TAKE CARE





TRACK 41: TAKE CARE, Drake
If you let me,
here's what I'll do
I'll take care of you





<<Gin, mi dispiace davvero, non l'ho organizzato io. Non avrei mai scelto quel posto>>

La voce di Criss al telefono suona sinceramente dispiaciuta.

<<Davvero, non è un problema>> ripete forse per la ventesima volta Ginevra, con il cellulare premuto contro l'orecchio e lo sguardo perso tra le ante dell'armadio di sua madre, l'unico posto dove sa di poter trovare qualcosa di carino da indossare.

<<Se non volessi venire lo capirei, giuro>> aggiunge la sua migliore amica, facendo trapelare il suo senso di colpa.

A Ginevra dispiace che si senta così, lo sa che non è colpa sua, che Criss non l'avrebbe mai portata al Jimmy'z di sua spontanea volontà.

<<Non dire cavolate Criss, è il tuo compleanno>> la rimprovera la ragazza, muovendo le dita della mano libera tra le grucce <<Ci sarei anche se fosse direttamente a casa di Daniel e Max. Piuttosto, vuoi che ti aiuti a prepararti?>>
<<Si, ti prego>> esclama l'altra.

<<Mi metto qualcosa e vengo dai, così ci trucchiamo da te>> le risponde <<Poi ci passa a prendere Dom>>

Ginevra saluta l'amica e lascia il telefono sulla cassapanca, facendo ripartire la musica e prendendo un grosso respiro mentre comincia a concentrarsi davvero su cosa indossare quella sera. Tanto sarà impegnativa la prossima ora che lega i capelli in una crocchia e sfrega le mani.

Come ci si veste per andare a ballare al compleanno della propria migliore amica, ad una festa organizzata dagli amici universitari di lei - che ovviamente Ginevra non conosce -, nel locale più in voga di Monte Carlo, dove ci sono non alte ma altissime probabilità di incontrare Max e Daniel?

Max che, tra parentesi, non sente da quel giorno in riva al mare di due settimane fa.

Quando aveva saputo della festa la prima cosa che aveva fatto era stata controllare le tappe del campionato, sperando che magari quel sabato sarebbero stati impegnati in qualche qualifica da qualche parte del mondo. Ovviamente non poteva essere così fortunata, quella era esattamente la settimana di buco tra il GP d'Austria e il GP d'Inghilterra.

Sarebbe sopravvissuta però.

Era sopravvissuta a cose peggiori.

Forse, forse, era anche pronta ad incontrarli.

Le settimane passate non erano state una passeggiata, ma il lavoro aveva riempito le sue giornate e gli sporadici buchi erano stati colmati da Criss, l'unica a conoscere l'intera versione della storia, che era entrata nelle vesti di migliore amica con allerta rossa e non l'aveva mollata neanche per un momento.

Più andava avanti più le cose erano facili da accettare, con il tempo che faceva da lenitivo naturale.

Certo, l'idea di incrociare gli occhi di Max la terrorizzava, però prima o poi l'avrebbe dovuto fare: gli aveva promesso che sarebbe tornata, che non sarebbe sparita. Era solo una questione di tempo. Se l'avesse incontrato quella sera avrebbe trovato il modo di sopravvivere.

Dopo aver svuotato mezzo armadio, Ginevra esce dalla stanza con un vestitino di raso nero incrociato sul davanti, qualcosa di decisamente troppo sobrio per l'armadio di sua madre. Di scarpe per quegli eventi ormai se ne è procurata un paio versatile, delle decoltè carine e comode, delle quali allaccia il braccialetto prima di gettare ciò che le serve in borsa, afferrare il cappotto leggero e uscire di casa.

Criss la accoglie in casa con già indosso uno stupendo vestito rosa shocking che fa risaltare la pelle mulatta, sorridendole con fare colpevole.

