THE PRINCE'S PARTY
TRACK 7: WATCHA SAY, Jason Derulo
I know what I did wasn't clever
but me and you
we're meant to be together
Il fatto che Ginevra non vada ad una festa da anni, escluse quelle della sua famiglia, non è certo qualcosa alla quale pensare per tranquillizzarsi mentre, guardandosi allo specchio da più di dieci minuti, cerca di decidere se il vestito che indossa è adatto o meno alla serata.
Doverci andare con Max Verstappen poi, di certo non migliora la situazione. Non per il loro rapporto, ma perché lui è lui e per sta sera Ginevra sarà la ragazza che accompagna il fenomeno, il ragazzo prodigio, la promessa della Formula uno. La cosa la infastidisce su più piani.
<<Sei molto bella, chèri>> afferma d'improvviso Carlà, sua madre, la cui figura si riflette sempre più da vicino accanto a quella della figlia.
Di certo Carlà, con il suo passato da modella e le mani di chi non ha mai lavorato più di tanto nella vita, non avrebbe mai voluto una figlia meccanico, ed è anche un po' per questo che la osserva emozionata nello specchio. Le ricorda lei da giovane, prima che quel monegasco dalle origini italiane di nome Alberto Giotti le rubasse il cuore in una stanza del Casinó di Monte Carlo, prima che l'amore per lui cambiasse la sua vita da modella in cerca di fama in giro per il mondo a mamma di due bambini con un negozio a cui badare. Certo, se non fosse stata capace di rompere macchine anche solo sfiorandole, probabilmente anche il suo destino sarebbe stato quello di lavorare in officina, e anche se lei se l'è scampata le dispiace che la cosa sia toccata a sua figlia.
Forse però Ginevra può essere anche quello, può essere anche la donna nello specchio, fiera e da togliere il fiato in quel lungo abito rosa, dritto, indossato con una tale scioltezza da sembrare più quotidiano della sua tuta da lavoro.
<<credi sia troppo?>> domanda Ginevra, osservando le sue mani che accarezzano la gonna liscia del vestito. Quando lo muove, il tessuto pallido rimanda dei bagliori leggeri che la illuminano, dandole una propria aurea splendente.
<<Con un primo appuntamento vestita così, probabilmente ti sei assicurata anche il matrimonio>> le risponde scherzando Carlà, avvicinandosi fino a poggiare le mani sulle spalle di sua figlia e osservare entrambe nello specchio da sopra la sua spalla, giusto in tempo per catturare l'occhiataccia che la piccola della famiglia Giotti le lancia. Certo quello non è il giusto modo per far sentire Ginevra più tranquilla.
<<non è un appuntamento>> ci tiene poi a precisare Ginevra. Mentre si osserva però un pensiero le balena per la testa, lei è convinta che non sia un appuntamento, ma lui ?
La cosa comincia a tormentarla a tal punto che la questione vestito passa quasi in secondo piano. Non vuole assolutamente che faccia da scemo pensi che stiano uscendo insieme, lui le ha chiesto di accompagnarla ad una festa e lei si è lasciata trarre in inganno da quegli occhioni e quell'aria impanicata e ha detto si. Fine della storia.
<<Questo non è un appuntamento>> è quindi anche la sua infelice uscita una volta avvicinatasi alla Porche GT3 Rs grigia accostata davanti al cancello di casa sua, prima ancora di dire ciao al ragazzo in smoking blu che le tiene aperta la portiera.
<<Woah woah, perché pensi sia un appuntamento?>> risponde Max, con la bocca aperta e le sopracciglia aggrottate. Resta forse qualche attimo di più fuori dalla macchina, con gli occhi fissi su Ginevra, cercando di riprendersi dagli esplosivi primi dieci secondi della serata. Ovunque ci sia lei tutto sembra sempre in fermento, pieno di energia, di vita.
<<Io non lo penso, tu lo pensi?>> controbatte una volta che lui torna a sedersi al posto del guidatore. Max scuote la testa.
<<Certo che no>> risponde.
In realtà non si è mai posto la domanda di come Ginevra avrebbe potuto recepire il suo invito e, vista l'utilità pratica che lei avrà quella sera, è contento che non veda la serata come una romantica uscita di coppia.
Non che gli dispiaccia l'idea di passare del tempo con lei, solo è giusto conoscere i propri ruoli.
<<Allora possiamo andare>> dice, scrollando le spalle lasciate nude sé non per delle sottili spalline.
La sua pelle è chiara e, dettaglio che Max cattura prima di rimettere in moto la macchina, con dei piccoli nei sparsi, cosa che gli piace anche più del dovuto. Max ha una passione per i particolari.
Nonostante il brusco inizio e il silenzio dei primi metri, durante il quale Gin invidia Max per avere qualcosa sulla quale concentrare la propria attenzione, la situazione si sblocca quando lui le chiede cosa ha fatto dopo che è andato via dall'officina quella mattina.
