7~ Still

«But I still want you»

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Di lei ammirava ogni minimo particolare.

Ammirava la timidezza dei suoi dettagli: il modo in cui i suoi occhi si muovevano, il modo pacato in cui respirava, quelle labbra che stranamente sembravano sempre piegate verso l'alto, come se nella vita non avesse fatto altro che sorridere.

Ammirava il modo in cui le sue dita sembravano accarezzare ogni fiore, il modo in cui con ogni suo passo sembrava che danzasse.

Era la cosa più bella che avesse mai visto, la più eterea, era pura magia, la forma reale dell'Immaginazione.

Su quella pelle chiara avrebbe voluto disegnarci le stelle, per farla brillare, e poi l'universo intero.

Lo lasciava senza respiro e senza pensieri, gli lasciava solo sensazioni, sgomento, sospensione.
Ammirava la forma della sua essenza, non esisteva nulla di più sublime.
Lei era la Bellezza, era il suo Idealismo, era Amore: era un capolavoro.
E non c'era nessuna ragione per non ammirarla.

Eppure, al tempo stesso, quel suo modo di farlo sognare - quella sua inconsapevolezza- lo inquietava.
Gli faceva sentire le vertigini, lo agitava, lo confondeva, gli faceva frullare il cuore.
E quella sensazione gli piaceva da morire, da morirci all'improvviso.
Lo ispirava, gli faceva venire voglia di musica, di poesia, e ogni volta rimaneva sconvolto, attonito, tremante davanti alla splendida cacofonia delle sue emozioni.
Ne era assuefatto.

I fiori nel suo giardino sembravano fiorire sempre più meravigliosi, sempre più colorati, sempre più rigogliosi. Eppure non bastava.
Voleva donarle molto, molto, molto di più. Voleva donarle sé stesso, se non avesse avuto paura di non essere abbastanza.
Avrebbe voluto donarle il mondo, fiori di diamante, lacrime di luna, il sorriso delle stelle.

La voleva.
La voleva con una disperazione che lo terrorizzava, che lo vitalizzava: non aveva mai voluto qualcosa così intensamente, non aveva mai desiderato qualcosa in quella maniera, quel genere di sensazione non l'aveva mai provata.

Era stato elogiato, annientato, aveva provato la rabbia e il tormento, l'insoddisfazione, il dolore, la superbia, l'orgoglio, aveva provato la dolcezza, l'amarezza e anche la merda di questo mondo*, ma quel nuovo sentimento lo faceva fremere più di qualunque altro.

Osservarla da lontano diventava ogni notte più difficile.
Ogni notte lottava contro sé stesso e contro i suoi stessi impulsi, e quando lei spariva nelle tenebre, lui crollava esausto nel suo letto, un dolore sordo a martellargli le tempie.

Era una guerra tra sé stesso e la maschera che indossava.
E non sapeva chi avrebbe vinto.















* "The Last", AGUST D


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