29. Bisbetica
Maya
Quella mattina c'era un trambusto tremendo per i corridoi della scuola. Per quel poco che avessi capito, era avvenuta una rissa tra due ragazzi online, che si sarebbe conclusa di persona proprio quel giorno. Onestamente, la cosa mi faceva vomitare. Odiavo la gente che si picchiava solo per mostrarsi forte davanti agli altri, come odiavo allo stesso modo quel branco d'idioti che si riuniva in gruppo per assistere alle violenze consumate nel cortile della scuola. Ragion per cui, oltrepassai il gruppetto di ragazzi riuniti in cerchio e mi diressi dritta verso il corridoio, mordicchiando il labbro con aria nervosa. Trascinai i piedi verso l'armadietto, trovando già Hailey davanti ad esso che parlottava a bassa voce con Chloe e Clara. Mi schiarii la voce, sperando che questo servisse per farle spostare, ma ovviamente non ero riuscita nel mio intento, perché parlavano ancora in modo fitto. Ruotai gli occhi e incrociai le braccia, schiarendomi di nuovo la voce. «Buongiorno. Di cosa si parla? Vedo che l'oggetto della discussione è molto interessante, visto che non mi avete neanche notata.» sussurrai, facendomi spazio tra di loro per aprire il mio armadietto.
«Del fatto che ieri i nostri fantastici fidanzati hanno ben pensato di non farsi sentire per tutta la notte. Jamie si è almeno salvato da questo fatale errore?» chiese Clara, sospirando.
Ridacchiai, infilando i libri dentro l'armadietto. «Oh, temo proprio di no.» borbottai, sbattendo l'armadietto con forza.
Hailey storse il labbro, mordicchiandolo. «E, a giudicare dai tuoi movimenti bruschi, neanche tu sei molto contenta per questa cosa. Come avete intenzione di reagire?» chiese, guardandoci.
Chloe alzò le spalle, perplessa. «Penso di fare un discorso con Archie, in modo civile. Capire i suoi punti di vista e venirci incontro in qualche modo.» borbottò, sorridendo dolcemente.
Scossi la testa, mettendo un braccio intorno al suo collo. «No no, amore mio. Non è così che ci si fa valere. Devi prima cercare di essere calma, vedere quale stupida scusa hanno inventato per scamparsela, e poi tac!» esclamai, facendola sobbalzare, «reagire di conseguenza.» aggiunsi, assumendo un'espressione determinata.
Chloe mi guardò con una punta di timore, schiarendosi la voce. «Io non vorrei essere al posto di Jamie, comunque.» sussurrò, allontanandosi lentamente dal mio abbraccio.
Clara storse il labbro, appoggiandosi all'armadietto. «Io sono una furia! Alex mi aveva promesso che mi avrebbe scritto una volta tornato a casa, invece niente! Sono stata tutta la notte in pensiero, spaventata che gli fosse successo qualcosa di brutto.» mormorò, mangiucchiandosi le unghie.
Hailey rise, annuendo. «Benvenuta nel club. Questa è la seconda volta per Jason, non la passerà liscia. Stavolta gli trituro le palle e le do in pasto ai miei cani.» ringhiò, facendo spalancare gli occhi di Chloe in un'espressione spaventata e schifata allo stesso tempo.
Sorrisi, prendendo il telefono e andando su Instagram. «Ragazze, la nostra rivincita è appena cominciata.» dissi fiera, notando Jamie e i ragazzi entrare con aria assonnata. Si avvicinarono, causando una reazione a catena tra noi ragazze. Nonostante stessimo ribollendo dalla rabbia, cercavamo in ogni modo di rimanere tranquille e serene. Addirittura, mi era sembrato di vedere spuntare un lieve sorriso tra le labbra di Hailey.
Jamie si avvicinò, appoggiando una mano sui miei fianchi e dandomi un leggero bacio sulle labbra. «Buongiorno, amore.» disse dolcemente.
Sorrisi, guardandolo. «Buongiorno. Mi sei mancato così tanto ieri sera, come mai non ti sei fatto sentire?» chiesi con dolcezza, notando che le ragazze mi guardavano con sguardo confuso.
Jamie mordicchiò il labbro, sospirando. «Ehm... siamo andati a letto presto, tipo alle dieci...» borbottò.
Annuii, prendendo i libri e mettendoli nello zaino, per poi smanettare con il telefono. «Ah, davvero?» chiesi.
Lui sorrise, annuendo. «Certo, amore. Perché dovrei mentirti?» mi chiese curioso.
