Stefan 2.

Giulia aveva accettato l'invito solo perchè era stato Stefan a chiedere alla ragazza se potevano parlare. I due si conoscevano troppo bene per sapere che nessuno dei due avrebbe fatto la prima mossa senza l'insistenza di Damon.
Quando Giulia vide la notifica di un messaggio del giovane Salvatore trattenne il respiro, digitando velocemente sulla tastiera solo due parole: dove e quando.
Lui le aveva risposto poco dopo dicendole un luogo ed un'orario.

Alle dieci passate nella piazza principale di Mystic Falls non c'è anima viva. Le uniche luci provengono dai lampioni sul ciglio delle strade e dalla luna quasi piena. Nessun suono tranne quello dei grilli in mezzo al prato.
<<grazie per essere venuta Giulia>> Stefan rompe il silenzio e il flusso di pensieri della ragazza, facendola voltare verso di lui. Si alza dalla panchina su cui era seduta e diminuisce qui pochi passi che li divide, facendo ticchettare i tacchi degli stivaletti sui sanpietrini del vialetto. <<di cosa dovevi parlarmi?>> rompe il ghiaccio la ragazza incrociando le braccia. Stefan infila le mani nelle tasche dei jeans scuri e abbassa lo sguardo. <<avevi detto che non ti avrei mai più rivista, ma sei tornata. Perchè?>> chiede andando dritto al punto. Giulia serra la mascella distogliendo lo sguardo dall'eterno diciasettende davbanti a lei. <<Damon mi ha detto che ti sei perso nel tuo lato oscuro, di nuovo. Sono tornata solo per riportarti indietro>> risponde lei alzando un sopracciglio continuando a guardare un punto a casa dove le righe del vialetto si incontrano, dividendosi quasi subito per poi dividersi ancora. Giulia alza lo sguardo sul ragazzo. <<ma vedo che hai già risolto. E' stata una perdita di tempo venire qui>> continua la ragazza grattandosi la fronte passando poi la mando tra i capelli. Si gira per andare via ma una mano si stringe introno al suo polso, facendola voltare. <<non ho mai detto che dovevi sparire dalla mia vita>> dice lui allentando la presa intorno al braccio della ragazza. <<più gli anni passavano, più i sensi di colpa mi divoravano. Vederti decennio dopo decennio senza invecchiare mi faceva sentire in colpa>> Giulia strattona il braccio liberandosi dalla presa del vampiro. <<non ti ho chiesto io di presentarmi Henry, non è mai stata colpa tua quello che mi è successo>> ribatte lei ricordando il passato.
Stefan le aveva presentato un suo amico, Henry. Tra i due era nato subito qualcosa, ma lui era promesso a una strega. <<sono più di cento anni che ti ripeto di smetterla di prenderti la colpa di questo Stefan>> continua lei serrando le labbra in una linea sottile. <<tu fai di tutto per non ferire le persone che ti circondano. Io ero la tua migliore amica e hai detto che avresti preferito sapermi morta che avermi con te. Le tue parole mi hanno distrutta Stefan. In questi anni ti sei mai chiesto come mi sono sentita?>> chiede lei, alzando sempre di più la voce. <<io mi sono innamorato di Katrine e ne ho pagato il prezzo. Tu dovevi vivere la tua vita. Quando eravamo insieme il tempo si fermava, vivevamo ogni giorno e ora come se fossero gli ultimi delle nostre vite. Quando per noi il tempo si è fermato non ho voluto altro che ripartisse>> risponde lui. Ormai gli occhi le bruciano e sono lucidi. <<quando quegli uomini hanno sparato a te e a Damon, quello è stato l'ultimo momento nella mia eterna vita in cui ho voluto più tempo con voi>> lo interrompe GIulia <<tu eri tutto quello che avevo>> afferma lei sospirando. <<Damon mi aveva detto che l'avevi superato>> dice lui continuando a guardarla con la stessa espressione. <<lo credevo anche io. Ma mi sento ancora sola>>. Afferma la ragazza abbassando lo sguardo. Stefan appoggia una mano sul viso della ragazza, accarezzandole la guancia e costringendola a far incontrare i loro occhi. <<mi sono pentito un secondo dopo aver detto quelle cose Giulia, ma tu stavi già andando via con gli occhi pieni di lacrime e Lexi mi ha rinfacciato per anni quella sera>>.

