11
"Ragazzi sveglia"
Salvatore e Giuseppe avevano beccato gli altri due amici a dormire abbracciati sotto il sole che sorgeva
"Che bel tramonto"
Esclamò Stefano
"Alba o crepuscolo"
Sascha lo corresse velocemente facendogli l'occhiolino nell'istante in cui Stefano si girò a guardarlo male.
"Alzatevi, ricomincia il viaggio"
Il più grande tolse le coperte ai ragazzi i quali si alzarono leggermente infreddoliti.
Salvatore era piuttosto tranquillo,molto di più del solito.
I ragazzi scesero con cautela le scale.
"Dobbiamo recuperare gli zaini"
Era fissato con il suo zaino
"Dobbiamo fare tante cose"
Rispose Giuseppe prendendo il suo zaino da terra dove precedentemente l'aveva lasciato
"Sappiamo la direzione del laboratorio"
Stavano organizzando uno schema
"penna e foglio, dobbiamo tracciare una mappa"
Le idee provenivano sempre da Giuseppe
"Tieni"
Stefano li porse una fascia piuttosto grande e una penna malridotta.
"le avevo trovate su una scrivania, sono le uniche cose che ho a disposizione"
disse Stefano il quale poi fece spallucce.
Giuseppe annuì e cominciò a tracciare con gli strumenti dati delle righe che segnalavano posizioni o percorsi.
"Ora ci dividiamo"
Cominciarono subito i primi piani
"No ogni volta che ci dividiamo ci mettiamo giorni per trovarci"
disse Sascha
"Si ma non con questi"
Salvatore porse a Stefano e Sascha un walky talky.
"Wow di sicuro con questo no!"
i ragazzi lo rigiravano continuamente fra le mani
"Copre un'area di circa 3km non allontanatevi troppo"
Le pretese di Giuseppe c'erano sempre.
"Infondo 3000 metri sono tanti"
Affermò Stefano calcolando
"Voi andrete alla ricerca di cibo, noi cercheremo altre fonti in questo posto, il luogo di ritrovo è il laboratorio"
le indicazioni erano state date, era ora di partire
Sascha aprí il suo zaino dando degli snack a Salvatore e Giuseppe
"ne avrete bisogno"
in quel momento sembrava serio,per una volta non scherzava su questi argomenti.
Giuseppe e Sal fecero alcuni passi, ma successivamente salvatore si girò verso i suoi rimanenti 2 amici
"Tutto apposto sa?"
chiese guardandolo con la testa leggermente inclinata.
Sascha annuì raccogliendo da terra il suo zaino.
Oggi era poco sarcastico, non parlava neanche con Stefano
"Andiamo"
sussurró intimando il compagno ad incamminarsi
Camminarono lungo il corridoio, infinitamente lungo, pensavano che avesse una fine ma codesta non si stava rivelando.
dopo pochi secondi trovarono delle scale che salivano,una volta arrivati sopra c'era una specie di piazzetta fatta in pietra con una fontana al centro
"sembra un illusione ottica"
Stefano annuí avvicinandosi all'acqua con delle bottigliette,Sascha lo fermó prendendogli la mano
"potrebbe essere contaminata, per quanto ne sappiamo"
Stefano si girò sbuffando però questo li permise di trovare qualcosa di meglio
"quella non è la cucina?"
fece un cenno con la testa e Sascha la osservò attentamente e li fece cenno con la testa di seguirlo lentamente, camminavano quasi inginocchiati.
"avresti dovuto lasciarmi morire"
sussurrò Sascha quando vicino alla cucina sentirono dei rumori "non l'avrei mai fatto"
Sentirono delle voci e Stefano sbadato cadde di sedere per terra.
