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Mo Tak fu il primo ad uscire; li seguii fuori dal locale qualche secondo dopo, mentre una macchina si fermava proprio davanti a noi.
La signora Chu salì davanti mentre Ha Na fece il giro per sedersi dietro.
«Mettiti al centro» mi disse Moon facendomi segno di entrare prima di lui.
Mo Tak partì non appena fummo tutti a bordo.
«Prima avete parlato di livelli» mi apprestai a chiedere io mentre l'uomo sfrecciava in mezzo alle altre macchine.
«I demoni si suddividono in tre livelli» mi rispose Ha Na.
«Un demone di livello 1 è da poco entrato in un corpo. L'umano non riesce nemmeno a percepirlo. Non ha ancora ucciso nessuno. Non è potente e quindi si può catturare con più facilità» continuò.
Subito dopo si intromise Moon «Vanno fermati a questo livello perchè a volte basta un omicidio per farli evolvere al livello 2»
«Un demone di livello 3 è un demone che ha divorato quattro o cinque anime, ma dipende»
«D-da cosa?»
«Alcuni uccidono più volte ma restano al livello 2. Tutto dipende dalla compatibilità tra ospite e demone»
«Questo vuol dire che se sono molto compatibili possono raggiungere il livello 3 più in fretta?»
«Esatto. A questo livello parlano con due voci distinte ma se dovessi sentirli parlare con le loro due voci sovrapposte vuol dire che si sono fusi l'uno con l'altro e che hanno raggiunto il livello 4»
Quell'affermazione mi fece rabbrividire.
«Fortunatamente è una cosa più unica che rara incontrare un demone di livello 4. Quelli che abbiamo affrontato erano sempre tra il primo e il secondo livello» si apprestò ad aggiungere la signora Chu per tranquillizzarmi.
Arrivammo alla fabbrica abbandonata che si trovava in periferia, non ricordavo di esserci mai passata vicino.
«Il demone è qui da qualche parte, tiene in ostaggio una donna» ci comunicò Ha Na non appena scendemmo dalla macchina.
«Qualche informazione in più sull'ospite?»
«Uomo di mezza età, capelli scuri»
«Indossa una giacca verde mimetico» aggiunse Moon.
«Okay, dividiamoci e cerchiamolo» Mo Tak si infilò un auricolare nell'orecchio, cosa che fecero anche tutti gli altri.
Feci finta di nulla; ero lì solo per osservare, l'auricolare non mi serviva.
«Moon, quando lo troveremo evoca il Territorio»
Il ragazzo fece un cenno con la testa e poi ci separammo.
«Non fare nulla di stupido» mi avvertì Ha Na come se fosse stata costretta a portarsi dietro la sorellina minore.
Era normale che si preoccupasse che potessi combinare qualche guaio a causa della mia inesperienza, però mi dava fastidio il tono che usava.
Alla fine avevamo la stessa età, che diritto aveva di comportarsi in quel modo con me?
Preferii, quindi, non darle conto.
Stavamo camminando dentro la fabbrica cercando di fare il meno rumore possibile; eravamo al primo piano, mentre la signora Chu era salita al secondo e Moon e Mo Tak controllavano l'esterno.
Qualche minuto dopo si sentirono una svariata serie di rumori sopra le nostre teste e in un attimo Ha Na prese a parlare tenendo la mano sull'auricolare.
«Fallo scendere, ci sono io» disse prendendo a correre.
Non mi rimase che seguirla.
«Chi era?» le chiesi mentre correvamo.
«Chu, il demone era al piano di sopra. Lo sta spingendo verso di noi»
Arrivammo alle scale in attesa che il demone si facesse vedere.
Dovevo ammettere che l'ansia stava cominciando a farsi strada dentro di me.
Infatti cominciai a tremare un po'.
«Ti darà una mano lei con il demone, no?» le chiesi un po' preoccupata.
«È rimasta sopra con l'ostaggio, la sta curando. Mo Tak e Moon ci raggiungeranno. Tu sta dietro di me e non ti intromettere»
Di nuovo con quel tono di superiorità... stava cominciando a stancarmi.
I miei pensieri vennero bruscamente interrotti da un forte rumore di passi che correvano lungo le scale in metallo.
«Nasconditi!» mi ordinò.
Io mi misi dietro un mucchio di enormi scatoloni affacciandomi quel poco che mi bastava per vederla.
Quando il demone arrivò all'ultimo scalino non sembrò estremamente sorpreso di trovarla lì.
