16. Facciamo un patto
Jamie
La professoressa di francese stava spiegando da venti minuti buoni, senza arrestarsi un attimo. La cosa divertente era che, quasi tutta la classe a parte qualche studioso di turno, non la stava minimamente ascoltando. Jason era con i piedi sul banco dall'inizio dell'ora, tutto all'insaputa della signorina Clarke, che nonostante gli avesse lanciato occhiate più e più volte, non si era resa conto del dettaglio alla quale avrebbe dovuto far caso. Alex, come dall'inizio dell'anno, aveva la testa schiacciata sul banco, le braccia che penzolavano e la bocca semiaperta che attestava il fatto che stesse praticamente dormendo. Sistemai la giacca sulle spalle e mi schiarii la voce, alzando lo sguardo verso Caroline che mi stava fissando da quando avevo messo piede in quella classe. Per qualche strana ragione oscura, era arrabbiata con me. Naturalmente, non le avrei chiesto mica se le avessi fatto un torto, non era nel mio interesse saperlo, con tutta onestà.
Ero qui da circa un'ora e non avevo ancora visto Archie e company. Ci eravamo sentiti solo nel gruppo, e secondo quello che avevano scritto, stavano facendo letteratura da qualche parte. Per quella mattina, avevamo scelto il secondo turno perché solitamente il professore era più stanco e ci permetteva di fare quello che ci pareva. Rivolsi lo sguardo verso la finestra, sbuffando leggermente. Non mi voltai neanche quando la porta venne aperta, essendo sicuro al cento per cento che fosse stato un alunno in ritardo.
«Il professor Stevens vuole sapere se lei ha il nostro registro.» disse... Maya? Mi voltai di scatto e sorrisi, schiarendomi la voce e notando che mi guardava sottecchi.
«Ross, dimmi un po'... perché non dice al signor Stevens di alzare le sue gambine e venirselo a prendere da solo?» replicò lei acida, cercando tra i registri.
Maya sospirò, sorridendo gentilmente. «Perché non glielo dice lei?» rispose di scatto, incrociando le braccia. La signorina Clarke e il signor Stevens avevano una relazione clandestina, l'anno prima. Fin quando lui non decise che dopo mesi passati a farlo nell'aula professori, sarebbe stato meglio finirla, cosicché lui potesse tornare da sua moglie e i suoi figli. Questo naturalmente aveva portato astio tra i due professori, che si lanciavano di continuo frecciatine attraverso noi alunni.
La signorina Clarke la guardò, allargando le narici in modo anomalo. «Io non parlo con certa gente di basso livello.» replicò stizzita.
Maya annuì di nuovo. «Sa, è molto curioso! Il professore mi ha detto la stessa cosa, la scorsa lezione. E indovini un po', si stava riferendo proprio a lei!» rispose la ragazza ironica.
La guardai, trattenendo una risata, mentre la professoressa sospirò profondamente. «Vuole fare la spiritosa? Lo faccia in aula punizioni, alla fine delle ore scolastiche.» assottigliò lo sguardo.
Maya incrociò le braccia, sorridendo. «Non può mettermi in punizione perché mi sto lamentando dei suoi comportamenti scorbutici. Oltretutto se lo faccio quando non sono a lezione con lei e se quei modi di fare sono causati da una relazione clandestina, proibita dal regolamento scolastico dei professori.» replicò con nonchalance.
Scoppiai a ridere, battendo le mani. «Io ti amo, Ross!» urlai, attirando l'attenzione di tutta la classe e soprattutto la sua, che mi guardò con espressione confusa e divertita allo stesso tempo.
La professoressa balzò in piedi, sbattendo le mani sulla cattedra. «Io posso farlo eccome! E visto che il signor Reyes si diverte a professare amore eterno per lei, la seguirà in aula punizioni, così magari potete consumare il vostro amore lontani da occhi indiscreti.» sibilò inviperita.
Il mio sorriso si spense, mi passai una mano sul viso e mi grattai il capo. Avevo fatto la prima figura di merda della giornata. Poco male, direi.