Ginevra, remore dal silenzio imbarazzante di prima, è intenzionata a farsi bastare quella domanda per tutto il viaggio, ovunque sia la festa, e palesemente straparlando comincia con una digressione su quasi ogni momento passato da quando lui è andato via a quando è andato a prenderla.
Considerando che ciò che ha fatto in soldoni è stato a. tornare a casa dall'officina b. lavorare sulla sua Jaguar in garage in compagnia di Dom che provava a riconquistare in tutti i modi la sua fiducia, il compito di allungare il brodo è arduo.
C'è quindi un bel lavoro di inventiva visto che sono dentro Monte Carlo ormai quando lei non sa più cosa collegare all'argomento.
<<Tu che hai oggi invece?>> azzarda allora, girandosi solo di sfuggita verso il pilota, la cui unica risposta è un mezzo grugnito.
<<Max, credimi, i tuoi occhi parlano>> lo riprende lei, subito aggiungendo il resto della frase <<e non è un modo per dire che sono belli, è solo che sono tanto chiari di colore quanto cristallini su come ti senti>>
Per qualche motivo, Ginevra si pente subito di ciò che ha detto. E' come se avesse superato quel famoso confine non segnato di confidenza, come se fosse qualcosa di troppo personale per poterne parlare.
Max in risposta storce il naso, continuando a guardare la strada. Ovviamente il suo stato d'animo è ancora lo stesso di quella mattina considerando che Daniel ancora non si è fatto sentire e sì, un po' le dita gli tremano al pensiero che tra pochi minuti potrebbe ritrovarselo davanti. Più gli tremano, più stringe forte il volante della Porche e abbassa il piede sull'acceleratore.
Però, al contrario di quella mattina, ha capito come gestire il suo malessere e riesce tranquillamente a riportare la conversazione sulla leggerezza.
<<Ti prego, continua a parlare dei miei occhi>> le dice con fare malizioso, girandosi a guardarla sbattendo velocemente le palpebre. Ginevra scoppia a ridere, scivolando sul sedile e portandosi una mano davanti alla faccia, finalmente rilassata.
<<Con quello sguardo da cerbiattina potresti conquistare chiunque>> lo prende in giro continuando a scuotere la testa. Poi lo guarda sorridendo leggermente, con le gote rosse per la risata e gli occhi assottigliati e lui ricambia lo sguardo, allungando le labbra in un sorriso altrettanto bello e qualcosa si crea nell'aria, anche se dura solo un attimo, il tempo di quell'incontro di sguardi, prima che entrambi tornino a concentrarsi sulla strada.
Le luci di Monte Carlo illuminano l'abitacolo e corrono veloce oltre il finestrino grazie alla mano esperta di Max, ma all'interno della città il percorso è breve. Il pilota, infatti, parcheggia in una strada a pochi passi dall'Hermitage e, approfittando del momento in cui Ginevra si infila il cappotto e si dà un'ultima occhiata nello specchietto, esce della macchina e va ad aprirle lo sportello. Si rende conto che quello non è proprio un gesto da è solo un'uscita e non un appuntamento, ma gli piace passare per un ragazzo a modo.
<<Puoi accennarmi qualcosa su questa festa? Tipo chi è il festeggiato? Chi ci sarà? Cosa devo aspettarmi?>> gli domanda Ginevra, sentendo un sempre più prorompente panico crescere dentro di sé mentre al fianco di Max attraversa la strada. Ha la sensazione che la loro destinazione sia un importante portone di legno massiccio, sorvegliato da due omoni in abito.
Infatti, prima di risponderle, Max punta direttamente uno dei due bodyguard per lasciare il proprio nome. Quest'ultimo, dopo un cenno d'assenso, preme un pulsante che fa aprire il portone e li lascia entrare.
Ancora in silenzio, Max fa strada nel piccolo ma accogliente androne fino ad un'altra porta sorvegliata.
<<Il sig. Charles vi attende nel salone del secondo piano>> dice quello che sembra più un maggiordomo che un bodyguard, aprendo per loro l'ingresso di casa Leclerc e invitandoli a lasciare il cappotto.
Max, che già si sente esagerato in giacca e camicia, si è decisamente rifiutato di indossare anche un cappotto, piuttosto morendo di freddo con la sola giacca, però aiuta Ginevra a sfilare il suo. Dopo di che poggia una mano sulla schiena di lei, lasciata scoperta dal vestito, e la trattiene lì mentre salgono un'ampia scalinata di legno coperta da un'elegante tappeto che porta al secondo piano.
