THE END OF THE WORLD
TRACK 33: TIME BOMB, All Time Low
It was like a time bomb
set into motion
We knew that we were
destined to explode
Tutto ciò che Max aveva sempre cercato di evitare nella vita era la solitudine.
Tutto ciò che Max si era ritrovato ad essere, dopo il Gran Premio di Spagna, era un ragazzo solo, chiuso in quella gabbia dorata che era Monte Carlo, a rimuginare su come avesse fatto a finire in quella situazione.
Dove aveva sbagliato? Come aveva fatto a perdere, nello stesso giorno, tutto?
Forse qualcuno, a sentirlo blaterare, gli avrebbe dato dello stupido, ma nessuno poteva capire davvero. La sua vera famiglia da quattro anni a questa parte è stato Daniel. E non solo ha auto Daniel, ma anche una ragazza perfetta per lui.
Poi via, si è ritrovato senza niente, e la colpa è solo sua.
Dopo tredici giorni è arrivato però alla conclusione che non tutti i mali vengono per nuocere. Dopo tredici giorni di solitudine, ha scoperto di poter stare da solo. Ha scoperto Max, una persona con la quale non è facile vivere, che a volte -spesso- fa cose stupide, non ragionate, spinto da un'impulsività che caratterizza tutti gli aspetti della sua vita. Max non è uno che si abbatte, Max è forte, ha la stoffa di un vero campione, ma ha compreso di essere anche fragile talvolta, forse più di quanto sarebbe stato capace di ammettere, ed ha scoperto che è nella sua fragilità che trova la spinta di essere com'è.
A Max piacciono le ragazze, e gli piace tanto Ginevra.
Ma gli piacciono anche i ragazzi, o meglio, gli piace Daniel, ed è sulla buona strada per accettare che questo non è sbagliato.
Ciò che è sbagliato è ciò che ha fatto nei confronti di Ginevra.
Ora che ha perso entrambi, però, non c'è più da scegliere, e forse è meglio così. Una volta che le ferite saranno guarite, non potrà più far del male a nessuno.
Magari neanche a lui farà più male l'idea di non vedere Daniel dall'altra parte del box dal prossimo anno. Sarà addirittura meglio.
È il venerdì mattina del Gran Premio del Principato di Monaco e Max è, come sempre, sveglio dall'alba. Sono le nove quando Christian manda un messaggio sul gruppo Whatsapp che ha con lui e Daniel dicendogli di scendere. Nonostante siano a tre isolati contati dalla pista andare a piedi sarebbe una follia, così è sotto casa loro con una macchina che li porterà dritti nel paddock.
Si infila una felpa della RedBull e racimola le ultime cose utili prima di uscire dall'appartamento. Sul pianerottolo trova Daniel, di spalle, intento a chiamare l'ascensore.
Nonostante non lo vedesse da tredici giorni, il suo corpo non ha la minima reazione.
Ha pensato così tanto a come comportarsi quando l'avrebbe rincontrato che quel momento sembra quasi un sogno, una variante delle tante che aveva prospettato.
<<Ciao>> gli dice, affiancandolo.
Daniel si lascia sfuggire uno sguardo sorpreso, mentre poco convinto mormora un <<ciao>> a sua volta.
Max si azzarda addirittura a rispondere con un sorriso. Dentro di sè sente il gelo.
Lasciati scivolare tutto addosso.
L'ascensore si apre davanti ai loro occhi e le pareti specchiate rimandano la loro immagine. Sembra passata una vita da quel bacio di poche settimane fa, proprio lì. Sembrano due persone diverse quelle che li guardano nel riflesso.
Daniel si allunga a premere il pulsante del piano terra, più volte, con fare insofferente.
<<Posso farti una domanda?>> domanda poi Max, fissando un punto indefinito sopra le loro teste.
<<Posso dirti di no?>> risponde Daniel, in difficoltà. Tiene le mani intrecciate e le stringe fin quasi a farsi del male.
<<Perchè lasci la RedBull?>> chiede allora il più piccolo, complimentandosi mentalmente con sé stesso per il distacco che riesce a trasmettere nella sua parlata.