<<Non guardarmi così>> la rimprovera infatti Ginevra, quando l'amica si scosta e riesce ad intrufolarsi in casa <<Non mi tange minimamente dover andare al Jimmy'z>>

<<E se Max...>> comincia Criss.

<<Lo saluterò>> la blocca subito però l'altra, scrollando le spalle <<Anzi, ci andrò anche a parlare. Con lui, e con Daniel>>

Ovviamente, parlare di quell'eventualità era una cosa. Arrivare effettivamente al Jimmy'z e immaginare di incontrarli, un'altra.

Ginevra afferra il braccio di Jaques mentre percorrono il tappeto rosso all'ingresso, anche se il suo sguardo vaga ovunque tranne che sul ragazzo tirato a lucido al suo fianco. E' guadriga, vuole essere pronta qualora dovessero essere lì.

<<Chi l'avrebbe mai detto?>> domanda suo cugino, facendola quasi sobbalzare. Ginevra scuote la testa e guarda Jaques con un sopracciglio alzato, mentre quest'ultimo indica con un cenno della testa la coppia che cammina qualche passo davanti a loro. Dom ha la mano stretta in quella della festeggiata che cammina tutta avvinghiata a lui e quasi saltella per la felicità di essere la regina della serata. E anche se non l'avrebbe mai ammesso con Ginevra, quest'ultima è convinta che fosse felicissima che il regalo dei suoi amici consistesse in tavolo al Jimmy'z. Criss ama quel posto.

Non sarebbe certo stata Ginevra a rovinarle quella felicità.

I colleghi di Criss si fanno trovare poco lontano dal guardaroba, pronti a gridare più forte della musica non appena lei li raggiunge. La ragazza si getta tra le loro braccia, ringraziandoli e riempiendoli di "voi siete dei pazzi". Sono una decina e sembrano persone carine, Dom ne conosce qualcuno che non esita a salutare affettuosamente, mentre nessuno si tira indietro dall'andare a presentarsi alla famosa sorella di Dom, o alternativamente alla migliore amica della festeggiata. Lo stesso trattamento lo riservano a Jaques, che poi per le ragazze è solo una scusa in più per presentarsi ad uno come lui.

Suo cugino, che non ha certo problemi a fare amicizia, rimane un po' freddo davanti a tutte quelle ragazze che improvvisamente lo circondano, lasciando andare la sua indole socievole piuttosto con gli invitati di sesso maschile.

<<Tutto bene?>> gli domanda infatti Ginevra, non potendo fare a meno di notarlo.

Jaques le sorride con la mascella contratta, illuminato per qualche attimo da uno dei faretti colorati della discoteca.

<<E' che da quando sto con Claire non ce la faccio a fare lo scemo con le altre>> risponde il ragazzo, distogliendo lo sguardo leggermente imbarazzato da quella confessione.

Ginevra, infatti, non riesce a trattenersi dallo spalancare gli occhi e scoppiare a ridere.

<<Chi l'avrebbe mai detto>> commenta, ripetendo ciò che aveva detto suo cugino di Dom e Criss <<Claire ti ha messo nel sacco, come progettava di fare da quando sei andato a chiederle il tuo primo caffè>>

Jaques le fa una boccaccia prima che la loro conversazione venga interrotta dal ritorno di Criss, che afferrando con forza Ginevra dal braccio comincia a trascinarli per il locale seguendo il suo gruppo di amici fino al tavolo prenotato per loro.

Era stata altre volte al Jimmy'z con Max e gli altri, dopo la prima. Generalmente nessuno li infastidiva tra la massa informe di gente e per questo si sentivano liberi di divertirsi come meglio credevano nel posto più selettivo di Monte Carlo.

Il locale, con i soppalchi circolari dei privè  e la pista centrale, è come sempre stra colmo. La musica fa tremare persino il pavimento, la solita hit globalmente riconosciuta fa ballare tutti mentre in pista la gente si lancia palloncini color oro e nero, le luci ad intermittenza bianche e colorate aiutano il senso generale di stordimento.

