Kol 4.
Elijah separa i due litiganti mentre Klaus si lamenta del suo operato. <<parlatene da persone civili vi prego>> afferma Elijah indicando con le braccia il salotto. Kol allunga la mano verso Giulia ma lei, con un gesto brusco, allontana la mano dell'originale e cammina verso il salotto seguita dagli altri.
Si siedono tutti sui divanetti davanti al camino acceso. Klaus prende da un mobiletto una bottiglia di cristallo dal collo lungo e stretto contenente sangue fresco.
Riempie un bicchiere per ognuno meno che per Kol. <<non offri da bene ad un povero assetato, fratello?>> chiede ma Klaus non gli risponde, rivolgendogli solo uno dei suoi soliti sorrisetti. <<non sei nella posizione di fare richieste Kol>> risponde Giulia facendo scorrere le dita sul bordo del bicchiere. <<non sapevo che fossi tu a dare gli ordini in questa casa>> ribatte Kol guardando i suoi fratelli. <<io non ho intenzione di intervenire>> afferma Klaus alzando le mani.
Quest'ultimo sa quanto Giulia sia diventata crudele negli ultimi secoli. Non si perderebbe mai una scena come questa.
<<perchè sei tornato Kol?>> chiede la ragazza osservando il suo compagno con occhi freddi e privi di emozione. <<non mentire o io lo saprò>> aggiunge sollevando un sopracciglio. Elijah guarda la ragazza seduta accanto a se, convincendosi sempre di più che Klaus abbia una cattiva influenza su di lei.
Quest'ultimo si ferma alle spalle di Kol appoggiandosi al tavolino dietro il divanetto. <<non fare caso a me, fratello. Ascolta lei>> dice indicando con un dito Giulia. <<preferirei non ritrovarmi con il collo spezzato da un momento all'altro>> afferma Kol guardando Klaus con la coda dell'occhio.
<<non perdiamoci in inutili chicacchere. Parla>> ribatte Rebekah fermando lo scambio di battute dei fratelli.
Kol, su richiesta della sorella, si schiarisce la gola. <<Sono stato in diversi posti negli ultimi anni e sono tornato di recente a Firenze>> afferma. Giulia stringe i denti per poi passarsi la lingua tra le labbra.
<<E cosa ti ha portato in Italia?>> Chiede la ragazza. La tensione nella stanza è a livelli estremi.
<<Mi è giunta voce che a Firenze risiedono un piccolo gruppo di cacciatori fuori dall'ordinario>> spiega Kol misurando le sue parole con estrema precisione, come se potessero essere le sue ultime parole. <<Spiegati meglio>> dice Elijah, mentre porta un dito sulle sue labbra, accarezzandole; gesto che fa quando sta pensando profondamente.
<<Dei vampiri cacciano altri vampiri>> risponde Kol.
Rebekah e Klaus scambiano occhiate con Elijah che sembra rendersi conto più di altri del pericolo. <<Nostro padre ha creato un suo gruppo di vampiri cacciatori per poterci stanare>> continua Kol facendo irrigidire il fratello maggiore oltre le sue spalle.
Giulia sapeva poco sul conto di Mikael, solo quello che Klaus e Rebekah gli avevano raccontato, storie che spesso andavano in conflitto con le parole di Elijah sul conto del padre.
Sapeva che Mikael dava la caccia ai figli da quando sono stato trasformati in vampiri, e sapeva che con lui non ci si poteva scherzare.
Per sua fortuna non lo aveva mia incontrato, ma questo non spinge la ragazza ad odiarlo di meno.
<<È una questione di famiglia Kol, Giulia non c'entra con questa storia>> afferma Klaus visibilmente irritato, ora con la costante sensazione di essere braccato. <<Questa storia riguarda noi tanto quanto lei>> ribatte Kol beccandosi un'occhiataccia di fuoco dal fratello. <<Uno degli uomini che Mikael ha trasformato è suo padre>> conclude facendo gelare il sangue nelle vene di Giulia.
Suo padre è diventato la creatura che più ha odiato nella sua vita? La creatura a cui ha dato la caccia per tutta la sua vita?
<<Smettila di dire stronzate Kol. Mio padre è morto trecento anni fa>> dice Giulia ma Kol scuote la testa. <<Lo hai detto tu Giulia; avresti saputo se mentivo>> alle parole di Kol il respiro le si blocca in gola.
Kol non mente.
Da quando l'ha trasformata la sua abilità di riconoscere una bugia dalla verità si è amplificata; è praticamente un siero della verità umano.
Il silenzio regna nella casa dei Mikaelson. Dovre prima c'erano battibecchi e mute minacce, adesso ognuno è bloccato nei propri pensieri.
Rebekah si alza e spalancata una finestra per fare entrare dell'aria. Si appoggia allo stipite della finestra e prende lunghi e profondi respiri.
Klaus è estremamente serio ma dai suoi occhi si intravedono scintille di timore e rabbia.
Elijah non sembra essersi scomposto più di tanto; tiene i gomiti piegati sulle ginocchia e il mento appoggiato alle mani, anche lui estremamente pensieroso e preoccupato.
Mille domande riempiono la testa di Giulia.
