7

Il resto della giornata la passai girando per casa indecisa su cosa fare.
Continuavo a ripetermi in testa la scena di me che intervenivo per aiutare Moon e i suoi nonni e una sensazione piacevole si faceva puntualmente strada in me.
Cercavo di dissuadermi da sola da quei pensieri, ma ogni volta ci ricascavo dentro.
Sembrava un loop infinito.
Fui anche tentata varie volte di riprovare a teletrasportarmi, ma senza alcun risultato.
Avevo provato e riprovato, ma adesso sembrava così difficile rifarlo, quasi impossibile.
Dovevo impegnarmi di più.
Presi un respiro profondo, chiusi gli occhi e cercai di rallentare la respirazione.
Adesso potevo sentire il cuore battermi nel petto, sembrava che tutto attorno a me si fosse bloccato.
Visualizzai camera mia nella mia mente e quando riaprii gli occhi stentai a credere che ci fossi riuscita davvero.
Ero così contenta, non mi capitava da tempo di provare un'emozione così reale e pura.

Stavo veramente cambiando idea?

Era bastato così poco per convincermi?

Forse però non si trattava di una cosa da poco.
Prima che potessi cambiare idea decisi di andare al locale di noodles.

Mi fermai a pochi passi dall'ingresso, in un punto cieco, in modo tale che non avrebbero potuto vedermi dalle finestre.
Ero abbastanza in ansia, avevo paura che mi avrebbero sbattuta fuori per come mi ero comportata con tutti loro nei giorni precedenti.
Rimasi lì in piedi per qualche minuto, sfregandomi le mani in continuazione per cercare di distrarmi.
Poi presi un bel respiro e mi avvicinai alla porta.
Entrando vidi che Ha Na e Moon erano seduti ad un tavolo, quello di fronte alla cucina; mentre degli altri due non vi era traccia.
I due ragazzi, non appena sentirono la porta aprirsi, si voltarono verso di me.
«Sei venuta!» esclamò Moon tutto contento mentre Ha Na mi rivolse solo un sorrisetto.
Poi dalla cucina spuntarono la signora Chu e Mo Tak, anche loro abbastanza increduli di vedermi lì.
«Hai cambiato idea?» mi chiese Mo Tak con aria dubbiosa.
Io ero pietrificata, non sapevo come comportarmi.
«Oh dai, non restartene lì, non mordiamo mica» affermò la donna cercando di mettermi a mio agio.
«Vieni, siediti» fece un gesto con la mano indicandomi il tavolo a cui erano seduti i due ragazzi.
Io mi avvicinai, ancora molto in imbarazzo, e mi sedetti.
Avevo Ha Na e Moon seduti di fronte a me, mentre la signora Chu e Mo Tak erano rimasti in piedi, entrambi a capo tavola.
«Prima vorrei scusarmi con tutti voi per il modo in cui mi sono comportata» cominciai a dire.
«Non ti preocc...» si affrettò a dire la signora Chu, ma la interruppi.
«No, devo scusarmi. Mi sono comportata in modo irrispettoso e maleducato la prima volta che sono stata qui. Non voglio giustificarmi in alcun modo, ma ci tengo che sappiate che non sono fatta così»
Nessuno di loro disse una parola.
Speravo con tutto il cuore che Moon avesse rispettato la mia richiesta di non raccontargli nulla.
«Quindi hai intenzione di accettare?» si ripeté Mo Tak.
«Voglio darmi fiducia e provare»
Non mi sentivo ancora pronta a dirgli tutto, chissà se ce l'avrei mai fatta.
«Cosa ti ha fatto cambiare idea?» mi chiese Mo Tak visibilmente incuriosito.
Io spostai di poco lo sguardo verso Moon e lo riportai su di lui sperando che nessuno se ne fosse accorto.
«Ho capito che mi è stata data una seconda possibilità. Voglio vedere se ne sarò all'altezza»
Tutti presero a scambiarsi una serie infinita di occhiate.
Poi Mo Tak si rivolse verso di me, fece un cenno con la testa e disse «Benvenuta tra i Counter»

Faticavo ancora a credere di aver accettato.

La paura che potessi nuovamente cadere in quel baratro continuava ad attanagliarmi i pensieri.
Cercai però di scacciarli via.
Avevo la possibilità di ricominciare da zero e al mio fianco sembravano esserci delle belle persone, delle persone che non mi avrebbero abbandonata.
Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata, ma ero speranzosa.
Speranza... un sentimento che non provavo da anni ormai.