Loro rimangono lontani dalla pista, attorno ad uno dei tavolini del privè sul quale il cameriere vestito di tutto punto ha già lasciato un paio di twin set.

<<L'ultima volta che siamo state qui insieme non mi hai parlato per mesi>> grida Criss nell'orecchio di Ginevra, ridendo e allungandole uno dei bicchieri appena riempiti da Dom.

Ginevra alza gli occhi al cielo. Quasi non riesce a ricordare perchè si era arrabbiata tanto con lei e Dom dopo averli trovati insieme, ma di certo ricorda la sensazione degli occhi di Max sotto le luci, per la prima volta incredibilmente vicini, e la presa della sua mano sul suo polso, la sorpresa di scoprire chi fosse davvero faccia da scemo

<<Sembra passata una vita>> risponde, affogando qualsiasi proseguo del discorso in un sorso di Vodka. Criss comprende il gesto, beve a sua volta ed afferra la mano della sua migliore amica, trascinandola con sè dalle altre ragazze del suo gruppo e mettendosi a ballare.

Ginevra si sente a disagio.

Non conosce quelle persone, non ha voglia di ballare, non conosce neanche la canzone che le altre invece gridano a squarcia gola.

E se Max fosse da qualche parte a guardarmi? è la domanda che si pone per tutta la serata. Vorrebbe che la vedesse mentre si diverte? Oppure lo ferirebbe, vederla lì a scatenarsi dopo così poco tempo dalla loro rottura ufficiale?

La musica non riesce a coprire quei pensieri, purtroppo.

Si muove meccanicamente, con un sorriso impostato sul viso ed il cuore che le batte più velocemente del normale, continuando a guardarsi intorno con fare quasi maniacale. Finchè non incontra davvero un paio di occhi conosciuti.

Sono chiari, due piccoli smeraldi che riflettono le luci del locale.

Charles Leclerc la guarda dal lato opposto del privè, poggiato con il bacino contro la ringhiera.

Quando lei ricambia il suo sguardo, lui sembra sorridere con fare imbarazzato. Alza una mano a mo' di saluto e Ginevra lo imita.

C'è Pierre accanto a lui che però non sembra essersi accorto di niente e balla con una ragazza bruna che Ginevra conosce come Cate dai racconti del pilota francese.

Charles, con quella stessa mano sospesa per aria, le fa segno di raggiungerlo. Essendo il ragazzo a conoscenza della situazione con Max, può solo sinigifcare che quest'ultimo non sia presente. Ginevra però scuote la testa. E' quasi mezza notte e vuole essere lì a fare gli auguri per prima alla sua migliore amica, a brindare con lei.

Dopo, mima con il dito.

Il monegasco fa un altro gesto, ma viene coperto da un palloncino che vola tra loro. L'attimo dopo Ginevra è nuovamente girata verso Criss, che nonostante dia le spalle alla ringhiera è riuscita ad osservare tutta la scena con il suo solito fare discreto.

<<Odido, conosci Charles Leclerc?>> le domanda Amanda, una collega della festeggiata, avvicinandosi al suo orecchio.

Ginevra scrolla le spalle, in effetti non è una cosa del tutto comune conoscere il principino della Formula 1, per quanto il suo regno sia un posto davvero piccolo.

<<Ma che domande fai>> la riprende Juliett, la ragazza bruna al suo fianco <<E' la ragazza di Max Verstappen, ti pare che non debba conoscere Leclerc?>>

Criss spalanca gli occhi ma non si azzarda a dire niente, consapevole che qualsiasi parola potrebbe peggiorare la situazione. La gestisce meglio Ginevra, scrollando le spalle e continuando a regalare alle ragazze lo stesso sorriso impostato che ha tenuto su da quando è entrata.

<<Ci siamo quasi>> le avverte Dom qualche minuto dopo.