Daniel rimane in silenzio, mentre l'altro quasi riesce a sentire il suo sforzo nel trovare una risposta come le sue solite: concisa, sincera, spiazzante.
<<Perchè mi mettono sempre nella condizione di scegliere tra te e la mia carriera, e questo mi distrugge>> dice, mentre il numero dei piani è quasi arrivato a zero. <<Perchè io ho sempre scelto te, e non è giusto>>
Le porte dell'ascensore si aprono e l'australiano si fionda all'esterno, cominciando ad attraversare l'atrio fino al portone del palazzo. Max rimane poco più in dietro, impegnato a processare la frase di Daniel. Più che a processarla, a farla a pezzetti e sotterrarla sotto strati di bile e determinazione.
E' meglio che non gli importi, così sarà più facile lasciarlo andare e Daniel potrà ricominciare a vivere la sua vita felice senza Max a rovinargliela costantemente.
Quando esce per strada, Daniel si è già sistemato sui sedili posteriori della macchina di Vania, il loro bodyguard, mentre Christian gli fa segno di accelerare il passo battendo un dito sull'orologio da polso.
Max alza le mani in segno di resa e con due balzi è anche lui al fianco di Daniel.
<<Quando finiremo entrambe le sessioni di prova voglio Daniel nel mio ufficio, dobbiamo parlare di come gestire le notizie del tuo cambio di scuderia>> annuncia Christian una volta partiti, con un modo di fare adirato che non riesce a scollarsi dalla domenica in spagna.
<<Certo>> risponde Daniel.
A Max è sempre piaciuto essere primo pilota, gli ha sempre dato quell'autorevolezza all'interno del box nonostante fosse il più piccolo lì dentro. Non avrebbe mai pensato che quello sarebbe stato l'ennesimo modo di ferire Daniel.
<<Vacci piano Chris>> dice allora Max, allungando una mano verso il sedile anteriore per stringere la spalla del loro team manager. <<E' ancora Daniel>>
Dopo di che, l'olandese si spalla di nuovo sul proprio sedile e continua a guardare avanti, mentre sente addosso lo sguardo insistente di Daniel. Non si gira. Piuttosto, osserva la gente affollata accanto all'ingresso riservato del Paddock verso il quale Vania si fa strada che guarda. Le persone guardano all'interno della macchina con i vetri oscurati, cercando di capire chi ci sia all'interno.
Ovviamente con classe. E' pur sempre il Gran Premio di Monaco.
Anche se non è davvero la sua gara di casa, Max ormai sente di appartenere un po' a quel posto e adora correre per quelle strade che percorre ogni giorno. Adora l'atmosfera, con le feste e le sfilate e il paddock che brulica di gente importante. Adora l'idea che vincere a Monte Carlo significhi entrare nella storia, e ogni anno è una nuova occasione di guadagnarsi un posto tra i grandi.
La macchina li scarica nella zona adiacente agli hospitality, a qualche passo dalla Rascasse. Prima di poter andare a cambiarsi e cominciare finalmente a lavorare per le prove imminenti, Christian li accompagna dalla stampa dove hanno già cominciato le interviste Vettel e Leclerc.
Max non ha bisogno di guardare Daniel per sapere che si è irrigidito pensando a come il più piccolo potrebbe reagire stando così vicino a Leclerc. L'olandese però è in vena di sorprendere tutti ed è ancora perfettamente sui binari della sua nuova filosofia di vita, così respirando tranquillamente attende che il principino monegasco finisca la sua intervista per andare a parlargli.
Nel mentre, Charles ricambia i suoi sguardi quasi con terrore.
<<Ei, principino>> lo richiama Max non appena anche l'ultimo giornalista finisce con le domande al cavallino della Ferrari.
Charles si cala gli occhiali da sole sul viso e titubante cammina verso di lui, aggiustandosi nervosamente la felpa rossa che indossa.
<<Non voglio prenderti a pugni, tranquillo, non sono più arrabbiato>> esordisce l'olandese, allungando un braccio fino spingere con fare scherzoso l'amico. <<Siamo amici da tempo e non avrei dovuto prendermela con te in Spagna, quindi mi dispiace di aver fatto lo stronzo. Scusami>>
Il monegasco lo guarda, ringraziando di avere gli occhiali a coprire la sua espressione scioccata.
