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Salvatore quella notte non era tornato, aveva preferito passarla fuori in una delle numerose stanze, addirittura aveva pensato di non tornare, di cercare di uscire da solo ma poi ci ripensò e capì che era solo rabbia e non poteva davvero farlo.
Giuseppe era riuscito a calmarsi, d'altronde lui stesso non sapeva perchè teneva ancora cosi tanto  al piccolo, era stato  rifiutato, la sua opportunità era andata.

"Devo farmi perdonare" Sussurrò Scott in preda al panico.
Salvatore non era mai stato così distante da lui da quando lo conosceva e faceva fatica a credere che lui non si fidava di ciò che Scott provava per lui.

"No, non hai fatto niente" Disse Giuseppe sbuffando.
Scott si stupì al sentire che non stava difendendo il suo caro amico ma lui stesso, il che era davvero strano visto che lo odiava.

"Non si fida di te, è un suo problema"
Giuseppe tagliò corto non voleva girare troppo il coltello nella piaga.
Quello che intendeva dire però era che le relazioni sono basate sulla fiducia e se non c'è quella non ha senso andare avanti ma magari loro avrebbero pensato che lo facesse per gelosia, e non voleva che accadesse, non voleva essere umiliato ancora una volta.

"Che è successo?"
Chiese Sascha al castano.
Stefano era preoccupato della improvvisa collera di Salvatore,  e se avesse scoperto ciò che lui e Scott avevano trovato?
Lui pensava che li avrebbero etichettati come traditori e continuava a negare girando la testa.
Dovevano dirglielo il prima possibile, per lui non era affatto facile dire bugie, egli stesso le odiava e non sarebbe capace di perdonare un bugiardo, figurati su un eventuale uscita da quella che loro definiscono prigione.
Sascha lo strinse forte a se, non gli importava realmente cosa fosse successo, l'importante era che il suo ragazzo stesse bene.
Gli lasciò un bacio fra i capelli ripetutamente come per calmarlo mentre gli accarezzava la schiena.

"Mi dispiace"
Sussurrò Stefano nei confronti di Giuseppe.
Egli annuì, sorridendo leggermente.

Sapeva che il castano era sempre stato l'unico a capirlo e di certo era quello che apprezzava sempre lo sforzo che faceva per loro.

A quel punto stanco di stare sdraiato a contemplare il soffitto, Scott si alzò e raggiunse il tavolo degli snack.

"Voi dovreste mangiare per bene ed essere medicati"
Disse Giuseppe alzandosi anche lui e riportando il biondo sul letto che sbuffò sonoramente.

"Io mi occupo di Stefanino"
Disse Sascha che continuava a guardarlo con tenerezza.
Stava male.
Stava male perchè nel momento del bisogno della persona che ama egli non aveva potuto aiutarlo, doveva accorgersene prima e si malediva mentalmente per questo.

Cercarono di preparare un pasto caldo simile a una zuppa grazie al recipiente di Gas che Sascha stesso aveva trovato nella cucina.
Avevano messo dei fornelli, sempre e ovviamente rubati dalla cucina e ogni tanto, per questioni gravi facevano qualche pasto che non fosse cioccolata calda o the o caffè.
Nel mentre che la zuppa era in pentola, Giuseppe prese il kit medico di emergenza di quel posto e lo aprii.
Sascha si avvicinò, prese del disinfettante, delle bende, del cotone e visto che c'erano anche delle vitamine.
Entrambi curarono gli altri 2 cercando di stare attenti ma ovviamente Sascha aveva molta più delicatezza.
Mise la benda attorno il braccio del castano dormiente che un po' ancora si lamentava.
Prese la zuppa esattamente come Giuseppe e cominciò ad imboccare il castano che continuava a respingerla mentre il biondo la mangiava volentieri.

Cam era rimasto all'angolo con le cuffie nelle orecchie e il computer preso al laboratorio insieme a Giuseppe che non dava cenno ad accendersi.

Ci provava in mille modi ma alla fine non era proprio così pratico con la tecnologia, quindi alla fine decise di lasciare quel lavoro a Salvatore e prese anche lui a mangiare gli avanzi della zuppa che erano in pentola, il rosso era piuttosto affamato... Non mangiava da giorno ormai.

Rimase lì fermo a guardare gli altri 4, a osservare ogni dettaglio, secondo i suoi calcoli dovrebbero farcela per 6 mesi con le scorte che hanno.

Lui aveva iniziato la facoltà di medicina  a Londra prima di ritrovarsi qua, era arrivato al 3 anno perciò sapeva molte cose.

Scott invece stava studiando per seguire le orme del padre ed entrare nelle forze dell'ordine del suo paese, la Scozia e anche lui arrivò al 3 anno, se la cavava a capire i comportamenti umani, ad usare le pistole e altri tipi ma anche nel combattimento corpo a corpo.

I due fratelli insieme erano un ottima squadra.

Dopo aver finito di mangiare Scott fissò la moto, parcheggiata nel suo solito posto.
Era strano pensare che ad uno come Salvatore piacesse andare in giro in  moto.

"Non ha neanche preso la patente"
Sussurrò Stefano come leggendo i pensieri del biondo.

"Immaginavo"
Rise Scott, immaginando il più piccolo alla guida.

Sal girava ancora per i corridoi, era riuscito a trovare qualcosa oltre alle macchie di sangue che per paura decise di non seguire.

Trovò anche una doccia e dopo averla controllata per bene, decise di farsi un bagno con il sapone che aveva trovato in altri bagni dove però c'era solo il wc.

Capiva che la gente che stava lì non era molto igienica.

Aveva anche degli asciugamani rubati in qualche stendino trovato sul balcone, steso ma ancora pulito.
Si cambiò rimettendo gli stessi vestiti.

Non voleva tornare a casa ma ormai non aveva altra scelta.

Mentre tornava fumava una delle sigarette trovate accanto a Scott quando la libreria andava a fuoco.

Arrivato a casa aveva tutti gli occhi puntati addosso, si scusò e poi si caricò nel letto dicendo di essere stanco e che si sarebbe preoccupato l'indomani di comunicare ciò che aveva trovato.
Così egli si addormentò, stanco.

Mentre Sascha stringeva ancora l'amato per paura che scappasse.
Giuseppe era seduto alla scrivania a lavorare come suo solito, Cam faceva qualche esperimento visto che non riusciva a chiudere occhio e Scott aveva guardato Salvatore che dormiva per ore.

Poi si arrese e Morfeo lo portò via con se.

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