Prima di spostarsi verso l'interno del privè e far spegnere le candeline a Criss, Ginevra si gira frettolosamente a guardare il soppalco dalla parte opposta della pista.

Charles Leclerc è ancora lì, ed è ancora intento a guardarla.

Dopo la mezzanotte, dopo le candeline, dopo i brindisi e le foto, Ginevra legge il messaggio sullo schermo del suo telefono.

@Charles: è qui.

Max è arrivato.

E tutti i buoni propositi vanno a quel paese.

Prima che la gola le si restringa così tanto da non farla più respirare, nel caos delle persone che ballano, delle luci e della musica, una mano la distrae afferrandole il braccio.

<<Ah, ok, l'hai letto>> esclama Charles, notando il telefono con lo schermo illuminato tra le mani della ragazza <<Avevo paura che non lo controllassi e sono venuto ad avvisarti di persona>>

Il monegasco la guarda con gli occhi verdi spalancati, l'espressione preoccupata. Ginevra è convinta che lui non riesca ancora a togliersi dalla testa le immagini di quella notte in Spagna, di quando è letteralmente crollata tra le sue braccia, e che questo lo perseguiti così tanto da essere sempre lì, pronto ad andare in suo soccorso.

Qualcosa li lega da quella sera, qualcosa che fa sorridere Ginevra in quel momento nonostante il cuore le batta violentemente nel petto, rimbombando come i bassi nelle casse.

<<Non credo di essere pronta>> mormora, ed anche se la sua voce è impossibile da sentire a Charles basta catturare il labiale.

Tornerà amica di Max, prima o poi.

E sorriderà a Daniel.

Ma non è quello il giorno.

<<Posso portarti fuori?>> domanda Charles, avvicinandosi quando basta per sussurrarle nell'orecchio. Ginevra si guarda velocemente attorno, ricordandosi di respirare con fare regolare.  Criss è circondata dalle amiche, Jaques e Dom sono impegnati in una conversazione con altri ragazzi. Quando l'aria in quel posto le sembra improvvisamente finita, Ginevra annuisce.

Charles rafforza la presa sul braccio e comincia a trascinarla tra la folla, dalla parte opposta però all'uscita sul giardinetto interno. La ragazza non gli chiede neanche dove sono diretti, lo segue e basta, osservando i movimenti della camicia bianca che gli accarezza schiena, finchè la mano di lui non scivola tanto da arrivare ad afferrarle il palmo.

<<Vuoi la giacca?>> le domanda quando si ferma poco lontano dall'uscita del locale, dopo aver fermato un ragazzo del personale per sussurrargli qualcosa nell'orecchio.

Ginevra scuote la testa. In quel momento ha così caldo che non vede l'ora di sentire l'aria fresca sulla pelle scoperta delle braccia, delle gambe.

<<Pensi che Max si incazzerebbe vedendoci uscire insieme?>> chiede poi il pilota, mentre un sorrisetto furbesco spunta sul suo viso.

I suoi occhi cercano quelli di lei, sbattendo lentamente le ciglia. Charles ha questa particolare abilità di guardare le persone in un modo che le fa sentire importanti, come se il resto del mondo in quella frazione di tempo non esistesse.

Quello sguardo gli è bastato per conquistare mezzo mondo.

Ginevra pensava, a volte, che le sarebbe piaciuto se fosse stato capace di conquistare anche lei.

<<Se lo conosco come credo, probabilmente si incazzerebbe perchè la cosa lo fa incazzare>> risponde la ragazza, questa volta avvicinandosi lei al monegasco e facendolo ridacchiare leggermente. <<Ma si, in fin dei conti si incazzerebbe>>

Parlare in quei termini di Max la aiuta per un attimo a sentirsi più leggera, come se ridere dei suoi modi di fare potesse esorcizzare la mancanza, e il rimpianto.

