36
Stefano arriva nella loro "casa" apre la porta e si va a sdraiare nel suo letto, non curandosi di chi ci fosse, si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi, non aveva sonno, perché aveva appena dormito, però non aveva voglia di fare niente e quindi si sdraiò nel letto, per rilassarsi un po'
Sascha, che era in bagno, appena sentii il rumore uscì dal bagno con solo un asciugamano alla vita per vedere chi c'era, e appena vide Stefano che era sdraiato nel letto, andò da lui, non aveva neanche fatto in tempo a pensare di andare da lui che era già lì, alle spalle del suo amore
Non sapeva da quando se n'era andato, visto che si era svegliato e lui non c'era, e il fatto che Scott non c'era manco quando si fosse svegliato lo aveva preoccupato, in un primo momento non ci aveva dato troppo peso, però dopo un po', quando si mise a pensarci, iniziò a dubitare del fatto che da chissà quanto erano spariti, insieme, chissà dove, da soli, e la cosa lo aveva ingelosito e non poco, però vedendolo lì sdraiato, che sembrava stesse dormendo gli fece tenerezza e decise di parlargli quando si sarebbe svegliato
Gli diede un bacio sulla guancia e restò lì per qualche secondo per poi andarsene
Il castano era sveglio quando sascha gli aveva dato quel bacio sulla guancia, e non voleva che vedesse che fosse sveglio, non sapeva se sapeva che era sparito per un bel po' di ore, con Scott, si sarebbe fatto subito brutte idee
Si mise più comodo abbracciando il cuscino e chiuse gli occhi, cercando di dormire
Scott era quasi arrivato alla loro "casa" però si ricordò di aver lasciato la sua felpa nel laboratorio, così posò lo scatolone in una stanza lì vicino, e andò indietro per riprendersi la felpa
Salvatore dopo una mezz'oretta decise che era il momento di ritornare a "casa", aveva fame e lì avevano tutto il cibo, non era molto distante, aveva camminato per qualche corridoio poi era entrato in una stanza, che era uguale a tante altre stanze, sempre le stesse cose in tutte le stanze, si era sdraiato nel letto che c'era in quella stanza a pensare, al dove fosse andato Scott, se era con Stefano, se c'era qualcosa sotto, o se era solo lui paranoico, il suo migliore amico non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, gli diceva sempre tutto, prima di finire in questo posto.
Stette lì per una mezz'oretta, a fissare il soffitto bianco di quella stanza, scervellandosi del cosa stessero facendo, se erano da soli, se erano insieme, si era immaginato le cose più disparate, pure che di notte lì avevano rapiti, e dopo aver fatto questo pensiero, aveva deciso che era abbastanza, e che voleva ritornare per vedere se erano arrivati, e quando arrivò e vide Stefano nel suo letto che dormiva, tirò involontariamente un sospiro di sollievo, non fece neanche caso che sascha lo stava guardando, seduto in una sedia vicino al tavolo
"Sal"
Lo chiamò sascha, Salvatore scosse la testa e cercò con lo sguardo sascha per la stanza
"Si sa?"
Entrò e si poggiò alla parete
"Stai bene?"
Salvatore annuì leggermente con la testa
"Ci facciamo un giro?"
Disse sascha alzandosi dal letto, Salvatore, che non aveva tanta voglia di parlare annuì e uscì dalla stanza, seguito da Sascha.
Camminarono per i corridoi che ormai conoscevano come le loro tasche in silenzio, senza parlare, fino a quando Salvatore non spezzò il silenzio
"Quando è tornato Stefano?"
Salvatore si fermò in una stanza e si sedette nel letto che c'era in mezzo la stanza
"Poco dopo che ve ne siete andati tutti"
Disse sedendosi di fianco a Salvatore
"Secondo te Stefano e Scott erano assieme prima?"
Disse Salvatore guardando sascha
"Non lo so, forse si, perché?"
Sascha non capiva il senso di quelle domande perché si fidava ciecamente di Stefano
"Non lo so, ma ieri erano misteriosi, e poi sta mattina non c'erano"
Salvatore si sdraiò nel letto, e tutti i pensieri che fino a poco fa gli tormentavano la mente ritornarono
"Non sarà niente, magari ti vuole fare una sorpresa"
Sascha abbozzò un sorriso e si sdraiò affianco a lui
"E cosa dovrebbero fare? Non c'è niente"
Salvatore aveva iniziato a preoccuparsi, sascha girandosi vide Salvatore piegato su se stesso, e lo abbracciò
"Non preoccuparti, non succederà niente"
Scott rientrò a "casa" e aprendo la porta ritrovò un biglietto per terra, la piegò e decise che doveva leggerla Stefano, posò lo scatolone nel tavolo e andò nel letto dove c'era il castano che si stava svegliando per il frastuono dello scatolone, si stropicciò gli occhi e prese gli occhiali che stavano nel comodino, guardò la stanza e notò che c'era soltanto Scott con un biglietto in mano
"Cos'hai in mano?"