<<Charles è il festeggiato, compie ventun'anni, è un po' il principino di Monaco e della Formula Uno, anche se nessuno ha il coraggio di dirgli che non appartiene davvero alla famiglia reale, e quest'anno correrà in Ferrari>> comincia a spiegare Max, allungandosi verso Ginevra per parlarle vicino all'orecchio. Quell'improvvisa vicinanza la mette per un attimo a disagio, mentre lui d'altro canto si sorprende della naturalezza con la quale gli riescono questi gesti. << Ci sarà mezzo paddock della Formula uno probabilmente, e gente importante in generale>>
E Daniel, pensa Max subito dopo, irrigidendosi involontariamente.
<<E tu non hai pensato di avvisarmi di quanto fosse importante questa festa>> gli risponde lei a denti stretti, continuando a guardare avanti salendo gli ultimi scalini. Una volta finita la scala, il salone si apre davanti ai loro occhi. Una grande stanza dove protagonista indiscusso è il mogano, abbinato a tendaggi e cuscini e mobili color crema. Tutto molto elegante, sofisticato e decisamente non ciò che Ginevra si aspettava.
<<Sei comunque perfetta>> è l'altrettanto inaspettata replica di Max che si sporge per un'ultima volta verso di lei per sussurrarle nell'orecchio, poi mette su un bel sorriso e sempre con le dita aperte sulla sua schiena fa strada verso le persone intente a chiacchierare a gruppi.
Ginevra, come fulminata dalla sua frase, resta a fissare il ragazzo al suo fianco finché la loro attenzione non viene catturata da qualcuno che grida <<MAX!>> e Ginevra si costringe a distogliere lo sguardo.
<<Max con una ragazza>> sottolinea invece una voce femminile, una ragazza bionda che cammina con una faccia quasi scioccata verso i due.
Scenari catastrofici si dipingono nella testa di Ginevra che rimane ad osservare, senza la più pallida idea di cosa fare, mentre la bionda si fionda tra le braccia di Max e continua a guardare Ginevra anche con il viso spiaccicato contro il petto del suo accompagnatore.
Mi voleva qui per far ingelosire la sua ex, è la cosa più probabile che prende forma tra i pensieri di Ginevra.
<<Vic, la stai spaventando>> afferma subito dopo Max, lasciando scivolare la mano poggiata ancora sulla schiena di Gin per portarla sulle spalle di Vic e allontanarla leggermente. Lo sguardo che rivolge alla ragazza bionda davanti a sé è una miscela di rimprovero e noia <<E poi, non dovresti essere in Olanda?>>
Lei scuote leggermente le spalle e sposta tutta la sua attenzione su Ginevra, spalancando gli occhioni chiari circondati da folte ciglia nere e allungandole una mano con un modo di fare che Ginevra non riesce a catalogare come amichevole.
<<Sono Victoria>> si presenta, aggiungendo al tutto un sorrisone decisamente troppo esaltato.
<<Ginevra>> risponde lei, rispondendo alla stretta con quel suo fare un po' da dura che ha imparato negli anni. Per ogni evenienza, sempre meglio mostrarsi cazzuta, e sopratutto tenersi pronta ad andare via con dignità. E' in quel posto da meno di cinque minuti e si è già pentita di aver accettato l'invito di Max, dandosi dell'idiota e dandogli dell'idiota alternativamente almeno cento volte.
<<Mia sorella Victoria>> ci tiene a specificare Max mentre, con fare quasi terrorizzato, osserva la stretta di mani tra le due <<che ti lascerà in pace per il resto della serata, vero Victoria?>>
Ginevra torna a respirare tranquillamente. Ovviamente, chi altro poteva essere se non sua sorella.
Guardandoli meglio sono praticamente identici.
<<Dai Max non mi presenti mai le tue fidanzate, vorrei conoscerla, senza essere invadente promesso>>
Chi tra i due della coppia in questione faccia per primo fuoriuscire un colpo di tosse non è dato saperlo, fatto sta sia Max che Ginevra rischiano un soffocamento e un attacco di cuore nello stesso identico istante.
La situazione per Max non può che peggiorare però, considerando che oltre a Charles che osserva la scena in disparte senza sapere come intervenire, si aggiunge un'altra figura in abito scuro che gli impedisce definitivamente di respirare.
<<Ho sentito bene? Maxie ha una fidanzatina?>> esordisce Daniel, il quale con le movenze da amicone porta una mano sulla spalla di Max e la strizza, accompagnando il tutto con una risata sommessa e uno sguardo d'intesa lanciato poi a Charles e a Victoria. <<Vado qualche giorno dall'altra parte del mondo e guarda cosa succede>>
Per ultimo l'occhiata del ragazzo dai capelli ricci si ferma su Ginevra, la quale è in preda ad una crisi esistenziale che cerca di nascondere portando una mano sul viso per nascondere gli occhi e massaggiarsi le tempie.
<<Tutto ciò è estremamente imbarazzante>> mormora a sé stessa, mentre il suo accompagnatore decisamente non sembra curarsi di lei <<avrò bisogno di dieci calici di champagne per dimenticare questo disagio>>
<<La tua è nei paraggi?>> domanda invece Max al compagno di squadra con fare goliardico, continuando a non smentire la loro presunta storia e anzi, quasi sfidando il ragazzo al suo fianco.
