Capitolo 7
Indovinate chi è la nuova studentessa di questo college?
Finalmente sono arrivata dopo una settimana, sette giorni estenuanti passati a casa con i miei genitori rompipalle. Per fortuna però hanno accettato di fare entrare anche me all'università, sembravano contenti, forse non vedevano l'ora di liberarsi di me e di mio fratello.
A casa ho avuto tempo per pensare a tutto quello che ho fatto nell'ultimo mese.
Fanculo quello che è successo, ricomincerò una nuova vita e camminerò a testa alta dopo aver realizzato il mio sogno. «Hai lasciato tutto nella tua stanza senza conoscere la coinquilina?». Mi chiede mio fratello stupito.
Lo sa che sono pazza, non vedevo però l'ora di uscire di nuovo in mezzo la gente.
Mi era mancato questo posto, non so come io abbia potuto pensato di andarmene da qui. «Si, perché? Avrei dovuto aspettarla?». Gli chiedo.
Annuisce con la testa. «Magari era carina». Dice Lucas.
Ha conosciuto questo ragazzo cinque giorni fa e già dicono di essere amici, non capirò mai i ragazzi! «Avrò tempo per conoscerla». Faccio dei palleggi con il pallone.
Nel frattempo si unisce anche Merrick nel tavolo con mio fratello e il suo amico, ha preso delle cose da mangiare. «Casomai falla conoscere anche a noi». Risponde sempre l'amico.
Lucas sembra davvero un bravo ragazzo, lo conosco da qualche ora ma già mi sta simpatico. «Ti sei già iscritta ai corsi di basket e calcio?». Mi chiede mio fratello.
Annuisco con la testa ripetitivamente, è stata la prima cosa che ho fatto, la sua domanda mi stupisce parecchio, dovrebbe conoscermi. «Ma guarda un po' chi si vede in giro». Sento una voce famigliare in lontananza.
Alzo lo sguardo e trovo il ragazzo che l'altra volta mi aveva fatto giocare a basket.
Jake, se non sbaglio.
Con lui ci sono anche altri due ragazzi. «Alla fine sono rimasta». Sorrido felice.
Mi da un bacio sulla guancia senza pensarci due volte. Arriva un fischio da qualcuno dei ragazzi seduti a tavola, scommetto Lucas.
Patetico.
«Voglio vederti spesso in campo, ci tengo», dice facendomi l'occhiolino. «Sono tuoi amici loro?». Indica i ragazzi.
L'espressione di Marrick non mi piace molto in questo momento, lo guarda in modo strano dalla testa ai piedi. «Lui è mio fratello, mentre loro sono suoi amici». Li indico.
Mette un braccio attorno le mie spalle e mi avvicina a lui. «Stai alla larga da Marrick, non è un ragazzo ok», dice al mio orecchio. «Ciao bellezza, ci si vede in giro». Si allontana.
Lo saluto con la mano e poi mi siedo accanto mio fratello confusa. «Pensi che ci rimarrà male quando scoprirà che non ti piace il cazzo?». Mi chiede Lucas.
Sollevo gli occhi al cielo e faccio un piccolo sorriso. «È stato solo gentile, non mi ha invitato ad andare a letto con lui». Rispondo prendendo una patatina dal piatto di Marrick.
Chi se ne frega se ce l'ha ancora con me? Io non sono come lui.
«Di sicuro lo farà presto, ho visto come ti guardava», dice mio fratello. «Che ti ha detto all'orecchio?».
Lo devo davvero dire?
«Mi ha messo in guardia da Marrick». Dico sincera.
Quest'ultimo solleva lo sguardo verso di me. «Da me?», sbuffa sorridendo. «È lui quello pericoloso, non io».
Che lui non sia pericoloso ne sono sicura anche se mi ha mostrato il suo caratterino antipatico. Ancora però non posso fare pareri su Jake, non lo conosco nemmeno. «Diglielo a lui allora», rispondo portando in su le mani in segno di innocenza. «Io ragiono solo con la mia testa».
Mi lancia una brutta occhiata che mi lascia ancora più confusa. «Secondo me riuscirà a portarti al letto». Dice Lucas guardando mio fratello.
Ben però non si mostra affatto geloso, riesce a mantenere la calma. «Non lo farà, vero?». Mi guarda.
