12. La cabina armadio
Jamie
Casa di Alex era già occupata dai nostri amici - che come avevo previsto - si stavano facendo bellamente i cazzi loro. Archie stava giocando a Fortnite, Jason e Hailey erano occupati nel loro sport preferito - ovvero limonare in modi davvero notevoli - e Alex stava osservando Archie giocare, con una mega ciotola di patatine al formaggio tra le gambe. Maya si guardò intorno, schiarendosi la voce per attirare l'attenzione di chi ci stava ignorando senza ritegno, ovvero la coppietta felice e affiata che stava letteralmente occupando tutto il divano. Mi chiedevo come non si stancassero a stare ore e ore con le labbra attaccate tipo ventosa. La cosa assurda era che si staccavano solo ed esclusivamente per prendere respiro, poi ricominciavano a mangiarsi a vicenda senza preoccuparsi minimamente di chi stava intorno a loro. Ormoni, ragazzi miei, tutta questione di ormoni.
Mi sedetti di fronte a loro, alzando un sopracciglio e riuscendo finalmente a farli staccare da quel bacio decisamente imbarazzante.
«Mi sentivo osservata.» ammise Hailey guardandomi curiosa.
Annuii. «Noooo, non ci credo. Non l'avrei mai detto.» risposi con ironia, facendo un cenno con la testa verso Jason che sembrava essere completamente prosciugato. Maya aveva il telefono in mano, stava scrivendo un messaggio prima di fermarsi a causa della voce della sua migliore amica, che si era voltata solo in quel momento verso la sua direzione.
«Maya, da quanto sei qui?» chiese sorpresa.
«Dieci minuti.» rispose lei, facendo spallucce.
Archie continuò a smanettare con il controller, sorridendo appena. «Maya, amore mio! Sei qui!» esclamò contento.
La ragazza annuì, sospirando. «Che bello avere la completa attenzione dei miei migliori amici.» borbottò ironica. Hailey sospirò, guardando la sua amica e alzandosi.
«Andiamo a mettere il pigiama?» chiese, andando verso le scale.
«Sì, sarebbe meglio. I jeans mi stanno dando fastidio.» sussurrò, salendo di sopra con l'amica.
Archie completò la partita, alzandosi e sospirando. «Vado a raggiungere le mie ragazze.» replicò, sorridendo.
Mi voltai di scatto verso di lui, accigliato. «Ma saranno nude, adesso.» risposi incrociando le braccia.
Annuì, ridacchiando. «E quindi? Le conosco dall'asilo e per quanto io sia letteralmente etero e loro siano decisamente fighe, non me le porterei mai a letto. Non è la prima volta che le vedo in intimo.» disse facendo spallucce.
Alex ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli. «Wow, vorrei essere il loro migliore amico.» replicò divertito. Sia io che Jason ci togliemmo una scarpa, lanciandola contro il ragazzo e guardandolo malissimo. «Ahia, posso capire Jason! Ma tu perché?» si lamentò, massaggiandosi la testa.
Assottigliai lo sguardo. «Perché sì.» replicai nervoso.
Archie mi guardò confuso, ridacchiando. «Oookay. Io me ne vado, ciaoo!» disse scappando al piano di sopra. Mi spostai sul divano, appoggiando la schiena e sospirando.
«Che programmi ci sono per stasera?» chiesi curioso.
Alex fece spallucce, stappando una bibita e guardandomi con fare pensieroso. «Avevo pensato di giocare a obbligo o verità. Potrebbe essere una cosa figa.» sussurrò.
Jason scosse la testa, contrariato. «Hailey non si tocca, quindi dovrebbe essere solo Maya quella che può baciare voi tre.» assunse un'espressione seria.
Mi schiarii la voce, lanciando occhiate torve ai miei amici. «Anche no! Si può giocare anche senza mettere in mezzo i baci e le cose perverse.» borbottai accigliato.
Alex annuì. «Beh, sì. Così nessuno bacia nessuno.» sorrise soddisfatto, bevendo un sorso della sua bibita. Sentimmo dei passi al piano di sopra, così ci zittimmo di colpo. Con il silenzio, riuscivamo a sentire bene quello che si dicevano ed eravamo sicuri al cento per cento che stessero parlando di qualcosa.
«Sei sicura, Maya?» disse Archie alla sua amica.
Fece un grosso e rumoroso sospiro. «Archie, io non lo so. Justin non è un capitolo chiuso della mia vita, ho rischiato tanto per lui. Ricordi la fissa che mio padre ha con i Senior. Forse un giorno riuscirò a chiuderlo o magari...»