E' qualcun altro però a captare il messaggio d'aiuto di Ginevra, che si ritrova in pochi attimi sotto braccio con Victoria <<Ti ci accompagno io a bene champagne>> mormora quest'ultima.
<<Mi ci porti anche se non sono la ragazza di tuo fratello?>> le domanda Ginevra con un tocco di disperazione nella voce, lasciandosi trascinare senza opporre resistenza verso l'interno del salone. Victoria ridacchia ma prima di continuare la sua marcia,
come ricordandosi di qualcosa, si gira davanti ad un ragazzo, il tizio che per primo aveva salutato Max.
<<Lo conosci Charles?>> domanda Victoria, facendo segno verso il ragazzo che tra il divertito e l'imbarazzato posa lo sguardo sulle due.
<<No, tuo fratello non è stato così carino da presentarci. Auguri Charles!>> esclama allora Ginevra, sorridendo decisamente non in maniera spontanea al ragazzo dal portamento elegante e il viso armonioso che con fare caloroso invece si sporge per salutarla con due baci sulla guancia.
<<Andiamo, vi accompagno io al bar>> mormora lui, facendo strada nel salone.
Ginevra si gira un'ultima volta prima di seguire lui e Victoria, che ancora tiene le loro braccia incastrate, per lanciare un'occhiata verso Max.
Il biondino sembra intento a guardare il ragazzo riccio, dalla pelle abbronzata e il portamento possente, con un che di sfida negli occhi, mentre Daniel sembra intento a farsi una bella risata tenendo ancora la mano sulla spalla dell'altro.
Del resto, come poteva aspettarsi che l'attenzione di Max quella sera sarebbe stata tutta per lei? Non è certo un appuntamento, ed hanno tenuto entrambi a specificarlo.
Max, contro ogni pronostico, in realtà non ci mette troppo a raggiungere il trio ora diventato quartetto davanti all'angolo bar, seguito a ruota da Daniel e una bellissima ragazza alta e mora che si presenta come Gabrielle, detta Gabi. Dal modo in cui si tiene artigliata al braccio di Daniel, non è difficile immaginare quale sia il suo ruolo nel gruppo. A meno che, pensa Ginevra, anche lei non sia sua sorella.
Parlando di sorelle, passare il tempo con Victoria è molto più semplice che stare con Max. In pochi minuti, con il suo bel sorriso e un caratterino piccante che certo Ginevra non si sarebbe aspettata da qualcuno imparentato con Max, si è presa un livello di confidenza che forse in altre situazioni le avrebbe dato fastidio, ma che in una stanza piena di gente che non conosce e abbandonata dal suo accompagnatore, era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Charles, d'altro canto, sembra un ragazzo silenzioso. O meglio, ha cercato teneramente di inserirsi nei discorsi a macchinetta di Victoria senza però trovare mai un appiglio e restando così zitto ad ascoltare finché un tale Pierre non è intervenuto in suo salvataggio.
L'unica cosa che Ginevra ha capito, tra tutti quei nomi e quelle facce, è che sono tutti piloti. In pochi minuti ha sostanzialmente conosciuto un terzo del paddock più famoso al mondo.
<<Mi dispiace per prima>> mormora Max, avvicinandosi a lei mentre allunga un braccio verso il bancone per afferrare un flûte di champagne. Per un attimo, il suo viso è tutto ciò che Ginevra riesce a vedere.
<<Ti dispiace per cosa, esattamente?>> risponde lei, tagliente. Mantiene i suoi occhi incollati in quelli di Max anche quando si allontana leggermente da lui per poter finire ciò che è rimasto nel suo bicchiere, cosa che fa salire un brivido su per la schiena al ragazzo. Il suo sguardo risulta abbastanza pungente.
<<Per averti portato in questa gabbia di matti>> controbatte, azzardando un mezzo sorriso. Max sapeva che sarebbe stato un disastro, l'ha sempre saputo. Un po' gli dispiace che si sia ritrovata in quella situazione, ma egoisticamente è anche contento di avere un appiglio al quale potersi attaccare per restare sano. Certo è circondato dai suoi amici, da sua sorella, ma Ginevra è per lui una boccata d'aria. Concentrarsi su di lei significa non pensare a tante altre cose. "L'effetto Ginevra".
Anche quando Daniel si intromette nel loro discorso, lui continua a fissare lei. La fissa a tal punto che se chiudesse gli occhi potrebbe ricordarsi tutti i più piccoli particolari del suo viso, soprattutto i particolari anzi. La curva delle labbra carnose, il modo in cui un sopracciglio crea un arco più acuto dell'altro, o come i suoi occhi cambiano sfumatura di blu ad ogni piccolo movimento, catturando la luce dalle più disparate angolazioni.
