Capitolo 25
SPAZIO AUTRICE
Ciao amici!! Questo è un capitolo tutt'altro che di passaggio: molte verità verranno alla luce per Alan e Maybelline, saranno in grado di affrontarle e accettarle? Molti colpi di scena e ferite ancora aperte stanno per farsi sentire... Come reagiranno i nostri protagonisti?
Devo dirvi che ultimamente mi sto affezionando molto a Flora: la sua classe e delicatezza innata mi stanno conquistando, anche perchè sono qualità che sono sempre scarseggiate in me (come del resto in May😅). Fatemi sapere voi cosa ne pensate: sappiate che il vostro parere conta moltissimo per me, e mi piacerebbe sentire ciò che avete da dire e anche qualche consiglio!
Un abbraccio!
Belive in yourself. Always.
May non sapeva più se preoccuparsi per quel piano descritto così accuratamente da Robin, ma troppo facile da scoprire, o per l'importante compito di aprire il portale che sarebbe ricaduto tutto sulle sue spalle. Ad ogni frase le sembrava sempre di più di venire presa in giro dopo tutto quello che aveva saputo: a loro parere, il portele sarebbe dovuto essere in Grecia, ad Atene, precisamente nel Partenone- La più grande opera greca ancora in piedi, dopo più di duemila anni- Così l' avevano definita- e il perché è più che semplice: è una delle zone ad alto contenuto energetico, e caso strano per far sì che non portale si possa creare è necessaria un quantitativo notevole di energia.
Maybelline – è anche il luogo dove si era diretto mio padre...- quasi pensò che forse lui fosse ancora lì e che avrebbe potuto vederlo, poi però si tolse quella idea bellissima ma improbabile dalla mente.
-Quello è il secondo motivo- sentite quelle parole, May guardò con occhi scrutatori Robin: non poteva credere che avessero spiato tutte le mosse del padre con cura e non fossero a conoscenza del luogo in cui si sarebbe potuto trovare. O se fosse ancora vivo. Da come il piano era stato raccontato, sarebbe stata una passeggiata, apparentemente; sarebbero entrati di notte, ma ovviamente, essendo una delle principali mete di turisti, la sorveglianza sarebbe stata più del dovuto. Quindi, mentre May avrebbe cercato il guardiano e la chiave loro tutti avrebbero tenuto protetta la zona da ogni rischio.
May credeva di aver capito male: davvero pensavano che sarebbe stata in grado di trovare un guardiano, che tra l'altro nessuno sapeva che aspetto avesse, e farsi dare una chiave che non sapeva nemmeno usare?
La descrizione, non mutò Luke che non era convinto neanche un po'. Continuava a scuotere la testa e a spostare gli occhi da un fratello all'altro. -E qui entrate in gioco voi due- Robin indicò Luke e Flora- avremo bisogno di più gaiardiani possibili per proteggere il portale una volta aperto, altrimenti sarebbe facilmente intercettabile- con quella frase tutti intesero e non ci fu bisogno di altre spiegazioni. Luke sembrò leggermente più convinto, ma nulla gli levò un leggero cruccio delle sopracciglia.
Robin smise di parlare e la sala cadde in un silenzio tombale, era stato tutto chiarito e nessuno stranamente aveva da obiettare qualcosa.
-Ci sarebbe un'altra cosa...- Flora, sotto lo sguardo stupito di tutti, formulò una domanda interessante- May avrà bisogno dei guardiani per aprire il portale, ma come farà a trovarli?
Ryan batté le mani- Brava, acuta osservazione. I guardiani sono dov'è la dea, non importa dove ella si trovi. Sono legati da un patto sì sangue superiore al tempo e allo spazio. Quando ella proverà ad aprire il portale, si manifesteranno.
Flora non replicò, ma continuò a fissare Ryan dritto negli occhi senza distogliere lo sguardo.