Girai il telefono nella sua direzione, sorridendo falsamente. «Perché questo locale alle dieci è ancora chiuso! Falso!» dissi bloccando il telefono e andando via.
«Maya, ehi... aspetta!» urlò, facendo voltare qualche studente curioso, perfino Kevin. Non mi voltai, andai dritta nella classe di chimica, a passo spedito.
Presi posto nella classe, sistemando il camice sul corpo e mettendo gli occhialini di plastica rinforzata alla testa. Kevin saltellò verso di me, prendendo posto nel mio tavolo e sistemando le boccette con aria allegra. «Ti va di lavorare insieme, oggi?» chiese, facendo poi adagiare il suo camice sulle spalle.
Lo guardai sottecchi, schiarendomi la voce e dando un'occhiata agli agenti chimici che venivano esposti prima della lezione. «Vuoi per caso sapere cosa succede tra me e Jamie, Kev?» chiesi stizzita, notando il resto degli alunni fare il proprio ingresso. Jamie cercò di venire al mio banco, ma vedendolo già occupato da Kevin, decise di mettersi dietro, insieme ad Alex che veniva categoricamente evitato da Clara.
«Oh, no no! Per Giove, non sono così pettegolo! Solo che beh... oggi Babs non c'è, quindi non ho voglia di stare con quelle capre dei giocatori di football.» mormorò, alzando le spalle. Mi voltai verso di lui, notando che i suoi occhialini erano decisamente messi male. Ridacchiai e glieli sistemai sul naso, sotto lo sguardo inquisitorio e attento di Jamie.
«Va bene, tra te e lei?» chiesi curiosa, approfittando dell'assenza della professoressa per chiacchierare un po'.
Il ragazzo alzò le spalle, sorridendo leggermente. «Non abbiamo un titolo ufficiale, le etichette non ci piacciono e rendono tutto troppo serio. Però sì, insomma... andiamo al ballo insieme e anche alla festa di Jamie!» esclamò dolcemente.
Ridacchiai, annuendo. «Oh, aspetta di fare sesso qualche volta con lei e poi vediamo se non vi piacciono le etichette! In ogni caso, il ballo è questo venerdì, sapete già chi portare?» chiesi allegra.
Annuii, sorridendo. «Marlyn Monroe e Joe DiMaggio!» esclamò contento. «Voi, avete qualche idea o siete ancora a pensare come vestirvi?» domandò divertito.
«Porteremo il gruppo di Grease. Io e Jamie saremo Danny e Sandy.» spiegai, sorridendo al ragazzo.
Kevin tolse gli occhiali, giusto per far vedere che voleva farmi l'occhiolino. «Sono sicuro che nei panni di Sandy starai benissimo! Non vedo l'ora di vedervi in costume.» ammise sincero.
Sentimmo qualcuno dietro di noi che si schiariva la voce, mi voltai e notai Jamie guardarci serio, per poi alzare un sopracciglio. «Maya, non riesco a sistemare gli occhiali. Potresti aiutarmi?» chiese a bassa voce.
Sorrisi, annuendo. «Ma certo...» dissi ironica, avvicinandomi, «... che no! Fatti aiutare da Alex.» replicai seria, voltandomi di nuovo verso la cattedra.
«Dai amore, sul serio? È successo solo una volta, può capitare di scordare di scrivere un messaggio!» esclamò esasperato.
Chiusi gli occhi, facendo un profondo respiro. Mordicchiai il labbro con insistenza, per poi stringere i pugni. Per lui era tutto facile, ovvio. Non era mica stato quello sveglio tutta la notte ad aspettare un fottuto messaggio! «Vedi di non chiamarmi amore, okay? Anzi, non chiamarmi proprio. Non voglio parlarti. Sono un fuoco, sono furiosa. Quando capirai come mi sono sentita, forse potrei perdonarti.» ringhiai a denti stretti, guardandolo con aria gelida.
Alex storse il labbro, rimanendo in silenzio, mentre Jamie spalancò la bocca. «Stai scherzando, vero?» sussurrò.
«Buongiorno, ragazzi! Sistematevi gli occhiali che cominceremo a fare qualche lezioncina pratica.» disse la prof, facendo il suo ingresso.
Sorrisi beffarda, facendo l'occhiolino. «Ops, è arrivata la professoressa. Non posso più darti retta!» esclamai inviperita, voltandomi e sentendo un enorme sbuffo da parte sua.
Kevin mi guardò sottecchi, scuotendo la testa e sospirando leggermente. «Ah, le femmine! Chissà se un giorno riusciremo mai a capirle!» esclamò esasperato, per poi ridacchiare.
