12
Non volevo svegliarmi.
Ma dato che ciò era successo avevo per un secondo sperato che fossero passati anni e che tutti si fossero dimenticati il modo in cui mi ero comportata.
I ricordi, confusi, mi ritornarono subito alla mente, come una ventata d'aria gelida in pieno viso.
Non mi era tutto chiaro, avevo solo qualche sprazzo, ma quello bastava ed avanzava.
Mi vergognavo, mi vergognavo tantissimo.
Dovevo essere sembrata una pazza.
Non sapevo nemmeno come stava Moon.
Mi guardai le mani; le nocche erano leggermente sbucciate e arrossate.
Non volevo alzarmi dal letto.
Decisi che sarei rimasta lì per sempre.
Poi però qualcuno spuntò dalla porta.
Era la signora Chu.
«Oh, vedo che ti sei svegliata finalmente»
Nonostante avesse parlato con un tono dolce, come se non avessi fatto nulla di male, avrei solo voluto sprofondare nel materasso.
Non sapevo cosa dire, quindi decisi di fare l'unica cosa che mi era venuta in mente: coprirmi fino alla testa con le coperte e dare le spalle alla donna.
«So che ti senti in colpa, ma non ti devi preoccupare»
''Come sta Moon?'' avrei voluto chiederle, ma non riuscivo a far uscire mezza parola dalla bocca.
L'imbarazzo era tale che pure la mia voce si vergognava ad uscire, come se anch'essa potesse essere giudicata.
Dal momento che continuavo a non rispondere la signora Chu non aggiunse altro, sentii solo la porta chiudersi.
Non so quanto tempo era passato, avevo ripetuto nella mia mente quella scena così tante volte, mettendo insieme i pezzi di ciò che ricordavo, da distaccarmi completamente dalla realtà.
Continuavo a chiedermi cosa cavolo mi fosse successo, ma finivo sempre con il rispondermi che era stato solo un attacco di rabbia.
Non riuscivo a capacitarmene.
Non mi era mai successa una cosa del genere.
Poi sentii bussare alla porta.
Non risposi.
La persona che aveva bussato entrò dopo qualche secondo.
Non avevo idea di chi fosse dal momento che le coperte mi impedivano di vedere qualsiasi cosa.
«Perchè non esci? Chu ha preparato il pranzo» era Mo Tak, riconobbi la sua voce all'istante.
Silenzio.
Lui sospirò.
«Moon non è arrabbiato con te. Voleva che lo sapessi»
Quella notizia non mi fece sentire meglio.
«Ascolta, quello che hai fatto purtroppo non passerà inosservato»
Fece una pausa, come se stesse cercando le parole adatte per dirmi il resto.
«Potresti rischiare il tuo posto da Counter. Ma non è detto» si apprestò ad aggiungere.
«A Moon è successa una cosa simile tempo fa»
«E che dovrei fare?» le parole mi uscirono di bocca all'improvviso, ma parlai così piano che non sapevo se mi avesse sentita.
«Vai nello Yung e spiega a Yong Ho quello che è successo»
«Mh» mugugnai io.
Poi, senza aggiungere altro, Mo Tak uscì dalla stanza.
Doveva essere passata un'altra ora, e il mio corpo era stanco di stare sdraiato, inoltre avevo un urgente bisogno di andare al bagno.
Ma non volevo farmi vedere dagli altri.
Mi diedi uno schiaffetto sulla fronte quando mi ricordai che potevo effettivamente andarmene senza che nessuno mi vedesse.
Quindi chiusi gli occhi e dopo pochi secondi, quando li riaprii, ero nel mio letto, a casa mia.
Dopo minuti e minuti di ripensamenti mi decisi ad andare a parlare con Yong Ho.
«Finalmente ti fai vedere» nella sua voce leggevo un tono di rimprovero.
«Solo perchè Mo Tak mi ha detto che era meglio che ti spiegassi come sono andate le cose, ha detto che anche a Moon è successa una cosa del genere, anche se non so cosa»
«So Moon è stato spogliato dell'incarico di Counter perchè aveva aggredito degli umani. È stata la stessa Wi Gen a proporlo al consiglio»
Moon aveva aggredito delle persone?
Non mi sembrava per niente da lui.
Ma poi mi ricordai di quello che avevo fatto.
«Non vuoi più che io sia un Counter?» gli chiesi perchè volevo che arrivasse direttamente al punto.
«Al momento sono molto combattuto. Non so cosa pensare»
«Ti posso assicurare che non volevo fargli del male; qualcosa è scattato dentro di me e... i ricordi sono molto confusi» ammisi alla fine.
«Questo non mi aiuta»
Continuava a sembrarmi dubbioso e quel suo sguardo puntato su di me stava cominciando a darmi sui nervi.
«Non so cosa mi sia preso, ma ti prometto che non succederà più»
Che giustificazione patetica, quelle parole non l'avrebbero mai convinto.
Ma non sapevo che altro dire.
«D'accordo, per il momento puoi andare. Ma sappi che d'ora in poi ti terrò sotto controllo»
Dopo che disse quella frase mi risvegliai a casa mia.
Tutto quello che stava succedendo mi sembrava così assurdo. Ci avevo messo giorni a prendere una decisione e adesso tutto sembrava star sfuggendo dalle mie mani.
In qualche minuti ero riuscita a distruggere ciò che avevo costruito dopo giorni e giorni di ripensamenti.
Adesso non sapevo come comportarmi.
Non mi sentivo ancora pronta ad andare a parlargli per scusarmi.
Lo avrei fatto l'indomani.
Purtroppo "l'indomani" era arrivato fin troppo velocemente.
Mi fermai davanti la porta; il locale era ancora chiuso, come diceva il cartello appeso fuori.
Presi un bel respiro ed entrai.
Erano tutti seduti al tavolo e non appena varcai la porta si voltarono verso di me.
Panico.
Mi bloccai.
Mi stavano fissando e io ero rimasta lì sulla soglia, immobile.
Il mio sguardo si spostò all'istante su Moon.
Il suo volto, nonostante quello che era successo il giorno prima, era immacolato.
La signora Chu doveva averlo guarito.
«Jieun» Mo Tak disse il mio nome come se non si sarebbe mai aspettato di vedermi lì quel giorno.
«Vieni, puoi sederti» si affrettò a dirmi Chu.
A quel punto io avanzai molto lentamente, con tutti i loro sguardi puntati ancora addosso.
Mi sedetti sull'unica sedia libera, accanto ad Ha Na.
Di fronte a me c'era Moon.
Non volevo vedere con che faccia mi stesse guardando, per questo tenni per tutto il tempo il viso rivolto verso il basso.
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