Capitolo 8


Per un attimo non percepì nulla. Sentiva solo il vento sprangarsi sulla sua faccia, non ebbe il coraggio di aprire gli occhi. Anche se non vedeva nulla fu come se riuscisse a vedere ogni cosa, anche quello che non aveva mai visto. Improvvisamente risentì delle voci, grida e il calore del sole.

Si fece coraggio e riaprì gli occhi e si accorse di essere dov'era già stata: si trovava sulla corsia numero tre e stava correndo, ma non dove prima di chiudere gli occhi! I borbottii incessanti provenienti dagli spalti la fecero tornare alla realtà e le fecero notare che si trovava esattamente dieci metri prima dell'ultimo ostacolo. Provò a cercare di capire secondo quale allineamento planetario ci fosse riuscita, ma non trovò risposta. Materializzò solo in quel momento di stare correndo e soprattutto che ora sapeva il tranello di Beatrice. Poi però si rese conto che anche se ne fosse a conoscenza, non sarebbe cambiato nulla perché ci sarebbe voluto uno stacco di gamba enorme per saltare quei due ostacoli. Valeva ugualmente la pena tentare. May, a pochi metri dagli ostacoli, prese sempre più velocità senza fermarsi e senza incertezza. Per la seconda volta fece il contrario della prima. Avrebbe rischiato, a costo di rimetterci una gamba.

Beatrice guardava dagli spalti preoccupata per il suo piano – Ma che cosa fa? Invece di rallentare, accelera?! A quest'ora avrebbe già dovuto essersi accorta dell'ostacolo...

-Va contro una gamba rotta e ha il coraggio di sorridere! È davvero strana quella ragazza- Mara compiacque Beatrice.

- C'è qualcosa che non mi convince- La reginetta strizzò gli occhi guardando May correre- C'è troppa sicurezza nei suoi occhi.

May intanto si faceva strada lungo la corsia accompagnata dai battiti di mani. Arrivò precisamente dieci centimetri dall'ostacolo e saltò. Per un instante le sembrò che il suo corpo avesse vinto la forza di gravità. Aveva preso la forza necessaria per slanciare le gambe abbastanza da superare entrambi gli ostacoli. Continuò a librarsi per aria sicura di riuscire a volare. Guardò sotto di sé e per un pelo non si accorse del terreno che si stava avvicinando. Durante il salto di May, tutti erano col fiato sospeso e nessuno parlava e quando toccò con il piede la corsia si scatenarono gli applausi. May era sicura di rimanere in equilibrio ma, purtroppo aveva preso troppa spinta e così fu costretta a fare più capriole e cadere per terra.

Ci fu ancora silenzio tra il pubblico ma gli applausi ricominciarono quando la ragazza si rialzò come nulla fosse e tagliò il traguardo. A May sarebbe piaciuto che tutti i presenti si fossero alzati in piedi soddisfatti e pronti a congratularsi con lei, ma gli unici che lo fecero furono il Prof Prior, i giudici della gara e la sua avversaria a cui strinse la mano. Gli altri si limitarono a continuare l'applauso.

Mentre il professore l'abbracciava, May guardò tra gli spalti in cerca dello sguardo di Beatrice: era verde di rabbia e divenne ancora più incandescente quando vide il sorriso soddisfatto di May. Lei e le sue ancelle si alzarono raggiungendo la classe e May le perse di vista perché in quel momento arrivò anche Luce ad abbracciarla.

Nello spogliatoio tutte le ragazze, a parte Luce ovviamente, ritornarono a trattarla nel modo freddo e distaccato di sempre. La sua fama di vincitrice che ha portato la scuola in finale era svanita molto più in fretta della sua fama come eroina protettrice dei deboli. Almeno la doccia fredda le stava schiarendo le idee. Cercò di fare in fretta anche perché le docce erano due e ovviamente a chi non potevano fare pressione per uscire se non a lei? in realtà non era dentro da neanche tre minuti ma già quelle avevano iniziato a guardarla spazientite.

Mentre faceva lo shampoo le ritornò alla mente tutto quello appena successo. Era stato solo un abbaglio oppure una semplice coincidenza? Era avvenuto una specie di miracolo. Aveva vissuto uno stesso attimo due volte. Ma la seconda era riuscita a farla andare nel verso giusto.

May si accorse che forse era il caso di uscire dalla doccia se non voleva finire sbranata. Per la fretta quasi non scivolò sulle piastrelle blu con cui era decorata la doccia ma aggrappandosi all'accappatoio appeso fuori che si mise all'istante, sventò la figuraccia. -Ho finito, a chi tocca?- Per poco non sbuffò ma cercò di essere il più sorridente possibile.

-Ragazze, credo sia ora di andare, si è fatto tardi. – Una delle tizie che la guardava in cagnesco per il posto doccia guardò l'orologio con una faccia stupita- Altrimenti il pullman ci lascerà qui! Ora era May a guardarla in cagnesco e quella ricambiò lo sguardo con un finto visino innocente.