<<Sono Daniel, scusa per prima ma non sono abituato a presentarmi alle ragazze di Max, è più un lupo solitario lui>> esordisce il ragazzo riccio, in un inglese marcato con l'accento forte di qualche posto del mondo che Ginevra non riconosce.
Lei scrolla le spalle e allunga una mano a mezz'aria, per poi mormorare il proprio nome una volta che lui glie la stringe. La sua pelle, calda e abbronzata, crea un forte contrasto con quella di lei, esattamente l'opposto in tutto.
<<Credo che potremmo finalmente sfatare il mito, non sono la ragazza di Max>> aggiunge poi Ginevra, continuando a guardare Daniel. Quest'ultimo ride e Ginevra subito realizza che è forse la risata più bella e stupida che abbia mai avuto davanti, bella perché il modo in cui le sue labbra si aprono trasmette un entusiasmo, un'euforia coinvolgente e difficile da ignorare, stupida per i buffi suoni che emette, quasi simili ad un singhiozzo, che addirittura tirano fuori un sorriso di Ginevra.
Daniel ha un aspetto più da adulto rispetto agli altri, con la barba sfatta e delle rughette d'espressione inesistenti sul volto di Max, o di chiunque altro nel gruppo in realtà, e certo non è la persona più bella nella stanza ma ha una presenza forte, che attira l'attenzione di tutti.
Charles sollevando una nuova bottiglia di champagne invita il gruppo a seguirlo verso una sala lettura con dei divani, mentre il resto degli invitati rimane in piedi a far conversazione in giro per il salone.
Ginevra si trova scomodamente schiacciata tra Victoria e Max su un divanetto per due, ma rifiuta con fermezza - e dando spettacolo per gli altri - il consiglio di sedersi sulle gambe del suo accompagnatore per stare più comoda. Non si ribella però quando il braccio di Max finisce sulla spalliera del divano, dietro il suo collo, e apprezza il modo in cui lui cerchi di includerla mentre tutti si dilettano a ricordare le proprie imprese in pista, spiegandole meglio qualcosa nell'orecchio o girandosi a guardarla, assicurandosi che le sue battute la facciano ridere.
Dato il disastroso inizio, è qualcosa che non si sarebbe aspettata.
Victoria poi, quando i discorsi dei ragazzi si fanno troppo noiosi, richiama a sé l'attenzione delle due altre ragazze - Ginevra e Gabi - e cerca di far conversazione.
Certo, non è la compagnia che Ginevra si sarebbe scelta, ma dopo qualche risata e fin troppi flûte di champagne quasi la situazione diventa piacevole.
Daniel è seduto sulla poltrona di fianco alla loro, con Gabi poggiata su uno dei braccioli, e non perde occasione per guardare Ginevra. Lei se ne accorge subito, domandandosi il perché di tanta attenzione. La questione però muore quando Victoria comincia a raccontare le varie stranezze di Max da piccolo, facendo morire di imbarazzo il fratello ma conquistando il totale apprezzamento di Ginevra.
Gin non saprebbe neanche ridire come, ma in brevissimo tempo arriva quasi l'ora di andar via.
<<Max ricordati, hai promesso che a mezza notte sarei stata nel letto>> sussurra lei, sporgendosi verso il ragazzo ancora al suo fianco. <<Vorrei fumare una sigaretta prima però>>
<<Ti accompagno>> dice Max, annuendo.
<<Morirei per fumare una sigaretta, mi unisco>> si aggiunge Gabi, alzandosi di scatto dal bracciolo della poltrona. Max, dopo essersi sfilato la giacca e averla poggiata sulle spalle di Ginevra, fa segno alle ragazze di andare avanti. E' Gabi a fare strada all'interno del salone, scansando gli altri invitati per passare e puntando alla porta-finestra sul lato destro della stanza.
Max cammina dietro Ginevra, ma si ferma dopo qualche passo sentendosi chiamare.
Quando si gira, accanto all'ingresso del salottino trova Daniel con le mani nelle tasche del pantalone elegante intento a guardarlo, e non appena ricambia il suo sguardo il riccio gli fa un cenno con la testa indicando una porta dall'altra parte della stanza. Il bagno.
Max resta un attimo fermo, rigirandosi per cercare Ginevra che ormai lontana da lui sta uscendo con Gabi sul balcone, poi torna a prestare attenzione a Daniel, fermo nella stessa posizione di prima.
Il momento dopo sta già camminando verso il ragazzo.
Ginevra si accorge della mancanza di Max quando, mantenendo aperta la porta per loro, non vede nessuno arrivare. Non ci pensa troppo però, approfittando della compagnia di Gabi e accettando da lei l'accendino per dar fuoco alla sua sigaretta.