Lui se ne accorge subito che Ginevra è improvvisamente più tranquilla, così ne approfitta per gettarle un braccio attorno alle spalle e guardarla con un che di più dolce, di più personale nello sguardo. Non era colpa sua, se quello sguardo stava conquistando il modo. Quello di cui il mondo non si accorgeva però era come lo sguardo cambiava con le persone a lui più vicine, come ad ognuno dedicava una sfumatura diversa, un che di unico.

Gli piaceva il modo in cui guardava Ginevra.

<<Facciamolo incazzare allora>> le sussurra nell'orecchio, sfiorando con la punta del naso i capelli castani di lei. Quando il cameriere torna da loro con due flûte di champagne su un vassoio il ragazzo li afferra entrambi dal gambo con una mano poi, tenendo ancora l'altro braccio sulle spalle di lei fa strada verso l'uscita del Jimmy'z mentre la ragazza si nasconde leggermente contro il suo petto.

Ci saranno i fotografi, ed i fotografi cattureranno la scena, e probabilmente scoppierà l'ennesimo scandalo riguardante la sua sfera personale e le sue numerose ragazze, ma non gli importa.

Sa di star facendo la cosa giusta.

<<Dove andiamo?>> si decide a domandare lei, senza ottenere niente in risposta.
Nel frattempo Charles cerca di attirare l'attenzione di un taxi, il cui guidatore fa loro segno di entrare. Avrebbe potuto prendere la sua macchina, ma ci sarebbe voluto troppo tempo.

Grazie a quel passaggio invece in pochi minuti sono alla Place du Casino.

Per Charles, quello, è un luogo magico, ed è forse di un po' di magia che c'è bisogno nelle loro vite.

<<Madame>> la invita ad appoggiarsi al suo fianco, sulla ringhiera che circonda la piazza, con lo sguardo rivolto verso il casino e la stradina affianco, costellata di lucine. E' un posto tranquillo a quell'ora, così diverso dalla folla del giorno, per non parlare di quando ci si corre davanti con le macchine.

Ginevra finge un mezzo inchino e lo affianca, mentre lui le allunga il suo flûte.

<<Dovevamo arrivare fin qui per bere una cosa insieme?>> domanda scherzosamente lei, facendo tintinnare i due bicchieri.

La verità è che lì riesce finalmente a respirare.
Non sa se deve ciò alla distanza che la separa nuovamente da Max, o a Charles.

<<Mi piace fare le cose in grande>> risponde lui, facendole un occhiolino prima di prendere un sorso di champagne.

Un paio di persone camminano davanti a loro, facendo il giro della piazza circolare. Parlottano tra loro, probabilmente lo riconoscono, ma non dicono niente.
Tuttavia, anche Ginevra è sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi pensieri da quando sono usciti dal locale.

<<Sarò l'ennesima ragazza fotografata al tuo fianco sulle pagine di gossip>> mormora lei infatti, guardando dritta davanti a sè. <<E non sono una qualunque, sono anche l'ex di un tuo rivale>>

<<Non mi importa>> risponde Charles, dando voce a ciò a cui era già arrivato in precedenza <<E poi, è un sacco di tempo ormai che non mi trovano con una ragazza>>

<<Sei diventato più furbo e hai cominciato a nasconderle?>> lo prende in giro la ragazza, facendosi più vicina per dargli una spallata.

Lui sorride, scuotendo la testa. È quel tipo di sorriso sincero che gli fa uscire le fossette.

<<Ho smesso di frequentare ragazze che non mi interessano davvero>> controbatte il monegasco, lasciandola sorpresa <<Sono grande abbastanza da capire che ciò che cerco non può darmelo una qualunque, così preferisco aspettare>>

Ginevra stringe le labbra e annuisce, lanciando al ragazzo uno sguardo fiero. Quando ha conosciuto Charles, era fidanzato con quella modella che lo trattava da schifo. Si ricorda il modo in cui Pierre e Max lo prendevano in giro per questo, o il suo sguardo ferito al Coya dopo averla trovata con un'altro.