Che arpie! May avrebbe voluto buttarle via a pedate personalmente ma si contenne: le avevano fatto pressione per tutti e tre i minuti in cui era riuscita a godersi un po' d'acqua fredda perché dovevano lavarsi, e ora se ne stavano andando così! Alla fine lasciò correre, non ne valeva la pena di ragionarci. Era più impegnata a rimuginare sulla corsa.

Almeno adesso lo spogliatoio non era invaso dagli sghignazzi. May per un attimo pensò di poter avere un po' di tempo in pace e si asciugò per poi rivestirsi. Ci mise un po' anche per ritrovare la sua sacca con i vestiti, finita "casualmente" dietro alle docce. Si stava per dirigere verso il fono per asciugare i capelli, quando il rumore della porta le fece intuire che i suoi attimi di calma erano finiti.

-Maybelline, giusto te cercavamo! – Beatrice sgambettò fino a May e per poco non scivolò salvata da Mara e Violetta, a causa del pavimento bagnato. Le uscì fuori solo un sorriso, cercando di trattenere le risate – Vi volevate congratulare? Scusa Beatrice, ma ora devo finire di asciugarmi, a dopo i ringraziamenti.

- Tu, piccola pazza- Beatrice neanche l'aveva sentita- Come hai fatto...

- A scoprire il tuo inganno? Sai non è stato difficile, hai trascurato solo un piccolo dettaglio – Le si avvicinò all'orecchio- Io non sono scema!

-Non è possibile! Con quanti soldi ti sei comprata la gara? Il mio piano era semplicemente perfetto, come ti sei permessa!

- Allora ammetti che sei stata tu a far aggiungere un ostacolo in più nella mia corsia? -Beatrice era stata colta con le mani nel sacco- Lo sapevo! Come hai potuto? Hai preferito la tua vittoria personale alla vittoria della tua scuola. Sei senza scrupoli, potevi rompermi una gamba lo sai?

- Ho sempre detto che avrei rivendicato il mio posto nella squadra. Oggi avrei dovuto correre io l'ultima batteria e non tu.

-Vai a parlarne col prof Prior. Non è colpa mia se ha scelto me e non te!

- se proverai a dire che ho truccato la gara, non vivrai dei bei momenti!- Nell'istante preciso in cui Beatrice prese May per una spalla, riapparvero le tre donne. Erano vestite esattamente come lei durante la gara. Avevano un fisico e un viso prestante e i muscoli delle spalle si intravedevano dal top a bretelline. Questa volta le due laterali erano mute invece di ridere di lei come sempre, la guardavano strizzando gli occhi. La terza camminava intorno a May per lo stretto passaggio ed era l'unica a parlare – Mi deludi, prescelta. Come puoi farti mettere in testa i piedi da un'umana? Pensavamo potessi fare di più...- Nonostante Beatrice avesse iniziato a parlarle a raffica, May non l'ascoltava più, la sua attenzione era rivolta a quelle tre – Forza, cosa aspetti? Reagisci, falle vedere la tua forza!

May cercava di non ascoltarla, ma la sua voce aveva uno strano elementale su di lei. più la donna le girava intorno, guardandola dritta negli occhi e più May si sentiva obbligata a fare quello che le diceva. Se la ritrovò dietro e quella le sussurrò nell'orecchio- Dimostrale che ha scelto la persona sbagliata per nemica, non si scherza contro chi è sotto la protezione della luce!

La donna le prese la mano e May non poté più opporsi. Le alzò la mano e la ragazza ebbe paura di quello che avrebbe potuto fare.

Per fortuna May e la sclerata di Beatrice furono bloccate dalla finestra che venne aperta violentemente dal vento, catturando l'attenzione di tutti. Bea e le altre urlarono per lo spavento e May si levò la mano dalla spalla. -Lo dicevo io, è una strega- Balbettò La reginetta mentre si allontanavano- Ricorda che non ho ancora finito con te. – Sbatterono la porta e corsero via.

Anche le donne erano sparite. May si mise a ridere ma poi si fece subito più seria: se non si fosse aperta quella finestra avrebbe potuto compiere una cavolata.

Luce arrivò saltellando dal bagno- Ehi May, andiamo insieme? Ho appena finito di asciugarmi i capelli- Poi si guardò intorno confusa- Sei ancora tutta bagnata! E le altre dove sono andate?

May sospirò sedendosi su di una sedia – Divertente come va il mondo, vero? Un attimo prima sei la loro ancora di salvezza e il secondo dopo non sei neanche il pavimento su cui camminano...

Luce si riattivò- Che ti hanno fatto ancora!? Se mi capitano tra le mani quelle tre...

May la calmò- Tranquilla, credo che se ne siano già pentite.

-Se ne sei così sicura... l'importante è che quelle si diano una calmata! Comunque ci andrò a parlare, devono capire che non sono le regine del mondo, tu finisciti di asciugare.

May annuì e Luce uscì dallo spogliatoio.

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