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Cam provò a vedere di nuovo di cosa era fatto il portale, anche se purtroppo lo sapeva benissimo.

"Se credete di essere immuni, prego!"
Disse, voltando la mano verso il portale ed invitando chi voleva usarlo a fare una prova.

"Non siete supereroi con dei poteri, siete umani, e gli umani muoiono a contatto con quella roba"
Stefano non sapeva perchè ma in realtà si sentiva al contrario di quella affermazione anche se consapevole di non aver niente di speciale rispetto agli altri.

i tre ragazzi sospirarono prima di allontanarsi.

Non era ancora il momento, avevano bisogno di più informazioni per poterlo fare.

Scott affiancò Stefano che per qualche ragione era quello che andava a passo più spedito.

"Che succede?"
Con tutto quel tempo con qui i due avevano girato insieme in quel edificio avevano creato una buona amicizia.

"Se loro rimangono dobbiamo accertarci che ci sia un modo per farli uscire"
Disse il moro convinto.

"Non lascerei mai mio fratello qui per sempre"
Era come se l'affermazione di Stefano fosse già ovvia per il biondo, che non  se ne sarebbe andato anche lui senza quella sicurezza.

"Bene, allora ci serve qualcosa simile ad un piede di porco"
Stefano sorrise, finalmente era d'accordo con qualcuno.

"Ma in mesi in questo posto non l'abbiamo mai trovato"
Scott sbuffò, sembrava fatto apposta per loro, ci mettevano sempre tanto tempo a trovare ciò di qui avevano realmente bisogno, e Scott era decisamente stufo di quella situazione.

Da quando aveva saputo del portale, era diventato più allegro, era davvero la sua unica  speranza.

Lui odiava il fatto di non poter essere libero, ed essere chiusi lì dentro non era proprio libertà.

"Proviamo al piano terra"
Disse infine al Moro che annuì.

"Hai parlato con Sascha vero?"
Dopo pochi di silenzio estenuante Scott decise di parlare, non con tono ovvio ma con compassione, lui capiva come ci si sentiva.
Era successo con Salvatore ma anche con Cam.
Stefano invece avrebbe ancora dovuto affrontare i suoi due fratelli, Salvatore e Giuseppe e in quel momento non aveva la forza di volontà per litigare nuovamente con qualcuno, specialmente loro, per le sue idee rispetto ad una scappatoia.

"Si, lui lo ritiene troppo pericoloso ma io... Io non voglio passare un minuto in più qui dentro e preferirei morire che doverci passere la vita in questo modo"
Spiegò brevemente il Moro, senza staccare gli occhi da davanti a sè.

"La stessa idea di Cam"
Rispose il biondo.

I due cominciarono a camminare nel corridoio appena si aprì l'ascensore.

"Dobbiamo essere veloci"
Disse Stefano.
Cominciarono a perlustrare stanze di tutti i tipi e trovarono qualche attrezzatura ma non quella adatta per poter aprire il portone gigante, forse la cosa più semplice era quella più adatta, il biondo trovò una cassa degli attrezzi e decise comunque di portarla in base, con qualche altro pezzo forse riusciva a costruire qualcosa.

Stefano vagava ma trovava le solite cose; vestiti, che ne erano già pieni.

D'altra parte del palazzo c'era Salvatore, intento a cercare informazioni su qualunque cosa, principalmente come uscire attraverso il portale.

Si muoveva con la mappa in mano e ogni tanto sbuffava, preferiva decisamente il GPS come faceva quando andava in vacanza, una delle cose che gli mancavano di più, oltre ai video, era la sua eccellente organizzazione, ma anche il controllo sui suoi progetti personali, i viaggi; ogni anno sceglieva con cura la destinazione e le località da visitare, sapendo di potersi aspettare di tutto, soprattutto cose nuove ed era così.
Ora, invece, si ritrovava con una mappa in mano che indicava i vari corridoi e ipotetiche stanze, oltre che laboratori, bagni, aule e altre cose.

Inizialmente voleva andare in qualche Aula di informatica, precisamente quella in cui andava di solito, poi camminando si rese conto di una cosa.