Ha Na rimase ferma, stava aspettando che lui facesse la prima mossa.
Poi, con uno scatto, il demone si lanciò contro di lei.
Presero a lottare sfoderando una serie infinita di pugni e calci, mi sembrava di star assistendo ad un incontro di boxe.
Non riuscivo a capire chi stesse avendo la meglio, sembravano entrambi allo stesso livello.
Ha Na riuscì a bloccare il demone mettendosi alle sue spalle e stringendogli il braccio intorno al collo.
Sembrava avere la situazione sotto controllo, ma all'improvviso il demone le diede una gomitata sullo stomaco liberandosi dalla sua presa.
Ha Na cadde in terra e il demone ne approfittò mettendosi sopra di lei e cominciando a riempirla di pugni su faccia e stomaco.
Lei provava a parare i colpi ma la maggior parte di essi riuscivano ad andare a segno.
Come cavolo avrei dovuto fare a rimanermene lì nascosta mentre Ha Na veniva massacrata di botte?
Non capivo perchè Mo Tak e Moon non arrivavano, continuavo a guardarmi attorno sperando di vederli comparire ma di quei due non c'era nemmeno l'ombra.
Fremevo dalla voglia di entrare in azione, ma mi era stato ripetuto più volte che non avrei dovuto intervenire per evitare di incasinare ancora di più le cose o di farmi male.
Ha Na sembrava stremata, aveva smesso di parare i colpi e le braccia le erano cadute lungo le braccia.
Il demone aveva allora smesso di colpirla e si era messo in piedi.
Lei aveva ancora gli occhi aperti e stava provando a rimettersi in piedi ma sembrava proprio che per quanto si sforzasse il dolore fosse troppo.
Lo spirito maligno ne approfittò per andare a recuperare un bastone di metallo poco distante da loro.
Non mi piaceva affatto come si stavano mettendo le cose.
Un'idea malsana mi balenò nella mente.
Non sapevo se ne ero capace ma dovevo tentare.
Lo spirito maligno era abbastanza lontano.
"Ora o mai più" dissi tra me e me.
Usando la mia velocità da Counter corsi verso Ha Na e le misi una mano sulla spalla.
«Che ci fai qui?» la sua voce era flebile ma riuscii comunque a scorgere un leggero tono di rimprovero in essa.
«Ti do una mano» dissi cercando di concentrarmi.
Il demone era di spalle, ma dopo aver preso la sua arma si voltò e non appena mi vide sgranò gli occhi.
Il cuore prese a martellarmi nel petto, chiusi gli occhi e pregai con tutto il cuore di esserci riuscita.
Li tenni chiusi, per qualche altro secondo.
Non volevo guardare quando quel mostro mi avrebbe aggredita.
Ma ciò non avvenne.
Li aprii lentamente, prima il destro e poi il sinistro.
Per poco non feci un salto di gioia quando vidi che l'ambiente intorno a noi era cambiato.
Ci trovavamo all'esterno, vicino a dove avevamo lasciato la macchina.
Mi apprestai ad abbassare lo sguardo e fortunatamente Ha Na era lì.
«Non sapevo che ne fossi capace» mi disse mostrando finalmente un po' di sorpresa.
«Nemmeno io» affermai tutta sorridente.
Poi però sentii il naso umido e quando mi passai il dorso della mano su di esso per asciugarlo vidi che era rosso.
Probabilmente teletrasportare Ha Na con me mi aveva indebolita parecchio. In effetti mi sentivo un po' frastornata, come se stessi avendo un calo di pressione.
Cominciai a barcollare e in un attimo mi accasciai a terra chiudendo gli occhi di colpo.
Il luogo in cui mi risvegliai non mi era per niente familiare.
Non si trattava di un ospedale poiché le pareti erano di un giallo sbiadito e poco curato e su di esse vi era una di quelle scaffalature fatte di metallo nei cui ripiani vi erano scatole di plastica contenenti oggetti vari e chissà cos'altro.
Ricordavo il motivo per il quale ero svenuta, ma non avevo idea di cosa fosse successo dopo.
Mi alzai sperando di non avere problemi nel farlo e fortunatamente andò tutto liscio.
Mi diressi verso l'unica porta presente in quella stanza, che poteva essere definita tale solo perchè vi era il letto, altrimenti avrei pensato che si trattasse di uno sgabuzzino.
E quando la aprii capii subito dove mi trovavo.
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