Gli chiese con la voce impastata dal sonno alzandosi dal letto e avvicinandosi a lui
"Leggila tu, è un'altra lettera"
Stefano prese la lettera e la mise in tasca
"Non qui"
Disse con un tono molto freddo e uscì dalla stanza, Scott alzando gli occhi al cielo lo seguì e prese due bottiglie d'alcool, Stefano andò verso la scala che porta in un giardinetto, non era molto grande, ma era ben tenuto, il prato era di un verde intenso, verde speranza, c'erano delle margherite e delle violette sparse nel prato, che davano un po' di colore, Stefano prese dalla mano di Scott in modo brusco una delle due bottiglie d'alcool e iniziò a bere, ne bevve vari sorsi, e continuò finché non ne bevve un quarto
"Vacci piano"
Disse Scott bevendo un sorso della sua bottiglia
"Faccio quello che voglio"
Stefano era stranamente freddo e arrabbiato, non sapeva neanche lui il reale motivo di questi sentimenti, semplicemente aveva voglia di bere fino ad ubriacarsi, bere e bere, ed è quello che fece, riprese a bere e bevve quasi tutta la bottiglia, iniziava a sentire un leggero mal di testa, Scott sorpreso dal comportamento di Stefano lo raggiunse
"Sei ubriaco, meglio che non bevi più"
Afferrò la bottiglia che aveva in mano Stefano, ma con uno scatto fulmineo ritrasse la bottiglia e guardò Scott
"Tu non mi impedirai di"
Non finì di parlare che vidi una persona all'entrata del giardino, ed era la stessa perso anche qualche giorno prima e che gli altri non vedevano mai
"Guarda lì"
Indicò il tizio che prontamente s'incamminò verso uno dei molti corridoi, e Scott quando si girò non c'era più
"Cosa?"
Alzò un sopracciglio confuso e Stefano iniziò a correre verso la direzione in cui ha visto dirigersi il tizio, e subito venne seguito da Scott, che sbuffò.
Riusciva a vedere dove girava e lo seguiva correndo più veloce che poteva, e Scott faceva fatica a stargli dietro
Continuarono a correre fino a quando Stefano perse di vista il tizio, e c'era un bivio davanti a lui, Stefano posò le mani sulle sue gambe e inarcò leggermente la schiena
"Ora mi spieghi perché ti sei messo a correre"
Disse con il fiatone Scott e raggiungendolo
"C'era un tizio, lo giuro"
Andò nella strada a sinistra e fino in un vicolo cieco, e in fondo a quel corridoio c'era la biblioteca, ci entrò sempre seguito da Scott e si guardò intorno
"Fanculo!"
Disse Stefano tirando un pugno contro uno scaffale pieno di libri, facendoli cadere
"Amico, calmati"
Scott cercò di avvicinarsi ma Stefano andò indietro mettendo una mano in tasca
"Stai lontano!"
Stefano urlava, non riusciva a calmarsi, prese la lettera dalla sua tasca e la appallotolò e la buttò per terra
"Fottuto stronzo!"
Buttò dell'alcool sopra la lettera appallotolata e prese l'accendino, e in meno di due secondi la incendiò
"Adesso ti senti meglio?"
Disse Scott sedendosi per terra
"Si"
La sua voce era come ipnotizzata, stava fissando la lettera che bruciava, guardava le fiamme crescere, come il foglio piano piano prendeva fuoco, e inavvertitamente gli cadde una lacrima, e poi un'altra, fino a che non iniziò a piangere e si buttò in ginocchio per terra e iniziò a piangere, singhiozzando
Scott sentendo il singhiozzare di Stefano lo abbracciò, e Stefano si lasciò andare tra le sue braccia, chiuse gli occhi e continuò a piangere contro il petto di Scott
"Sembro un pazzo"
Disse tra i vari singhiozzi Stefano, facendo fatica a parlare
"Non lo sei, sei solo stressato"
Scott gli accarezzava la schiena per cercare di calmarlo, e nel mentre la lettera raggiunse uno scaffale di legno, che iniziò a prendere fuoco, ma non se ne resero conto
"Non ce la faccio più"
Stefano sì asciugò gli occhi, ormai rossi dopo il pianto fatto e privo di alcuna lacrima
"Si risolverà tutto, vedrai"
Gli sussurrò Scott all'orecchio, e istintivamente Stefano si calmò.
La stanza si stava riempendo di fumo, e in poco tempo i due facevano fatica a respirare, la biblioteca stava letteralmente andando a fuoco.
Stefano non aveva più forze e non riusciva ad alzarsi, l'alcool stava facendo effetto, aveva un mal di testa atroce e il fumo non aiutava la situazione.
Scott si alzò e tese una mano a Stefano
"Dobbiamo andarcene"
Stefano afferrò la mano di Scott, che cercò di sollevarlo, ma nel tentativo cadde e si storse la caviglia, piano piano il fumo riempì i polmoni dei due, che svennero poco dopo
Giuseppe e Cam erano andati nel laboratorio a cercare qualche informazione in uno dei computer che ancora non avevano controllato in cerca di qualche informazione, mentre Giuseppe stava controllando i file dell'ultimo computer ne trovò uno che attirò la sua attenzione, era rinominato il portale aprì il file e iniziò a leggerlo
"Vieni qua"
Urlò a cam, che lo raggiunse subito a passo svelto, ciurioso
"Hai trovato qualcosa?"
Disse iniziando anche lui a leggere a sua volta
Per attraversare l'antico portale che si trova nell'edificio bisogna fare un rituale molto antico proveniente dai tempi più antichi greci
Improvvisamente il computer si spense e non riuscirono a leggerne di più
"Andiamo, forza"
Cercò di riaccendere il computer, ma non si accendeva più, Cam si avvicinò testando la sua bravura nell'informatica ma niente, i cavi erano collegati ma per loro sfortuna il destino aveva già deciso che non era giornata, si era rotto
"Dannato computer"
Disse alzandosi incazzato dalla sedia in cui era seduto
"Secondo te è vera la storia del rituale?"
Disse Cam preoccupato
"Non lo so, forse?"
Giuseppe era molto confuso e si grattò il collo, cosa che faceva quando stava pensando a un qualcosa di confuso
"Non mi piace"
Disse Cam
"Neanche a me"sussurrò Giuseppe sospirando.
Per farci perdonare un capitolo di 2000 parole.
Torneremo carichi come non mai.
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