La cosa strana era che Maya non diede segni d'imbarazzo, anzi. Afferrò il registro e sorrise con aria composta. «Almeno noi possiamo farlo in modo legale, signorina Clarke.» disse voltandole le spalle e uscendo dalla classe, lasciando ogni alunno presente sbalordito e soddisfatto. Persino Alex, che si era svegliato a causa del trambusto. Adoravo quella ragazza, era una vera forza.
Dirigersi in mensa durante il suono della campana, era un compito che solo una persona esperta in materia avrebbe saputo fare, senza incappare negli studenti che si fermavano a metà corridoio per parlare delle loro cose che, per quanto potessero essere interessanti, bloccavano sicuramente quel tipico studente che l'unica cosa che voleva era andare a mangiare. Tipo me, che da cinque minuti buoni, ero fermo davanti ad un gruppo di ragazzi che chiacchierava allegramente sulle ragazze che quell'anno facevano da protagoniste per i corridoi della Red Hills. Ero stato trascinato da Alex, che a sua volta era stato invitato da Jason, che era stato chiamato da Kevin. Era tutto un circolo vizioso e naturalmente, mi costringevano a stare a sentire i loro pareri assolutamente discordanti sulla popolazione femminile che invadeva i nostri corridoi dall'inizio dell'anno. Rivolsi uno sguardo oltre la testa di Mark, che stava esprimendo il suo parere riguardo a Queen Robinson, una ragazza con cui ero stato a letto l'anno prima. Maya stava camminando con i libri stretti tra le braccia e il volto concentrato su Archie, che invece si preoccupava di tenerla per i fianchi ed evitare che la ragazza arrivasse contro a qualche studente distratto. Si fermò un secondo, storcendo le labbra e rivolgendomi uno sguardo veloce, prima di proseguire la sua camminata verso la mensa, come avrei voluto fare io in quel momento. Mark si voltò a guardarla, facendo la tipica faccia di chi era pronto a giudicare e a dare la sua opinione non richiesta sull'aspetto fisico della ragazza.
«Che ne pensate di Ross? Maya, intendo.» chiese curioso, appoggiandosi all'armadietto e sorridendo sornione ad una primina, che gli rivolse uno sguardo pressoché spaventato.
«Maya Ross, eh? Una ragazza davvero bella, ma difficile. L'anno scorso ho provato ad avvicinarmi a lei e quello che ho ricevuto è stato un doloroso calcio sulle palle.» rispose Matthew, facendo spallucce.
Alzai lo sguardo, fissandolo su quello del ragazzo. Non avevo partecipato alla conversazione, forse quello era il momento per farlo. «Magari ti sei posto nel modo sbagliato, che dici?» chiesi, alzando un sopracciglio.
Jason annuì, mentre Alex fece una smorfia che esprimeva il suo dissenso per l'affermazione del ragazzo. Matthew, in tutta risposta, alzò le spalle. «Tu che ne sai? Sta sempre con Archie e la sua amica bionda, in pochi la conoscono sul serio.»
Annuii, sorridendo appena. «Ti stupirà sapere che io e Maya siamo amici. Come lo è con Jason e con Alex. Ti ripeto la mia teoria e te la confermo pure: ti sei posto nel modo errato.» risposi con nonchalance, mettendo lo zaino in spalla.
Mark mi guardò, alzando un sopracciglio. «Dove vai? Adesso vogliamo sapere se con Maya ci hai combinato qualcosa.» chiese con espressione famelica.
Ruotai gli occhi, sospirando e stringendo i pugni. «No e anche se fosse, non lo sbandiererei a quattro venti. Non credo che sapere se io abbia fatto o meno qualcosa con Maya Ross, possa servire a farsi un'idea di lei. Anzi, se proprio devo essere onesto, questi gruppetti dove giudicate come sono le ragazze solo in base a quante scopate avete fatto con loro è davvero deludente, se non poco nobile. Un maschio le palle non dovrebbe usarle solo per poterle poi svuotare.» dissi infilando le mani in tasca e facendo cenno ai miei amici di andare. Jason e Alex alzarono il capo a mo' di saluto e mi seguirono. Una volta arrivati davanti la porta della mensa, ci guardammo intorno con aria curiosa. Alex fece un cenno con la testa verso il tavolo su cui stavano mangiando Archie, Hailey e Maya, così lo raggiunsi trascinando letteralmente i piedi.
