Klaus 9.


I passi pesati di Klaus risuonano per tutto il suo studio. Gli tremano le mani dalla rabbia e il suo respiro è profondo, simile a quello di un predatore sfidato dalla sua stessa preda.
Si ferma dinanzi alla grande finestra e serrando la mascella porta nuovamente il telefono all'orecchio dopo aver selezionato il contatto della fidanzata in rubrica.

La dolce e allegra voce di Giulia gli riempie le orecchie, ma è di nuovo la segreteria telefonica che lo informa di lasciare un messaggio e che sarà richiamato appena sarà tornata raggiungibile.

Con un forte grido l'irido originale scaglia il cellulare contro il muro che, ovviamente si rompe. La stessa fine la fanno barattoli di tempera, tele ancora inutilizzate, tavolozze e album per gli schizzi.
Dopo mezza giornata passata a cercare Giulia, si aspettava di averla già a casa con lui con delle ottime ragioni per la sua presunta sparizione. E, invece, tutto tace.

Elijah, attirato dal rumore, si ferma sulla soglia della porta. Si guarda intorno con tranquillità prima di portare lo sguardo sul fratello appoggiato al tavolo con le mani chiuse a pugno e le braccia tese. <<Qualcosa mi fa pesare che sei arrabbiato fratello>> azzarda Elijah afferrando con un veloce movimento della mano un pennello che Klaus gli ha lanciato. Se lo rigira tra le mani camminando per la stanza sottosopra. <<Direi che ha a che vedere con Giulia>> continua poggiando il suo sguardo su una delle pochissime tele rimaste intatte; questa mostra chiaramente Giulia, con una sottile e leggera veste bianca, appoggiata alla ringhiera del balcone con lo sguardo perso su una New Orleans notturna. 
Si chiede se quell'immagine è solo frutto della mente creativa di Klaus o è reale.

  <<Se sai dove si trova sei pregato di dirmelo>> afferma l'ibrido originale tra i denti mantenendo lo sguardo fisso su un punto indistinto davanti a se. Elijah infila una mano nella tasca della giacca e lo affianca camminando lentamente. <<Se lo sapessi, perchè te lo terrei nascosto?>> chiede l'originale guardando Klaus socchiudendo leggermente gli occhi. <<Per tenermela lontana forse?>> chiede retoricamente con tono infastidito l'ibrido, abbozzando un sorriso di scherno prima di tornare ancora serio. <<Non ho mai condiviso quello che hai fatto a quella povera ragazza. Ma cosa hai fatto questa volta per credere che qualcuno voglia tenertela lontana?>> chiede Elijah incrociando lo sguardo del fratello. Quest'ultimo esita prima di rispondere, passandosi la punta della lingua tra le labbra.

Elijah sospira passandosi una mano sopra gli occhi immaginando quale altro casino il fratello ha creato. <<Fammi indovinare: si è ricordata di lei e se ne è andata>> afferma Elijah guardando Klaus infilano, questa volta, entrambe le mani nelle tasche della giacca. Klaus sorride raddrizzando la schiene mentre sistema il macello che il suo scatto di ira ha causato. <<E' questo il problema, fratello. Lei non lo ha mai saputo>> lo corregge raccogliendo da terra tutti i pennelli, infilandoli nei vari barattoli che rimette con ordine maniacale al loro posto.

Elijah sospira guardando davanti a se come se potesse vedere una soluzione crearsi magicamente nell'aria. Certe volte davvero non comprende le azioni di Klaus, soprattutto verso Giulia. Poi, a risvegliarlo dai suoi pensieri è la vibrazione del suo cellulare. Lo estrae dalla tasca dei pantaloni e apre il messaggio. Un leggero sorriso gli piega l'angolo della bocca e mostra lo schermo al fratello. <<So dove si trova Giulia>> afferma guardando Niklaus togliergli dalla mano il cellulare.


****

Giulia cammina a passo svelto verso il portone e lo spalanca bloccandosi sul posto. Klaus la guarda davvero molto serio e un leggero brivido le attraversa la schiena. Non sa dire se le mette un po' di paura o eccitazione.
Si sposta di lato per lasciarlo entrare e subito nota come il suo sguardo corre verso le scale.

