Klaus 7.


Giulia sistema i capelli sulle spalle, liberandoli dal giubbotto di pelle. Si guarda un'ultima volta allo specchio e il suo sguardo incontra quello di Klaus seduto sul bordo del letto. <<no, non puoi venire con me. Sì, starò attenta>> afferma la ragazza raggiungendolo. Prende il suo viso tra le mani e lo bacia. <<ricordati che non sono particolarmente amato in questa città>> le ricorda Klaus accarezzandole i fianchi. Con uno scatto la spinge sul letto, bloccandola sotto di se. <<potrebbero farti del male>> sussurra mentre le lascia una serie di baci sul collo. <<perché mai?>> chiede la ragazza accarezzandogli le braccia. <<sei la mia donna. Tutti sanno che ribalterei la città per te>> afferma l'ibrido intrecciando le dita di entrambi le mani con quelle della ragazza, poste in alto ai lati della sua testa. Con più forza del previsto la ragazza riesce a liberarsi e si alza in piedi, sistemandosi i capelli con una mano. <<Non starò via molto, vado solo a fare un giro Klaus>> dice prendendo la borsa prima di salutare Klaus e uscire dall'appartamento. Mente scende gli ultimi scalini prima di arrivare al pianerottolo, la porta si apre e Klaus la raggiunge velocemente. <<Porta con te questo. Così saprò che nessun vampiro potrà entrare nella tua testa>> le dice legandole al polso un braccialetto con delle perline colorate contenenti verbena. Lui la attira a sé, posandole un bacio sulla fronte prima di lasciarla andare.

****

Giulia chiude il portone alle sue spalle e attraversa la strada, cosciente del fatto che l'ibrido originale la sta guardando dalla grande finestra.
Facendosi strada tra la poca folla che riempie bourbon street si guarda intorno osservando il quartiere francese che l'ha sempre affascinata.
Alcuni gruppetti di persone la guardano con aria estremamente seria, borbottando qualcosa tra di loro. Camminando con la testa tra le nuvole, persa nei suoi pensieri va a sbattere contro qualcuno. Scusandosi alza lo sguardo incontrando quello di un viso familiare. <<Giulia, non sapevo fossi in città>> afferma l'uomo sorridendole. Lei lo guarda cercando di ricordare il suo nome. <<sei Marcel vero?>> chiede facendolo annuire e allargare le braccia. <<l'unico e il solo>> risponde guardandosi, alzando poi lo sguarda sulla ragazza con espressione ammiccante e facendola ridere. <<stavi andando da qualche parte?>> le chiede incrociando le braccia al petto. Lei alza le spalle. <<un giro per questa splendida città>> risponde guardando un gruppo di ragazza in stile bohémien camminare dall'altra parte della strada, sul marciapiede opposto. <<e sei qui da sola?>> le chiede facendole scuotere la testa. <<ho lasciato Klaus iperprotettivo Mikaelson a casa>> ridacchia ricevendo dal vampiro  uno sguardo confuso. <<credevo che tu e lui non stesse più insieme>> dice guardandola come se fosse improvvisamente diventata blu. <<si.. è una storia lunga>> risponde arricciando il naso. Lui si guarda intorno e le appoggia la mano sulla spalla. <<vieni con me, non è posto per parlare di questo>> dice incamminandosi con lei lungo il marciapiede. 
Giulia non ricorda il momento in cui ha conosciuto Marcel, ma una sensazione la fa indietreggiare. <<puoi fidarti di me Giulia, non sono io il cattivo>> afferma guardandola con un senso di protezione nello sguardo. Lei sospira e decide di fidarsi, nonostante le raccomandazioni di Klaus e il suo sesto senso.

In silenzio camminano insieme. Giulia resta qualche passo dietro a Gerard osservando il suo passo sicuro mentre attraversano le strade. Lui si ferma davanti la porta di un bar, la cui insegna scura e rovinata dal tempo porta il nome Rousseau's. <<dopo di te>> le sussurra facendole segno di entrare. Lei attraversa la soglia nel locale dall'atmosfera accogliente. Si siedono uno davanti all'altro e lei appoggia le mani sul tavolo scuro. <<perché siamo qui?>> chiede guardando l'arredamento e la luce calda proveniente dai lampadari posti sopra il bancone, anch'esso scuro. <<racconta: cosa ti ha fatto cambiare idea?>> chiede accavallando le gambe. Giulia alza un sopracciglio. <<riguardo a cosa?>> chiede senza seguire il discorso del vampiro. Gerard abbassa lo sguardo e scuote la testa. <<Rebekah mi aveva accennato qualcosa. Non credevo saresti arrivata a tanto ma dopo quello che è successo, non ti biasimo>> risponde lui stringendosi nelle spalle. Giulia corruga le sopracciglia. <<se ti riferisci alla perdita dei miei ricordi, sappi che, ovviamente, non ne ricordo il motivo>> risponde lei con ovvietà. <<forse è meglio che tu non lo sappia>> ribatte lui riempiendo il bicchiere di whisky precedentemente portato da una ragazza. <<i tuoi genitori non erano affatto felici di voi vero?>> chiede retoricamente sollevando le sopracciglia, guardandola intensamente. Lei stringe i pugni sotto al tavolo, sulle sue ginocchia, ma mantiene il contatto visivo. <<loro sono a New York per lavoro>> risponde lei facendolo ridacchiare. <<ne sei sicura?>> chiede senza guardarla, facendo scorrere il dito indice sul bordo del bicchiere. Giulia prende il telefono e velocemente compone il numero di sua madre.
<<il numero da lei selezionato non è al momento raggiungibile>> dice la voce metallica nel suo orecchio. Decide così di chiamarla sul secondo telefono, quello che usa per lavoro, quando è a caccia. Ma anche questo suona a vuoto.
Si alza in fretta continuando a telefonare ai genitori, camminando avanti e indietro mentre il suo battito cardiaco aumenta sempre di più. I suoi genitori sono cacciatori e sa che nel loro lavoro sono tra i migliori. Ma non ha mai provato così ansia per loro.