<<Per me va bene, amici come prima>> risponde quest'ultimo, con la bocca leggermente asciutta <<ma Max, va tutto bene?>>
Max questa volta gli dà una pacca sulla spalla, ancora più lieve della spinta di prima.
<<Alla grande>> esclama, spostandosi per andare a fare le interviste e lasciando Charles lì impalato.
Charles ha bisogno di qualche secondo per riprendersi da quella strana conversazione, solo dopo aver realizzato che Max Verstappen gli ha appena chiesto scusa - Max Verstappen!- si gira per lanciare un'occhiata verso i due piloti RedBull impegnati con i giornalisti e ciò che cattura è l'espressione così diversa e inaspettata sui loro volti.
Daniel, che ha stranamente perso il sorriso.
Max, che sembra una statua di cera.
L'attimo successivo, Charles gira su sè stesso e sfila il telefono dai jeans. Cerca il numero di Ginevra e si porta il cellulare all'orecchio.
<<Non dovresti essere in macchina a girare in tondo in questo momento?>> risponde la ragazza al terzo squillo, la sua voce è così tranquilla che a Charles quasi dispiace essere in procinto di rovinarle la giornata. <<E prima che possa prendertela, sto scherzando, non penso davvero che giriate in tondo>>
<<Sono troppo sconvolto per prendermela>> mormora Charles, camminando verso il suo box.
<<Che è successo?>> chiede lei.
Il ragazzo rimette insieme i pezzi del discorso, chiedendosi se non fosse tutto soltanto un sogno. Sicuramente sarebbe stato più facile da accettare.
<<Hai presente tutti i discorsi su Max che abbiamo fatto questi giorni, del non avere il coraggio di parlargli, non sapere cosa fare, non...>>
<<Si Charles, ho bel presente>> lo interrompe Ginevra, sospetta.
Il ragazzo si schiarisce la voce.
<<Bene, credo che dovresti farlo. Dovresti parlargli, per il suo bene>> sussurra il monegasco, quasi sorpreso che quelle stesse parole stessero uscendo dalle sue labbra.
Conosce Max, sa come è fatto, e il giorno in cui ha deciso di esserci amico ha deciso anche di accettare quei lati del suo carattere così incompatibili col suo: l'irascibilità, l'orgoglio, la testardaggine. Come Max ha accettato i suoi, del resto.
Fino a pochi minuti prima era ancora arrabbiato con Max, per come aveva trattato lui, per come aveva trattato Ginevra, qualsiasi cosa fosse successa. Seppure Charles non fosse stato più arrabbiato, sicuramente si aspettava che Max lo fosse, perchè lui è così.
In quel momento però, Charles non è più arrabbiato.
E' spaventato. Quello non è il suo amico Max.
<<Ma che stai dicendo? Sei impazzito del tutto?>> esclama la ragazza al telefono quasi strillando, tanto che Charles deve allontanare il dispositivo dall'orecchio. <<E poi, perchè mai?>>
<<Gin, oggi è cominciata la fine del mondo. L'apocalisse. L'armageddon. The day after tomorrow>> blatera Charles, venendo poi richiamato all'attenzione da Ginevra che pronuncia il suo nome con fare autoritario <<Oggi Max mi ha chiesto scusa>>
Dall'altra parte del telefono c'è un momento di silenzio.
<<E quindi?>> domanda allora lei, senza aver capito un accidenti ma contenta di sentire che non fosse successo niente di così catastrofico come lo dipingeva Charles.
<<Ripeto, Max mi ha chiesto scusa, ha detto "I'm sorry", e che gli dispiace di aver fatto lo stronzo>> dice lui <<Ma lo conosci almeno un po? Max non chiede scusa, mai. Piuttosto ti si schianta contro, ti grida parolacce, ma non chiede scusa. Non sapevo neanche che conoscesse quella parola>>
<<Charles, ma che stai dicendo? A me ha chiesto scusa, una volta>> lo riprende Ginevra, la quale vorrebbe soltanto non parlare più di Max, né tanto meno immaginare di dover interagire con lui.