  <<Non temere, Hope sta bene. Hayley è dovuta uscire per delle commissioni e sono rimasta io con la piccola>> spiega Giulia guardando il fidanzato dal basso. Ora che è a piedi nudi si sente ancora più piccola davanti all'uomo che controlla New Orleans.
  <<Sei scomparsa per tutto il giorno. Ti ho chiamata moltissime volte>> afferma Klaus con tono serio e tagliente, spingendo la giovane a stringersi nelle spalle nella speranza di farsi maggiormente più piccola davanti a quello sguardo. 

Senza proferire parola Giulia cammina verso la cucina e prende tra le mani il suo telefono, notando le innumerevoli chiamate perse e messaggi da parte dell'ibrido originale.

  <<Senti.. mi dispiace ok? La mia mente si riempie gradualmente di ricordi che avevo cancellato a causa tua. Volevo parlarne con Hayley e..>> si affretta a spiegare ma la sua voce si blocca ripensando a quella sensazione ricca di confusione e un pizzico di dolore quando si era trovata davanti l'amica con in braccio una bimba di circa un anno. 
  <<E cosa?>> chiede Klaus avanzando verso di lei senza toglierle gli occhi di dosso. Giulia alza lo sguardo su quello del fidanzato. Sta per lanciare una bomba e non è sicura di poter gestire la reazione dell'uomo che la guarda intensamente.
  <<E invece ho scoperto un altro tuo segreto che, a quanto pare, tu non mi hai mai rivelato>> afferma incrociando le braccia al petto, cercando dentro di se la forza per sostenere quello sguardo glaciale. 

Per alcuni, lunghi, infiniti secondi non accade nulla. Giulia è sicura che Klaus potrebbe esplodere da un momento all'altro e lei non è minimamente preparata. Sa che lui non è il mostro che descrivono, ma quando perde il controllo fa davvero paura.
Inaspettatamente Niklaus sospira, chiude gli occhi e abbassa il volto allontanandosi da Giulia di alcuni passi. <<Sapevo che prima o poi lo avresti scoperto. Te lo avrei detto ma..>> questa volta è l'ibrido originale a ritrovarsi con le parole bloccate in gola come un nodo strettissimo.

  <<Ma?>> chiede la giovane donna restando a guardare la sua schiena che si muove lentamente ad ogni profondo respiro. <<Temevo di perderti>> risponde Klaus lasciandosi andare. Ora si sente stranamente più leggero, come se avesse lasciato a terra uno zaino pesantissimo.
Si sente toccare la spalla e volta la testa di lato per guardare la fidanzata sorridergli dolcemente. <<Avrei preferito che fossi stato tu a dirmelo Nik>> afferma Giulia facendo scorrere le mani sulle spalle dell'ibrido, facendole poi salire lungo il collo fino a fermarsi sulle sue guance coperte da una corta barba. <<Ma non mi avresti certo persa per questo>> lo rassicura alzandosi sulle punte fino a unire le loro labbra in un tenero bacio. Klaus appoggia le mani sulla sua schiena e la tira maggiormente a se, approfondendo così il loro bacio.

Giulia sa che è ancora irritato per quanto accaduto, lo percepisce da come le sue mani la stringono. Si sta trattenendo, come se potesse farle del male.

Si allontanano dal bacio solo quando un leggero applauso seguito da una dolce risata li raggiunge.
La piccola Hope è seduta a terra, semi nascosta dal muro, e sta battendo le sue manine con felicità mentre un ciuccio le copre il sorriso. 
Klaus la raggiunge in fretta prendendola in braccio e baciandole la guancia.
  <<Credo che voi due vi conosciate già>> afferma Klaus sorridendo guardando la figlia e la fidanzata. Giulia annuisce, sciogliendosi nel vedere l'uomo che ama con sua figlia. <<Ha i tuoi occhi. E il tuo sguardo da monella>> afferma lei accarezzando la testa di Hope che si appoggia contro il petto del padre, beandosi della loro vicinanza.  

Klaus stringe anche Giulia a se, baciandole la fronte mentre Hope le stringe alcune dita. <<Mi dispiace per tutti i segreti Giulia>> rivela guardandola dall'alto. Lei alza un sopracciglio allontanandosi dal fidanzato giusto quanto basta per guardarlo in faccia. <<Ti sei davvero scusato?>> chiede Giulia facendogli alzare gli occhi al cielo. <<Tuo padre si è davvero scusato? Mi piace il potere che hai su di lui>> continua rivolgendosi alla piccola e baciandole ripetutamente una guancia, facendola ridere. 

Klaus non ha certo seppellito l'accaduto, ma vedere le due donne della sua vita andare d'accordo è un buon motivo per mettere da parte il suo orgoglio e il malumore.

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