Kol 3..
1783
Parigi
Sono passati trecento anni da quando Kol ha trasformato Giulia in un vampiro. Ovunque i fratelli Mikaelson vanno, Giulia è con loro. Ormai è diventata perte della famiglia.
Trecento anni che Giulia ha spento i sentimenti per non ricordare gli avvenimenti di quella notte. Ma ancora non è riuscita a lasciarsi alle spalle la sua vita umana.
Essere un vampiro è bello, spesso eccitante, ma dopo tre secoli ci si annoia. Ha letto tutti i libri che valeva la pena leggere; ha imparato sei lingue ed è stata ovunque.
Il mondo non ha più segreti per lei. Tutto è diventato monotono da quando Kol ha lasciato la sua famiglia per seguire le storielle e leggende che gli hanno sempre riempito la testa.
<<devi stare ferma. Più starai ferma prima finiremo>> afferma Klaus dall'altra parte della tela senza degnarla di uno sguardo. La ragazza sospira soffiando via dal viso una ciocca di capelli. <<Giulia non costringermi a soggiogarti>> afferma Klaus fulminandola con uno sguardo.
La grande porta che separa la stanza al resto della casa viene spalancata e fa il suo ingresso Rebekah con il suo bellissimo abito bordeaux dall'ampia gonna riccamente decorato da piccoli dettagli dorati. <<Che capolavoro>> afferma la bionda fermandosi alle spalle del fratello, guardando il cuadro. Lo sguardo di Rebekah si possa sull'amica; con un gesto veloce una busta da lettere con un sigillo in ceralacca appare nelle sue mani. <<È arrivata una lettera per te Giulia>> dice avvicinandosi alla ricevente della lettera, facendo imprecare Klaus. <<Rebekah abbaino un lavoro da portare a termine>> afferma serio mischiando alcuni colori per poter ottenere la giusta tonalità di blu dell'abito di Giulia. <<Avrai l'eternità per esprimere la tua arte>> ribatte Rebekah sfidando con lo sguardo il fratello. Giulia si alza scendendo dallo sgabello e si avvicina all'originale; gli appoggia una mano sulla guancia e sorride gentilmente <<riprenderemo più tardi>> dice lei. Klaus lascia il pennello nel bicchiere di acqua torbida e usa uno straccio sporco di pittura per pulirsi le mani.
Giulia prende dalle mani dell'amica lettera riconoscendo lo stemma della sua famiglia impresso nella ceralacca. <<La spada e lo scudo. La tua famiglia ti ha trovata>> afferma Klaus guardando la busta restando oltre la spalla dell'amica. <<È impossibile. Kol ha ucciso mio padre e i miei fratelli. Non c'erano altri uomini nella mia famiglia>> risponde la ragazza spezzando il sigillo ed estraendo una lettera ingiallita e una chiave arrugginita legata tramite un nodo ad un nastro di raso nero. <<E se non lo avesse fatto?>> Chiede Rebekah restando in disparte ma Giulia non l'ascolta neppure, troppo concentrata sulla chiave appena al nastro che tiene tra le mani. <<Questa è la chiave della villa a Monteriggioni>> spiega la ragazza, forse per ricordare a se stessa qualcosa del suo passato che aveva totalmente rimosso. <<forse qualcuno vuole che tu vada lì?>> ipotizza Rebekah. Giulia stringe con le dita il metallo della chiave, ma ritrae la mano quando ha la sensazione che i suoi polpastrelli vadano a fuoco. Infatti, sulle sue dita, sono rimasti dei segni rossi di forti bruciature. <<o forse no>> dice Klaus sistemando il tavolo al centro della stanza cosparso di fogli, pennelli, matite e disegni fatti a mano. Giulia ci appoggia sopra la chiave facendola tintinnare contro la superficie di legno scuro e lucido.