<<Ok, ma tu sei un caso a parte>> risponde Charles, scuotendo la testa. E' ormai arrivato davanti all'ingresso del box Ferrari, ma si prende ancora qualche attimo. <<Ti sto dicendo che la situazione è grave. Tu non l'hai visto. Sembra una bomba ad orologeria, e quando esploderà non so cosa succederà. In più l'unico capace di tenerlo a bada sembra essere diventato uno zombie>>
<<Ok Charles>> lo blocca lei, prima che la discussione possa andare oltre e il suo discorso possa fare breccia da qualche parte <<Buone prove>>
<<No, Ginevra, non...>> prova a tenerla al telefono, ma quando mormora attaccare la chiamata è già caduta.
Quando la bomba Max Verstappen esploderà su Monte Carlo, Charles Leclerc dirà di averlo saputo, e di aver provato a fermalo.
E' Sabato sera e Ginevra mangia una pizza d'asporto sul divano, con lo scatolo di cartone poggiato sulle gambe incrociate e un programma di cucina in tv, in attesa che Jaques arrivi a farle compagnia per vedere un film rigorosamente dal Netflix di Max. Il fatto di averla tradita la autorizza automaticamente a continuare ad usufruire del suo abbonamento, ne è certa.
Inoltre non dà fastidio a nessuno: sicuramente Max e Daniel, con il quale condivide l'account, saranno sicuramente in giro a far festa per Monte Carlo. Anche se è spontaneo immaginarli insieme, probabilmente non lo sono visto che secondo Charles ancora non si parlano.
Certo Charles dice tante cose, come la storia dell'Armageddon, che potrebbero risultare un pochino esagerate.
Ginevra addenta un altro pezzo di pizza e lancia un'occhiata allo schermo del telefono, dove appunto l'ultimo messaggio non letto è un mi annoio di Charles, il quale ha dovuto presenziare ad una sfilata allo yacht club.
@gin: anche io vorrei annoiami come ti annoi tu.
Decide di rispondergli, spingendo i tasti sullo schermo del telefono con le dita infarinate.
@charles: saresti potuta venire con me, pigra!!
@gin: ma allora ci tieni proprio a scatenare la guerra dei mondi.
In realtà, anche se non avesse avuto il problema di non volersi far vedere in giro con un altro pilota, Ginevra non sarebbe uscita quella sera con Charles. L'anima in festa della città non si sposa con i suoi sentimenti in quel momento, e la cosa paradossalmente la fa incazzare.
Ha combattuto da sempre per non fare il meccanico e godersi la bella vita a Monte Carlo, e quando avrebbe potuto finalmente conquistare la città nessuna prospettiva le appariva più triste.
Sarebbe potuta andare al Jimmi'z con Criss e Dom, o allo yacht club con Charles, e chissà quali altre opportunità le avrebbe offerto la città, ma non sentiva di voler essere in nessuno di quei posti.
Nessuno di quei luoghi le appartiene, neanche Monte Carlo, non in quel momento.
Per la prima volta, Ginevra si rende conto di come le luci scintillanti della città brillino in un modo diverso per tutti. E per le persone tristi, non brillano affatto.
Quando bussano alla porta di casa dei suoi nonni, Ginevra abbandona il cartone sul divano e attraversa il salone scivolando sul parquet con i calzettoni di spugna, una cosa che faceva sempre da bambina. Quasi arriva sbattendo sulla porta, ma mette le mani avanti per fermarsi e senza neanche guardare dallo spioncino abbassa la maniglia.
Solo che fuori casa non c'è suo cugino, come si sarebbe aspettata.
C'è Daniel Ricciardo, con qualche pacco di patatine sollevato in aria come offerta di pace e un sorriso imbarazzato sul viso.
La reazione di Ginevra è sbattergli la porta in faccia, dopo aver mormorato un <<Oddio, è davvero l'Apocalisse>>
<<Gin, ti prego>> dice Daniel, dall'altra parte della porta chiusa <<So che non mi vuoi vedere e sarebbe assurdo il contrario, ma ho davvero bisogno di parlare con te. È per Max>>
La ragazza poggia per un attimo la testa sul legno della porta, chiude gli occhi e respira. È la seconda persona che la cerca per Max, perché la gente non puó semplicemente capire che Ginevra non vuole saperne niente di lui?
