Capitolo 13
"Ciao Karen, anche per me non è un piacere rivederti!" Alan guardò la persona entrata nella stanza con un senso di superiorità .
"Dammi la ragazza e me ne andrò senza combattere".
Quella proposta a May non piacque per niente, né tanto meno la bocca da cui proveniva. Dal momento in cui era apparsa nella sua visione, May aveva capito che le avrebbe messo tante volte i bastoni tra le ruote.
Poi si ricordò delle voci e delle risate malefiche nel suo sogno: dicevano che qualcuno o meglio dire "lei" la stava venendo a prenderla. Era sicura che si riferissero proprio a lei quelle voci. Di avere un conto in sospeso, una battaglia senza vincitori né vinti. Forse era per questo che la cercava? May non disse una parola ma non si nascose dietro ad Alan, anzi, gli rimase impavida accanto e non si spostò di una virgola.
lui non avrebbe mai acconsentito, non sapeva il perché ma aveva fatto di tutto perché rimanesse intatta e non avrebbe lasciato che quella lì la portasse via con sé. No, forse anche a lui serviva per uno scopo. Lei si sarebbe protetta comunque da sola, come aveva sempre fatto.
"Tu credi davvero che dopo tutto quello che ho fatto te la lascerò portare via? Ne andrebbe della mia incolumità se non la salvo!" Alan era più aggressivo e si era sbarrato davanti a May.
"Ok, come vuoi" Karen sfoderò due forconi grandi come pugnali e andò velocemente verso di loro:" Ero preparata a questa risposta" La ragazza cercò di colpire Alan ma lui la respinse con la spada che si era appena materializzata da un piccolo fulcro sfoderato dalla sua cintura.
Iniziarono a combattere.
La loro era una battaglia fuori dal comune: lui riusciva a fare salti impressionanti, come se battesse la forza di gravità, lei faceva dei movimenti velocissimi, scattanti. Maybelline si sentiva invisibile. Era lei la causa di tutto questo e veniva messa da parte, come un oggetto.
Karen toccò Alan con uno di quei forconi ardenti e lui urlò. Quel grido di dolore lo fece risvegliare dal torpore in cui era caduto, richiamò le forze e scaraventò la spada verso Karen che la schivò abilmente.
"Mancata!" la ragazza rise poi guardò Alan che sorrise. Non si era accorta che la spada aveva creato un'onda di vento che la scagliò sul pavimento.
"Il mio intento non era quello di colpirti" Alan la guardò soddisfatto.
Lei fece per contrattaccare ma May gridò:" Basta, non sono un oggetto che potete litigarvi!" Poi si rivolse a Karen:" Se vuoi combattere con qualcuno, fallo con me!"
Lei si rialzò subito:" Seguirò il tuo consiglio" Come era successo prima, fece uno scatto e arrivò dietro di May, le mise il forcone al collo e le sussurrò nell'orecchio:" Ma non ora".
Alan corse verso di loro come una furia:" May!". La ragazza alzò lo sguardo: quel richiamo le levò il fiato più dell'arnese che aveva al collo. Come faceva a sapere il suo nome? Non sapeva neanche perché si fidasse di lui. Come sapeva se il ragazzo era dalla parte giusta? Come faceva a sapere se lei stava seguendo la parte giusta?
Alan le aveva quasi raggiunte quando Karen alzò la mano e lui cominciò a librare nell'aria come se qualcosa lo tenesse per il collo. May andò nel panico, si sentiva ancora impotente e non poteva fare nulla per aiutarlo.
"Guarda come il tuo amichetto si frantumerà le ossa" Karen con un ghigno alzò ancora il braccio e Alan finì contro il piedistallo dello scheletro.
Era un po' tramortito per la botta alla testa ma non aveva perso conoscenza. Incominciò a credere alle parole di Maybelline e guardò in alto: per fortuna anche lo scheletro aveva retto bene allo schianto.
La stanza fu invasa dal silenzio.
May cercava il momento buono per agire ma ancora non sapeva esattamente cosa fare, rimase immobile finché Karen non cercò ancora di soffocare Alan. May entrò in azione e si sganciò da quella presa asfissiante correndo a perdifiato verso il ragazzo. Era quasi arrivata alla meta quando vide sopra di lei uno dei due forconi dirigersi proprio verso le ossa, conficcandocisi. Sentì un tocco gelido e si girò guardando dritto negli occhi di Karen. Lei la spinse per terra:" Mi aspettavo di più da te, evidentemente mi sbagliavo".
Karen cominciò a ridere di gusto mentre le ossa incominciavano a cedere. May era per terra e nella sua mente il tempo si era fermato, conservava i secondi per capire cosa fare. Il ragazzo era disteso sfinito sotto le ossa che presto gli sarebbero cadute sopra. May cercò di convincersi di non poter far nulla. Non poteva o non voleva? Questa frase la consumava. Eppure, sentiva di doverlo aiutare, gli doveva qualcosa.