Annuisco con la testa e mi alzo dalla sedia. «Proverò a cercare una ragazza sexy, ok?». Gli dico sorridendo.
Vado via da loro.
Stanno sempre a pensare al sesso, come se a me importasse qualcosa al momento.
Con la mia enfasi del momento sbatto contro qualcuno.
Ho fatto cadere una ragazza, una bella ragazza. L'aiuto a sollevarsi e prendo anche ciò che le ho fatto cadere. «Mi dispiace». Dice mortificata.
Ero io quella con la testa da un'altra parte, non dovrebbe scusarsi. «Oh, è tutta colpa mia». Rispondo sollevando le spalle.
Ha i capelli biondi e lunghi, occhi azzurri, occhiali da vista, sguardo timido e una grande felpa che le arriva fino al ginocchio. «Mi chiamo Cristine». Mi porge la mano reggendo le cartelle con l'altro braccio.
Le stringo la mano e sorrido. «Bea».
Mette una ciocca di capelli dietro il suo orecchio e si guarda attorno. «Sei nuova, vero?». Mi chiede interessata.
Annuisco con la testa continuandola ad osservarla.
Non l'avevo mai vista in giro prima di adesso, mi stupisco di non aver notato una bella ragazza come lei. «E tu?».
Anche lei annuisce con la testa. «Sto cercando un tavolo libero». Si morde il labbro nervosa.
Ha le labbra carnose e di colore rosso.
Non è truccata, sono suoi colori naturali. «Ti converrà provare più tardi, al momento sono tutti occupati», rispondo sincera. «Devi studiare?».
Sposta la spalla e fa cadere il suo zaino, si mette in ginocchio e ci infila dentro i libri per poi rimetterselo sulla spalla. «Non più», risponde sorridendo. «Tu dove stavi andando?».
Vuole stare con me? «Volevo farmi un giro, vuoi venire?». Gli chiedo gentile.
Non se lo fa dire due volte e viene entusiasta con me.
È strano come io riesca ad incontrare le ragazze sbattendoci, forse è un dono. «Entrerai in qualche congregazione?». Mi chiede curiosa.
Io e Clea abbiamo deciso di astenerci da ogni tipo di congregazione, due giorni fa al telefono avevamo pensato di crearne una noi due, ma questi sono solo dei piccoli e stupidi sogni. «Preferisco stare nel dormitorio, non mi piacciono quelle persone». Rispondo disgustata.
Tutte signorine perfettine che vogliono sentirsi al centro del mondo. «Allora siamo in due», sospira. «Come mai hai scelto questo posto?».
Non è una domanda da farmi questa, non racconterò mai a nessuno tutto il casino che ho combinato. «L'ho scelto grazie a mio fratello», dico senza dilungarmi troppo. «Tu?».
È strano come si possano incontrare le persone. Un secondo prima cammini da sola e un secondo dopo ti ritrovi una ragazza carina accanto che vuole stare con te. «Mio padre lavora qui». Sospira annoiata.
Wow, quindi è la figlia di un professore, non potrebbe andarmi meglio di così. «Che materia insegna?».
Certe volte riesco ad essere veramente fortunata. «È il preside». Dice imbarazzata.
Cazzo...
Sono con la figlia del preside di questa scuola? «Wow!». Mi lascio sfuggire.
Inspira profondamente e sembra aver cambiato totalmente umore. «Fidati, sarebbe meglio se non ci fosse, mi tiene sotto sorveglianza dalla mattina alla sera». Solleva gli occhi al cielo.
Posso immaginare, qualsiasi genitore lo farebbe. Immagino anche che i ragazzi la potrebbero trattare in modo diverso visto che è la figlia del preside. Io però non penso a ciò, me ne sbatto delle raccomandazioni. «Che piano di studi hai scelto?». Cambio discorso.
Meglio evitare discorsi che non la potrebbero fare sentire al suo agio. «Medicina», risponde con un piccolo sorriso. «Tu?».
Mi ha appena scrutato velocemente con lo sguardo. «Scienze motorie». Rispondo sorridendo.
Sono felice di ciò che ho scelto, non mi tirerò indietro e mi laureerò a testa alta. I miei saranno orgogliosi, credo.