<<La lettera che dice?>> Chiede Rebekah guardando il foglio piegato nelle mani curate dell'amica. Giulia lo apre e inizia a leggelo. <<È di mio padre>> afferma la ragazza con un sussurro senza emozioni. Klaus le si avvicina subito come se questa notizia possa essere presagio di brutte cose. <<Cosa dice la lettera?>> Chiede la vampira originale guardando il fratello con la coda dell'occhio. Giulia alza un sopracciglio <<Parla del gene del cacciatore e di segreti nascosti nella casa>> risponde ripiegando la lettera e infilandola nella busta. <<Il gene del cacciatore?>> Chiede Rebekah incuriosita, incrociando le braccia al petto, per quanto lo stretto vestito le permette di farlo. <<Per alcune famiglie cacciatori si nasce; è dentro di noi come un gene ereditario. Per quanto cerchiamo di non aderire a questa vita, arriverà il giorno in cui uccidere vampiri e licantropi sarà la nostra missione>> spiega la ragazza sedendosi sul divanetto accanto al camino. Il suo sguardo si perde tra le fiamme che divorano il legno con lentezza. Klaus appoggia una mano sulla spalla di Giulia, stringendo leggermente la presa. <<Sei nostra sorella adesso. Ciò che eri prima di diventare vampiro non esiste più>> afferma come se le sue parole dovessero darle un minimo di conforto. Giulia appoggia la mano su quella di klaus e gliela stringe senza distogliere lo sguardo dalle fiamme nel camino.
Quella stessa notte, mentre tutti dormono o si nutrono in compagnia di qualche affascinante preda umana e soggiogata, Giulia non smette di osservare quella chiave tanto conosciuta quanto estranea.
La sua camera da letto dagli alti soffitti dipinti e le pareti decorati con scene di natura è illuminata dalle candele sparse per la stanza. Al centro di essa il tavolo rotondo è occupato solo dalla scatola contenente la chiave intrisa di verbena. Il grande letto a baldacchino ancora perfettamente rifatto.
Qualcuno bussa alla sua porta. Rebekah entra dopo aver ricevuto il permesso dall'amica. Anche lei, come Giulia indossa una veste da notte ma, a differenza dalla ragazza, quella della vampira originale è macchiata di sangue in diversi punti.
<<Quella chiave non risponderà alle tue domande Giulia>> afferma sedendosi sulla sedia davanti all'amica. <<Kol ha a che fare con questa storia>> afferma la ragazza dando voce all'unico vero pensiero nella sua testa. <<Mio padre custodiva questa chiave con gelosia morbosa. Non mi stupirei se in quella villa ci fosse nascosta l'arca dell'alleanza>> continua Giulia guardando la bionda seduta davanti a lei. <<a proposito di Kol>> afferma Rebekah dopo alcuni attimi di silenzio. <<Mio fratello è al piano di sotto>> afferma ma ormai Giulia è già uscita dalla stanza con la sua velocità da vampira.
Arrivata nell'ingresso della villa a fare compagni a Kol ci sono già Elijah e Klaus ancora vestito come il pomeriggio appena trascorso, camicia bianca dalle maniche larghe che finiscono con stretti polsini macchiati da tempera o acquerello in alcuni punti; il colletto con un jabot in pizzo e un paio di pantaloni a poco sotto al ginocchio.
Kol, a differenza dei fratelli, indossa una giacca blu scuro lunga fino al ginocchio, il bavero abbellito con qualche merletto bianco e rifiniture oro. I capelli lunghi e scuri legato in una coda alla base della nuca e fermata con un nastro nero.
Appena gli occhi di Kol incontrano quelli della compagna un sorriso gli nasce sulle labbra. <<È bello rivederti Giulia>> afferma il vampiro originale aspettandosi un abbraccio o un bacio da parte della compagna. Ma questo non accade.
Giulia stringe tra le mani il bavero della giacca di Kol per poi spingerlo con forza contro la parete. <<Dopo tutto questo tempo te ne esci con "è bello rivederti?>> Grida la ragazza, le guance rosse dalla rabbia.
<<Forse dovremmo fermarla>> ipotizza Elijah ma Klaus scuote la testa. <<E interrompere lo spettacolo?>> Ridacchia sedendosi sul quarto gradino della grande scalinata. <<Finiranno con il rompere qualcosa>> ribatte Elijah appoggaindosi al corrimano. <<Un motivo per cambiare l'arredamento>> afferma Rebekah, seduta due gradini sopra Klaus, facendo sospirare Elijah costringendolo a passarsi la mano destra sugli occhi.
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