«O magari ti serve una distrazione per non pensarci.» aggiunse Hailey al posto suo.
«Per esempio, Jamie... come lo vedi?» chiese Archie subito dopo.
«Intendi Reyes? Beh, è un bravo ragazzo, sì. È anche carino, gentile, dolce... ma è Jamie. Cioè, voglio dire, non può essersi svegliato di colpo e aver deciso di non essere più il bad boy di turno. Non funziona così.» ammise seria.
«Ma ci stai bene con lui, giusto?» chiese Hailey.
«Sì! Siamo amici, sarebbe un po' strano se così non fosse.» sospirò.
Sentimmo la porta aprirsi, così fingemmo di parlare tra di noi. I ragazzi ci raggiunsero subito dopo. Maya aveva un maglietta abbastanza lunga da coprirle tutto il corpo, sicuramente di Jace visto che portava il nome della sua università. Si sedette accanto ad Alex, facendo un sospiro e appoggiandosi alla sua spalla. Mi persi a guardarla per un secondo, prima di distogliere lo sguardo e schiarirmi leggermente la voce. Era imbarazzante il fatto che loro avessero parlato di me al piano di sopra e io dovevo fingere di non sapere nulla.
«Cosa si mangia?» domandò Archie guardandosi intorno, per poi sorridere dolcemente a Maya che allungava la sua mano e la passava delicatamente tra i capelli del ragazzo, sorridendo.
«Ho preso la pizza, dovrebbe arrivare per le otto e trenta. Nel caso avessi fame, di là c'è la cucina, nella credenza in alto a destra trovi qualche merendina per tappare il buco allo stomaco.» rispose Alex, circondando il corpo di Maya con un braccio e stringendola a sé.
Hailey lo guardò, alzando un sopracciglio. «Spero che tu abbia preso una pizza senza glutine. Ti ricordi che sono celiaca, vero?» chiese seria.
Il ragazzo annuì. «Sì! Ti ho preso una pizza maxi completamente gluten free.» ridacchiò.
Jason attirò Hailey a sé, abbracciandola dolcemente e dandole un bacio sulla guancia. «Nell'attesa, facciamo qualcosa? No, perché io mi sto annoiando un botto e Jamie tra poco crolla sul divano.» arricciò il naso, guardandomi.
Sospirai e mi passai una mano sul viso, come per risvegliarmi. «Scusami, ma io non ho dormito un cazzo e Becky non faceva che strillare quando riuscivo finalmente a prendere sonno. Provaci tu a dormire con una bambina di otto mesi che ha male al pancino.» dissi contrariato, guardandolo male.
Maya puntò lo sguardo verso di me, mordicchiando il labbro. «Sta bene, adesso? L'avete portata dal pediatra?» chiese preoccupata.
Sorrisi dolcemente e annuii. «Sì, ci hanno pensato i miei. Aveva solo le tipiche coliche che hanno i bambini della sua età, credo.» la tranquillizzai.
Alex sospirò. «Beh, quanto meno riesci a stare sveglio, al contrario di qualcuno.» disse ironico, guardando Archie che si era letteralmente addormentato.
Maya sorrise beffarda, schiarendosi la voce. «Mmmh, che buona questa pizza! Quasi quasi mangio anche la parte di Archie, visto che sta dormendo!» esclamò divertita.
«Non sto dormendo e la pizza non è ancora arrivata.» replicò serio, tirandola dal braccio e facendola sdraiare al suo fianco. «E tu mi devi dei grattini, nel caso lo avessi dimenticato.» aggiunse soddisfatto.
La ragazza ruotò gli occhi, passandogli la mano dietro la testa e puntando lo sguardo su di me, senza distoglierlo. Ricambiai senza problemi, notando che Alex ci guardava curioso e mordicchiava nel frattempo il labbro.
«Oookay, io vado a prendere da bere. Qualcuno ha sete?» chiese Alex, alzandosi.
«Io, mi porti una birra gelata?» domandai serio, incrociando le caviglie. Il ragazzo annuì e si dileguò in cucina, trafficando con il minibar.
«Pensavo... perché non cominciamo a giocare?» domandò, tornando con una birra gelata per me.
«Giocare a cosa?» chiese Maya, che era seduta comodamente sulla schiena di Archie che stava pregando tutti i santi del paradiso e le stava - al tempo stesso - lanciando maledizioni potenti.
Jason sorrise beffardo, appoggiando i piedi sulla schiena di Archie. «Obbligo o verità.» replicò.
Archie sbuffò, guardandolo male. «No, ma avete finito? È snervante.» mormorò infastidito.