Dopo essere stata accolta a parole nella squadra arrivò il momento di fare le cose seriamente.
La signora Chu mi consegnò tutta sorridente dei vestiti piegati: la tuta rossa che indossavano anche loro.
Dopo averla indossata era arrivato il momento di scattare la foto di gruppo.
Inizialmente non avevo dato molto peso a quella cosa, ma dopo aver visto quelle appese al muro del locale cambiai prospettiva.
La prima foto incorniciata ritraeva la signora Chu; Ha Na, Mo Tak e un altro uomo.
Non indossavano la tuta rossa, ma intuii che quella fosse la squadra originale.
Chissà cosa era successo a quell'uomo; preferii non chiederglielo.
Accanto vi era un altro quadretto.
Al posto dell'uomo vi era Moon, con un taglio di capelli ben diverso da quello che sfoggiava adesso.
Mi scappò una risata.
«Cosa ti fa ridere sotto i baffi?» mi chiese Moon con quel tono di chi sapeva già la risposta.
«Devo ammettere che questo taglio ti sta molto meglio» risposi guardandolo in faccia.
«Ah ah, molto divertente»
«Ragazzi, siamo pronti!»
La voce di Mo Tak richiamò la nostra attenzione e io ne approfittai per fuggire da quella situazione.

Dopo aver scattato la foto mi sentii ancora più parte del gruppo, come se adesso fossi legata alla squadra e al compito di Counter.
«Bene, adesso che sei un Counter a tutti gli effetti dobbiamo spiegarti un paio di cose» mi annunciò Mo Tak dopo esserci divisi in due gruppi.
Moon e la signora Chu erano andati ad allenarsi fuori mentre io, Mo Tak e Ha Na eravamo rimasti al locale, li avremmo raggiunti dopo.
«Prima di tutto dovresti andare a parlare con il tuo partner dello Yung»
«Come dovrei fare?» mi limitai a domandare io.
Mo Tak mi mostrò i pallini neri sulla sua mano «Questi segni sono la porta d'accesso allo Yung. Devi poggiare la mano sul tuo cuore, chiudere gli occhi e contare tre secondi»
Ha Na mi fece cenno di fare come mi era appena stato detto e io poggiai la mano destra sul cuore e chiusi gli occhi «Uno...» contai «Due...» presi un bel respiro «Tre»

Quando li riaprii mi trovai in un parco che mi sembrò fin da subito familiare.
Ero seduta su una panchina e notai subito che stavo indossando degli abiti interamente bianchi e non più la tuta rossa.
«Finalmente hai preso una decisione»
Era stato un uomo a parlare, il mio partner.
Si era seduto accanto a me sulla panchina.
Si trattava di un uomo sulla quarantina, indossava un completo elegante interamente bianco.
«Non è stato facile per me prenderla» dissi secca io.
«Lo so, per questo Wi Gen ti ha lasciato del tempo per decidere»
«Allora, mi hanno detto che dovevo parlare con te» cercai di tagliare corto io.
«Cosa vuoi sapere?» mi chiese lui.
«Credo che tu sappia già il mio nome, ma io non conosco il tuo»
«Sono Lee Yong Ho»
Non aggiunse altro, quindi supposi che potessi fargli altre domande.
«Questo è lo stesso posto di quando ho incontrato Wi Gen? È diverso. Questo luogo... mi sembra di conoscerlo»
«Quando un umano giunge nello Yung, può vedere sia la sua forma principale, il luogo che hai visto la prima volta, sia quello che preferisce. Questo è un luogo nascosto nel profondo del tuo subconscio»
Guardandomi meglio attorno mi venne una sorta di illuminazione: quello era il parco in cui andavo con i miei genitori quando ero piccola.
«Mi dispiace di aver pensato di portarla via con me» ammisi io sperando di non aver toccato un tasto dolente «Wi Gen mi ha detto che siamo collegati. Se un Counter muore voi rischiate di svanire »
«A meno che non riusciamo a trovare un altro ospite in pochi secondi. Come è successo a Wi Gen con Moon» intervenne lui.
«Capisco»
«Bene, quindi immagino che la tua decisone sia definitiva»
«Sì, direi di sì»
«Allora lascia che ti illustri le regole fondamentali per mantenere il tuo titolo di Counter» disse guardando in avanti senza voltarsi verso di me.
«Non bisogna usare i poteri per vendetta personale, non interferire negli affari degli umani a meno che non siano posseduti dai demoni e non dire a nessuno che sei un Counter»
Fece una pausa, poi aggiunse «Per qualsiasi cosa potrai venire a parlare con me come hai appena fatto. Per il momento credo che sia tutto»
Dopo aver detto ciò non mi diede nemmeno il tempo di salutarlo che mi risvegliai di botto.

Avevo la faccia appoggiata sul tavolo e Ha Na e Mo Tak erano entrambi seduti di fronte a me, probabilmente erano rimasti lì ad aspettare che finissi di parlare con il signor Lee.
«Bentornata» mi salutò tutto sorridente Mo Tak mentre sollevavo la testa.
Ha Na si alzò dalla sedia «Adesso possiamo raggiungere gli altri» e uscì senza aspettarci.

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