Capitolo 8
Ieri sera mi è arrivato un invito.
Mi è stata infilata una lettera da sotto la porta della mia camera.
Non appena ho visto il mittente sono rimasta sorpresa, non mi aspettavo che mi cercasse ancora.
Non sto parlando di Merrick, quel ragazzo non verrebbe a cercarmi nemmeno tra un milione di anni, sto parlando di Jake.
Mi ha chiesto di vederci per stasera, così mi sono preparata con l'aiuto di Clea e ci siamo visti davanti la porta del mio dormitorio. «Sei uno schianto». Mi ha detto non appena mi ha vista.
Clea mi ha fatto indossare un suo vestitino leggero, di colore rosa cipria, non mi fa molte forme fortunatamente, però a lui è piaciuto lo stesso. I capelli li ho lasciati lunghi e sciolti, spero che non mi diano molto fastidio.
Non ho detto niente a mio fratello di questa uscita, non la prenderebbe bene, anche se non ha ammesso che non gli piace il ragazzo.
Io però l'ho notato.
Ogni volta che a mensa passa davanti il mio tavolo e mi saluta, mio fratello insieme ai suoi amici, fa dei commenti poco appropriati che non sono nel suo genere. «Come ti sei appassionata allo sport?». Mi chiede Jake interessato.
Siamo in un enorme giardino che si trova proprio al centro del college, è illuminato da piccole lucine tutte sopra agli alberi, come se fossero decorati per natale. Noi siamo seduti su una panchina, lui tiene un braccio dietro le mie spalle, è un uomo abbastanza muscoloso, mi sento davvero piccola accanto a lui. «È stato mio fratello a trasmettermi questa passione, da piccoli giocavamo sempre insieme visto che siamo gemelli, così ho cominciato ad amare tutto ciò che facevamo insieme». Rispondo mantenendo un leggero sorriso sulle mie labbra.
È stato carino per tutta la serata, non si è affatto mostrato stronzo, ed è strano visto che mi sarei aspettata tutt'altro da lui.
Spero che non si mostri così alla fine della serata. «Beh, sono felice che alla fine tu sia rimasta, hai un grande talento». Dice guardandomi.
Io non riesco a guardarlo però, la troppa vicinanza mi metterebbe sotto pressione e comincerei a sudare tantissimo. «Grazie mille, sono felice che qualcuno si accorga di ciò». Rispondo sollevando le spalle.
Anche mio fratello è riuscito a farsi una squadra, tra tre giorni ci sarà la loro prima partita, sono curiosa di sapere come andrà a finire. «Adesso parlami un po' di Merrick, perché tuo fratello si abbassa così tanto da stare con lui?». Mi chiede.
Non capisco tutto ciò, non credo che sia un disonore stare con quel ragazzo, anche se perora mi odia, non posso dire che sia una cattiva persona.
Spero che non mi abbia invitata per parlare di lui, non mi piacerebbe affatto.
La serata finora non ha toccato per niente il discorso di Merrick, ma questa sua domanda mi sta facendo riflettere.
So solo che tra i due non scorre buon sangue, ma non so il perché. «Come mai non ti piace?». Gli chiedo curiosa.
Solleva le spalle e mi sposta una ciocca di capelli che mi ricadeva sul viso. «È un idiota, un bambino, una testa di cazzo e altre mille cose». Dice portando il suo sguardo nel vuoto e assumendo un'espressione arrabbiata.
Vorrei tappargli la bocca, non può usare queste parole contro qualcuno. «Non si mostra in questo modo». Dico riuscendolo a guardare.
Avere un viso di un ragazzo così vicino non mi aveva mai messa così a disagio. «È bravo a fingere, in realtà è un pezzo di merda, con dei genitori peggio di lui». Dice con faccia disgustata.
Non credo abbia il diritto di parlare così della sua famiglia. «Li conosci?».
Annuisce con la testa e carezza il mio viso in modo delicato. «Da tanto tempo... conosco pure sua sorella, è una piccola puttana, lo sai?». Sorride.
Ho la gola secca, tutto ciò che sta dicendo mi infastidisce, non ha il diritto di parlare in questo modo.
Nonostante tra me e la mia famiglia non sia tutto rose e fiori mi darebbe fastidio se un estraneo ci giudicasse. «Non li conosco», rispondo abbassando la testa. «Non mi piace parlare delle persone quando non sono presenti».
Mi avvicina più a lui e fa un ennesimo sorriso. «Hai ragione, non dovrei dirti queste cose», dice più calmo. «Posso chiederti se hai il ragazzo?».