Doveva fare qualcosa.
Doveva.
Tutto quello che riuscì a emettere fu un grido. Voleva con tutta sé stessa che quelle ossa non fossero un problema, che smettessero di cadere. Si sentì di colpo leggera, chiuse gli occhi e poi li riaprì.
Miracolosamente le ossa erano sparite.
May si alzò di scatto con il fiatone, come era sparito lo scheletro in così poco tempo? Lei aveva solo chiuso gli occhi e desiderato che lo scheletro smettesse di cadere, che il problema sparisse. Karen era a qualche metro da lei:" Tu..." era pallida, lo sguardo tumefatto puntato su di lei. May indietreggiava sempre di più mentre Karen le si avvicinava. Si ritrovò contro il muro e Karen le sbarrò la strada pronta a cogliere nel segno. May cercò qualcosa in torno per difendersi e notò di aver appoggiato la spalla sulla spada del ragazzo conficcata nel muro: afferrò l'oggetto tirando con tutta la sua forza cogliendo di sorpresa Karen. Riuscì appena a bloccare il colpo con il forcone. May cercò di colpire ancora con la spada scatenando il vento come faceva Alan, ma non ci riuscì. La scosse verso l'avversaria ma non ottenne il risultato del ragazzo:" Come io credevo che..."
Karen le afferrò il polso divertita:" Ti ho ancora sopravvalutata ma sei solo come tutte le altre". Cominciò a farle forza sul polso portandole la spada sulla gola. May opponeva resistenza ma non avrebbe resistito ancora per molto: in quel momento vide Alan alzarsi.
Lei aspettò una risposta, un segno.
Il ragazzo, come se non avesse ferite, la guardò intensamente e accennò appena ad un cenno d'assenso. May capì subito ciò che doveva fare, senza bisogno di parole. Riportò la lama sul collo di Karen e la trafisse con lo sguardo. Ora la ragazza la fissava con superiorità costringendola ad arretrare verso Alan. Karen notò negli occhi di Maybelline qualcosa che prima non c'era, si era acceso un fuoco che bloccava anche lei.
Adesso la ragazza camminava a passo veloce e deciso, si fermò pronta a colpire credette Karen, ma il fuoco d'un tratto si spense. May abbassò la spada e arretrò. La ragazza poteva ucciderla, Karen era ormai disarmata grazie al colpo inflitto da Maybelline che le aveva fatto perdere l'ultimo forcone. Karen colse il momento di confusione per disorientarla ancora:" Che fai? Forza fallo! O vuoi dirmi che hai paura?"
Alan osservava la scena in silenzio ma sapeva, che prima o poi sarebbe dovuta intervenire. May non rispose alle provocazioni, rimase immobile altrimenti non sarebbe riuscita a contenere la sua ira. Karen aspettava il momento buono per usare il suo elementale, lasciò che la mano generasse piano del fuoco così avrebbe potuto colpirla.
Il ragazzo capì che era arrivato il momento di intervenire, ma non lo fece. Era curioso di sapere come avrebbe reagito. Voleva capire fin dove riuscisse ad arrivare. O magari voleva solo convincere sé stesso.
Karen alzò la mano ma qualcosa le oppose resistenza. May non capiva come, ma era riuscita a trattenerla e a prendere tempo. Non resisté molto: cercò un modo per contrastare la fiamma ma allentò la presa, priva di forze. Alan senza pensarci due volte corse verso Karen e la colpì con un pugno alla schiena provocando un'onda d'aria che aumentò la forza del colpo. La ragazza cadde al suolo tramortita.
May rimase fissa su Karen dolorante: ancora non credeva a ciò che aveva fatto. Alan la scosse:" Sbrigati dobbiamo andare via prima che si rialzi e riprenda coscienza"
"Si ma..." La ragazza era ancora stordita.
il ragazzo la prese per mano e la trascinò correndo verso una vetrata spaccata. Entrambi si affacciarono: lui per controllare se fosse abbastanza alto per saltare, lei per auto convincersi che non sarebbero morti da quell'altezza. Maybelline, dopo aver decretato quel punto estremamente troppo alto, sbraitò contrò Alan:" aspetta un attimo, non dirmi che vuoi saltare dal quarto piano?!"
"Fermi!" Karen si era rialzata e era alle loro calcagna.
"Abbracciami" Alan non aveva ascoltato May per niente.
"Cosaa?! Non ci penso proprio, ti conosco da troppo poco. E poi non mi sembra questo il momento adatto". Non le diede il tempo di protestare che la prese in braccio e si buttarono. Fu inutile gridare di farla scendere, oramai stavano precipitando nel vuoto.
Karen si affacciò:" Vi avverto non finisce qui! La battaglia è appena cominciata!".
SPAZIO AUTRICE
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia ;) Al prossimo capitolo!!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top