Il palazzo era grande e in totale ci saranno stati sì e no 34 aule informatiche, quindi perchè continuare a pensare che tutti i computer fossero collegati come un  unico server con le stesse informazioni quando gli altri o alcuni computer poteva essere client e quindi avere informazioni differenti, inserite, forse proprio quelle che cercava.

Poggiò la mappa sulla parete e cercando una posizione comoda iniziò a ragionare.
Dopo poco tempo la situazione era cambiata, si era praticamente sdraiato per terra e teneva per mano la mappa quasi come a lasciarla cadere, svogliato.

Iniziò con il cancellare quelle nel loro piano, era inutile controllarle.

Poi fece una selezione precisa di quelle che erano quelle più 'emarginate' cioè che non erano state messe a rischio, o state in posizioni scomode per battaglie e quindi lontane da problemi in cui le informazioni potevano rimanere protette.

Quindi i laboratori rimasti erano 3, il primo al 4 piano, mai visitato, il secondo al piano terra e l'ultimo in un piano inaccessibile, il 24.

L'ascensore purtroppo non arrivava fino a lì quindi era per lui piuttosto ovvio che le cose più importanti fossero nascoste lì.

Si alzò da terra e in quel preciso istante sentì dei passi arrivare, erano piuttosto pesanti, cioè di uno che non aveva paura di essere sentito, si rivelò essere un Sascha indaffarato con il muso per qualche ragione e come al solito tendeva a dire frasi fatte o ancora peggio stupide ma questa volta preferì tacere e continuare la sua strada, ignorando così il sorriso che Salvatore gli aveva fatto.

Lui decise di non offendersi anche se voleva così tanto farlo, non erano nelle condizioni di provocare altri litigi.

Vinse se stesso quando finalmente trovò il secondo laboratorio.

Spinse la porta, impolverata ed entrò dentro.

C'erano numerose scatole poste alcune sulla cattedra e altre vicino alla LIM, piene di fogli.

Sal rimase a guardarli per un po' chiedendosi se avrebbe davvero dovuto controllare tutti quei fogli da solo, poi si ricordò perché voleva farlo lui in solitudine; voleva ricordare i bei tempi di quando leggeva per arricchirsi il proprio patrimonio culturale, leggeva qualunque cosa pur di diventare più colto, gli piaceva capire la gente quando gli parlava di determinate cose e quindi non conoscerle gli portava un rammarico, di qui, a volte, non sapeva come liberarsi.

Nella stanza c'erano circa 20 postazioni per i computer, precisamente 19.

Intanto che li accendeva tutti e successivamente prese la prima scatola da controllare.

Erano stampe di file, di versamenti, assegni o vendite.

Altre riguardavano le regioni interessate del manicomio Hertin, i suoi reso conti.

Poi in un altro scatolone trovò Cartellette con nome e cognome di pazienti ma anche le faccende legali come le leggi in confronto di accordi o manicomi.

Fu in quel momento che Salvatore realizzò una cosa, non potevano essere in Italia, tutti i fogli erano scritti in inglese e il palazzo in cui erano era alto più di 24 piani, troppo alto.
Inoltre, la cosa che lo fece riflettere di più fu che in Italia i manicomi sono ormai illegali.

Dopo aver controllato ogni singolo scatolone gli sembravano passate ore.
E infatti era lì da quasi un giorno intero.
Nessuno si era preoccupato di cercarlo perché anche gli altri, chi cercava i pro per convincere gli altri che era una buona idea andarsene attraverso il portale e, chi invece sostenevano il contrario, erano troppo indaffarati per preoccuparsi di loro stessi o fra di loro.

Scott e Stefano non avevano trovato un bel niente nel piano terra se non una porta gigante chiusa con catene e lucchetti, Scott aveva provato a buttarsi sopra cominciando a tirare pugni per scaricare la rabbia e la tensione di quel periodo.

La sua vita e quella di Cam non erano mai state facili ma questa cosa sembrava proprio una scherzo della natura, come se lei gli ridesse in faccia, e allora pensava che forse Leopardi aveva ragione a considerarla 'matrigna'.

Presero l'unica cosa utile che riuscirono a trovare, una firma su un figlio riguardante un'uscita anticipata di un paziente che ritenevano utile per confrontarla con altre in futuro, se ne avessero trovate, e un estintore.

Tornando in base trovarono Sascha, in una stanza che la smontava,  tutta con la scusa che aveva bisogno di legna.