Tutte quelle spiegazioni sembrarono sin troppo semplici e banali a May, che quasi si sarebbe tirata indietro all'idea di dover fare tutto da sola.
gli Aquarion furono i primi ad uscire discutendo: Luke era intento a rimproverare la sorella che continuava a borbottare. Poi Robin andò nella sala di controllo e infine toccò a May varcare la soglia; sapeva che appena si sarebbe seduta il suo corpo avrebbe ceduto e sarebbe caduta in un sonno profondo. La ragazza fece qualche passo in avanti verso l'uscita ma, percependo della tensione alle sue spalle, fece finta di seguire gli altri per poi nascondersi dietro la nicchia del portone.
-Alan, vuoi continuare a negare l'evidenza?- Ryan afferrò per il polso il fratello che a sua volta si liberò dalla presa con uno strattone con indifferenza- Non ti sembra strano che quella specie di maledizioni degli sguardi sia svanita così facilmente? Semplicemente perché quella non era una maledizione- Quel discorso scrollò via tutta la stanchezza di May, era completamente incredula.
- Tutta questa scena perché ho usato il saluto di noi gaiardiani- Alan si toccò erroneamente la fronte per il ricordo del bruciore provato al tocco della mano leggera di May.
-Tu sottovaluti il saluto di Gaia: rappresenta un patto di sangue, è utilizzato come giuramento indissolubile tra due persone, una volta fatto è impossibile da sciogliere. Quando due mani hanno già stipulato il voto, viene sempre ricordato il debito da saldare. Alan, questo significa che c'era qualcosa tra di voi, un conto in sospeso, che ora è stato sanato in qualche modo.
Alan si ricordò che il momento esatto in cui la maledizione era svanita di colpo era stata subito dopo che nel bosco May aveva usato i suoi poteri. L'aveva salvato senza pensarci due volte, e non l'aveva neanche ringraziata...
Alan per la prima volta comprese ciò che suo fratello cercava mano a mano di dirgli. Probabilmente se avesse detto tutto con una frase non l'avrebbe accettato così facilmente.
-Quindi stai cercando di dirmi che...
Anche May non l'avrebbe mandato giù con facilità, tanto era ansiosa di sentire il finale di quella frase che per evitare di cadere fu costretta ad aggrapparsi alla colonna portante del corridoio di fronte a lei. Aveva sventato la tragedia per un pelo: se fosse inciampata avrebbe fatto rumore e i due se ne sarebbero accorti. Appoggiata con le mani sul marmo si accorse che alla destra del corridoio c'era una porta socchiusa di cui non si era accorta. Che non fosse la sola ad avere ascoltato quella conversazione? Allungò il collo per dare un'occhiata e un tintinnio metallico improvviso riecheggiò fino all'orecchie dei due fratelli. May si pietrificò, guardò per terra e vide la chiave che fino a un secondo prima era appesa al suo collo. Si morse il labbro e si chiese perché si fosse staccata proprio in quel momento quando si sarebbe potuta rompere in qualsiasi altro momento.
-Aspetta, ho sentito un rumore- Ryan bloccò Alan, che con una smorfia confermò di aver sentito qualcosa anche lui. May percepì i passi del ragazzo avviarsi ad aprire il portone. Con uno scatto raccolse la chiave e i resti del ciondolo corse via maledicendo ancora la sua sbadataggine.
Alan aprì di getto la porta e controllò l'uscita, ma tutto taceva. I due fratelli si guardarono perplessi, qualcuno li stava ascoltando, ma chi avrebbe avuto bisogno di origliare?
Quel muro era abbastanza sottile da lasciar trapelare qualsiasi suono, per fortuna. Altrimenti non avrebbe potuto ascoltare tutte quelle informazioni. Erano fin troppo stupidi da prendere delle precauzioni prima di gridare al vento il loro piano, e lei era troppo astuta per farsi scoprire da quegli stolti. Ora sapeva dove si trovava il portale finalmente, ma quel corpo continuava ad essere sempre più scomodo ogni volta. Prima o poi non sarebbe più riuscita ad entrarci, perciò doveva prendere più informazioni possibili.
