5

Inizialmente, dopo essermi svegliata, non avevo intenzione di uscire di casa, non volevo ritrovarmi qualcuno di loro appostato dietro l'angolo.
Poi però quel pensiero mi fece innervosire e adesso dovevo sfogarmi in qualche modo.
Non ero mai stata una grande amante della corsa, ma non appena avevo messo piede fuori dalla porta e avevo iniziato a correre mi ero resa conto di quanto veloce fossi.
Sicuramente un altro dei pro dell'essere un Counter.
Sfrecciai lungo le stradine quasi deserte e se incontravo qualcuno me ne fregavo altamente di rallentare per non destare sospetti.
Correre in quel modo mi stava aiutando a sfogare tutta la rabbia e lo stress che avevo accumulato solo in quei due giorni.

Arrivai al solo e unico parco presente a Jungjin, popolato da molte più persone che facevano jogging o portavano a spasso il cane.
La cosa più bella era che non mi sentivo per nulla stanca, non avevo nemmeno il fiatone.
Avrei potuto correre per ore.
Poi però quella lieve sensazione di libertà e spensieratezza venne bruscamente interrotta quando qualcuno prese a correre accanto a me.
Non mi ci volle molto per capire che non si trattava di una persona normale dal momento che riusciva a stare al mio passo. 
«Puoi fermarti un attimo?» mi chiese Moon.
«Che c'è? Sei già stanco?» lo sfidai io.
«Posso correre per tutto il giorno» disse secco lui.
«Bene» detto ciò accelerai per togliermelo dalle scatole.
Solo che lui, ovviamente, era più allenato di me e mi raggiunse poco dopo.
«Voglio solo parlare»
«Non ho nulla da dirti»
«Ma io sì»
Ero stanca di averlo intorno, quindi mi fermai di colpo sperando che ci mettesse poco a dirmi ciò che doveva.
«Continuare a perseguitarmi in questo modo non aiuterà»
«Non dirmi che vuoi veramente ritornare in coma rischiando che uno spirito maligno si impossessi di te»
La verità è che io avevo già in mente un altro piano. Ma non potevo dirglielo, altrimenti avrebbe provato a fermarmi.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
Moon ad un tratto aggrottò le sopracciglia, come se avesse capito qualcosa. Come se mi avesse appena letto nella mente.
«Tu vuoi farlo di nuovo» affermò quasi bisbigliando, come se dirlo a voce troppo alta lo avrebbe reso vero.
Io non dissi niente.
«Ti prego, dimmi che non è così»
«Anche se fosse? Che ti interessa se io vivo o muoio? Neanche mi conosci, non sarà un così duro colpo»
«È vero, non ti conosco. Ma questa cosa non riguarda solo te»
«Che intendi dire?»
«Se un Counter muore... muore anche il suo partner, noi siamo legati»
«Ma loro sono già...»
Il ragazzo rispose prima che io potessi continuare la frase «Scompariranno definitivamente»
Dannazione, quello era un problema. Mi trovavo con le mani legate. Non potevo nemmeno chiedere al mio partner di slegarsi da me poiché probabilmente sarei finita subito in coma senza avere il tempo di fare nulla.
Stavo per impazzire.
«Devo andare a casa. Non ci sto capendo più nulla»
Detto ciò ripresi a correre e lo lasciai in mezzo al parco senza dire una parola.
Il ragazzo, fortunatamente, non mi seguì.

Quella notte non riuscii a chiudere occhio a causa di ciò che Moon mi aveva detto.
Avevo passato almeno due ore a cercare una via d'uscita da quel labirinto ma senza risultati.
Il cervello ormai stava per scoppiarmi e smise di aiutarmi.
Alla fine mi arresi.
Dovetti scartare anche l'idea di trasferirmi lontano da lì; mi avrebbero sicuramente trovata tramite il tizio dello Yung a cui ero collegata.
Perchè doveva essere tutto così dannatamente difficile?

Per il resto della giornata non ricevetti visite indesiderate e anche quando uscii per fare una spesa veloce non incontrai nessuno di loro.
Andò così anche il giorno successivo.
C'era qualcosa di sospetto in tutto ciò, ma non indagai oltre perchè quel tempo in più che stavo ottenendo magari mi avrebbe aiutata a trovare una soluzione.
Anche se in cuor mio sapevo che stavo solo rimandando una cosa che non aveva una risposta.
Forse avrei dovuto essere menefreghista e lasciare che quello spirito scomparisse assieme a me.
Ma il solo pensiero di portare via qualcuno contro la propria volontà non mi faceva dormire la notte.

