20

«Jieun, ricorda di non usare il tuo potere» mi disse Ha Na prima di addentrarci nel canneto.
«Ma...»
«Se quei pazzi scoprono che puoi teletrasportarti per te sarà la fine» 
Dovetti ammettere che Ha Na aveva ragione e avrei dovuto fare attenzione, rabbrividii al solo pensiero di poter diventare il loro obiettivo principale.
«Sappiamo che sono in grado di rubare i poteri dei Counter e se dovessero scoprire il tuo lo vorranno ad ogni costo» concluse lei.

Stavamo vagando in mezzo al canneto, la nostra visibilità era molto limitata dato che le piante ci superavano in altezza di parecchio.
«Come facciamo a trovare lo spirito maligno se non riusciamo a vedere nulla?»
«Sto cercando di captarlo infatti»
Non riuscivo a capire se qualcuno si stesse muovendo nella vegetazione poiché il vento era così forte che la faceva muovere e rendeva quasi impossibile distinguere qualcosa.
Ma mentre Ha Na continuava a cercare di capire dove si trovasse il nemico lui fu più veloce di noi.
Anzi, lei.
Ci aveva attaccate così velocemente che non ero nemmeno riuscita a vederla in volto, ma mi era bastato scorgere dei capelli corti e biondi per capire che si trattava della donna che faceva parte del gruppo del signor Hwang, mi pare che si chiamasse Gelly.
Lo spirito maligno, con uno scatto fulmineo, sferrò un pugno nello stomaco prima a me e poi ad Ha Na per poi scomparire in mezzo alla vegetazione.
«Che cavolo ci fa lei qui?» la mia voce era leggermente spezzata a causa del colpo appena subito.
«Non ne ho idea. Quando ho percepito lo spirito maligno qui in mezzo al canneto non ero riuscita a capire che si trattasse di lei»
«Dobbiamo stare all'erta»
Io e Ha Na ci mettemmo in posizione di attacco, l'una con la schiena appoggiata all'altra.
Poco dopo me la ritrovai davanti.
Rimase ferma, il tempo di sghignazzare un po' e poi partì all'attacco.
Si lanciò nella mia direzione caricando tutto il peso verso di me.
Mentre il suo corpo si proiettò in avanti, io le tirai un pugno sullo stomaco, appena sopra l'ombelico.
Prima che mi afferrasse, vidi Ha Na scivolarle accanto, con le mani sollevate, pronta a colpirla.
La donna smise di ridere e schivò il colpo.
Con l'avambraccio bloccai il pugno successivo.
L'impatto mi fece un po' male ma non lo diedi a vedere.
Era a pochi centimetri dal mio viso, digrignò i denti e si fece scappare un verso di frustrazione, più animalesco che umano.
In un attimo vidi Ha Na con la coda dell'occhio arrivare in mio soccorso.
Si gettò in avanti tirandole una gomitata in pieno volto costringendola a indietreggiare.
Lo spirito maligno si portò entrambe le mani sul naso, dal quale stava perdendo una grossa quantità di sangue.
Urlò, ancora una volta come se fosse una bestia che cercava di intimorire la sua preda, ci fulminò con lo sguardo e poi si infilò nuovamente in mezzo alla vegetazione.
«Credi che sia scappata?» chiesi.
«È troppo arrabbiata. Probabilmente ci attaccherà di nuovo»
Già, ancora una volta dovevo darle ragione.