Dalia fece un ghigno malefico: si fidavano ciecamente di lei che non avevano estato a portarla con loro, il corpo perfetto. Purtroppo, con un cervello altrettanto intelligente, che prima o poi si sarebbe ribellato. Intanto però aveva preso due piccioni con una fava: non solo aveva scoperto i piani delle tre spine nel fianco, ma aveva visto la sua preda.
La Dea.
Dalia si stropicciò gli occhi. Volle sbagliarsi, ma in realtà sapeva che per nessuna ragione sarebbe dovuta nascondersi lì. Eppure, ancora una volta, non ricordava né il come né il perché delle sue azioni. Il vuoto più totale, c'erano dei veri e propri buchi nella sua memoria già da un po' di tempo. Più che spaventata, era preoccupata delle sue dimenticanze improvvise e di ciò che avrebbe potuto fare in quell'arco di tempo. C'era sicuramente una spiegazione ai suoi vuoti di memoria.
May poté finalmente sedersi e tirare un sospiro di sollievo. Sapeva benissimo quanto fosse sbagliato ascoltare le conversazioni altrui, ma quella la riguardava eccome: significava che lei e Alan si erano già incontrati prima? Si sdraiò completamente sul divano nella sala di controllo e tirò un grande sbadiglio.
Tutti sembravano comportarsi nella maniera più calma possibile e che non fossero sul piede di guerra: Robin era alle prese con qualche centralina difettosa. Mentre la riparava e Key1 uno gli porgeva attrezzi sconosciuti, arrivò Dalia con una tazza di tè fumante e i due iniziarono a parlare animatamente. Pure un cieco avrebbe notato del tenero tra di loro. May non aveva notato minimamente la presenza della donna a bordo, il che le suonò parecchio sospetto, ma decise per una volta di smettere di pensare il peggio delle persone. Luke era fuori: era affacciato alla ringhiera della prua e osservava pensieroso il mondo circostante che continuava a vivere senza accorgersi minimamente dell'Arcadia.
May sbadigliò per la seconda volta in modo molto sguaiato senza mettersi neanche una mano davanti alle labbra. Accorgendosi di quanto aveva appena fatto, ringraziò la sua fortuna perché nessuno avesse assistito alla una dimostrazione così poco femminile. Aveva gli occhi lucidi a causa dello sbadiglio e mentre se li stropicciava si girò e vide di fronte a lei Flora. La ragazza aveva il viso assorto e non le era spuntato neanche un sorriso. May sbiancò: era lì da molto prima che lei arrivasse e aveva assistito alla scena senza alterare il suo umore. Si mise subito in posizione eretta e composta come nulla fosse. Flora incarnava tutti gli ideali di bellezza femminile: nonostante i vestiti lerci e la faccia sporca, la sua grazia innata avrebbe fatto sfigurare qualsiasi modella. Occhi verdi a mandorla con lunghe folte ciglia, fronte distesa senza rughe ma sguardo concentrato, nasino all'insù e bocca rossa e piena. I lunghi capelli biondi e un po' arruffati incorniciavano quella visione letteralmente idilliaca. Per non parlare della postura con cui rimaneva seduta, l'avrebbe scambiata davvero per una principessa. May per un secondo si vergognò di sé stessa, lei non era mai stato un esempio di femminilità, sin da piccola era stata un maschiaccio: sopracciglia sempre corrucciate, capelli ricci mai a posto, sopracciglia folte naso lentigginoso e bocca digrignata. Sempre sgarbata e pronta a rispondere, mai seduta composta. Vedendola continuare a fissare il vuoto, la chiamò- Flora- Ella si svegliò da un incubo di scatto- Non ti ho ancora ringraziato, per il bosco intendo. Se non avessi usato il tuo elemento, non avrei mai fatto quello che ho fatto.
Lei quasi non le si prostrò ai piedi- Stai scherzando? Io dovrei essere a ringraziare te. Per me è un vero privilegio parlare con la Dea.
