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Salvatore era riuscito a rimettersi in piedi e si era avvicinato nuovamente al portale.
"Salvatore"
Giuseppe era dietro di lui e prima di parlare aveva poggiato una mano sulla sua spalla come per fermarlo, Salvatore si era girato leggermente giusto per poterlo guardare negli occhi, Giuseppe era terrorizzato e preoccupato, si poteva notare dall'espressione che il suo viso aveva preso, quando il più piccolo aveva cercato di avvicinarsi al portale
"sta attento"
concluse prima che Salvatore togliesse, senza alcun risentimento, la mano dell'amico della spalla.
Toccò il bordo ruvido e violetto del portale, con delicatezza avendo paura di ferirsi.
Non capiva come aveva fatto a farlo spegnere, già altri di loro in passato l'avevano toccato ma ciò aveva recato maggiori danni all'ospite che osava toccarlo più che al portale stesso.
Dopo averlo ammirato per un lasso di tempo breve, il castano ritrasse la mano e dopo averci pensato qualche secondo, entrò nella stanza in modo lento e cauto, osservato da Cam e Giuseppe che erano a qualche metro da lui, pronti a correre per aiutarlo, ma si aspettavano esattamente ciò che si aspettava lui, qualche reazione strana del portale ma non successe niente.
"Tutto a posto lì dentro?"
Sussurrò Cam, facendo cenno con la testa alla stanza in cui era entrato.
Salvatore annuì senza neanche guardarlo e poi iniziò a cercare dentro i cassetti, riviste qualsiasi cosa, anche solo un singolo pezzo di carta che gli desse qualche indizio, sempre più velocemente e con più rabbia, strappando le pagine dai giornali e sbattendo per terra qualche oggetto per lui privo di qualsiasi utilità.
Giuseppe deglutì ma pensò fosse meglio lasciarlo fare, era meglio se si sfogasse in quel modo.
Cam non era della stessa idea, dopo essersi accorto che Salvatore stava esagerando si precipitò all'interno della stanza senza tener conto della paura che nel momento di salto tra il corridoio e la stanza, dove era posizionato il portale, aveva provocato in lui brividi in tutto il corpo.
Abbracciò Salvatore da dietro, era più una presa che un abbraccio, per trattenerlo dal divorare il resto delle cose presenti nella camera.
"Calmo."
Sussurrò al suo orecchio, togliendogli la lampada dalla mano destra e ricollocandola sul comodino davanti a loro.
Cam sentiva il dovere nei confronti di suo fratello di proteggere Salvatore in assenza del biondo, sapeva quanto Scott ci teneva e che se fosse successo qualcosa al castano Scott non se lo sarebbe perdonato.
Giuseppe era rimasto fuori, si era vergognato di non essere intervenuto prima che Cam lo facesse ma non aveva avuto troppo tempo per pensarci, pochi secondi dopo aveva notato dei fili bianchi che si confondevano con la parete, era appena sopra il portale e si collegavano ad esso, sembravano continuare in un'altra direzione perciò il ragazzo si decise a parlarne dopo aver notato per qualche minuto i dettagli.
"Ragazzi"
sussurrò continuando ad ammirare i fili
"dobbiamo andare"
disse.
Iniziò a camminare in modo felpato senza preoccuparsi di essere seguito dai compagni d'avventura, seguiva con lo sguardo il filo e girava tra i corridoi.
Salvatore, appena sentita la voce del più grande, si era liberato da Cam e aveva iniziato a seguirlo, cercando di non distrarre Giuseppe, sembrava troppo concentrato per farlo.
Altrettanto aveva fatto il rosso, che stava in fila indiana, dietro a Salvatore.
Giuseppe seguendo i fili li aveva condotti all'ascensore e dopo aver guardato dentro l'ascensore, si era accorto che i fili scendevano nella fessura fino al piano più basso, il seminterrato.
"Si va al seminterrato contenti?"
Chiese mentre entrava nell'ascensore.
Cam e Salvatore fecero entrambi delle smorfie, una di disapprovazione da parte del castano, e un'altra di terrore da parte di Cam; Ma nessuno dei 2 si rifiutò di seguirlo dentro l'ascensore.
Giuseppe schiacciò la s, e l'ascensore iniziò a muoversi, era molto raro trovarne uno che funzionasse davvero.
Si fermò dopo pochi secondi, in fondo la loro base è solo al 2 piano, primo se contiamo il piano terra.
I 3 si guardarono per alcuni istanti, e dopo l'ascensore si era aperto.
Poi Salvatore portò la mano davanti a sè e la rivolse verso il seminterrato guardando Giuseppe, invitandolo ad andare per primo.
Era stata sua l'idea perciò doveva andarci prima lui, e poi era lui quello responsabile no?
Cam iniziava a notare il comportamento freddo e distaccato di Salvatore che prima di uscire gli fece un sorriso a dir poco inquietante.
Sembrava come se il portale avesse prosciugato la sua anima e di lui fosse rimasto soltanto un corpo che parla, e si muove. Certo Sal era sempre stato quello definito senza sentimenti ma fino a un certo punto.