Comunque medicina è la stessa materia che ha scelto Clea, forse si conoscono. «Quindi ti piace l'attività fisica! Io sono una vera frana negli sport». Dice facendo una smorfia.
Dal suo fisico minuto non si direbbe.
Peccato che non possa vedere le sue forme per colpa del maglione, in quel caso avrei potuto dare un parere più dettagliato. «Potrei aiutarti allora». Rispondo.
Parliamo del più e del meno, infine la invito nella mia camera, quella sua è in comune con il padre quindi non sarebbe stata una buona idea.
Non appena entro vedo una ragazza dai capelli neri seduta nel letto opposto al mio.
Ha tappezzato la parte della sua stanza con dei poster neri e strani, sembra quasi satanico. «Ciao». Dico leggermente disgustata e paventata.
Solleva lo sguardo ma non mi risponde. Ha la matita attorno gli occhi molto ricalcata. «Forse è meglio andare?». Dice Cristine con mezzo sorriso.
Poso lo zaino ed esco di corsa dalla camera prendendo la mano di Cristine e ridendo. «Cosa era quella?». Le chiedo fermandomi.
Sta morendo dalle risate, non si ferma un attimo di ridere. «Una pazza».
Riuscirò a dormire con quella ragazza dentro la mia camera?
Forse sarebbe stato meglio se avessi fatto come Clea, farmi mettere in una stanza da sola sarebbe stato perfetto. «Le cose più strane capitano sempre a me», rido con lei. «Che ne dici di optare per qualche altro posto?».
Il college è abbastanza grande, se lei avesse avuto una stanza da sola sarebbe stato carino poter andare da lei. «Per questa volta ci converrà camminare in giro per queste strade». Risponde sollevando le spalle.
Mmm... io non credo invece.
Prendo la sua mano e la porto con me senza spiegargli nulla. «Io ho un'altra camera», dico non appena arrivata davanti al dormitorio maschile. «Andiamo!».
Guarda la scuola per bene prima di fare un passo avanti con me. «In che senso? Hai un fidanzato?». Mi chiede.
Quasi scoppio a ridere non appena dice quella parola. «Qui ci sta mio fratello, ho le chiavi della sua stanza, possiamo stare un po' da lui».
Finalmente vedo più sicurezza sul suo viso, e lascia che io la porti dentro la stanza.
Mi fa strano entrare qua dentro senza indossare qualcosa di maschile. In giro c'è di tutto, entrambi i ragazzi sono disordinati. «Si vede che sono ragazzi». Si guarda attorno.
Odio ammetterlo ma anche io sono come loro, non metto mai a posto niente, quindi li capisco. «Ti stupiresti se ti dicessi che non sono molto diversa da loro?». Sorrido sedendomi sul letto di Ben.
Lei fa la stessa cosa, si siede sul letto e solleva e abbassa il suo bacino per saltare sul materasso con il sedere. «Io sono molto perfezionista invece. Ad esempio in questo momento ho voglia di sistemare tutto, non sopporto il disordine». Risponde guardandosi attorno.
Lascio cadere il mio sguardo sulle sue cosce che sono esili e senza muscoli.
Mi piacerebbe però poterle toccare...
Bea, stai di nuovo pensando cose sbagliate.
Sollevo lo sguardo e noto che è ancora persa a guardare l'ambiente. «Se ti piace così tanto sistemare le cose ti porterò spesso nella mia camera». Dico scherzando.
Appare anche sul suo viso un sorriso. «Ok, vedrò anche di buttare qualcosa che ha portato la ragazza strana». Dice facendo una smorfia.
La porta si apre ed entra Merrick che non appena ci vede fa una strana espressione. «Che ci fai qui dentro?». Mi chiede alzando un sopracciglio.
Poi lascia cadere lo sguardo su Cristine, ma non accenna nemmeno un piccolo sorriso. «Non avevamo dove stare». Dico sollevando le spalle con sguardo innocente.
Chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a noi. «Ma questa non è più la tua stanza, vai nella tua». Dice cacciandomi.
Potrebbe evitare di ricordarmi che questa non è più la mia stanza e che non potrò più vederlo mezzo nudo appena uscito dalla doccia. «La mia è occupata da una ragazza stramba». Rispondo guardandolo negli occhi con sicurezza.
