10 - Sulla cartina non c'era
«L'abbiamo sentita di nuovo» disse Henry camminando fra i suoi amici seduti in cerchio, «ieri notte, poco dopo le tre. Stavolta non ho dubbi: è proprio un flauto a produrre quella melodia, e-» uscì il cellulare dai jeans slavati «l'abbiamo anche registrata».
Madison inarcò il sopracciglio sinistro «quando dici l'abbiamo stai usando il pluralis maiestatis?», poi rivolta ad Alana «si usa quando chi parla si riferisce a se stesso usando la prima persona plurale anziché singolare» puntualizzò.
«So cosa significa, la scuola pubblica è valida tanto quanto una privata» rispose risentita.
«Non sono egocentrico fino a questo punto» disse Henry con esagerato sconcerto, «mi riferivo al fatto che io e Alana eravamo insieme quando è successo».
Nell'arco di qualche secondo successe una sequenza di cose: diverse paia d'occhi saettarono tra i due ragazzi; la bocca di Madison formò una piccola o; il viso di Alana tramutò da pallido a rosso acceso.
«Non in quel senso» si affrettò a chiarire il ragazzo, «né io né lei riuscivamo a dormire e ci siamo incontrati per caso. Ma non è questo il punto».
«Quale sarebbe, allora?» chiese Noah tagliente.
«Che adesso abbiamo una prova».
«Continuo a non vedere cosa c'entri con il jackalope»
«Non lo vedi perché non ne sai abbastanza» sbottò Jason stufo del comportamento di Noah, che più di una volta si era rivolto con astio nei confronti dell'amico senza un apparente motivo.
In ogni caso, Jason si stava schierando. Voleva che capisse di chi avrebbe preso le parti in quella stupida diatriba.
«Il flauto è annoverato fra gli strumenti sacri di molti popoli e religioni: "ti eleva fino al Grande Spirito Creatore dell'universo", giusto per citare i nativi americani, e spesso è utilizzato come mezzo di comunicazione con Dio»
«E il jackalope è considerato un dio?»
«Molti affermano che in passato lo era, ma non ci sono prove certe; è una figura comune a molte leggende. Diciamo che se il flauto e il jackalope sono correlati abbiamo una pista da seguire»
«Perfetta lezione come sempre, Mr. Fillmore, ma non abbiamo tutto il giorno» disse Madison sorridendo con una punta di impazienza nella voce. Alana ebbe l'impressione che quella fosse una battuta ricorrente fra i tre.
«Va bene, va bene» e fece partire il registratore.
Il display indicava 02:16 minuti di audio.
I secondi scorrevano veloci sotto gli occhi attenti di Henry.
A un minuto dalla fine dovette portarsi la mano alla nuca, nel tentativo di attenuare la pelle d'oca che gli aveva fatto rizzare i capelli alla base del collo.
Osservò gli altri ragazzi ancora concentrati e impazienti con lo sguardo rivolto al registratore.
L'avevo riascoltata ieri sera. Volevo essere sicuro si sentisse bene.
Ma i secondi erano terminati e nessuna melodia era stata registrata.
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«Buongiorno, raggio di sole!».
La voce metallica di Jason proveniva da qualche parte sotto il letto. Madison allungò il braccio sul pavimento di legno e dopo qualche tentativo trovò il walkie-talkie nero.
«Che vuoi?» sussurrò con voce impastata di sonno, «parla piano o sveglierai le altre».
Si voltò a guardare le sue compagne di cabina che dormivano ancora profondamente e abbassò il volume del ricevitore al minimo.
«Hai dieci minuti. Ci vediamo da me» rispose il ragazzo e staccò la comunicazione.
Non poteva usare il cellulare?
I walkie-talkie erano stati un'idea di Henry, e quello che era un'idea di Henry andava seguito. Si pentì nel momento esatto in cui quel pensiero le si formò in mente.
L'uso di quei dispositivi era dettato solamente dal fascino retrò che emanavano e quel lato del suo amico era una parte fondamentale del suo carattere: legato alle tradizioni, alle cose di una volta che funzionavano ancora bene nonostante il progresso della tecnologia, su cui poter contare nonostante tutto. Un po' come lui.
Si sciacquò il viso con acqua fredda sperando scacciasse via quella sua aria abbattuta. Ieri sera erano rimasti a parlare fino a tardi. Com'era possibile che non ci fosse nulla nella registrazione? Che Henry si fosse sbagliato era fuori discussione, lui non si sbagliava mai.
Indossò gli stessi vestiti della sera precedente e uscì dalla cabina nel modo più silenzioso possibile.
«Finalmente» la salutò Henry con un ampio sorriso, «il mattino ha l'oro in bocca!»
«Non credo si possa considerare mattino se non è ancora sorto il sole» rispose quella sbadigliando.
Erano le cinque e mezza e il cielo era ancora buio. Qualche sporadico merlo cinguettava sugli alberi ma a parte quello il silenzio era assoluto.
Avevano tre ore di esplorazione davanti a loro e poi sia Alana che Noah sarebbero stati impegnati tutto il giorno con le attività del campeggio.
Se non fosse per loro io sarei ancora a letto, pensò scocciata.
Il gruppo avanzava alla timida luce delle torce. Madison notò che il posto non era tanto sinistro quanto si era immaginata sarebbe stato con il buio. Anzi le infondeva un senso di tranquillità come solo le biblioteche o le cattedrali sanno fare. Quel bosco le sembrava antico, sembrava essere lì da sempre, un eco di epoche lontane.
«È l'albero di ieri?» Alana puntò il dito in avanti.
«Sì che lo è!» Henry le sorrise raggiante.