Scuoto la testa e sorrido. «Non avrei accettato di uscire con te se l'avessi avuto». Dico con tono ovvio.
Sfiora le mie labbra con il pollice, questo gesto scaturisce dentro di me tantissime emozioni. Non mi sento presa dal ragazzo, è bello si, ma non così tanto da farmi perdere la testa, soprattutto dopo le ultime cose che mi ha detto.
Sono parecchio a disagio, ma nonostante tutto sento il mio stomaco sottosopra e i battiti del cuore accelerati. «Giusto...», dice avvicinando di più il viso al mio. «Posso baciarti prima che questa serata finisca?».
Wow, che domanda inaspettata e inappropriata.
Non ho nemmeno il tempo di rispondere e mi ritrovo le sue caldi labbra sulle mie.
Sento il suo respiro pesante e la sua mano che è scesa sulla mia schiena. «Sei così sexy». Mi accarezza il viso prima di staccarsi.
Non ha infilato la lingua, è stato molto svelto ma nello stesso momento dolce. «Ti ringrazio». Dico imbarazzata alzandomi.
Per poco non gli ho mollato uno schiaffo sulla faccia, forse l'unico motivo per il quale non l'ho fatto è perché me l'ha chiesto.
Si alza anche lui e mi guarda come se volesse rifarlo. Credo che si stia solo trattenendo. «Ti accompagno in camera». Dice cominciando a camminare
Entro nella camera di mio fratello ma non trovo nessuno in stanza, volevo chiedergli se stasera avesse avuto voglia di uscire con me e Clea, e con la scusa sarebbe anche venuto Merrick.
C'è il rumore dell'acqua che proviene dal bagno, molto probabilmente uno dei due ragazzi si sta lavando. Decido di mettermi a sedere sul letto di Ben, è sicuramente più comodo del mio.
La ragazza che convive nella mia stessa stanza è davvero stramba, si chiama Jane, è inglese e vuole essere definita Metallara dark.
Mi ha rivolto la parola solo due volte oggi: in una mi ha detto come si chiama mentre nell'altra mi ha urlato di uscire fuori dalla camera perché la mia presenza le dava fastidio.
Sento la porta aprirsi così mi giro nella direzione esatta e vedo un sexy Merrick uscire dal bagno con una tovaglietta attorno i fianchi, il petto ancora bagnato e una tovaglia che sfrega sui suoi meravigliosi capelli. «Non si usa bussare o farsi sentire?». Mi chiede forse imbarazzato.
Sollevo le spalle e sorrido mentre lo guardo dalla testa ai piedi. «Ti ho visto un milione di volte così, non dirmi che adesso ti vergogni». Lo stuzzico.
Mi butta la tovaglia che stava usando per i capelli in faccia, bagnandomi. «Si chiama rispetto. Anche se mi hai visto, non vuol dire che puoi continuare a farlo». Dice andando verso il suo armadio.
Ma che ragazzo per bene...
Non gliene frega un cazzo secondo me, se fossi stata un'altra ragazza nemmeno ci avrebbe fatto caso. Anzi, forse avrebbe lasciato anche cadere la sua tovaglia sui suoi piedi. «Non dirmi che ce l'hai ancora con me». Mi alzo.
Gli tiro la tovaglia che mi era stata lanciata da lui. Adesso ho il profumo che mi inonda le narici. «Pensi che ti perdonerò mai dopo la stronzata che hai fatto?». Mi chiede voltandosi dalla mia parte dopo aver preso i vestiti.
Ma che diavolo vuole ancora?
Lui non può ancora fare come un bambino, sta esagerando davvero tantissimo per l'accaduto, i suoi amici mi hanno subito perdonata e si sono fatti una risata.
Perché per lui deve essere così difficile?
Nella mia mente stanno risuonando le parole di Jake involontariamente, non dovrei lasciarmi condizionare dagli altri. «Ormai è passato, potresti anche metterci una pietra sopra e smetterla di ricordarmelo». Dico arrabbiata.
Scuote la testa e va verso il bagno chiudendosi nuovamente dentro. «Vai dalla tua nuova amichetta e non rompere». Dice con tono seccato.
Mi metto davanti la porta del bagno con le braccia conserte, aspettandolo.
Non appena esce mi guarda dalla testa ai piedi, con aria superba. «Sei ancora qui? Non hai una ragazza adesso?». Mi chiede.
Indossa dei pantaloncini e una canottiera bianca, i capelli sono ancora bagnati e ha la barba leggermente spuntata. «Cosa devo fare per farmi perdonare da te?». Gli chiedo ignorando la sua domanda.