Figuriamoci poi sentir parlare di lui dal ragazzo con cui l'ha tradita.
<<Gin se sono qui è perché mi importa di Max più di qualsiasi altra cosa, e Max si sta comportando in modo strano>> continua il ragazzo fuori, imperterrito <<Ha bisogno di te>>
Ha bisogno di me.
Il ragazzo con cui l'ha tradita è lì ad implorarla perché Max ha bisogno di lei.
La situazione cambia improvvisamente prospettiva in ottica di rivincita su Daniel.
Prima che tutto ciò accadesse, Max avrebbe sempre scelto Daniel, avrebbe sempre avuto bisogno di lui e solo di lui. In quel momento le carte però si erano mescolate, Max avrebbe potuto avere Daniel, ma aveva bisogno di lei.
Quella consapevolezza la porta ad abbassare nuovamente la maniglia.
<<Come hai fatto a trovarmi?>> domanda la ragazza, scostandosi e facendo segno al pilota australiano di entrare in casa.
La sua presenza è forte, è come se l'intera casa si fosse improvvisamente rimpicciolita e facesse solo da insignificante sottofondo per ciò che Daniel dirà, o farà, o penserà. Ginevra non aveva mai notato davvero quel suo modo di prendersi la scena, non la sorprende che tutti amino Daniel Ricciardo. Quando c'è lui non puoi fare a meno di guardarlo.
Gin fa strada lungo il salone illuminato solo da un piccolo lume e dalla tv accesa fino ad arrivare in cucina, dove fa segno a Daniel di accomodarsi su una delle sedie attorno al tavolo da pranzo, mentre lei rimane in piedi, distante.
Il ragazzo indossa pantaloni e scarpe eleganti, e da sotto il felpone nero con il cappuccio spunta anche il colletto di una camicia. Si è fatto la barba, ma i capelli ricci sono come sempre disordinati.
<<Ho la sensazione che uno dei miei parenti ti abbia detto dove trovarmi>> comincia lei, pensando anche a come Criss aveva tranquillamente dato il suo numero a Charles.
Daniel infatti annuisce.
<<Jaques, che a proposito fa mezz'ora di ritardo>> specifica abbozzando un sorriso, nel mentre poggia sul tavolo i pacchi di patatine che ha portato.
Si ricorda della passione di Daniel per le patatine in busta, erano state la cena del primo appuntamento tra lei e Max, quando Max ha bruciato il suo arrosto.
Daniel era piombato lì quel giorno, durante il loro appuntamento. Mezzo nudo.
È solo che Ginevra ha ricordi contrastanti di Daniel: volte in cui si sentiva intimorita da lui, e volte in cui lui sembrava volerla includere davvero, in cui sperava che lei stesse davvero con max.
<<Devi parlare con Max, Gin. Non importa cosa gli dirai, ma deve vederti, deve dirti ciao, credo che la tua mancanza lo stia distruggendo>> Daniel interrompe il suo flusso di pensieri, riportandola alla realtà. Il ragazzo con cui il suo fidanzato l'ha tradita sta cercando di gettarla nuovamente nelle braccia di Max. Solo nella sua testa sembra assurdo?
<<Lui mi ha distrutto>> risponde lei, in un soffio di voce. <<Ed è anche colpa tua>>
Daniel abbassa la testa, con vergogna.
<<Lo so>> ammette, alzandosi subito dopo dalla sedia e andando incontro a Ginevra, che nel frattempo indietreggia fino a poggiare la schiena contro il muro <<E la colpa di tutto è mia. Io l'ho baciato la prima volta, io gli ho detto di non parlartene subito, io...>>
Prima che Daniel possa continuare, Ginevra gli dà uno schiaffo. Il rumore del suo palmo contro la guancia di lui è secco, pelle contro pelle.