Se suo padre è davvero vivo, per di più vampiro cacciatore, potrebbe stanarla in qualunque momento e luogo. Forse lui e Mikael sono già a conoscenza della loro posizione; forse sono più vicini di quanto i Mikaelson sperino. Nessuno fugge da Mikael. Nessun vampiro è mai sopravvissuto alle grinfie di suo padre.
Potrebbero fuggire, ma il mondo non è certo così grande come si pensa.
Per quanto ne sanno, Mikael potrebbe avere occhi e orecchie ovunque.
<<da quanto tempo eri a conoscenza di questa cosa Kol>> chiede Giulia tenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Kol. <<da diverso tempo. Forse cinquanta o sessanta anni>> risponde l'originale. Giulia stringe i pugni ed Elijah appoggia una mano sulla sua spalla per cercare di tenerla calma. <<e perchè ti fai vivo solo adesso?>> chiede dinuovo assottigliando lo sguardo. <<non avevo abbastanza informazioni. Sono venuto appena ho potuto tesoro>> <<non chiamarmi tesoro Kol>> grida irritata, alzandosi. Kol sorride guardando la compagna diventare rossa in volto, i segni più scuri intorno agli occhi si fanno visibili. <<una volta ti piaceva quando ti chiamavo tesoro. Quando lo facevo, cadevi subito ai miei piedi>> risponde con un leggero ghigno malizzioso. Su tutte le furie GIulia afferra il vaso appoggiato sul tavolino accanto al divano ma Niklaus la ferma, stringendogli il braccio. <<Giulia metti giù questo vaso; è un regalo di Luigi XIV>> afferma beccandosi un'occhiata da parte della ragazza.
Rebekah stringe le mani sulle spalle dell'amica sussurrandole di andare via da quella stanza, lontane da Kol.
Mentre le due vampire salgono le scale per tornare nella stanza di Giulia, dal salotto provengono le voci dei tre Mikaelson.
<<so che hai una voglia matta di conficcargli un paletto nel cuore, ma non puoi>> afferma Rebekah aprendo la porta della stanza dell'amica, entrando nella camera dopo di lei. <<sarebbe più semplice se bastasse un semplice paletto>> ribatte Giulia lasciandosi cadere sul letto. <<non parlavo di quello Giulia. Lui sa dove si trova nostro padre e anche il tuo>> ribatte Rebekah sedendosi sul divanetto accanto a una delle grandi finestre della sua stanza. <<Tu ti fidi davvero di Kol?>> Chiede a Rebekah la quale sospira. <<Per niente>> risponde la vampira originale. <<Ma tu ti sei sempre fidata di lui>> continua. Giulia scuote la testa.
Fa per ribatte ma qualcuno bussa alla sua porta.
Kol fa capolino nella stanza e Rebekah li lascia soli.
Per la prima volta dopo 300 anni sono ancora solo loro due.
L'originale si guarda intorno, riconoscimento nell'arredamento della stanza la ragazza che tanto amava, che pur di averla per sempre al suo fianco l'ha trasformata.
<<Sei qui per dirmi qualcosa?>> Chiede la ragazza guardandolo di sfuggita. Kol passe le dita sulle rilegature dei libri posti con perfezione nella piccola libreria accanto al camino.
<<Mi dispiace di essere andato via>> rompe il silenzio Kol, senza guardare la ragazza. Giulia inizia a mordicchiarsi l'interno delle guance, chiudendo gli occhi. <<Mi sei mancata sai>> continua Kol sedendosi davanti al camino acceso. <<Kol cosa sei venuto a dirmi?>> Chiede Giulia restando seduta suo letto mentre il cuore le batte all'impazzata nel petto.
<<Per tutti questi anni volevo tornare da te, ma sapevo che ovunque andavi i miei fratelli erano con te. Dopo quell'accesa discussione con Niklaus, avrei preferito che tu venissi con me>> racconta guardando la ragazza con la coda dell'occhio. <<Sei sempre andata molto d'accordo con Niklaus e immagino che in mia assenza vi siate avvicinati maggiormente>> continua l'originale, accavallando le gambe e stringendo leggermente i pugni.
<<Non è come pensi tu Kol>> afferma infretta Giulia. Con la sua velocità da vampiro Kol appare davanti a lei e la guarda dall'alto. Giulia si sente improvvisamente piccola davanti a lui; le sembra di tornare nella sua stanza nella villa di Firenze quando si vedevano di nascosto, nelle notti in cui suo padre era lontano da casa.
La mano di Kol le sfiora la guancia e passa il pollice sulle sue labbra facendo in modo che lei le dischiuda leggermente.
Quel contatto le era mancato come l'aria.
<<Forse è meglio che io vada>> sussurra Kol allontanandosi dalla ragazza. Lei con velocità sovrannaturale lo ferma prima che raggiunga la porta. Si ferma davanti a lui e prendendo il suo viso tra le mani lo bacia.
Barcollando finiscono stesi sul letto.
Giulia, a cavalcioni su di lui, gli passa la mani sul petto sbottonandogli la camicia.
Kol stringe tra le mani la camicia da notte di Giulia e gliela solleva leggermente, accarezzandogli le gambe.
Lui si siede stringendola a se, baciandola con foga. <<Mi è mancato il tuo profumo; la tua pelle a contatto con la mia>> sussurra Kol baciandole il collo mentre lei passa le mani tra i suoi capelli.
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