Giulia si ferma e, stringendo in mano il telefono, si volta lentamente verso il vampiro ancora seduto a vere.
<<Tu sai qualcosa vero?>> Chiede lei cercando di mantenere la calma. Marcel annuisce lento e con lo sguardo le indica di tornare a sedersi davanti a lui. <<Vuoi sapere perché hai deciso di dimenticarti di lui?>> Chiede l'uomo guardando il liquido ambrato nella bottiglia alla sua sinistra. Giulia si  siede e aspetta che lui ricominci a parlare.
Una donna si ferma alle sue spalle e le appoggia le mani sulle tempie. Un fortissimo mal di testa la fa gridare


****

Klaus alza lo sguardo dal blocco da disegno e sorride alla ragazza, appena entrata nel salotto. <<Ti sei divertita?>> Chiede continuando a tracciare linee sottili con la matita da disegno. Giulia si sfila la giacca di pelle lasciandola sul bracciolo della poltrona. <<Si. Sono riuscita a parlare al telefono con mio fratello>> risponde avvicinandosi alla finestra. Incrocia le braccia al petto e guarda la città illuminata dal tramonto. <<Quale dei due?>> Chiede Klaus dopo alcuni attimi di silenzio, passati a sfumare il suo disegno. <<Andrea>> risponde lei prendendo un veloce sospiro. <<E stanno bene?>> Chiede l'originale dopo qualche momento di silenzio.
Giulia ridacchia e gira il viso verso l'uomo che, seduto sul divanetto, continua a disegnare.
<<Smettila di fare finta di niente Niklaus>> afferma mentre gli occhi le si riempiono di lacrime. Klaus smette di disegnare e resta immobile a guardare un punto indefinito dall'altra parte della stanza. <<Giulia..>> inizia ma lei si volta di scatto. <<Giulia un cazzo! Tu li hai uccisi. Hai ucciso la mia famiglia senza pietà>> gli grida guardandolo alzarsi lentamente, mettendo da parte il blocco da disegno. <<Giulia, ora ti devi calmare>> dice lui avvicinandosi lentamente alla fidanzata. <<Calmarmi? Come credi che potrei calmarmi?>> Continua a gridare vedendo il nervosismo crescere sempre di più. Con velocità lui le sfila il bracciale dal polso, quello che le ha regalato tempo prima per evitare che potesse essere soggiogata. Le prende la testa tra le mani e la guarda negli occhi. <<Calmati Giulia e ti dirò ogni cosa>> dice con sicurezza. Lei si calma all'improvviso ma una lacrima le riga il viso. L'ibrido originale le accarezza la guancia per asciugarle le lacrime e lei non si ritira, pur volendo farlo.
<<I tuoi genitori erano a New York, sulle tracce di un gruppo di viaggiatori>> inizia a raccontare continuando ad accarezzarle i capelli. <<Loro hanno preso il controllo della tua famiglia Giulia. Non sarebbero più tornati. Non c'era altra scelta>> continua guardandola come se fosse una bimba indifesa.

<<Tu sei un originale. Tu conosci tante streghe. Una di loro avrebbe potuto fare qualcosa>> dice ma lui scuote la testa. <<I tuoi genitori non esistevano più Giulia e nessuna strega avrebbe potuto fare qualcosa. Neanche la tua amica Bonnie>> ripete stringendola a se. Lei non ricambia la stretta ma rimane a respirare il suo profumo, godendo del calore del suo corpo. <<Perché li hai uccisi?>> Chiede chiudendo gli occhi. <<I viaggiatori sono spietati, ti avrebbero uccisa se ti fossi messa tra loro e il loro obbiettivo>> risponde infilandole nuovamente il braccialetto.
Giulia inizia a piangere, aggrappandosi al corpo di Klaus. <<Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto>> afferma tra le lacrime e i singhiozzi.


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