«Mattinata intensa, Reyes?» chiese Archie facendoci cenno di prendere posto.
Feci una smorfia e alzai le spalle, tirando fuori i panini con il dulce de leche preparato da mia nonna. «Ah, i panini con quel coso argentino! Non prendo niente a mensa, voglio quel coso.» disse Jason rubandomene uno.
Lo guardai male, sospirando. «Si chiama dulce de leche, idiota. E ne ho fatti fare sei di proposito, così le dividevamo. Vuoi, Alex?» chiesi al mio amico.
Il ragazzo annuì, sorridendo. «Amo tua nonna.» borbottò, dando un grande morso al panino dopo averlo scartato.
Guardai Maya, cominciando a mangiare. «Hai mai provato il dulce de leche?» chiesi. La ragazza, che aveva lo sguardo chino sul libro di Jane Austen, mi guardò e scosse la testa, mettendo di nuovo gli occhi sul volume. Lo appoggiai nel tavolo, facendolo scivolare verso di lei. «Dovresti provarlo, sai? Oggi sei molto silenziosa, qualcosa non va?» domandai perplesso.
Maya guardò il panino, dando un piccolo morso e sorridendo. «È buono.» ammise, ridandomelo.
«Se vuoi ne ho uno, posso darlo a te.» risposi dolcemente.
Scosse la testa, abbozzando un piccolo sorriso. «No grazie, oggi non ho molta fame. Come vedi, non ho il pranzo con me.» sussurrò, facendo spallucce.
«Cosa leggi?» chiesi interessato, guardando sottecchi Alex che spiegava la sua teoria riguardo al compito che ci avevano assegnato a biologia.
«Orgoglio e pregiudizio.» rispose, tenendo gli occhi sul romanzo.
Annuii, interessato. «Dovrei leggerlo.» borbottai.
Ridacchiò, alzando lo sguardo. «È un romanzo rosa, non credo che possa interessarti molto. Non è tipico da Jamie Reyes.» disse, scuotendo la testa.
La guardai contrariato e mi alzai, stiracchiandomi. «Beh, signorina romanzi rosa, ti va di fare un giro?» le chiesi, facendo l'occhiolino.
Annuì, alzandosi dopo di me. «Ma sì, è una così bella giornata che sarebbe un peccato non sfruttare il sole in questi minuti di pausa.» fece spallucce, avvertendo Archie che stava andando fuori con me. Il cortile era frequentato da pochi studenti, che naturalmente preferivano la mensa per poter consumare il loro pranzo in tranquillità. Cercai un albero isolato con lo sguardo, notando Maya che assottigliava il suo per via del sole. La presi per mano e la trascinai nel primo posto libero, sedendomi di peso sull'erba.
«Non ci credo che dopo dobbiamo farci due ore in aula punizioni.» disse lei, facendo un profondo respiro.
«Il prof non c'è mai, possiamo cazzeggiare.» replicai, facendo spallucce.
Mi lanciò uno sguardo che esprimeva rimprovero, per poi scuotere la testa. «O fare i compiti.» rispose con tono severo.
Ruotai gli occhi, appoggiando la testa sulla sua pancia e strappando un ciuffo d'erba. «Sul serio? Nessuno fa i compiti, in quell'aula. Neanche la Smith, che l'unica volta che ha lasciato i libri è stato per divertirsi con me.» risposi facendo una smorfia.
Mi colpì sulla fronte con il libro, guardandomi male. «Sei stato a letto con la Smith? Archie ci va dietro dall'inizio del liceo!» esclamò.