<<È giusto così>> dice subito Daniel, tornando a guardarla con la stessa faccia da cane bastonato con cui la stava guardando prima. <<Dammene un'altro, me lo merito>>
Ginevra ha ancora la mano per aria e il palmo le formicola, mentre l'adrenalina ha inondato per un attimo le sue vene. Anziché colpirlo nuovamente però si lascia scivolare per terra, con la schiena che striscia sul muro, fino a sedersi sul pavimento.
Sente il bisogno di piangere ma si trattiene, non vuole dargli quella soddisfazione.
Anche Daniel imita il suo gesto, raggiungendola sul pavimento e sedendosi con la spalla che sfiora quella di lei.
La ragazza ha le gambe tirate contro il petto, lui intrecciate. Entrambi guardando dritto davanti loro. Entrambi hanno facce estremamente tristi.
<<Perché?>> si domanda allora Ginevra, ad alta voce.
Non necessitava di risposta, ma Daniel parla comunque.
<<Sono innamorato di Max>> mormora lui, in un soffio <<E questo mi fa fare cose stupide>>
Il cuore di Ginevra perde un colpo.
Daniel è così sincero che le fa venire i brividi.
Come aveva fatto a non rendersene conto? Il suo amore è sempre stato sotto gli occhi di tutti.
É solo che pensava fosse un altro tipo di amore.
<<Anche io>> risponde Ginevra sentendosi quasi stupida, come se il suo amore fosse stato appena sminuito dalla confessione di Daniel.
Ma vuole essere sincera anche lei, sia con Daniel che con se stessa. E quella è la verità. Sono entrambi innamorati di Max.
<<Lui ti ama, lo so, lo vedo, e ama anche me, anche se non so come sia possibile>> dice lui.
Ginevra non sa come reagire davanti a quella conclusione, è paradossale, e forse sarebbe più facile non crederci. Eppure sa che è la verità.
<<E ora che facciamo?>> domanda, con fare ingenuo.
<<O ci odiamo, o ci amiamo anche noi>>
La frase di Daniel resta sospesa, riempie un silenzio che non sembra avere fine. Un silenzio fatto dai respiri veloci di Daniel e dal battito frenetico di Ginevra.
Ed è lei a romperlo, scoppiando in una risata nervosa.
<<Cosa? Non ti piacerebbe stare con me?>> la sfotte lui, dandole una leggera gomitata e cercando di alleggerire l'atmosfera. Ginevra si copre il viso con le mani, imbarazzata. <<E comunque non intendo che dovremmo stare insieme, ma stringere una tregua. Potremmo essere tre amici, vedere come va>>
<<Se sei disposto a farlo, forse lo ami più di quanto lo ami io>> controbatte lei, sarcastica.
Daniel si alza in piedi, poi le allunga una mano per aiutarla a tirarsi su.
<<Pensaci>> risponde.
Ginevra si sorprende di vedere quanto lui creda davvero in quello che le sta dicendo.
<<Gli amici non fanno quello che avete fatto voi>> lancia quell'ultima sferzata, prima di accettare la mano di Daniel e lasciarsi sollevare.
<<Max si odia per quello che ha fatto, per questo ha bisogno di parlare con te ora>>
<<È una follia>>
<<Pensaci>> ripete lui. Si toglie i ricci dalla fronte, passandoci una mano, mentre con l'altra sfila un cartoncino dalla tasca dei pantaloni e lo lascia sul tavolo vicino. <<Questo è per domani, ti aspetto>>
Ginevra osserva il pass che il pilota ha lasciato sul tavolo, poi guarda nuovamente lui. Ora è imbarazzato, e affondando le mani nelle tasche dei pantaloni si stringe nelle spalle.
<<Credo che noi tre potremmo essere qualcosa di bello>> sono le sue ultime parole, prima che cominci a muoversi verso l'uscita.
💁🏼♀️💁🏼♀️💁🏼♀️💁🏼♀️
Come sempre, non sono pienamente soddisfatta del capitolo, MA sono molto emozionata.
Come sempre, sto pubblicando al volo il capitolo e non ho tempo di scrivere lo spazio autore.
Ci sentiamo nei commenti e nelle stories 💗
Grazie per l'immenso supporto che mi date in continuazione.
Vi ricordo di seguire il mio nuovo profilo donnas_badcontests
bascii
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