso a dormire ogni notte riesaminando ogni secondo, chiedendoti dove hai sbagliato>> mentre la ragazza parla senza sosta, Stefan sposta lo sguardo su di lei rendendosi conto di non averla mai sentita parlare così.

Si sofferma a guardare le sue espressioni cambiare; gli occhi lucidi e illuminati dalla luce del tramonto; le labbra tese o rilassate ad ogni parola che alle orecchie del ragazzo arrivano lontane, troppo preso a guardare l'amica come se la vedesse per la prima volta.

<<...E dopo tutto quel dolore, conosci persone che ti fanno sentire viva e finalmente i pezzettini della tua anima si rimettono insieme e tutta quella confusione, tutto quel dolore, quel vuoto nel petto e, come per incanto accade qualcosa che ti fa sentire di nuovo bene>> Giulia sposta lo sguardo sul ragazzo che ancora la guarda e si sente arrossire, portandola a distogliere lo sguardo.
<<Perché mi dici questo?>> Chiede lui appoggiando una mano sulla guancia della ragazza, obbligando i loro occhi a incontrarsi.

<<Perché tu non te lo meriti>> risponde Giulia. <<E tu?>> Chiede Stefan.

Giulia si sente mancare il respiro.

<<Non ha importanza ora>> risponde allontanandosi dal ragazzo, troppo vicino a lei. Attraversa la stanza fino alla porta dove si sofferma.
Sì volta, guardando l'amico ancora immobile vicino alla finestra.

<<Per quanto può valere, lei non ti merita. Sei troppo buono con lei e troppo brusco con te stesso>> afferma prima di uscire in corridoio, entrare nella sua stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Ci si appoggia contro, scivolando a terra.

Il passato deve restare tale.

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