Strizzai gli occhi. «Orgoglio e pregiudizio fa male, non dovresti leggerlo.» dissi massaggiandomi la fronte. «E in ogni caso, sì. Una volta, durante il ballo di fine anno dell'anno scorso alla quale né io e né lei abbiamo partecipato.» confessai con nonchalance.
Aggrottò la fronte, facendo una smorfia. «Che schifo.» sussurrò.
«Ehi, non perché tu sei verginella lo devono essere per forza anche le altre.» risposi ridendo.
Alzò un sopracciglio, ridendo. «Ti sconvolgerà sapere che io non sono la verginella che credi.» sussurrò.
«Justin?» chiesi alzando lo sguardo verso il suo viso.
«Sì.» replicò sottovoce.
Finsi di avere un brivido e riabbassai lo sguardo, emettendo un conato di vomito. «Che schifo, con Price? Sul serio, ti credevo più intelligente.» mormorai divertito.
Mi guardò male, facendo una smorfia. «Per lo meno io sono stata solo con un ragazzo. Tu con quante? Cento?» chiese schifata.
Scossi la testa, ridendo. «Non esagerare, sono un ragazzo serio.» mi finsi offeso, beccando un altro colpo di libro allo stesso punto. «Ahia! Hai finito di picchiarmi o devi continuare a prendermi a colpi di libro fin quando non mi farai un livido?» dissi alzandomi di scatto e soffiandole sul viso.
Chiuse gli occhi, arricciando il naso. «Oggi ispiri botte.» sussurrò.
La guardai beffardo, sdraiandomi di nuovo sulla sua pancia. «Le ispiro tutti i giorni.» dissi con tono pungente.
Mi colpì di nuovo, stavolta più forte. «Sei un maiale.» disse inviperita.
Chiusi gli occhi, ridendo. «Questa volta lo meritavo.» ammisi divertito.
Maya rimase in silenzio, per poi scoppiare a ridere di colpo. Tipo quelle pazze che hanno problemi di bipolarismo. «Sai perché rido?» disse tra una risata e l'altra.
Assunsi un'espressione perplessa, scuotendo la testa. «Onestamente ho paura a saperlo.» ammisi a bassa voce.
«A volte mi chiedo perché sono tua amica.» ammise ridendo ancora.
«Ah, ah.» finsi una risata, prendendole il libro dalle mani prima che potesse colpirmi di nuovo. «No, stavolta non ti ci faccio arrivare.» aggiunsi serio.
Mi guardò dispiaciuta, appoggiando la testa sul tronco. «Ehi, mi stavo divertendo...» sussurrò.
Alzai il busto, soffiandole di nuovo in faccia. «Hai finito, Ross.» ridacchiai, ad un centimetro dal suo viso.
Lei mi guardò negli occhi, passandomi un dito sul labbro. «O forse, ho appena cominciato.» sussurrò con voce provocatoria.
Chiusi gli occhi, avvicinandomi a lei, provando a baciarla, ma si scansò di colpo. «È suonata la campana, Jam.» disse alzandosi. Scossi la testa e mi alzai dopo di lei, circondandole il collo con il braccio.
«Sai, a volte me lo chiedo anche io perché sono tuo amico.» dissi mordicchiando il labbro.
Fece una smorfia contrariata. «Ehi, perché?» replicò offesa.
Ridacchiai, baciandole la punta del naso. «Perché sei una stronza di prima categoria.» risposi, sorridendo ad un centimetro da lei.
L'aula punizioni era stranamente vuota, a parte per me che avevo già preso posto nell'ultimo banco e stavo fissando il professore con i piedi appoggiati sul tavolo. C'era un silenzio imbarazzante, e la cosa strana era che il signor Miller, non si stava assolutamente lamentando per la mia posizione per niente educata. Mi guardai intorno, notando Maya entrare di corsa e sedersi nel banco davanti al mio, con il respiro affannato.
«Mi scusi il ritardo, signor Miller. Ho dovuto recuperare dei libri.» spiegò girandosi verso di me e facendomi un sorriso.