Era pomeriggio inoltrato del terzo giorno, ero dovuta uscire per comprare da mangiare quando intravidi una tuta rossa molto familiare.
Mi nascosi all'istante sperando che Moon non mi avesse vista, anche se era girato di spalle.
La prudenza non era mai troppa.
Avrei dovuto girare i tacchi e andarmene, invece la mia curiosità prese il sopravvento.
Mi sporsi e vidi che era in compagnia di due anziani, un uomo e una donna.
Dovevano essere i nonni di cui mi aveva parlato.
Nonostante non riuscissi a vederli in volto fra i tre aleggiava un'atmosfera allegra e spensierata.
Ridevano un sacco.
Chissà di cosa stavano parlando.
Mi ero incantata a guardare quella scena così bella che non mi accorsi della figura incappucciata che si era avvicinata a loro.
Avvenne tutto così in fretta che per un attimo mi era sembrato di vedere quella scena velocizzata.
L'uomo incappucciato aveva afferrato il nonno di Moon per il braccio e lo aveva tirato verso di sé.
In un attimo l'anziano si ritrovò con un coltello puntato alla gola.
L'uomo si allontanò di qualche passo da Moon e da sua nonna «State fermi o lo ammazzo!»
Il mio corpo si irrigidì.
Istintivamente Moon tese un braccio davanti alla donna e si mise davanti a lei per proteggerla.
Il ragazzo sembrava estremamente calmo nonostante la situazione «Lascialo stare»
Avrei dovuto intervenire per aiutarlo? Magari avrei solo peggiorato la situazione.
Moon era comunque un Counter, con i suoi poteri avrebbe risolto quel problema anche da solo sia che si trattasse di un comune criminale che di uno spirito maligno.
«Prendi me al posto suo» Moon si era avvicinato di qualche passo, ma questo fece innervosire l'uomo che indietreggiò ancora avvicinando pericolosamente il coltello alla gola di suo nonno.
«Non fare un altro passo! Tanto dopo toccherà a voi! Così sì che diventerò più potente!»
Nonostante fossi lontana vidi chiaramente gli occhi del criminale diventare rossi per un attimo.
Quello era... uno spirito maligno.
A quel punto Moon agì in un attimo.
Con uno scatto arrivò fino all'uomo e gli diede una gomitata sul fianco.
Questi, a causa del dolore, fu costretto a lasciare la presa sull'anziano che, finalmente libero, poté correre verso la moglie.
Moon e l'uomo, intanto, avevano preso a combattere.
Il ragazzo stava avendo la meglio fino a quando lo spirito maligno, con una mossa scorretta, non lo colpì al fianco con il coltello.
«Moon!» urlarono gli anziani in coro con la voce spezzata.
L'uomo si voltò verso di loro «Prima mi occupo di voi»
Aveva un ghigno stampato in faccia nonostante dalla bocca gli uscissero dei rivoli di sangue dovuti dai pugni che Moon gli aveva dato.
Poi cominciò a camminare verso quei due poveri anziani che non potevano fare altro se non stringersi tra le proprie braccia senza poter fare nulla per difendersi mentre il nipote era a terra ferito.
Era quello il momento in cui avrei dovuto farmi avanti, ma per qualche strana ragione le mie gambe non si muovevano.
In realtà stavo solo cercando di convincermi del fatto che non ne sapessi il motivo, quando invece sapevo benissimo il perchè non stessi intervenendo.
Avevo paura di non essere d'aiuto, di non sapere cosa fare una volta che mi fossi trovata faccia a faccia con quello spirito maligno.
Ero un Counter da così poco.
Non mi ero allenata.
Tutto questo perchè non volevo essere un Counter.
Adesso c'erano delle persone in pericolo e io me ne stavo lì ferma a guardare.
C'era bisogno del mio aiuto e io non stavo facendo nulla.
Memtre continuavo a torturarmi con quei pensieri avvenne una cosa che mai mi sarei aspettata di fare.
In una frazione di secondo mi ritrovai davanti allo spirito maligno.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top