La lezione di filosofia era stata snervante: tra Jason che cercava di giustificare l'errore fatto la notte prima e la professoressa che spiegava quanto fosse importante mettersi in gioco, non sapevo nemmeno a chi dare retta e perché. Uscii dall'aula, decisamente provata dal forte chiacchiericcio che mi aveva riempito le orecchie per due ore di fila. Posai velocemente le cose dentro l'armadietto e, in compagnia di Jason, mi diressi a mensa. Io e Jamie non ci eravamo parlati per niente. In realtà, io non avevo parlato con lui, essendo ancora troppo arrabbiata per farmela passare in modo facile. Lui aveva tentato in tutti i modi di tentare un approccio con me, nonostante io avessi categoricamente deciso di fare lo sciopero del silenzio. La cosa che mi faceva ridere, oltre che sorridere, era come lui fosse determinato a volersi fare perdonare. Ma scusa dalla sua bocca non l'avevo sentito pronunciare neanche mezza volta. Sospirai, guardando sottecchi Jason che ancora continuava a parlare e parlare, inventando modi fantasiosi su come farsi perdonare da Hailey. Mi fermai davanti alla porta della mensa e lo bloccai con la mano, sospirando. «Jas, io non sono arrabbiata con te. È inutile che continui a giustificarti.» mormorai, entrando.
Jason storse il labbro, annuendo. «Hai ragione, non sei lei. In ogni caso, vado a sedermi da solo. Non credo che mi voglia al vostro tavolo.» borbottò.
Scossi la testa, alzando le spalle. «A dopo.» dissi, prendendo posto nel tavolo in fondo, notando già le ragazze pronte ad attendermi.
«Avevi ragione, Alex non fa che chiedermi scusa da stamattina. Non so cosa fare.» sussurrò Clara, esasperata.
Feci spallucce, notando Hailey che si avvicinava con un bicchiere di Coca Cola ghiacciato, tutto per me. «Perdonalo, almeno lui ha avuto la decenza di chiederti scusa. Jamie non fa altro che darmi dell'esagerata, ma non si azzarda a chiedere perdono.» mormorai.
Chloe sorrise. «Per questo ho perdonato Archie! È stato così carino con me.»
Ricambiai il sorriso, mangiucchiando una patatina. Adoravo Hailey, si preoccupava sempre di farmi trovare già il cibo in tavola, nel caso facessi ritardo. «Archie è un tenerone, non fartelo scappare.» mormorai.
Le mie amiche si schiarirono la voce, così alzai lo sguardo confusa, notando Jamie avvicinare al nostro tavolo. Si sedette di fronte a me, sospirando. «Vuoi ancora fare la preziosa, Maya?» chiese.
Assottigliai lo sguardo, ridendo nervosa. «Preziosa? Tu dai a me della preziosa? Perché non ammetti i tuoi cazzi di errori e la facciamo finita?» dissi leggermente infervorata.
Jamie si passò una mano sul viso, contraendo la mascella. «Non mi parli da stamattina!» urlò, attirando l'attenzione di tutta la mensa.
Annuii, soddisfatta. «Oh, già! E ho intenzione di continuare fin quando non ti deciderai a chiedermi scusa!» risposi a tono.
Jamie contrasse la mascella, guardandomi male. «Ma tu sei bisbetica!» esclamò nervoso.
Feci un profondo respiro, cercando di mantenere la calma. Mi alzai di scatto e presi il bicchiere di Coca-Cola, guardandolo negli occhi. «Bisbetica? Oh, no, tesoro! Se fossi bisbetica, adesso farei questo!» urlai, lanciandole la bevanda in pieno viso. Chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare la bibita sulla faccia e tra i capelli. Li riaprì, guardandomi serio e passandosi la lingua tra le labbra, per poi fare un profondo respiro.
«No, mi correggo! Non sei solo bisbetica! Sei pazza! Matta da legare!» urlò, mentre tutti gli studenti ci guardavano curiosi, alcuni ridacchiavano anche sottovoce.
Scoppiai a ridere, appoggiando i gomiti sul tavolo. «Fiera di esserlo, caro Jamie! Felice di averti dissetato!» risposi nervosa.
Lui scattò in piedi, asciugandosi con un tovagliolo di carta. «Cristo, sei fuori di testa!» disse leggermente incazzato.
«E tu sei un arrogante del cazzo! Ci si vede, Reyes!» esclamai, camminando a passo spedito verso la porta.
