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Stefano e Giuseppe cercavano insistentemente delle bende;
Giuseppe si era fatto male tentando di entrare in un condotto dell'aria con scarsi risultati.
Stefano era pensieroso e affatto tranquillo.
"ho un brutto presentimento"
da minuti la testa di stefano vagava su Sascha,lui aveva già paura,ma ora la sua paura stava aumentando.
"Ste tranquillizzati,sto bene"
Giuse cercò di rassicularlo ma non sapeva che non era per lui che era preoccupato,sapeva molto bene che Giuseppe era in gran forma.
"non è per te papà"
ammise velocemente Stefano"sascha e Salvatore...ho un brutto presentimento
"Giuseppe si fermó girandosi velocemente verso di lui,Stefano alzò lo sguardo per guardarlo "cazzo" sussurrò Giuseppe; di solito quando Stefano aveva un brutto presentimento esso si realizzava
"io vado a cercare le bende" indicò un corridoio che proseguiva a sinistra "tu...cercali"
sembrava quasi un ordine però d'altronde lui era il padre del gruppo;
il più responsabile.
Stefano annuì osservando l'unica persona che li era rimasta allontanarsi.
Salvatore si risvegliò dal suo riposino pomeridiano.
Non era nella camera dove precedentemente stava dormendo.
Sembrava una specie di piccola farmacia.
Salvatore si alzò scioccato, chi mai l'avrebbe portato qui?
Inizialmente pensava fosse stato Sascha ma di lui non c'era neanche l'ombra.
C'erano vari scaffali,la stanza era grigia,trasmetteva tristezza.
Vide a terra il suo zaino,quello dove c'erano le bende e le bottigliette d'acqua,improvvisamente li venne sete,egli aprii lo zaino, dentro però non c'era niente, era completamente vuoto.
Cominciava a pensare di esser stato derubato,invece osservando bene la stanza vide le sue cose posate sopra un tavolino sempre del color grigio deprimente.
Aveva deciso di chiamarlo cosi.
bevve l'acqua senza consumarla subito.
Ricordando il suo compagno d'avventura mise tutto apposto per raggiungerlo ma presto cambiò idea, se dentro c'erano dei medicinali lui doveva recuperare i più utili.
Non si preoccupava nemmeno di chi l'aveva messo lì.
Prese vari medicinali che lui conosceva bene e anche qualche sonnifero, poteva servire anche come arma.
Mentre metteva le cose appena recuperate nello zaino sentì un clic di una porta che si chiudeva... a chiave.
Egli girò la faccia verso la porta della stanza e ci si catapultò per aprirla ma era chiusa.
Avevano chiuso lui dentro quella stanza solo.
"CHI DIAVOLO SEI EH?MI VUOI LASCIARE IN PACE?!"
Salvatore continuava ad urlare ormai disperato ma con scarsi risultati, nessuno rispondeva.
Giuseppe entrò nell'ennesima stanza.
La mano gli faceva sempre più male ma per ora aveva trovato solo un po' di disinfettante.
In quella stanza c'era un tavolino,sopra c'erano degli snack non consumati.
Giuseppe inizialmente era confuso.
Nessuno avrebbe lasciato una prelibatezza del genere incustodita.
Ogni tanto si controllava le spalle,era abbastanza a disagio,si sentiva così quando era solo, indifeso e insicuro.
Prese alcuni snack piccoli giusto per sazziarsi e li mangiò.
Notò anche un piccolo armadietto che ispezionó con cautela.
Infondo ad esso trovo le bende tanto desiderate.
Giuseppe rimase in piedi sorridendo come un ebete per minuti.
Aveva raggiunto due obbiettivi abbastanza importanti li dentro.
Aveva mangiato e ora si poteva curare.
Stefano correva con le poche energie rimaste.
Dopo essersi separato da Giuseppe scese delle scale che lo portarono al piano inferiore,da quel momento cominciò a correre urlando il nome di Sascha ma non lo trovava.
C'erano molti corridoio e come in un labirinto lui sceglieva sempre la destra.
Non si preoccupava di ispezionare le stanze,lui continuava a correre spedito.
Correndo vide una stanza,che sembrava più essere un ufficio,quindi decise di fermarsi un secondo a guardarla da fuori...zaini
Non si preoccupò di controllarli anche se ricordava di averli già visti.
Per una volta si fido dell'istinto girando a sinistra.
In quel corridoio c'era addirittura un ascensore, non funzionava ma c'era.
Stefano cominciò a camminare lentamente,sentiva una presenza,anche se non c'era nessun tipo di rumore.
Infatti guardando in una delle stanze a destra vide la faccia del suo migliore amico,a terra sanguinante,forse morto.
Stefano entrò velocemente nella stanza e si accasciò a terra,pianse,per una delle poche volte in vita sua pianse.
Vide il coltello insanguinato e capì che si era suicidato.
"SASCHAAAAA!"
stefano urlava "Nooo" negava, continuava ad urlare che non era possibile.
Sascha il ragazzo coraggioso,ambizioso non era riuscito a reggere la situazione,no impossibile!
Stefano decise di controllare il battito cardiaco del ragazzo.
Sorrise,fortunatamente era ancora vivo.
Lui poteva essere il suo salvatore.
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