Il suo attacco non tardò ad arrivare.
Fu velocissima e anche stavolta attaccò me per prima.
Sentii un forte dolore alle costole e barcollai finendo in ginocchio.
Cercai di riprendere fiato il più in fretta possibile dato che avrebbe potuto approfittare della situazione per colpirmi di nuovo.
Ha Na le tirò un montante basso, sullo stomaco.
Non le diede nemmeno il tempo di riprendere fiato, con un calcio le fece lo sgambetto e lei cadde pesantemente a terra.
Vidi che lei stava cercando di colpirla con il suo guanto ricoperto di spuntoni affilati sulle nocche e forse qualche colpo era andato a segno dato che Ha Na ogni tanto sembrava subirne il colpo.
Io provai ad alzarmi, ma sentii le gambe cedermi.
La mia attenzione fu richiamata da un forte urlo che per poco non mi perforò i timpani.
Mi voltai di scatto temendo il peggio per poi vedere che lo spirito maligno si era portata una mano sull'occhio sinistro.
Il sangue le scorreva lungo la guancia.
La donna cominciò ad indietreggiare per allontanarsi da Ha Na.
«Me la pagherai brutta mocciosa!» sbraitò per poi scappare via, questa volta ne ero certa.
Ha Na venne verso di me «Tutto bene?» mi aiutò a rimettermi in piedi.
«Potrei stare meglio» dissi a fatica.
«Che le hai fatto?» le chiesi.
«Ho usato la sua arma contro di lei» mi rispose tamburellando con un dito sulle nocche dell'altra mano.
Non mi servì altro per capire che le aveva conficcato uno di quegli spuntoni del guanto in un occhio.
Rabbrividii al solo pensiero.

Quando tronammo nel covo ci sedemmo attorno al grande tavolo per aggiornarci su ciò che era accaduto.
Io e Ha Na li informammo di quello che era successo al canneto con la donna, mentre gli altri ci raccontarono che al museo si erano ritrovati il signor Hwang e Wong, il ragazzo che avevamo affrontato per primo.
Era una trappola.
La signora Chu sembrava ancora sotto shock «Quel maledetto stava quasi per farmi ammazzare Jang Mul costringendomi con la psicocinesi»
«Fortunatamente Moon è arrivato in tempo» aggiunse l'uomo.
«Una buona notizia almeno c'è. Ha Na mi ha detto che tu e Mo Tak avete sconfitto ed evocato Wong» mi intromisi io rivolgendomi alla donna.
«Sì, ho potuto evocare quello spirito maligno e ho parlato con la signora So» Chu si riferiva alla Counter cinese che era stata uccisa da quel maledetto spirito maligno.
«E poi? Che è successo?»
«Quel pazzo di Moon si è fatto sparare al posto mio, ecco cosa è successo» Jang Mul sembrava furioso.
«Aspetta. Ti hanno sparato? Chi?»
«Il signor Hwang stava per sparare a me, ma Moon si è messo in mezzo»
«Tranquilla, mi ha solo preso di striscio»
«Questo non ha importanza. Poteva finire molto peggio!» Jang Mul si rivolse a Moon.
«Ma, signore, non avrei dovuto fare niente?» il ragazzo sembrava veramente scioccato, probabilmente non si aspettava quelle parole.
«Esatto! Casomai, avrei dovuto essere ferito io!» l'uomo si alzò in piedi, sembrava su tutte le furie «Cosa ne sarebbe di tutti noi se tu morissi?»
«Non ha senso. Come potevo non far niente, sapendo che ti avrebbero sparato? È assurdo» si oppose ancora una volta Moon.
«Hei! Sciocco. Non capisci cosa ti sto dicendo?» 
Decisi che al momento non avrei chiesto altro, avevo paura che se la sarebbe presa anche con me. 
Allo stesso tempo, però, quella conversazione sembrava surreale.
Jang Mul conosceva Moon da più tempo di me, doveva sapere che quel ragazzo non avrebbe sacrificato nessuno di noi pur di salvarsi.
«Se muori tu, siamo tutti morti. Tu sei il nostro pilastro. Io sono sacrificabile. Tu devi sopravvivere, anche se tutti noi moriamo»
«Jang Mul, sono sicura che abbia capito» Chu cercò di calmarlo afferrandolo da un braccio.
L'uomo però non le diede retta e continuò «Capisco che tu voglia proteggerci. Tuttavia, siamo inutili senza di te. È chiaro? Quindi non farlo mai più. Hai capito?»
Moon annuì anche se non sembrava convinto al cento per cento «No. Ti proteggerò di nuovo, se succederà ancora. Catturerò gli spiriti e proteggerò tutti. Non morirò mai. Così sopravvivremo tutti fino alla fine»
A quel punto non potevo più starmene zitta.
Per attirare la loro attenzione mi schiarii la gola in modo abbastanza plateale e fortunatamente funzionò.
Si girarono tutti e cinque verso di me.
«Lo stai facendo di nuovo» mi rivolsi a Moon.
«Cosa?»
«Questo. Fare il capo»
Lui sgranò gli occhi.
«È vero che sei il più forte tra di noi, ma non è giusto che debba prenderti tutte le responsabilità»
«Esatto! Lui non può morire per proteggerci!» esclamò il presidente Choi contento che fossi dalla sua parte.
«Mi scusi se mi permetto, ma anche questo è sbagliato»
Lui, ovviamente, sembrò sorpreso «Come scusa?»
«Non possiamo sacrificarci per tenere in vita Moon. Se moriamo tutti lui rimarrà solo e da solo, anche se è il più forte, può fare ben poco. Ha comunque bisogno di una squadra»
Dopo aver lasciato tutti senza nulla da dire ne convenni che avevo detto ciò che pensavo e adesso potevo andare a farmi la mia meritata doccia per sciacquarmi via di dosso quella giornata infinita.