«E adesso dove diamine vai? Dio, ma chi me l'ha fatto fare?» disse disperato, mentre io in tutta risposta lo ignorai, uscendo dalla mensa.
Avevo passato tutto il pomeriggio chinata sui libri. Più giorni passavano, più lo studio si accavallava talmente tanto, da non avere nemmeno il tempo per respirare. Avevo appena chiuso il libro di storia e mi ero concessa una pausa prima di riprendere con algebra. Mi sentivo stanca, terribilmente. Non erano serviti neanche quei litri di caffè che papà mi aveva gentilmente portato in camera, a rinsavirmi. Sospirai e cercai di finire quei calcoli che ci avevano assegnato, facendo una smorfia. Avrei voluto chiedere l'aiuto di Jace, ma essendo che a breve avrebbe avuto un esame, non ero completamente intenzionata a disturbarlo. Presi il telefono e sospirai. Jamie non mi aveva scritto e la cosa la trovavo assurda. Non solo era in torto marcio, si permetteva pure di fare l'orgoglioso non facendosi sentire. Contrassi la mascella e andai nel gruppo delle ragazze, scrivendo un messaggio, per poi riposare il telefono sul letto e chinare la schiena sulla scrivania. Scrissi dei numeri, notando che non c'entravano niente con quello che riportava il libro. Nervosa come non mai, cancellai velocemente, appoggiando la testa sul quaderno e piagnucolando. Maledetto Jamie, maledetta me.
Sentii bussare alla porta, così alzai il capo e lo rivolsi verso la fonte del rumore, mordicchiando il labbro. «A meno che tu non abbia la soluzione per i miei problemi di algebra, non puoi entrare!» dissi disperata. La persona dell'altro lato, comunque, aprì la porta.
«Ho delle rose, spero vadano bene lo stesso.» disse Jamie, avanzando verso la stanza con tre rose rosse.
Lo guardai, perplessa, alzando un sopracciglio. «E quelle perché?» chiesi indicandole, per poi incrociare le braccia.
Lui sorrise, facendo spallucce. «Una rosa per ogni volta in cui ti chiederò scusa. Mi scuserò tre volte con te, stasera. La prima per non averti scritto ieri sera, la seconda per non averti detto subito la verità, e la terza per averti dato della bisbetica.» sussurrò, porgendomi i fiori.
Li presi tra le mani, inalando il loro profumo e chiudendo gli occhi. «Grazie, Jam. Lo apprezzo. E tu perdonami per la bevanda in faccia, ho un tantino esagerato.» sorrisi leggermente, posandoli sopra la scrivania con molta attenzione. Al vaso ci avrei pensato dopo.
Mi sorrise, alzando le spalle. «Me la sono meritata.» ridacchiò, per poi guardami e fare il labbruccio. «Sono perdonato?» mi chiese speranzoso.
Assunsi un'espressione pensierosa, per poi ridacchiare. «Solo se mi baci.» dissi con dolcezza, mettendo le braccia intorno al suo collo. Il ragazzo appoggiò le sue labbra sulle mie, accarezzandomi i fianchi. Mi misi in punta di piedi e intrecciai le nostre lingue, indietreggiando verso il letto e cadendoci sopra. Jamie sospirò, staccandosi dal bacio e scuotendo la testa.
«In questo momento non hai idea di cosa ti farei, ma c'è tuo padre sotto e so benissimo cosa mi farebbe lui.» borbottò, ridacchiando.
Arricciai il naso, ridendo leggermente e avvicinandomi di nuovo al suo viso. «Però, se resti a cena... papà potrebbe andare a dormire, lo sai?» sussurrai, passandogli la lingua tra le labbra.
Lui chiuse gli occhi, mordendole e facendo un profondo respiro. «Credo di avere improvvisamente fame.» disse attaccandosi alle mie labbra e baciandole con passione.
Io e Jamie eravamo strani: ci dicevamo cose terribili, ci maledicevamo in modi fuori dal comune, ma poi tornavamo di nuovo al punto di partenza. Fra me e lui era una lotta continua, un tira e molla che ci attraeva ancora di più l'una verso l'altro. Agli occhi degli altri, potevamo sembrare una coppia folle, fuori dai gangheri... ma per me, tutto questo era normalità. La mia normalità. La nostra. E io, di questa ordinarietà davvero fuori dal comune, ne ero completamente innamorata.
-Spazio Autrice.
Il bagno nella Coca-Cola Jamie se lo meritava proprio, eh. E nulla, nel prossimo ci sarà il ballo. Chissà come lo passeranno. Ci leggiamo presto, baci stellari! ❤
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