«Non solo devo stare qui a causa vostra, arrivi pure in ritardo signorina Ross? Vado a prendere una merendina, non vi muovete da qui.» disse uscendo dall'aula e salutando Caroline che fece capolino in classe.
Ci guardò seria, prima di prendere posto nel lato opposto al nostro e fare svariate smorfie contrariate. «Ehi, tutto bene?» le chiesi perplesso, notando che mi stava fulminando con lo sguardo.
Maya si passò una mano sul viso, osservando per un attimo la ragazza e voltando la sedia verso il mio banco, guardandomi. «Non sopporto di stare qui, fa caldo.» sussurrò.
Sorrisi, pizzicandole il naso. «Andiamo via.» replicai divertito, pizzicandole la guancia. Si sedette sul banco, dondolando i piedi e scuotendo la testa.
«Non possiamo, Jam!» esclamò, mentre Caroline indossava le cuffie
Mi alzai, parandomi davanti a lei e mettendole una mano sui fianchi, per poi avvicinarmi al suo viso. «Il tempo da passare in aula punizioni è sempre così. Noioso e assolutamente lento.» sussurrai, mentre lei mi guardò negli occhi e morse il labbro di colpo.
«Sono solo due ore, possiamo farcela.» disse a bassa voce, avvicinando ancora di più il suo viso verso il mio, come se fosse un movimento involontario del suo corpo.
«O forse no.» dissi baciandola di colpo, facendo intrecciare le nostre lingue e accarezzandole nel frattempo i fianchi nudi a causa del top.
La ragazza ricambiò il bacio, circondando il suo collo con le mie braccia e giocando con i miei capelli, attirando di più il suo viso verso di me.
«Dovrebbe essere una punizione, Reyes e Ross, non un pretesto per baciarsi.» disse il professore entrando in classe.
Ci staccammo di colpo e notai Caroline che ci fissava senza alcuna emozione. Maya aveva il viso in fiamme, abbassò lo sguardo e trattenne una risata, per poi fare spallucce. «Ci scusi, ci siamo fatti prendere la mano.» borbottò.
«O la lingua.» replicò il professore, sedendosi di peso sulla sedia.
Scoppiai a ridere, seguito da Maya, notando che Caroline invece non accennava nemmeno il minimo segno di divertimento.
«Dio, non vedo l'ora di tornare a casa e vedere How I Met Your Mother.» sussurrò Maya, sospirando.
«Non l'ho mai visto. Io devo finire la terza stagione della Casa di Carta.» borbottai facendo spallucce.
Spalancò la bocca, indignata. «Non puoi non averla vista!» esclamò offesa.
Alzai un sopracciglio, inclinando la testa di lato. «E tu hai mai visto la Casa di Carta?» chiesi curioso.
Scosse la testa. «No.» replicò facendo spallucce.
Annuii, sorridendo. «Mh, facciamo un patto: quando avrò casa libera, ti chiamo e vediamo insieme la casa di carta che ha meno stagioni. Finita quella, iniziamo How I Met Your Mother.» replicai soddisfatto.
«Mh, d'accordo.» rispose scendendo dal banco e sedendosi sul suo.
«Non darmi buca però, eh?» dissi pungendola con la matita sulla spalla.
Si voltò, scuotendo la testa. «Non potrei mai, Reyes. Ormai ci sono dentro.» rispose rigirandosi di nuovo.
Aggrottai la fronte, perplesso. «Dentro a cosa, Ross?» domandai, senza ricevere alcuna risposta. Scossi la testa e sorrisi, capendo immediatamente a cosa si riferisse.
Ormai c'ero dentro anche io, Ross. Fino al collo.
-Spazio Autrice
Hello! Come state? Io bene. Dunque, vi è piaciuto il capitolo? Secondo voi cosa combineranno 'sti due a casa da soli? Sono sicura che Jamie farà andare a fuoco la cucina. 👀 E niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto e alla prossima! ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top