13
«Scusate se ieri me ne sono andata senza dire nulla» cominciai a dire senza aspettarmi una vera e propria risposta.
«Non ti preoccupare» Chu poggiò la sua mano sulla mia che poi tolse qualche secondo dopo.
«E volevo anche scusarmi per come mi sono comportata ieri. Io... non so davvero cosa mi sia preso»
Continuavo a guardare il tavolo, non avevo intenzione di alzare lo sguardo verso nessuno di loro.
In vita mia non avevo mai parlato di cose serie con nessuno, e il solo pensiero di doverlo fare guardando qualcuno negli occhi mi provocava un senso d'ansia terribile.
Ero sicura che se ci avessi provato dalla bocca non mi sarebbe uscita fuori mezza parola.
Ci pensò Ha Na a colmare quel silenzio.
«Si può sapere cosa cavolo ti è preso!?»
Si era alzata dalla sedia e con la coda dell'occhio avevo visto Chu e Mo Tak alzarsi a loro volta sorpresi quanto me.
«Io non...»
«Lo avevi messo al tappeto! Che bisogno c'era di prenderlo a pugni in quel modo!?» infierì lei.
Non sapevo come rispondere perchè aveva ragione.
Poi vidi Moon cercare di calmarla poggiandole una mano sulla spalla per qualche secondo.
«Non ce l'ho con te» disse il ragazzo rivolgendosi a me.
«E invece dovresti, ti ho quasi...» mi bloccai, non volevo dire quella parola.
«Senti, ti ho provocata. Non avrei dovuto farlo»
Esitai «C'era qualcosa che non andava» dissi alla fine.
Continuavo a ripetermi quella scena in mente, una volta dopo l'altra.
Stavo cercando di capire... come fanno gli scienziati quando studiano il comportamento di una specie animale.
In quel momento io ero sia lo scienziato che l'animale.
Stavo cercando di studiare me stessa.
I ricordi appannati non aiutavano per niente.
«Che intendi?» fu la voce di Chu a risvegliarmi dai miei pensieri.
Non sapevo se continuare o meno, magari avrebbero pensato che stavo solo inventando una scusa.
«N-non sono sicura che la persona di ieri ero io al cento per cento»
Silenzio.
Come dargli torto.
Anche io avrei faticato a credere ad un'affermazione del genere.
«Ti sentivi come controllata da qualcun altro?»
Passò qualche secondo prima che capissi che ciò che aveva appena detto Moon non era un'accusa.
«Era una sensazione strana, non so come descriverla. Ma sì, non mi sentivo me stessa. Tutto quello che provavo era rabbia... verso di te»
Dopo aver detto quella frase Moon preferì parlare con me in privato.
Disse che era per cercare di capirci qualcosa in più, ma forse c'era dietro dell'altro.
«Credi che ci sia qualcosa che non va in me vero? Magari non sono la persona giusta per essere un Counter. Forse non...»
«Non la penso assolutamente così» mi interruppe lui.
«Volevo parlare in privato con te perchè ho pensato che magari c'era dell'altro. Qualcosa che non volevi dire davanti agli altri»
E ora cosa avrei dovuto fare?
Dirgli tutta la verità?
Dirgli che i pensieri che avevo avuto all'inizio del nostro combattimento erano tutta farina del mio sacco?
Che erano stati proprio quei pensieri ad accendere la fiamma di quella rabbia?
Come avrebbe potuto vedermi dopo ciò?
Ma quello avrebbe potuto aiutarlo a capire cosa non andava in me.
Ero combattuta.
«Sì, c'è decisamente qualcosa»
Moon doveva avermi letto in volto che c'era qualcosa che mi attanagliava il cervello.
«Non nutro una grande simpatia verso di te» sputai fuori alla fine cercando comunque di usare la frase più carina che mi fosse venuta in mente.
Lui non sembrò infastidito.
«Come mai? Ho fatto qualcosa che ti ha irritata?»
«Il tuo intero atteggiamento mi ha dato fastidio. Fin da quando sono arrivata ti sei sempre comportato con quell'aria di superiorità insopportabile. Capisco che tra noi sei quello più forte, ma durante gli allenamenti ci tratti come degli incapaci»
Stavo buttando fuori tutto, come se mi stessi lamentando con un'altra persona e non con il diretto interessato.
Moon, dal canto suo, non si intromise per difendersi, mi ascoltò per tutto il tempo.
«Mi dispiace dirti queste cose, ma è la verità»
«Apprezzo che tu me lo abbia detto e cercherò di migliorare»
Si fermò un attimo.
«È stato questo che hai pensato quando abbiamo iniziato a combattere?»
«Sì, tu infierivi con le parole e io ho iniziato a pensare a tutto questo»
«E poi il resto è venuto da sé» intuì lui.
Non eravamo arrivati ad una conclusione, ma aver parlato in quel modo mi sembrava già un passo avanti.
Prima di ricongiungerci agli altri lo fermai «Ascolta, non sto dicendo che non ti sopporto e che non potremo mai essere amici»
Sorrise «Ne sono contento» sembrava sollevato.
«E non voglio nemmeno che tu ti senta in dovere di fare ciò che ti ho chiesto»
Lui mi precedette «Ma ho veramente intenzione di cambiare questaparte di me, non me ne sono mai accorto e mi fa stare male il pensiero di aver trattato la mia squadra in questo modo»
«Va bene, allora ti dirò se sei migliorato oppure no» scherzai io.
