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Giuseppe, Salvatore, Sascha e Stefano decisero di esplorare per l'ennesima volta l'edificio per trovare qualcosa con cui sfondare la porta della botola, anche se non sapevano cosa di preciso, perché nessuno di loro aveva un'idea su come sfondare una porta blindata.
Sascha e Stefano camminavano mano nella mano, ormai tra loro era tornato tutto alla normalità, hanno avuto tutta la notte per discutere dei loro ultimi dubbi, soprattutto del corvino, e appena finirono di discutere passarono una delle loro notti migliori, felici di essere ritornati insieme dopo quei pochi giorni in cui si sono separati.
Giuseppe e Salvatore invece guardavano ancora Stefano un po' storto, non si fidavano ancora totalmente, anche dopo che gli hanno spiegato come erano andate le cose, la fiducia dopo che va persa deve essere recuperata, non poteva tornare dal nulla, Stefano doveva recuperarla e dimostrarglielo, e ne era consapevole.
Decisero di andare nel 5 piano, un piano quasi completamente inesplorato da loro, ci andarono solamente una volta Scott e Cam quando ancora non si erano incontrati con loro.
Glielo aveva raccontato Cam una volta a Giuseppe, erano andati alla ricerca di qualcosa da mangiare, ma non avevano trovato nulla, e quando calarono le ombre decisero di passare la notte lì in una delle stanze, e la mattina successiva se ne andarono senza finire di controllare tutto il piano.
Iniziarono a cercare nelle prime stanze, ma erano uguali a quelle degli altri piani, e quindi non trovarono nulla di utile, tranne qualche barretta di cioccolato che mangiarono lì sul momento.
"Dividiamoci, noi finiamo di controllare le stanze di questo corridoio, voi andate più avanti, così finiamo di controllare il piano prima"
Disse Giuseppe dopo che uscirono dalla seconda stanza, mancavano ancora altre 8 stanze per quel corridoio.
Sascha e Stefano andarono nel corridoio successivo, lasciando Giuseppe e Salvatore da soli.
Iniziarono a controllare la terza stanza, tutte e due in silenzio, un silenzio pesante, che non sopportava nessuno dei due, sentivano il bisogno di riempire quel silenzio che li opprimeva.
"Allora, tra te e Cam è successo qualcosa?"
Chiese Salvatore mentre apriva un cassetto di un comodino, che ovviamente era vuoto come gli altri due delle altre stanza.
"Non è successo nulla, siamo stati un po' di tempo insieme da soli, quello sì"
Gli raccontò Giuseppe mentre si chinava a controllare sotto il letto, e ci trovo un piede di porco.
"Secondo te potrebbe servirci?"
Gli domandò Giuseppe mostrandogli quello che aveva appena trovato.
"Non penso ci possa servire per la porta blindata, ma non si sa mai, magari potrebbe tornarci utile"
Constatò Salvatore, allora Giuseppe lo mise nello zaino che aveva preso dalla base e uscirono dalla camera.
"Tu provi qualcosa per lui?"
Giuseppe capì subito che si riferiva a Cam, non sapeva perché si stesse così interessando alla sua situazione sentimentale, ma alla fine erano amici quindi non c'era nulla di strano.
"Sinceramente non ci ho mai pensato, certo è un bel ragazzo su questo non posso dire nulla, ma penso che lo conosco da troppo poco per essere innamorato di lui"
Giuseppe aveva un tono di voce calmo, non faceva trasparire nessuna emozione nel modo in cui parlava, e da quello il più giovane capì che quello che stava dicendo era veritiero.
"Te con Scott invece che intenzioni hai?"
Gli chiese il più grande guardandolo negli occhi per qualche secondo.
Notò che Salvatore si rabbuiò per qualche secondo, si fermò a fissare il vuoto smarrito, dopo scosse la testa e continuò a perlustrare la stanza.
"Non lo so, non riesco più a fidarmi di lui, però mi manca più di quanto voglia ammettere"
Il suo tono di voce non era triste, era il suo tono normale, ma si poteva sentire che era leggermente diverso, era quasi impercettibile, ma Giuseppe che lo conosceva ormai da anni riusciva a sentire queste sfumature nella sua voce, riusciva a capire quando qualcosa non andava anche quando lui voleva fare finta che tutto andasse bene. Era sempre stata la classica persona che si teneva tutto dentro e non ne parlava mai con nessuno, e poi esplodeva quando raggiungeva il suo limite.
"È normale, è la tua prima storia, anche io ho passato quello che stai passando tu adesso"
Gli disse guardandolo con uno sguardo compassionevole, sorridendogli, mentre gli ritornavano in mente i ricordi della sua prima storia seria.
"Raccontami sono curioso"
Lo incitò Salvatore mentre uscirono dalla stanza, che avevano finito di controllare mentre parlavano.
"In quinta superiore ho avuto la mia prima storia seria con una ragazza, si chiama Cassandra, andava nel mio stesso liceo, ma frequentavamo due indirizzi diversi, io lo scientifico e lei l'artistico. Ci eravamo conosciuti in una festa d'istituto, avevamo iniziato a parlare per un po' mentre bevevamo un cocktail e abbiamo iniziato ad uscire. Io ero perso per lei, e passammo alcuni mesi insieme, all'epoca li consideravo i migliori, stavo scoprendo cosa significasse l'amore e lei era una persona bellissima, sia dentro che fuori. Un giorno mentre ero fuori con dei miei amici nelle strade di Napoli la vidi in un vicolo mentre si baciava con un altro ragazzo"
Giuseppe si fermò un attimo, guardò Salvatore che gli stava dicendo di continuare, ormai era immerso nella storia e voleva sapere come finisse, non gliel'aveva mai raccontato ed era curioso di sapere tutto.