-Oh no, non ce n'è bisogno, davvero. - Disse Maybelline imbarazzata- Chiamami May.
-Sai, quando ero piccola ho sempre desiderato avere un fratello o una sorella- May sorrise al ricordo di lei bambina mentre chiedeva una qualsiasi compagnia- A essere sincera un po' vi invidio... la sintonia che avete, siete una famiglia sempre e comunque...
- È questo quello che sembra dall'esterno? - Flora era sorpresa- Non tutto è come appare da fuori. Sono probabilmente la figlia di una famiglia nobile cadetta di Gaia, o almeno è quello che mi hanno detto- Alzò la mano verso la piantina poggiata sul tavolino di fronte a loro. Era completamente secca, ma con l'imposizione della sua mano, divenne rigogliosa di nuovo. May rimase estasiata da così tanta bellezza. - La nobile casata Dell'acqua, gli Acquarion, mi presero con loro quando ero solo una bambina. Lì l'unico che mi si affezionò davvero e mi trattò come una sorella fu Luke. Siamo entrambi dei guaritori.
- Vuol dire, che riuscite a fare quella cosa con...- May cercò di mimare un po' goffamente quello che Dalia aveva fatto sulla sua ferita.
Flora rise- Si, più o meno è quello. Riusciamo a vedere l'aura delle persone, abbiamo sempre pensato che in realtà questo piccolo dono fosse un segno che ci univa.- Poi si girarono entrambe verso il ragazzo- Può sembrare un po' scorbutico alle volte, ma Luke non è cattivo. Cerca solo di proteggermi, infatti non si fida facilmente delle persone. È salito su questa nave solo per me, sono la sua unica famiglia. Ha ripudiato la sua vera famiglia per me.- Flora si sentiva in colpa, May glielo leggeva negli occhi. Mentre la osservava, notò un taglio lungo il polso, come se fosse stato stretto troppo.
- Se non sono indiscreta, come te lo sei procurata quello?
Flora si guardò il polso come si fosse dimenticata di averla- Questa è la prova che a Gaia la gente diversa non è accettata. May, stai attenta- La ragazza abbassò la voce- Gaia non è tutta rose e fiori come vogliono farti credere. C'è un lato nascosto che è meglio non conoscere. Perciò noi crediamo in te, siamo convinti che la Dea possa finalmente portare il bene.
A May vennero in mente un'altra volta le immagini del bosco: un'arena, il suono delle grida di una bambina. Le aveva avute prima di poggiarsi ad un tronco....- Flora, nel bosco, io ho visto qualcosa....- Flora guardò May come se avesse fosse stata scoperta con le mani nel sacco quando in realtà May non aveva detto ancora nulla- c'era un'arena ampia e piena di persone, le grida e il pianto di una bambina. A Gaia non venivate trattati bene, vero? Come avete fatto tu Luke a scappare?
Flora aveva le mani legate, nella sua mente si palesarono mille risposte ma neanche una sarebbe andata bene, sentiva di poter dire solo la verità- May, il vero motivo per qui siamo venuti qui...
-Flora, che cosa fai? Smettila di importunare la Dea. Se continui ad assillarla poi non ci aiuterà più.- Luke, senza che nessuno se ne accorgesse, era apparso all'improvviso dietro la sorella. Le mise una mano sulla spalla e Flora ingoiò tutte le parole che aveva trovato la forza di pronunciare. May era rimasta con il fiato sospeso, era stata per un momento ad un passo dallo scoprire qualcosa in più su Gaia. Da come si era ammutolita di colpo, la figliastra degli Acquarion stava per dire delle cose che non avrebbe dovuto. May non seppe stabilire se Luke avesse ascoltato o meno la conversazione, i suoi occhi erano vuoti, come se non potesse provare emozioni. Lei sapeva cosa aveva visto, ed era più che certa che quel pianto fosse di Flora.
- Luke, tranquillo, Flora non stava facendo nulla di male...