"Ecco qua"
Giuseppe aprì un contatore, che a prima vista sembrava quello della luce.
Una delle leve era giù ed era esattamente quella che si collegava ai fili.
"Sei sicuro?"
Gli chiese il rosso, prima che facesse qualunque cosa.
"Abbastanza"
Rispose posando la mano sulla leva.
"Dai muoviti"
Incalzò Salvatore che con velocità tolse la mano al più grande e tirò su la leva.
"Dovrebbe essere fatta, Cam va a controllare"
Disse Salvatore.
Cam rimase confuso ma annuì dopo aver rivolto un occhiata a Giuseppe, per dirgli di stare attento e si allontanò.
"I fili continuano"
Giuseppe indicò una serie di fili bianchi.
"Guarda qua c'è una mappa"
Gli disse l'altro.
Si avvicinò per vedere di cosa trattava, ci poggiò le dita tentando di ricordare qualche strada.
"Io so dov'è"
Sal lo prese per un braccio e s'incamminò verso l'ascensore che ormai era risceso dopo aver portato Cam di sopra.
Giuseppe fece una smorfia di stupore e si liberò seguendo il castano.
"È al terzo piano, per forza"
Schiacciò il numero 3, si stava agitando, mise le mani in tasca per riuscire a tenerle ferme.
Una volta arrivato si precipitò fuori seguito dallo sguardo confuso di Giuseppe.
"Si!"
Sussurrò il castano con gioia, aveva ragione, i fili bianchi che sembravano cavi, continuavano nel terzo piano.
Giuseppe sorrise e scosse la testa per poi riprendere a seguire i fili con attenzione, questi li portarono dopo qualche minuto davanti ad una porta blu blindata.
"Wow"
Sussurrò stupito Salvatore.
"Ci entriamo?"
Era euforico, come se non avesse mai fatto niente di più eccitante nella sua vita, iniziò a saltellare guardando Giuseppe mentre rideva.
Sembrava proprio un bambino.
Giuseppe scoppiò a ridere e si mise una mano davanti la bocca per trattenersi.
Salvatore lo guardò deluso, stava ridendo di lui ma la sua delusione svanì quando dei rumori definiti arrivarono al loro orecchio.
Sembravano armi che si ricaricavano, oppure leoni che ruggivano, in entrambi i casi i rumori facevano paura, tanto che i due si guardarono negli occhi e dal terrore iniziarono a correre verso l'ascensore.
Stefano e Scott ormai erano usciti da un bel po' prima di Salvatore e gli altri nel mentre nella base erano rimasti soltanto Sascha e Lydia.
Fino a quel momento Lydia stava dormendo, si era riaddormentata dopo poco mentre il corvino leggeva un libro con un paio di occhiali, che lo facevano sembrava quasi intelligente.
La ragazza si tirò su, mettendosi seduta, si passò una mano fra i capelli cercando di sistemarli, e alla visione di Sascha versione studioso scoppiò a ridere, attirando l'attenzione del diretto interessato.
"Che c'è?"
Chiese alzando lo sguardo verso la ragazza.
"Sei buffo"
Disse lei ridendo.
Sascha sbuffò, si tolse gli occhiali pensando al perché lui non potesse mai sembrare intelligente e posò il libro sul tavolino accanto a lui.
La copertina del libro recitava the Great Gatsby.
Forse fin troppo classico per uno come Sascha.
Si avvicinò alla cucina.
"Vuoi della camomilla? Thè?"
Chiese a Lydia mentre prendeva delle bustine.
"Si perché no?"
Disse.
"Dove sono Scott e Cam?"
Chiese poi realizzando la loro assenza.
"In missione"
Rispose breve il corvino.
"Scott è con Stefano?"
Chiese ancora.
Al corvino pareva che stesse iniziando a fare un po' troppe domande.
"Sì."
Rispose secco, cercando di farle capire che non voleva aprire l'argomento.
"Oh"
Il suo tono era dispiaciuto, non per lei o per Scott e Stefano ma per Sascha.
"Mi dispiace"
Sussurrò abbassando lo sguardo sulle sue dita, che giocavano con la coperta.
Sascha arrivò davanti a lei con in mano una tazza di Thè e un espressione confusa in volto.
"Perché?"
Gli chiese, poggiandogli la tazza tra le mani e tenendo l'altra, la sua.
La ragazza sospirò, voltando lo sguardo dall'altra parte per pochi secondi.
"Tu e Stefano state insieme non è vero?"
Sascha annuì, intimando ad andare dritto al punto.
"Quando ero fuori, io li ho visti"
Disse, senza spostare Lo sguardo dal suo Thè fumante.
"Hai visto chi?"
Chiese Sascha, inclinando la testa ancora più confuso, ma sapeva cosa stava per dire, aveva solo paura della conferma.
"Li ho visti baciarsi al quarto piano, in uno dei corridoi"
Sussurrò, deglutendo.
A Sascha cadde la tazza dalle mani e il suo viso diventò pallido.
"Lui ti tradisce"
Sussurrò in fine Lydia, dispiaciuta.
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