"Mi crollò il mondo addosso, non andai da lei perché ero disgustato, quella stessa sera chiusi la nostra relazione, non riuscivo più a guardarla senza che mi venisse da vomitare. Nei giorni successivi ero un po' triste ma nella mia testa non esisteva nemmeno una remota possibilità che la potessi perdonare. Dopo due settimane che ci eravamo separati la incontrai in un negozio, la intravidi solo per un secondo, ma bastò per scombussolarmi, da una parte non riuscivo a guardarla o a pensarla senza ricordarmi del tradimento, ma quando mi ricordai come mi sentivo quando stavo con lei mi veniva nostalgia, mi mancava quella sensazione che ti scalda il cuore, avere la certezza che hai qualcuno al tuo fianco che nonostante tutto è lì per te e ti aiuta ad affrontare i tuoi problemi"
Si fermò nuovamente per abbassarsi a controllare sotto il letto per vedere se ci fosse qualcosa, ma non c'era niente.
"E come hai fatto a superarlo?"
Domandò Salvatore con voce speranzosa, come se potesse uscire dalla bocca del più grande la soluzione per il suo problema.
"Tempo, all'inizio è dura, perché pensi al passato e ti mancano quelle sensazioni, ma con il tempo capisci che proverai di nuovo quelle sensazioni con qualcuno che si merita di più il tuo amore rispetto alla persona che hai amato prima"
Gli spiegò Giuseppe, le sue pillole di saggezza erano sempre molto utili per gli altri, infatti Stefano, Sascha e Salvatore lo chiamavano il vecchio saggio, perché aveva sempre un consiglio da darti.
"Quindi con il tempo passerà tutto?"
Disse Salvatore, Giuseppe gli sorrise come quando un padre consola il figlio e cerca di rassicurarlo.
"Con il tempo passerà tutto, sì"
Intanto Sascha e Stefano avevano appena finito di controllare tutte le stanze nel corridoio, prima di andare dagli altri due decisero di prendersi un po' di tempo per loro, Sascha afferrò per i fianchi Stefano e lo sbatté contro il muro e iniziò a baciarlo.
"Mi erano mancati questi momenti"
Disse Stefano ridacchiando e facendo un sorriso ammiccante.
Sascha sorrise senza dire nulla e continuò a baciarlo, Stefano sentiva l'eccitazione di Sascha il quale aveva iniziato a baciarlo nel collo.
Il castano si morse il labbro per non emettere un gemito e socchiuse gli occhi per qualche secondo.
"Sascha fermati, Salvatore e Giuseppe sono qui"
Sascha smise di baciargli il collo e lo guardò facendo una smorfia.
"Anche io vorrei continuare ma adesso non possiamo, conserva le tue energie per stasera"
Gli disse facendogli l'occhiolino e Sascha sorrise, si staccarono e uscirono dalla stanza per andare da Giuseppe e Salvatore.
Mentre camminavano Sascha tirò uno schiaffo forte sul sedere di Stefano, che subito si girò per lanciargli uno sguardo incazzato, e Sascha scoppiò a ridere.
Quando li raggiunsero decisero di tornare alla base, non avevano trovato nulla e non volevano sprecare altro tempo utile.
Mentre i quattro erano andati in esplorazione i tre fratelli stavano facendo colazione insieme.
C'era un silenzio imbarazzante tra di loro, sembrava che nessuno lo volesse spezzare.
"Ti ricordi quando ti raccontavamo le favole la notte prima di addormentarti?"
Disse Cam per cercare di togliere l'imbarazzo che si era creato.
"Mi ricordo che mi chiedevi sempre di raccontarti la favola di cappuccetto rosso"
Disse Scott mentre mangiava un biscotto.
La sorella fece un sorriso un po' ingenuo e le sue guance si arrossirono, si imbarazzava un po' di quello, un po' ingenuamente.
"Sì quella era la tua favola preferita, ne eri ossessionata, a tal punto che per la recita hai insistito talmente tanto che le maestre hanno deciso di farti cappuccetto rosso, e hai fatto cappuccetto rosso"
Disse ridacchiando Scott.
"Sì ero in fissa, adesso un po' me ne vergogno"
Disse con un tono di voce molto basso, quasi come se non si volesse fare sentire.
"Anche io ero in fissa quando ero piccolo con un cartone, i Pokémon"
Disse Scott e Cam iniziò a ridere, rico0rdandosi tutte le lotte che avevano fatto con le loro carte.
"Perché hai mentito agli altri dicendo che io e Stefano stavamo insieme quando non era vero?"
Chiese con un tono abbastanza calmo Scott.
Lydia distolse lo sguardo imbarazzata, non sapeva nemmeno lei il perché lo avesse fatto, e quella domanda l'aveva presa di sorpresa.
"Non lo so"
Disse sinceramente Lydia, non sapeva cosa dirgli, non trovava una risposta a quello.
"Come non lo sai?! Hai idea di quello che hai fatto?"
La calma che traspariva dalla sua voce era svanita e si fece spazio la rabbia, una rabbia infinita, repressa per tutto quello che era successo negli ultimi giorni.
"Scusa"
Sussurrò Lydia mentre Scott si alzava incazzato e uscì dalla stanza sbattendo la porta.
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