Quando Stefano gli chiese a cosa sarebbe servita lui rispose che era per coprire le finestre e che sapeva che quel furgone era lì perché qualcuno lì stava spiando, Scott non capiva di che furgone stesse parlando ma lasciò correre, inoltre Sascha sosteneva che doveva creare qualche trappola, e così Stefano non si permise di controbattere.

"E voi dove eravate?"
Gli chiese Sascha, dopo aver terminato la conversazione di poco prima.

"Al piano terra"
Scott fece cenno verso il basso, essendo uno dei piani più in basso.

"Si certo"
Rispose Sascha, con tono contraddittorio e una risatina.

Pensava che le parole di Scott fossero balle e che lui e Stefano avessero una relazione segreta, ormai lo aveva convinto Salvatore.

"Sai che c'è?"
Chiese, posando il martello sul letto, anzi lanciandolo.

"Io mi sono rotto, credete che non mi sia accorto delle vostre occhiate?! O del fatto che uscite di qui sempre insieme?! Se volete scopare in privato bastava dirlo!"

Urlò contro i due, era arrabbiato e più ci pensava e più gli sembrava di essere preso in giro da 2 idioti.

Ma soprattutto pensava di non meritare di essere trattato così.

Prima di uscire dalla stanza con in mano un piede di porco rivolse verso di Stefano uno sguardo di delusione.

Il Moro si girò dall'altra parte, gli dava fastidio che Sascha non si fidasse di lui e il fatto che fosse sempre così geloso di tutti. La doveva finire di comportarsi in quel modo.

Mentre lui cercava un modo per aiutare tutti, per Stefano il Corvino non faceva altro che pensare che lui lo stesse tradendo e per il moro era difficile da digerire il fatto che Sascha stesse sprecando il suo tempo così.

In una cosa che non sarebbe mai diventata reale, come lui e Scott, non sarebbe mai successo.

Scott invece non aveva mai visto un Sascha così incazzato, ma la sua vista si concentrò sul piede di porco, ed era esattamente quello che stavano cercando da ore, perciò ne avevano bisogno.

"Non mi interessa come farai ma fatti dare quel dannato piede di porco oggi"
Sussurrò il biondo, per poi uscire anche lui dalla stanza.

Giuseppe era rimasto in camera a controllare tutte le chiavette USB trovate nel laboratorio, tutto il giorno, chiavetta dopo chiavetta.

Aveva studiato la sua fotocopia della mappa per trovare un'uscita e si era fatto una marea di fogli con un sacco di appunti dopo aver letto e riletto tutti i file, fogli di word e studiato accuratamente la mappa.

Per l'ennesima volta, smise di camminare qua e là nella base con una matita in mano, che ogni tanto mordicchiava.

Si sedette nuovamente nella sedia girevole di quello che poteva essere considerato il suo nuovo studio, era da solo in quel momento.

Da quando era stato chiuso lì dentro aveva dovuto abbandonare la sua paura dei piccoli rumori e quella per la solitudine e aveva aumentato le ore di lavoro, già di quante non ne facesse prima.

Alla fine giunse alla conclusione che un'uscita esistesse tra la metà dei piani al lato est, per forza, e che uno dei ragazzi l'avesse trovata, secondo i suoi studi era nascosta in qualcosa incavo nel pavimento e grande circa un quadrato di un metro per un metro, ed era una delle zone che è stata perlustrata più volte da Scott e Stefano.

Si convinse quindi che il Moro e il biondo ne sapessero qualcosa e che stessero cercando proprio un modo per uscire da quella via.

Mise tutti i fogli a posto, che erano sparpagliati a terra, e decise di mettere in ordine anche le chiavette.
aveva usato uno dei computer portatili che aveva trovato nel primo laboratorio e così aveva deciso di tenerlo con sè.

Finita la ricerca la stanchezza aveva bussato alla porta di casa Greco, così senza cercare di negarlo o fare altro, Giuseppe si sdraiò sul suo letto e dopo poco tempo, Morfeo lo portò via con sé nel mondo dei sogni.

Quelli giorni erano Stati particolarmente duri, quindi addormentarsi dopo una giornata di lavoro intenso gli era riuscito veramente facile.

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