-May, cos'è quella ferita?- Flora interruppe May- sul tuo braccio destro.
Lei si guardò il braccio e sgranò gli occhi: la ferita che aveva cercato di nascondere si era riaperta senza neanche il minimo bruciore e ora il sangue scendeva copioso. Prestando attenzione alla ferita, la ragazza provò un bruciore allucinante che le fece quasi urlare.
Luke si catapultò davanti a May s'inginocchiò, e con una mossa fulminea strappò un lembo della camicia della ragazza e la mise intorno al braccio ferito, il sangue macchiò tutta la camicia. Il ragazzo senza parlare prese il braccio e guardò May negli occhi, lei guardò Flora senza sapere cosa fare.
Si chinò anche Flora e le fece cenno di attendere.
flora si concentrò e visualizzò prima la membrana extracorporea intorno alla ragazza di un bianco avorio, poi cercò l'aura. Era di un bel verde vivo e giallo sul capo, in prossimità del braccio era fumosa e senza forma. Immaginò lo stesso colore del resto del corpo e cambiò colore.
Quando levò le mani, la ferita aveva lasciato lo spazio ad una cicatrice abbastanza visibile.
- Com'è possibile che tu ci sia riuscita dal nulla? Sei una guaritrice, vero? Non hai usato nessun tipo di erba o medicina- May ripensò a Dalia: anche lei era una guaritrice, ma aveva utilizzato una strana miscela. Forse la spiegazione era che Dalia era una mezzosangue.
- si lo sono...- Fece la vaga- ma non è questo l'importante ora. Piuttosto, Com'è possibile che tu avessi una ferita del genere!? Non ho mai visto nulla di simile... un attimo fa non aveva nulla, solo un semplice livido.
Flora si consultò con suo fratello, che rifletteva in silenzio.
- Forse mi sono scontrata con un dannato e senza accorgermene ho riportato questa- May mentì, sapeva che non era quello il motivo, nel bosco non le avevano torto neanche un capello.
- Impossibile, riconosco il segno di un mezzosangue quando ne vedo uno. Se fosse stato così, saresti già morta dissanguata- Flora smentì il tentativo vano di May- Mi sbaglio, o tu stessa hai detto di aver sbattuto solo contro qualche albero?
May si morse il labbro, con quelle parole si era tradita da sola definitivamente.
Nessuna delle due aggiunse altro fin che Luke non prese la parola- è da un po' che ti osservo, e non ne ero sicuro, ma ora ne sono certo: non è la prima volta che hai queste ferite dal nulla. E quella cicatrice sulla spalla ne è la prova- Luke puntò il dito verso la manica leggermente scesa e strappata della camicia di May che si rialzò imbarazzata.
-C'è qualcosa che il tuo corpo non è in grado di reggere e probabilmente è come se non potesse reagire in altro modo.
-Esattamente- Luke concordò con le ipotesi di Flora.
-E cosa può essere?- May non seppe cosa aspettarsi dalla risposta a quella domanda senza senso.
- esiste solamente una cosa che è talmente nuova per te da poter aver provocato questa reazione: l'uso consapevole dei tuoi poteri.
May rimase paralizzata con gli occhi dispersi nel vuoto: com'era possibile ciò? Senza i poteri non avrebbe potuto aiutare nessuno. Non era più la dea. Si era abituata così facilmente che ora le risultava strano credere il contrario.
-è impossibile, Luke!-Flora era sconcertata- La Dea è Nata per poter usare la Luce!
- Lo so Flora, ma non posso fare nulla per ora. La Vera domanda è: perché il tuo corpo rifiuta i tuoi poteri?
- Quindi fin che non sapremo la verità, non potrai usarli o solo il minimo indispensabile- Alan era sbucato tra Flora e Luke con una spada in mano. May la guardò, era quella con cui l'aveva salvata la prima volta. Senza preavviso la lanciò alla ragazza che l'afferrò fortunatamente al colpo.
- Quindi è ora che tu impari a difenderti da sola.
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