Moon mi sorrise «Andata»
Passai il resto della giornata a prendere a pugni e calci il sacco da boxe mentre Mo Tak e Moon si allenavano nel combattimento.
Mi ero stufata abbastanza in fretta, ma se mi fossi allontanata da quel sacco mi avrebbero chiesto di allenarmi con loro e non avevo intenzione di ripetere la scena del giorno prima, quindi decisi di rimanere nel mio angolino.
Poi, tutto d'un tratto, non sentii più rumore alle mie spalle.
«Che succede?» chiese Mo Tak.
Mi voltai verso loro due.
Moon aveva lo sguardo corrucciato.
«Ne abbiamo uno!» Ha Na era comparsa dalle scale.
Moon si voltò verso di lei «Io ne vedo due»
«Andiamo»
Salimmo di corsa dove Chu si stava già preparando.
«Livello?» chiese Mo Tak.
«Due e tre» rispose Moon.
Avuta quell'informazione tutti si diressero fuori dal locale mentre io li seguii senza dire una parola.
Nonostante fossero settimane che li seguivo in missione quel giorno mi sembrava di essere spaesata come la prima volta, forse perchè avevo paura di attaccare qualcuno senza nessun buon motivo.
«Oggi sono in due, ci servirà l'aiuto di tutti» Chu mi passò un auricolare.
Volevano che entrassi in campo ufficialmente dopo quello che era successo?
Nemmeno io sapevo se ci si poteva fidare di me.
Ha Na ci aveva detto di averli visti aggirarsi per una stradina abbastanza isolata e quando arrivammo la scelta più logica era quella di dividerci e cercarli.
Io mi ritrovai in squadra con Moon e Mo Tak.
«Stiamo attenti, non sappiamo perchè sono qui» ci avvertì Moon.
Mi voltai verso di lui «Credi che vogliano uccidere qualcuno?»
«Probabile»
Non chiesi altro, mi limitai ad avanzare guardandomi attorno.
Erano passati una decina di minuti quando sentimmo Ha Na urlarci nell'orecchio tramite l'auricolare «Li abbiamo trovati! Si sono divisi!»
«Dove vanno!?» chiese Moon.
«Ne stiamo inseguendo uno, l'altro si sta dirigendo a nord»
Nord?
Noi eravamo a nord.
Stava venendo verso di noi.
A quel punto cominciammo a correre sperando di intercettarlo e così fu.
Dopo qualche metro ce lo trovammo davanti.
Aveva la faccia di un brutto tipo, uno di quelli che fanno la parte del criminale nei film polizieschi.
In un attimo Mo Tak si fece avanti e i due cominciarono a combattere, mentre Moon evocò il Territorio.
«Questo è quello di livello tre» bisbigliò il ragazzo senza levare gli occhi di dosso da loro.
Mo Tak non sembrava in difficoltà, ma nemmeno il demone se la cavava così tanto male.
Io e Moon restammo lì a guardare la scena, fino a quando il demone non colpì Mo Tak facendolo inginocchiare poiché il pugno sullo stomaco che gli aveva dato era stato davvero forte.
In un attimo Moon intervenne e colpì lo spirito maligno in pieno volto, facendolo cadere di sasso.
Poi tese la mano verso Mo Tak «Hei, tutto bene?»
«Una meraviglia» scherzò lui.
Io però, al contrario loro, non ero così tanto tranquilla.
Si trattava pur sempre di un livello tre, non era possibile che Moon, per quanto potesse essere bravo e allenato, lo avesse messo al tappeto con un solo colpo.
E infatti le mie paranoie vennero ben presto assecondate quando vidi lo spirito maligno rimettersi in piedi.
«Ehm, ragazzi...»
I due si voltarono verso l'uomo che sembrava abbastanza infastidito, ci guardava in cagnesco, faceva davvero paura.
Quello che successe dopo avvenne tutto così velocemente da sembrare irreale.
In un attimo il demone caricò in direzione di Mo Tak, lo atterrò e cominciò a prenderlo a pugni in faccia.
Moon glielo levò di dosso e i due cominciarono a combattere.
Nonostante il Territorio, Moon non riusciva a mettere a segno nessun colpo e cominciava a fare fatica a rimanere in piedi.
Il demone lo colpì allo stomaco diverse volte e lui cadde per terra, la bocca piena di sangue.
Ne sputò un fiotto per terra e poi il demone gli diede un altro pugno in faccia che lo mise al tappeto.
Io non riuscivo a muovermi, non sapevo cosa fare.
Era la prima missione in cui mi era permesso di entrare in campo e invece me ne stavo lì a non fare nulla.
Gli serviva una mano ed io ero immobilizzata.
Subito dopo lo spirito maligno si diresse verso Mo Tak, che aveva attirato la sua attenzione urlandogli contro, afferrando un masso lungo il breve tragitto.
Sapevo cosa voleva fare.
Dovevo intervenire.
«Hei!»
Finalmente mi ero sbloccata.
Il demone si voltò verso di me, con ancora il masso in mano.
«Ci sono anche io!»
A quel punto lui lasciò stare Mo Tak e roteò il busto nella mia direzione.
Poi prese a correre.
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