Mi passa accanto sbattendo il suo braccio sulla mia spalla e va verso il suo letto distendendosi su di esso. «Non ho tutta questa voglia di riconciliare con le bugiarde».
Sollevo gli occhi al cielo e vado a sedermi ai piedi del suo letto. «Merrick, ti ho già detto un milione di volte che mi dispiace. Ma sono stata costretta a farlo. Tu non hai mai mentito? Anche tu al mio posto ti saresti trovato in difficoltà, e se te l'avessi detto prima, non mi avresti accettata lo stesso». Gli dico ad un fiato guardandolo dritta negli occhi.
Voglio essere ben chiara.
Non ricevo però nessuno risposta da lui. Allunga il braccio verso il comodino e prende le cuffie mettendole poi nelle orecchie e accendendo la musica sul suo cellulare.
Gliele tolgo infastidita avvicinandomi di più a lui. «Cosa vuoi da me?». Chiede infastidito.
La sua attenzione cazzo! «Sai benissimo che cosa voglio da te». Gli dico guardandolo nuovamente negli occhi.
Distoglie lo sguardo ingoiando la saliva e serrando la mascella. «Non insistere Bea, vai dalle tue amiche e lasciami stare».
Ogni volta il mio cuore si spezza sempre di più. Pensavo che stando qui avrei anche smesso di provarci, ma è più forte di me. «Lo sai? Jake ha ragione, fai proprio schifo». Dico alzandomi dal letto.
Mi blocca per il polso guardandomi, i suoi occhi sono duri, proprio come quelli che aveva l'altro ragazzo ieri sera mentre parlava di lui. «Jake? Hai parlato con Jake?». Chiede quasi incazzato.
Gli faccio lasciare il mio polso sollevando il braccio spaventata. «Ieri sera sono uscita con lui».
L'ho detto...
Mi ero giurata di non farlo, invece penso di averlo fatto per ingelosirlo.
Sbuffa e noto un sorriso sulle sue labbra. Uno di quei sorrisi che odio. «Tu non eri lesbica?». Mi chiede riluttante.
Cosa c'entra questo adesso?
Non ho mai detto che mi piacciono "solo" le ragazze. «Non ho scopato con Jake, ho solo passato una serata con lui, posso? E poi sono bisessuale, non lesbica». Dico sollevando le spalle.
Questa è la pura verità. «Che ti ha detto sul mio conto?». Mi chiede.
Sollevo nuovamente le spalle e faccio un piccolo sorriso antipatico. «Delle cose poco carine, non credo tu voglia saperle», rispondo vaga. «La vuoi sapere una cosa però? Tempo fa lo avrei negato, adesso invece gli credo. Fai schifo!».
Non gli ho voluto accennare di quello che mi ha detto sulla sua famiglia, sono sicura che sarebbe andato a cercarlo per rompergli il naso.
Esco dalla camera sbattendo la porta.
Trovo Nolan nelle vicinanze, mi guarda con un piccolo sorriso e uno sguardo stufo. «Litigate ancora?».
Già, litighiamo ancora e non smetteremo mai di farlo di questo passo. «È una testa di cazzo». Dico arrabbiata.
Sorride un'altra volta e bussa alla porta del suo amico tenendomi il polso. «Chi diavolo è?». Dice infuriato aprendo la porta.
Rimane sorpreso quando mi vede accanto al suo amico. «Vuoi perdonarla e scopartela per favore? Evita di fare il bambino e fate le cose per come si deve». Mi spinge facendomi sbattere a lui.
Chiude poi la porta alle nostre spalle e lascia ad entrambi senza parole.
"Perdonala e scopala".
I ragazzi riescono a comunicare solo in questo modo, questa è l'unica cosa che so per certo.
Faccio un passo indietro e lo guardo dalla testa ai piedi aspettandomi una risposta da lui. «Che ti ha detto Jake?». Incrocia le braccia al petto e mi guarda.
Apro la porta e la richiudo, lasciando il dormitorio una volta e per tutte. «Una Bea furiosa!», sento la voce di mio fratello. «Hai litigato di nuovo con Merrick?».
Sollevo lo sguardo e me lo ritrovo davanti, con un sorriso antipatico sul volto. «Non è una novità», alzo le spalle. «Ero venuta a cercarti per chiederti di uscire stasera».
Scuote la testa e solleva anche lui le spalle. «Devo vedermi con una tipa, esci con Clea e Cristine». Mi da una pacca sulla spalla prima di allontanarsi.
Perfetto, sono stata anche scaricata da mio fratello!
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