Sbuffa e fa un passo indietro cadendo di botto con il sedere sul suo letto. «Tu ti ritieni normale?». Chiede prendendomi in giro.
Sollevo gli occhi al cielo infastidita. «Non ti daremo fastidio, staremo solo altri cinque minuti».
Non risponde e si distende sul letto, togliendosi le scarpe in modo rapido, solo con il movimento delle dita dei piedi. «Se il problema sono io possiamo pure andare». Si pronta Cristine.
Scuoto la testa e gli prendo la mano prima che si alzi. «Stai qui, andremo via tra un po'», rispondo con mezzo sorriso. «Di che cosa stavamo parlando?». Le chiedo.
Ci pensa su e mentre lo fa i suoi occhi vanno a finire sul ragazzo disteso sul letto con un giornale in mano. «Del disordine!», dice poi guardando me. «Sono ordinata anche nello studio, ho tutto messo in ordine e non mi faccio sfuggire mai niente». Risponde con tono soddisfatto.
Beata lei, il sono un totale disastro, spero che mi darà una mano se in caso dovessimo diventare amiche. «Il mio opposto allora», rido. «A mia madre sarebbe piaciuto»
Lei alza le spalle con grazia.
Ha dei movimenti eleganti e raffinati. «La mia invece non è mai soddisfatta di ciò che faccio, non andiamo affatto d'accordo».
Nemmeno io ho un ottimo rapporto con i miei genitori, per questo ho anche deciso di venire qua, oltre alla mia passione. «E con tuo padre?». Le chiedo curiosa.
Io al suo posto mi sarei scritta in un altro college, non questo, dove a comandare ci sta mio padre. «Lui è sempre troppo occupato per prestarmi attenzione, non parliamo mai però non so come riesce sempre a beccarmi mentre faccio qualcosa di sbagliato». Sospira.
Poverina, non si merita tutto questo. «E quindi ci sono delle spie al suo servizio che ti vengono dietro?». Chiedo sorridendo.
Annuisce con la testa trattenendosi una piccola risata. «Spero che non venga a sapere che sono entrata in questo dormitorio, non mi farebbe più uscire oltre l'orario di lezioni».
Questo però è folle!
Penso che lei sia abbastanza grande per decidere di fare della sua vita ciò che vuole. «Mi dispiacerebbe in quel caso, se vuoi andiamo, non vorrei farti mettere in punizione». Dico alzandomi dal letto.
Usciamo dalla stanza, non l'ho salutato Merrick, non mi andava.
Lei mi viene dietro senza staccarsi, Cristine mi fa davvero simpatia, non voglio che suo padre rovini tutto. «Chi era quel bel ragazzo?». Mi chiede curiosa.
Al suo posto non lo nominerei nemmeno, lui piace a me. «Il compagno di stanza di mio fratello». Dico con tono ovvio.
Questa risposta però è alquanto stupida, non dovrei essere così gelosa di un ragazzo che mi ha trattata male. «E perché ti ha trattato in quel modo?». Mi chiede.
Sollevo le spalle e lascio andare un sospiro seccato. «Una lunga storia, non mi va di raccontarla». Rispondo.
Usciamo dal dormitorio, per tutto il tragitto avevamo trovato qualche ragazzo stupido che aveva fatto dei commenti poco maturi su di noi.
Per fortuna non me la prendo, e spero che sia lo stesso anche per lei. «Lui era il tuo ragazzo?». Si volta verso di me e mette una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.
Il mio ragazzo?
Ma magari fosse stato davvero mio.
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo al pavimento. «No, no... eravamo solo amici». Rispondo.
Con questo però potrebbe intendere altro, e io non voglio si faccia idee sbagliate. Anche se non c'è niente di male. «Va bene, quando ne avrai voglia sarò pronta ad ascoltarti», dice facendo un piccolo sorriso. «Adesso vado nella mia stanza, è stato un piacere conoscerti». Mi stringe la mano.
Spazio autrice:
I capitoli che rivoluzioneranno la storia si stanno pian piano avvicinando e io non vedo l'ora, nel frattempo che cosa ne pensate di questa ragazza e dell'amico di Ben? Fatemelo sapere con un commento e non dimenticatevi di votare la storia se vi è piaciuta.
Ecco qui i nuovi personaggi ✨💫
Lucas
Cristine
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