Sul balcone fa freddo e un vento flebile muove la gonna morbida del suo vestito, ma per quanto leggera possa essere la giacca di Max la riscalda. E' stato un gesto carino. Max è carino, più di quello che lei si sarebbe mai aspettata da quella faccia da scemo con l'atteggiamento da sbruffone che ha conosciuto il primo giorno. E forse i suoi pensieri sono palesi anche sul suo viso, perché Gabi la guarda e ride. La sua risata non ha niente a che fare con quella di Daniel, ma è tenera. Nonostante le gambe chilometriche fasciate da un'aderentissimo vestito verde e i capelli raccolti in una treccia con aria quasi seriosa, il suo viso è fresco, innocente, il suo modo di fare timido.
<<Quindi con Max...>> si azzarda ad intavolare il discorso, facendo un tiro dalla sigaretta.
<<Con Max niente, non è neanche un appuntamento, mi ha chiesto di accompagnarlo qui e basta>> controbatte Ginevra, poggiandosi con la schiena contro il muro dietro di lei.
Sul balcone ci sono un altro paio di ragazzi che si girano a guardarle, ma presto tornano alle loro discussioni.
<<Tu? sei la ragazza di Daniel?>> domanda poi, notando come subito il sorriso sul viso della ragazza mora scompare, lasciando spazio a due labbra strette e una mascella serrata.
<<Ero la ragazza di Daniel, qualche anno fa>> comincia Gabi, cambiando persino tono nella voce <<Ci siamo incontrati sta mattina in aeroporto e abbiamo passato un po' di tempo insieme, poi mi ha chiesto di venire qui sta sera, quindi il mio non è un appuntamento tanto quanto non lo è il tuo>> la risata amara sulla frase finale fa venire la pelle d'oca a Ginevra, che passa a guardare la sigaretta pur di evitare lo sguardo carico della ragazza di fronte a lei. Che però non sembra voler smettere di parlare.
<<Sai Max e Daniel, loro sono molto legati. Oserei dire che sono una cosa sola>>
<<Non conosco Daniel>> controbatte Ginevra, scrollando le spalle.
<<Io però conosco Max, e si vede che è interessato a te, ma Ginevra devi sapere che se anche a te dovesse piacere... questo non basterà>> le dice Gabi <<Sai perché io e Dan ci siamo lasciati? Perché Max in realtà mi odia. Mi ha sempre odiato, non mi sopporta. Questa cosa ha logorato Dan così tanto che nel giro di pochi mesi mi ha scaricato senza troppe scenate. Max era più importante>>
<<Continuo a non capire cosa vuoi dirmi>> ribatte, immagazzinando le informazioni. Non che avesse pensato davvero ad un mondo in cui lei e Max potessero essere qualcosa, ma per curiosità, per sapere qualcosa su di lui.
<<Che per avere Max, dovrai prima conquistare Daniel. E non credo sta sera sia iniziata alla grande>> è la conclusione del discorso. Gabi spegne la sigaretta a metà e la lancia nel posacenere lì a fianco, avvicinandosi alla porta <<Io entro Gin, il mio accompagnatore non ha avuto la decenza di darmi la sua giacca e sto congelando>>
E' proprio in questa che Ginevra si stringe, non intenzionata ad entrare ancora. Finisce con calma la sigaretta, osservando le strade di Monte Carlo sotto di lei e pensando alle parole di Gabi. Forse è per quello che Daniel la guardava, prima. La stava studiando.
Per quanto si ripeta che non le importi, una minima parte di lei si chiede quale sia stato il suo giudizio. E questo pensiero è idiota quanto immaginare che ogni persona che apre la porta del balcone possa essere Max, quanto stare lì ad aspettarlo al freddo.
Quando la sigaretta è ormai cenere e persino le sue ossa sono congelate Ginevra decide di rientrare, cominciando a chiedersi davvero dove possa essere finito Max. Anche perché è quasi mezza notte e dovrebbero già essere in macchina per tornare a casa. Raggiunge Victoria fuori dal salottino e intenta a stappare un'altra bottiglia di champagne vicino al bar, chiedendole se avesse visto Max. Questa, scuotendo la testa, la invita a tornare con lei dagli altri, dove la situazione si è abbastanza scaldata e Charles, con una ragazza sulle gambe, ride fin quasi alle lacrime per qualcosa che Pierre deve aver detto, mentre Gabi osserva la scena scuotendo la testa.
Neanche Daniel è lì.
Dall'altra parte del salone infatti, chiusi nel bagno, ci sono Max poggiato sul bordo della vasca e Daniel in piedi a braccia conserte in un silenzio abbastanza strano che dura da più di dieci minuti.
<<Perchè siamo qui Dan?>> si decide a chiedere Max, alzando lo sguardo verso l'altro.
<<Sai perché Gabi è qui? Perché sapevo che non avresti ascoltato il mio consiglio, sapevo che non avresti lasciato perdere Ginevra e ho pensato che avresti potuto portarla qui, come infatti è successo>> risponde Dan, facendo un passo per poggiare la schiena contro il lavandino e guardare Max di traverso. Oggi Daniel sembra incredibilmente grande, pensa Max, e anche incredibilmente distante.