«Tu alza il culo, pigro di merda.» rispose il mio amico, ridendo.
Hailey accese una sigaretta, guardando i presenti con un sopracciglio alzato. «Io ci sto, gioco.» disse con espressione rilassata.
Alex sorrise, tirando Maya dal braccio. «Dai, giochiamo!» esclamò, mentre Archie si mise seduto e sbadigliò rumorosamente.
Mi stiracchiai, puntando lo sguardo su Archie. «Inizio io. Obbligo o verità?» dissi al ragazzo, che fece spallucce.
«Verità.» rispose tranquillo, mentre Hailey e Maya si lanciarono un'occhiata furtiva.
Feci cenno ai ragazzi di metterci in gruppo, per poter decidere la domanda. Ma -naturalmente - le ragazze non aiutavano per niente visto che sapevano ogni cosa di Archie. Quindi, in sostanza, toccava a noi fare il lavoro sporco.
«Posto più strano dove l'hai fatto?» chiese di scatto Jason, facendo accigliare Maya e Hailey che non si aspettavano certamente una domanda del genere.
«Cominciare con cose sobrie, insomma.» disse Maya, sedendosi al mio fianco e appoggiando la testa alla mia spalla. Sorrisi e le baciai la fronte, guardando Archie che stava sorridendo in modo beffardo.
«Uhm... più strano? Ce l'ho! Dentro l'armadio, in camera sua.» disse sognante.
Alex spalancò gli occhi, passandosi una mano sul mento. «Come cazzo avete fatto?» chiese perplesso.
Scoppiai a ridere, scuotendo la testa. «Ah, quello l'ha utilizzato sicuro.» commentai ironico.
Archie scoppiò a ridere, annuendo. «Eccome se l'ho utilizzato!» esclamò.
Maya strizzò gli occhi, scuotendo la testa. «No, non vogliamo saperlo. I dettagli dopo, tra maschi.» replicò schifata. «A chi tocca?» si guardò intorno, notando che Jason stava alzando la mano.
«A me, e scelgo verità.» replicò rilassato.
Maya annuì, alzando un sopracciglio e sorridendo subito dopo. «Ti è mai capitato di innamorarti di qualcuno talmente tanto al punto di soffrirne?» chiese curiosa. Una domanda completamente sobria e profonda, non avrei potuto aspettarmi altro da lei.
Jason fece spallucce. «Ehm... forse, sì. Non ricordo.» ridacchiò, mentre Hailey lo guardò male e si scansò leggermente.
«Tocca ad Alex.» disse la ragazza, subito dopo.
«Obbligo.»
Guardai Jason e sorrisi, schiarendomi la voce. «Scrivi a Sarah.» dissi, ridendo come un matto.
Scosse la testa, risoluto. «Che? Amico, l'ho tradita! Mi uccide, sei scemo?» esclamò allarmato.
«No, è serio. Scrivile.» replicò Jason, incrociando le braccia.
Alex assottigliò lo sguardo, sbuffando rumorosamente e prendendo il telefono. «Che diavolo dovrei dirle?» sussurrò, storcendo il labbro.
«Che ti dispiace.» risposi ridendo, mentre Maya scosse la testa e si batté una mano sul viso.
«Okay, vi odio.» disse scrivendo qualcosa velocemente e posando il telefono sul pavimento. «Se mi sbuca qui, uccido voi due e vi vendo al mercato nero.» ci puntò il dito contro.
Jason rise, guardando poi Maya. «Tocca a te, Ross. Cosa scegli?» domandò curioso.
Maya storse il labbro, facendo spallucce. «Obbligo.»
Vidi Jason che guardò il resto dei ragazzi, con un sorriso beffardo. Assottigliai lo sguardo e scossi la testa, sapendo dove volesse andare a parare. «Dovrai stare nella cabina armadio di Crystal, per dieci minuti.» disse, sorridendo enormemente. «Con Jamie.» aggiunse. Facciamo come se non avessi detto nulla. Maya si voltò verso di me, guardandomi e annuendo.
«D'accordo.» disse alzandosi e facendomi un cenno con la testa.
«Vi busseremo noi. Guidala tu, Jam.» sussurrò Alex divertito. Feci un profondo respiro e salii di sopra, entrando nella stanza di Crystal e aprendo la cabina armadio enorme.
«Chi è Crystal?» chiese confusa, entrando.
Chiusi la porta, appoggiandomi alla parete e guardandola. «La sorella di Alex.» dissi arricciando il naso.
Maya si guardò intorno, passando le mani tra i diversi capi, sfiorandoli appena. «Però, si veste bene, la ragazza.» disse curiosa.