"Ci siamo riuscendo alla grande!"esclamó una delle persone dentro la cucina,aveva una voce grave, si capiva che era un maschio
"Non usciranno facilmente da qui"disse un'altro
Dei bicchieri si toccavano, probabilmente un brindisi,non c'erano solo quelle due persone
"Entriamo"
disse Sascha alzandosi ma mentre si alzava Stefano li prese la mano tirandolo giù
"Sei scemo andiamocene via"
"Cazzo sta arrivando"
Stefano non se ne accorse, Sascha lo prese per il braccio e insieme si misero dietro un muretto,erano appiccicati, si guardavano senza fare movimenti, vennero distratti da delle persone nel corridoio che parlavano
"Dobbiamo cominciare ad intralciarli un po' di più"
disse uno che fumava un sigaro, erano vestiti da militari, il berretto secondo Sascha era molto figo, simbolo della loro importanza in una nazione.
Egli riusciva a guardarli poiché era lui a stare praticamente sopra di Stefano,cercava di non far vedere né i suoi lunghi capelli corvini né il ciuffo sporgente di Stefano
"Attiviamo le barre?"disse uno accendendosi anch'egli un sigaro
"Che sia fatto"l'altro che dava l'aria di capitano ghignó sorridendo allegramente
Quando le guardie se ne andarono perché erano state chiamate loro entrarono all'azione tornando indietro
"Prendi l'acqua veloce"sussurró Sascha al moro
Stefano si affrettó ad aprire lo zaino e prese tutte le bottiglie vuote, mentre lui le riempiva Sascha si assicurava che nessuno arrivasse.
"Finito"mise tutte le bottiglie dentro lo zaino
"Perfetto andiamo"corsero di sotto per raggiungere il laboratorio
Tutti e due avevano capito che se quell'acqua era lì era poiché era utilizzata dai militari, ció significava che era buona
Uno di loro uscì ma ormai il moro e il corvino erano scappati via alla velocitá della luce.
Stefano era più avanti di Sascha, era più veloce.
Delle barre fatte come celle delle prigioni si misero velocemente davanti a Sascha,egli si giró per tornare indietro ma ne comparse un'altra, imprecò e chiamò Stefano al quale gli sbarrarono la strada.
Erano divisa da delle barre e avevano circa 3 metri per muoversi
Stefano si accasciò al muro, lasciandosi andare a terra.
aveva il respiro affannato.
"Ecco le misteriose barre"
disse Sascha ridendo malinconicamente
"sapevano tutto, ci controllano... sempre!"
si alzò da terra e tirò un pugno al muro
"Calmati sa"
disse Stefano predendogli la mano
"A cosa mi serve calmarmi?"
chiese sedendosi praticamente vicino a Stefano.
Peccato che c'erano le sbarre
"A cosa serve alterarti?"
Stefano li fece l'occhiolino e con l'altra mano raggiunse la tasca destra, palpandola per individuare il walkitoki.
"Merda"
lasciò la mano a Sascha e si alzò in piedi, toccandosi ripetutamente ogni tasca.
"È la"
disse Sascha indicandolo con un dito,mentre il moro cercava Sascha si era alzato per aiutarlo in modo diverso nella sua impresa.
Stefano si mise le mani fra i capelli guardando dov'era finito l'unico oggetto che avrebbe potuto aiutare, mentre correva li era caduto dalla tasca.
Alla sua sinistra c'era la 'cella' di Sascha,alla fine della sua a 2/3 metri di distanza c'era il walky toky.
"Siamo fottuti"
disse poi buttandosi a terra con la testa fra le ginocchia.
Dopo poco singhiozzò
"Ehi non piangere"
Gli sussurrò Sascha
"riusciremo a recuperarlo"
disse poi guardando un carrellino poco distante da lui. era uno di quei carrellini pieni di cose per pulire quindi anche di manico di scope e forse passandone uno a Stefano sarebbero riusciti a recuperarlo.
Si alzò da terra pronto per la missione.
era carico di speranza, che svanì quando fallì a prendere la scopa.
il braccio era troppo corto, non arrivava a prendere la scopa.
per più volte che ci provava non ci riusciva.
Tornò a sedersi a terra massaggiandosi il muscolo del braccio.
"Siamo spacciati"sussurrò Stefano.
Lui aveva già perso le speranze.
era già stanco.
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