<<Se mi avessi scritto una volta atterrato, né Gabi né Gin sarebbero qui sta sera>> controbatte il più piccolo, sentendosi stranamente maturo e ragionevole. Deve notarlo anche Daniel, perché lo guarda senza dire niente. Max è più il tipo da gridare e spaccare cose, vederlo lì seduto a parlare razionalmente non gli sembra quasi vero. E lo spaventa.
<<Che ci sta succedendo?>> mormora Daniel, quasi parlando più con se stesso che con Max.
<<Dimmelo tu>> risponde l'altro, e di nuovo cala il silenzio.
Fuori la festa continua, un lontano chiacchiericcio aleggia nel bagno di marmo bianco e c'è l'eco di una canzone in sotto fondo, ma né Max né Daniel sembrano farci caso. E' un momento delicato, ma Max si rende conto di essere solo stanco. Stanco di provare determinate cose, stanco di avere certe reazioni, ma sopratutto triste per la cosa più importante di tutte: gli manca il suo migliore amico.
<<Va' fuori Max, divertiti, c'è una bellissima ragazza che ti aspetta e dovresti stare con lei, ho sbagliato a volerti parlare, non abbiamo niente da dirci ora>> si decide poi a farfugliare il ragazzo riccio, dopo un lasso di tempo infinito, sorridendo con la testa bassa e senza guardarlo.
Max si alza dal bordo della vasca e si avvicina all'amico, aggiustandosi l'abito allo specchio da dietro le spalle di Daniel. Fa poi per allontanarsi, ma prima di arrivare alla porta torna indietro fino a rimettersi davanti a lui. Solo allora Daniel alza lo sguardo, fissando i suoi occhioni scuri in quelli di Max che, con le luci bianche del bagno, sembrano quasi di ghiaccio.
<<Io non lo so cosa succede Dan>> decide di rispondergli, allungando persino una mano sulla sua spalla <<Ma mi manca ciò che eravamo, mi manca il mio migliore amico>>
Mentre esce definitivamente dal bagno è quasi incredulo di avergli davvero detto ciò che pensa, o meglio una parte, ma che almeno è qualcosa. Se lo lascia alle spalle mentre gettandosi tra la gente comincia a cercare Ginevra, cominciando dal balcone. Peccato che lei non sia lì, né al bar, né nel salottino, dove sono rimasti solo Pierre, Gabi, Charles e Claude, la sua ragazza appena atterrata da qualche viaggio intercontinentale.
<<Avete visto Gin?>> domanda Max, attirando l'attenzione dei presenti. E' Charles ad alzare lo sguardo verso di lui e aggrottare le sopracciglia, confuso.
<<E' andata via cinque minuti fa, pensavo lo sapessi>> risponde il festeggiato. Di riflesso, Max sfila dalla tasca dei pantaloni il suo telefono e controlla l'orario. In effetti, è mezza notte e mezza. E Max non ha rispettato la promessa.
Cosa divertente, non ha neanche il numero di Ginevra.
Gridando un saluto generale Max si mette a correre, passando persino accanto a un Daniel appena uscito dal bagno e andandogli quasi a sbattere contro, per poi riprendere la corsa lungo la scalinata che porta al piano terra e via, fuori dal portone. Per qualche motivo, l'idea di aver deluso Ginevra lo ferisce profondamente.
La trova non appena esce per strada, intenta ad aprire la portiera di un Taxi.
<<Aspetta!>> grida il ragazzo, attraversando la strada e bloccando la macchina nera. Lo sbruffo di Ginevra è più forte del motore acceso della macchina.
<<Addio Max, ti faccio scrivere da qualcuno quando sarà pronta la tua macchina, puoi anche evitare di passare in officina tipo per sempre>> lo saluta Ginevra, piegandosi per entrare nei sedili posteriori. Max la blocca però, mettendo un braccio tra lei e la portiera e tirandola verso di sé, contro il suo petto, per impedirle di andare.
<<Lascia che ti accompagni, ci metterò molto meno di un Taxi qualunque, cazzo sono un pilota>> le dice, continuando a tenerla stretta. Ginevra fa per ribellarsi, ma nel frattempo Max infila la mano libera nella tasca alla ricerca del portafoglio e sfila una banconota che poi allunga al tassista.
<<Non si preoccupi, ci penso io>> dice, salutandolo con la mano <<i soldi sono per il disturbo>>
La macchina nera non ci mette troppo a ripartire, lasciando loro due soli per strada, attaccati finché Ginevra non riesce a liberarsi con un gridolino incazzato.
Senza aspettare altro Max comincia a camminare verso la Porche, sbloccando gli sportelli.