Ridacchiai, guardandola. «Beh, per quel poco che li usa. È al college, questa è solo una parte dei suoi vestiti.» ammisi facendo spallucce.
Lei annuì, storcendo il labbro. «La conosci da molto?» domandò curiosa, mettendosi nella parete, appoggiando la schiena.
Feci spallucce, grattandomi il capo. «Beh, sì. Da sempre.» spiegai guardando davanti a me.
Lei annuì di nuovo, sospirando. «Cosa si fa quando si è costretti a stare rinchiusi per dieci minuti?» chiese perplessa.
Trattenni una risata, per poi tirare fuori una sigaretta dal pacchetto. «Si parla, ci si conosce.» replicai tranquillo.
Lei sorrise, guardandomi sottecchi. «Okay, conosciamoci. Uhm...» sussurrò concentrata.
Alzai un sopracciglio, scuotendo la testa. «Non dicevo sul serio. So chi sei, tu sai chi sono. Non ha senso.» risi, pizzicandogli la guancia e guardandola negli occhi.
Maya sostenne il mio sguardo, arricciando il naso. «Giusto. Ma era tanto per fare qualcosa, altrimenti ci addormentiamo!» ridacchiò.
Le accarezzai il viso, rimanendo serio. «Qualcosa da fare si trova sempre.» sussurrai guardandole le labbra.
Maya rimase per un attimo perplessa e rigida, per poi rilassarsi al mio tocco. «Cosa?» chiese a bassa voce.
Mi girai completamente verso di lei, passandole un pollice sul labbro inferiore, mentre fece un profondo respiro. Continuò a guardarmi negli occhi, senza distogliere lo sguardo. Volevo baciarla. Al diavolo le conseguenze, al diavolo quello che sarebbe potuto succedere... desideravo un suo bacio come se fosse qualcosa di prezioso, di unico. Ne avevo necessariamente bisogno.
«Siamo amici, Jamie. Non dovremmo.» sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra.
Sorrisi leggermente, avvicinandomi ancora di più. «So che lo vuoi quanto me.» dissi baciandola di colpo. Maya fece un profondo respiro, alzando le braccia e portandole attorno al mio collo, ricambiando il bacio. Feci intrecciare le nostre lingue dolcemente, facendo aderire la sua schiena alla parete e continuando a baciarla. Era strano, completamente e totalmente strano. Avevo assaporato un sacco di labbra, toccato un sacco di mani, accarezzato un sacco di visi. Ma lei... lei era diversa. Era poesia. Io non ero molto esperto in materia, ma volevo scoprirla, apprezzarla e sentirla mia. Una piccola ma importante parte di me.
Le accarezzai i fianchi, sentendo una sensazione strana che partiva dallo stomaco e finiva al centro del petto. Maya si attaccò di più a me, rendendo il bacio ancora più approfondito di quando non lo fosse già. Mi staccai per riprendere fiato, appoggiando la fronte su quella sua, guardandola e respirando a fondo. «Scusami, non so cosa mi sia passato per la testa.» ammisi, con ancora il fiatone. Ed era la verità: non avevo idea del perché sentissi la necessità di baciarla, di rendere intimo quel rapporto che si era creato tra noi. Ma non mi pentivo del gesto, ero assolutamente felice di averlo fatto. E l'avrei fatto ancora, tantissime altre volte. Fino ad abituarmi al sapore delle sue labbra, al profumo della sua pelle.
Lei sorrise, avvicinandosi di nuovo alle mie labbra, mordendole. «Sh.» disse, baciandomi di nuovo. Ricambiai il bacio, cercando la sua lingua come un pazzo, intrecciandola alla mia subito dopo, mentre con una mano le accarezzavo la guancia sinistra. Sentii un colpo alla porta, ma sia che io lei, decidemmo di ignorarlo categoricamente, continuando a baciarci come se ne valesse la nostra vita. Bussarono per la seconda volta, così mi scansai a fatica, guardando verso la porta e facendo un profondo respiro, chiudendo gli occhi.
«Abbiamo capito!» esclamai contrariato, facendola ridere. Mi voltai scuotendo la testa e allungando una mano verso di lei. «Andiamo sotto prima che pensano chissà che.» borbottai.
«Oh no, ti prego. Che cosa imbarazzante.» borbottò ridacchiando, camminando davanti a me. Mi bloccai davanti alla porta, attirandola a me e dandole un bacio casto. Mi guardò e sorrise, prima di staccare le mani e uscire dalla stanza. Scossi la testa, mordendo il labbro.
Mi stava letteralmente facendo impazzire e questa cosa mi piaceva da morire.
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