Damon 9

Continuando a rigirarsi la collana tra le dita senza mai toccarne il ciondolo. La gemma verde incastonata in una struttura ovale di puro argento è ancora brillante nonostante gli anni e la polvere accumulata. La pietra è così ben tenuta da riuscire a vederci, come se fosse una lente che colora il mondo di verde speranza.

Per un mese tenuto la collana chiusa in una piccola scatoletta, successivamente abbandonata sul fondo del cassetto dei maglioni. Ma la tentazione era così tanta. Non resistendo più al brivido di coler sapere di più su quella strana e magica collana, ha recuperato la scatolina ed estratto il gioiello. Restando con le gambe incrociate e la schiena appoggiata al letto continua a guardare la pietra che dondola quasi impercettibilmente. 
Senza altro indugio si lega la collana al collo tenendo gli occhi chiusi. Li riapre solo diversi minuti dopo quando il suono di una radio, proveniente dal piano inferiore, nomina il presidente Roosevelt. La stanza a lei è diversa. Lunghe tende, spesse, sono fissate sopra le alte finestre impedendo alla maggior parte della luce solare di entrare nella camera. Il grande letto a baldacchino ha ora una trapunta color crema decorata da fiori lilla e azzurri. Alzandosi osservando il suo riflesso nello specchio mobile. E' la donna che la guarda è Dalila, la sua passata "reincarnazione". Si guarda da testa a piedi facendo scorrere le mani sull'abito verde a piccoli punti bianchi lungo fino a poco sotto il ginocchio e delle bullock nere ai piedi. Al collo, sempre la collana magica.
Il volume della radio al piano di sotto si fa più alto. Si avvicina al basso tavolino vicino ad una sedia a dondolo e afferra il mazzo di carte e la scatolina del tabacco ed esce dalla stanza.

Lentamente sbircia oltre il muro che separa il corridoio dalla grande cucina della villa dei Salvatore. Un uomo con la testa china fuma un sigaro mentre, ascoltando la radio, continua a scuotere la testa. 1942 è la data che il giornale riporta in prima pagina.
Senza farsi notare ne sentire attraversa il corridoio e raggiunge l'ingresso.
Aprendo il portone attraversa il portico e corre verso il bosco al limitare della proprietà dei Salvatore.
Aiutandosi con una roccia scava una buca spostando le foglie, gli aghi di pino e il terriccio. Svuotando il tabacco riempie la scatoletta con le carte. Trova un biglietto della lavanderia nella tasca del vestito e lo lascia nella scatola insieme alle carte da gioco.
Ricopre la buca con la terra e pulendosi come meglio può le mani e le ginocchia torna verso la villa. Rientra nell'atrio e corre su per le scale rimettendosi sul pavimento, sfilandosi poi la collana. Improvvisamente la sua stanza torna ad essere quella di sempre; le solite coperte scure, i soliti vestiti lasciati alla rinfusa, le scarpe abbandonate separatamente.
<<finalmente ti ho trovata. Ti cerco da un po'>> afferma Stefan affacciandosi alla porta della camera di Giulia. La ragazza scatta in piedi e lo supera di corsa senza rivolgergli mentre infila la collana in tasca. Stefan la segue confuso, cercando di richiamare la sua attenzione mentre standole dietro la segue fino al fitto del bosco. <<Giulia, che cosa sta succedendo?>> chiede fermandosi accanto a lei mentre la guarda preoccupato. <<mi aiuti a toglierli?>> chiede avvicinandosi ad un cespuglio di rovi. Stefan la aiuta a liberarsi delle piante ormai secche continuando a guardarla per cercare di capire cosa sta attraversando la sua mente. <<Dopo la guerra genera una pianta di tabacco qui. Ma è durata pochi anni>> afferma Stefan guardando l' amica spostare la terra con le mani fino ad estrarre una scatoletta di metallo arrugginita e sporca. <<come sapevi fosse qui?>> le chiedela guardando le carte da gioco e il biglietto dell'appuntamento della tintoria, ormai sbiadito. <<perchè ce l'ho messa io>> risponde Giulia alzando lo sguardo sul vampiro, restando inginocchiata a terra. <<nel 1942>> continua mentre lo sguardo di Stefan si fa via via sempre più confuso e incuriosito. <<è una lunga storia>> risponde Giulia alzandosi e mostrandogli la collana della sua vita precedente.
 

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