<<Max avevi promesso>> gli rinfaccia Ginevra, seguendolo malvolentieri ma concorde sul fatto che Max sia il modo più veloce per arrivare a casa <<So che tu non sai cosa voglia dire lavorare, ma io purtroppo si e domani dovrò svegliarmi alle sei con quanto? quattro ore di sonno?>>
I due entrano in macchina e non appena anche Gin infila la cintura Max parte sgommando, uscendo millimetricamente con una sola mossa dal parcheggio.
<<Mi dispiace, non ho visto l'orario>> le risponde, inserendo la quinta già dopo i primi trecento metri. Almeno sa che questa volta Ginevra non si opporrà al suo stile di guida sportivo.
<<Ovvio, certo, sono io la stupida che si è lasciata fregare pensando che mi saresti venuto incontro, ti ho accompagnato a questa stupida festa ma a quanto pare le mie condizioni non valevano abbastanza>> continua a sbraitare Ginevra, ridendo sommessamente per il nervoso.
Si rende conto che la reazione è esagerata, ma per lei le promesse sono importanti. Sono la sua base morale. Le promesse si rispettano. Max doveva portarla a casa entro mezza notte, a mezza notte e mezza era ancora chissà dove in giro per casa di Charles. Questo per Ginevra è abbastanza per scatenare un putiferio.
Peccato che ora anche Max inizi a scaldarsi.
<<Tu sei ingenua nel pensare che io non sappia cosa vuol dire lavorare, probabilmente lo so anche meglio di te. Conosco il sacrificio e mi dispiace per questa situazione>>
<<Come fai a sapere cosa vuol dire lavorare se l'unica cosa che fai è andare in tondo con una macchina in giro per il mondo, e non penso sia qualcosa che ti pesi tanto>>
Max stringe le dita attorno al volante, pregando di riuscire a trattenersi. Ginevra intanto lo guarda con aria di sfida, aspettando che lui ricambi il suo sguardo. Cosa che non succede mai. Se c'è una cosa che Max ha imparato questa sera, è che il suo autocontrollo e la sua pazienza sono molto più forti di ciò che credeva. Almeno fuori dalla macchina.
Ginevra, dopo non aver avuto risposta, lascia perdere la conversazione e sbatte la testa contro il sedile, incrociando le braccia sotto il petto e guardando ovunque fuorché per strada, troppo spaventata dalla velocità con la quale Max sta affrontando ogni curva. Per una questione d'orgoglio però non gli dice neanche di rallentare.
Passano il confine di Monaco e dopo qualche metro sono a Beausoleil, in rue de Villaine 3. Prima di scendere dalla macchina, Ginevra si ricorda di avere ancora addosso la giacca di Max così si sfila il cappotto e subito dopo la giacca, lasciandola sul cruscotto.
<<Pensi davvero che io sia un nullafacente?>> domanda all'improvviso Max, guardando ancora davanti a sé.
<<Sicuramente sei una persona irresponsabile>> continua ad attaccarlo Ginevra, lontana dall'essersi calmata.
<<Facciamo una cosa, una prova>> se ne esce lui, mentre lei afferra la maniglia della portiera. Ginevra si guarda oltre la spalla per trovare il suo sguardo improvvisamente acceso, intento a studiare una sua eventuale reazione <<Per farmi perdonare domani verrò a lavorare da voi, anzi lo farò per tutti i giorni questa settimana previ impegni con la RedBull, però tra un po' ricomincia la stagione e tu dovrai allenarti con me, e venire al primo gran premio, così poi mi dirai se è vero che non so cosa voglia dire lavorare>>
Max parla a macchinetta, lasciando fuoriuscire la propria idea, mentre Ginevra lo osserva quasi con fare scocciato. Max a lavorare in officina? un'utopia irrealizzabile. Poi chissà cosa direbbe suo padre di un'estraneo perennemente tra i piedi, anche se per Max la sua famiglia ha un occhio di riguardo.
Così Ginevra lascia andare una piccola risata, quasi di scherno.
<<Fanculo Max>> è la sua unica risposta, mentre apre la portiera e si lascia alle spalle il bel pilota e la bella macchina, per tornare alla sua vita vera. L'unica vita che ora conosce.
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Dopo 5840 parole non ti tratterrò anche a leggere uno spazio autore, quindi poco cose veloci: alla fine ha vinto la terza persona, anche grazie alle vostre argomentazioni quindi ringrazio chiunque abbia speso qualche minuto per aiutarmi in questa scelta 🙏🏻
E fatemi sapere cosa ne pensate mentre io comincerò a riscrivere i primi capitoli.
Bene, siete sopravvissute anche voi a questa festa? Ahahahah io avrei voluto decisamente essere lì
Probabilmente avrei dovuto dividere il capitolo in puntate, ma così avrete più roba da leggere subito e mi faccio perdonare per non aver aggiornato come di consuetudine di lunedì
Vi mando tanti basci e alla prossima 💗 il vostro supporto è fantastico, grazie!
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