Un luccichio sopra il tetto del palazzo dietro il vampiro attira l'attenzione di Giulia.
Con una velocità che neanche lei sa di avere fa da scuso a Stefan quando nella piazza rimbomba uno sparo e un dolore lancinante allo stomaco la fanno cadere a terra.

Stefan urla il nome della ragazza che con lo sguardo perso osserva la macchia rosso scuro allargarsi sulla sua felpa. Stefan preme una mano contro il ventre della ragazza facendola sussultare.

Lei, nonostante la quasi totale perdità di lucidità, sente dei passi farsi vicini e la voce di Damon in lontananza, nonostante la breve distanza. Alza lo sguardo su Stefan.
Il suo viso è sfocato e i contorni del suo corppo non sono più nitidi. Le labbra del ragazzo si muovono, ma nessun suono giunge alle orecchie di Giulia.

__***__

Giulia si siede con uno scatto resporando a fondo. E' a casa sua, nel suo letto. La sua maglia è ancora sporca di sangue ormai secco, ma sulla sua pelle non c'è nessuna ferita.
<<una volta ci mettevi meno a tornare>> afferma Damon restando a guardarla appoggiato allo stipite della porta. <<una volta ero più giovane>> risponde lei facendo sorridere Stefan, seduto sulla poltrona accanto al letto. <<come ti senti?>> le chiede lui rigirandosi tra le dita qualcosa. <<come se fossi appena tornata dal regno dei morti>> risponde lei indicando con la testa le mani di Stefan. <<cosè?>> gli chiede. <<il proiettile nel tuo addome>> le risponde Damon avvicinandosi ai due, sedendosi sul fondo del letto. <<non sapevo che ci fosse un cacciatore in città>> dice lei guardando prima il maggiore dei Salvatore, poi il minore. <<E' uno dei cinque>> dice Damon alzando le sopracciglia e assottigliando lo sguardo.
<<pensavo fossero una leggenda>> continua prendendo il proiettile dalle mani di Stefan. Lo esamina passando le dita sulle incisioni. <<erano anni che non ti facevo scudo con il mio corpo>> dice Giulia sorridendo guardando con la coda dell'occhio il minore dei fratelli, facendolo sorridere e ridacchiare.

<<Chicago anni venti>> dice lui ricordando quei bui anni. <<gli anni dello squartatore>> dice Damon guardandoli con un leggero ghigno. <<e delle feste>> continua lei mordicchiandosi l'interno della guancia. <<quante altre volte sei morta?>> gli chiede Damon sdraiandosi, sorreggendosi con il braccio <<nel sessant'otto sono annegata a New york, a central park; nell'ottantacinque per overdose non voluta; nel trentasei pugnalata dall'amante sbagliato; nel duemilatre incidente durante una corsa illegale di auto>> risponde Giulia sistemandosi i capelli su una spalla.

<<13 agosto 1776. Dimentichi quei soldati inglesi che ti hanno sparato mentre cercavi di aiutare una famiglia di schiavi>> le ricorda Stefan facendole buttare la testa all'indietro, ridendo. <<come dimenticare le loro facce quando mi sono rialzata piena di buchi come un colabrodo>> afferma Giulia guardando Damon rimasto colpito.

<<c'è qualcosa che non avete fatto insieme voi due?>> chiede guardando prima l'amica e poi il fratello. <<se avete anche scopato, la conversazione finisce qui>> continua facendovi scambiare un'occhiata complice. <<basta. Me ne vado>> afferma Damon alzandosi ed uscendo dalla stanza.

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