Madison si chiese com'era possibile che lui si mostrasse a qualcuno conosciuto da così poco tempo. In un certo senso si sentiva tradita: lei e Henry erano sempre stati simili sotto questo punto di vista, era Jason che invece si fidava di chiunque dopo neanche cinque minuti. Questo le portò alla mente ciò che aveva visto il pomeriggio prima al lago. Fino a quel momento aveva creduto che fra Noah e Alana ci fosse qualcosa.
Come faceva a non esserci qualcosa quando lui le stava sempre appiccicato?
Un po' le dispiaceva però: Jason gli avrebbe spezzato il cuore, come succedeva sempre.
«Ci sono delle immagini sulla corteccia» osservò Henry, adesso sotto l'imponente quercia.
Il legno era stato intagliato creando la forma di un viso con grosse guance tonde e foglie al posto di capelli e barba. E inequivocabili corna ramificate. L'espressione che aveva era insieme gioviale e inquietante.
Henry passò le dita sul legno decorato, la corteccia ruvida gli solleticò i polpastrelli e l'odore del muschio presente sul lato nord gli riempì le narici. Ebbe l'impressione di essere al cospetto di qualcosa di primitivo e sacro e magico.
«Beh, se non è questo un chiaro riferimento al jackalope allora non so cos'altro potrebbe esserlo» disse Jason contemplando quell'opera.
«Guarda le corna, non possono essere una coincidenza» continuò, tracciandone i contorni.
Un lampo di luce fece sussultare il gruppo.
«Forse avrei dovuto avvertivi» si scusò Noah con il cellulare in mano, «non potevo non scattare una foto».
«Hai fatto più che bene» lo ringraziò Jason con una pacca sulle spalle, «così la aggiungiamo all'agenda».
«La ragazzina di ieri ha detto che punta in tre direzioni diverse» fece notare Madison, «questo ramo indica il campeggio, quest'altro la casa nel bosco e -»
«E questo, signori», Henry fece una pausa a effetto, osservando i suoi amici, «indica il jackalope».
Non era mai stato così tanto vicino a delle risposte. Erano sulla strada giusta, ne era certo. E in quel momento si sentì il re del mondo. Spesso si rimproverava per quelle sue manie di protagonismo, per quel volersi ergere sopra tutto e tutti, ma ora tutti i pensieri razionali erano oscurati dal desiderio di scoperta e di avere sempre di più, di più, di più.
«Vacci piano con l'entusiasmo, James Cook, arriviamo lì e vediamo cosa c'è» lo smontò Madison.
«Sempre fiduciosa, tu» disse lui mettendole il braccio attorno alle spalle, «quante volte te lo dobbiamo dire che non sempre bisogna vedere per credere?»
«Esatto, non essere sempre il San Tommaso del gruppo» anche Jason cinse la sorella e i tre rimasero uniti in quell'abbraccio fatto di corpi, entusiasmo e aspettative.
Cosa mi ero messa in testa? Pensò Alana osservandoli. Qualunque cosa avesse fatto o detto non sarebbe stata abbastanza; non sarebbe mai stata una di loro e questo le faceva terribilmente male.
La luce delle torce era ora superflua dato che il sole stava per sorgere. Si preannunciava una giornata calda e il gruppo avanzava a fatica su un pendio ripido. Entrarono in una stretta striscia di bosco, rada al punto che l'erba cresceva tra gli alberi al posto dei rovi, che poi si allargò in uno spiazzo molto ampio delimitato da pini da un lato e dal dirupo dall'altro.
«Non andare così vicino» si preoccupò Jason quando Noah si avvicinò al ciglio di pietra. La collina su cui erano saliti sembrava essere stata tagliata di netto, creando un perfetto punto di osservazione della valle ai suoi piedi. Noah riusciva a vedere il fiume fino a scorgere quasi il punto esatto nella montagna blu cobalto da cui originava. Sulla sinistra si notavano le grotte indicate nella cartina: erano facilmente raggiungibili dal punto in cui si trovavano, bastava scendere i gradini scavati nella roccia fino al loro imbocco. Guardò in giù. Cadere da lì sarebbe stato un volo di quasi cento metri, decisamente troppi per rischiare di avvicinarsi un po' di più al bordo. Ma appena prima di tornare indietro notò che proprio sotto la collina, nascoste dall'ombra che essa creava, c'erano delle case.
«Ragazzi venite qui, ho trovato qualcosa» urlò al gruppo dietro di lui.
«Cosa?» chiese Madison ora accanto a lui.
«Cazzo, Maddie, allontanati da lì!» urlò Jason tenendosi ben distante dal precipizio.
«Calmati, calmati, non cado mica» rispose lei sporgendo la testa per guardare meglio, «Alana, avevi detto che non c'erano villaggi in questa zona»
«La cartina non ne riporta, infatti».
Tutti tranne Jason guardavano quell'agglomerato di case ancora addormentate. La scala che conduceva alla grotta proseguiva fino a quella che sembrava la piazza del paese.
«Saranno cinquecento scalini fin laggiù» disse Henry e controllò l'orologio, «non credo che ce la facciamo ad andare e tornare entro le nove».
«Ragazzi» li chiamò piano Jason.
C'è qualcuno tra gli alberi , mimò con la bocca alla sorella che si era girata a guardarlo.
«Direi che è ora di colazione» disse quella con un po' troppo entusiasmo. Quando si era voltata aveva visto un'ombra immobile che li osservava. Troppo alta per essere un animale, troppo bassa per essere un adulto.
Forse si tratta della bambina di ieri, pensò. Ma non le veniva in mente nessun motivo perché quella dovesse trovarsi nel bosco all'alba.
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