Quella sera eravamo tutti abbastanza stanchi e nel nascondiglio c'era così tanto silenzio che sentivamo le mosche volare.
Ha Na stava dormendo e cercai di fare il più piano possibile mentre uscivo dalla stanza.
Guardando davanti a me vidi Moon seduto per terra sul ring che mi dava le spalle con la schiena appoggiata alle corde gialle che lo delimitavano.
«Non riesci a dormire?» gli chiesi.
Lui però non mi rispose.
Allora salii sul ring e quando lo vidi in volto capii che non mi aveva risposto perchè era nello Yung dal momento che aveva gli occhi chiusi e la mano sul cuore.
Mi sedetti alla sua destra aspettando che si svegliasse.
Dopo qualche minuto lo vidi riprendere conoscenza.
«Hai parlato con Wi Gen?»
Lui fece un piccolo balzo sul sedere «Mi hai fatto prendere un colpo!»
Cercai di trattenere una risata.
«Sì, ho parlato con lei»
Non volevo sembrare troppo invadente chiedendogli di cosa avessero parlato quindi stetti in silenzio, non ero brava a parlare del più e del meno.
«Probabilmente stanno dando la caccia a me e al mio potere» disse rompendo il silenzio.
«Ma Hwang sa già usare la psicocinesi, perchè dovrebbe volere il tuo potere?»
«Perchè ha capito che sono più forte di lui»
«Quindi pensi che vuole ancora più potere?»
«Quelli come lui vogliono sempre più di quello che già hanno»
Moon aveva ragione, quei demoni non si sarebbero fermati fin quando non avrebbero ottenuto tutto ciò che volevano.
«Anche tu devi stare molto attenta»
«Sì, me lo ha già detto Ha Na. È una vera seccatura»
«Non voglio metterti ansia, ma se scoprono di cosa sei capace sarai in pericolo tanto quanto me»
«Allora che senso ha avere questo potere se non posso usarlo?» 
Non potevo credere che mi ero impegnata così tanto negli allenamenti e adesso dovevo tenerlo nascosto per paura che un demone potesse uccidermi per averlo.
«So che è frustrante. Ma devi solo evitare di usarlo quando loro possono vederti. Ci potrà essere utile per molte altre occasioni» cercò di consolarmi lui.
«Domani dovete andare al processo del signor Ma?» gli chiesi per cercare di cambiare discorso.
«Sì. Mo Tak è un testimone. Io e Ha Na vogliamo dargli tutto il supporto possibile»
«Dategliene anche un po' da parte mia»









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