E' felice che un bravo ragazzo come lui sia arrivato ad una conclusione del genere.

<<Che c'è?>> le domanda Charles, ridendo della sua occhiata.

<<Sono contenta per te>> risponde lei, distogliendo lo sguardo dal ragazzo al suo fianco per farlo correre sugli spigoli del palazzo di fronte a loro.

<<Ora tocca a te metterti il cuore in pace>> controbatte il pilota, che approfitta della distrazione di lei per osservare meglio e più da vicino i beni lineamenti del suo viso, quell'armonia di curve che danno vita al suo volto grazioso <<Magari potrebbe aiutarti un bel ragazzo, uno bravo, poco scontroso, amorevole>>

Ginevra scoppia a ridere, scuotendo la testa. Non crede davvero che sarà grazie a qualcun altro che riuscirà ad andare avanti, ha bisogno di farlo da sola. Un po' di compagnia però forse non guasterebbe.

<<Hai idee su chi possa essere?>> gli chiede, guardandolo di traverso.

Charles spalanca gli occhioni verdi, sollevando le sopracciglia, come se stesse cercando di farle capire qualcosa di ovvio. Lei cerca la risposta nelle sue iridi e, quando ci arriva, apre la bocca con fare sorpreso.

<<Charles Leclerc>> esclama, sentendo un leggero brivido sulle braccia <<Stai flirtando con me?>>

Il ragazzo scrolla le spalle e alza le mani con fare colpevole, ma dallo sguardo non riesce a cancellare quella nuova luce che si accende quando guarda la ragazza al suo fianco.

<<Mi piace giocare con la morte>> le risponde, particolarmente ispirato.

<<Cosa temi? Come potrei risponderti io, o ciò che potrebbe fare Max se lo scoprisse?>> decide di stare al gioco lei, dondolando leggermente sul posto.

<<Entrambe>> controbatte lui, sempre con quel sorrisino insolente sul viso.
Nonostante il modo in cui ha cominciato a stuzzicarla, non c'è niente in Charles Leclerc che gridi pericolo. Charles non è a caccia, non è come Max, è semplicemente un ragazzo bravo con le parole e dagli occhi magnetici, e Gin sa che niente di brutto potrebbe mai venir fuori da lui.

Quando Max l'aveva ferita, Charles aveva deciso di starle vicino senza avere niente in cambio, senza neanche un motivo valido se non quello di essere una persona buona. Le aveva dato il suo posto, si era messo contro i suoi stessi amici per lei, aveva provato a non lasciarla sola, perchè sapeva cosa significava star male ed essere soli, e non l'avrebbe augurato a nessuno.

<<A parte gli scherzi Gin>> dice, interrompendo lui stesso quell'atmosfera che ha creato. Beve l'ultimo sorso di champagne e prende un respiro che sembra cancellare qualsiasi scherzo, qualsiasi doppio senso <<So come occuparmi di un cuore spezzato>>

La sua voce ora è profonda e guarda Ginevra con gli occhi quasi socchiusi, le iridi incorniciate dalle lunghe ciglia, piegato in avanti. Sembra per un attimo confuso. Ginevra sa che è vero, Charles saprebbe occuparsi di un cuore spezzato. Quello di lui lo è da molto più tempo del suo.

Poi però il ragazzo si raddrizza, la sua spalla tocca quella di lei, leggermente più in basso, e le fa un bel sorriso. Le fossette spuntano ai lati delle sue labbra, una curva rosea e perfetta come il resto del viso.

<<Lascia che sia io a prendermi cura di te>> sussurra con sicurezza, sembrando al tempo stesso incredibilmente fragile. Alza una mano per aria, con il mignolino in fuori <<Ma tu, ti prego, fa' lo stesso con me>>

Ginevra lo guarda senza sapere cosa dire. E' scossa dal suo essere diretto, dal tono grave della sua voce, dal modo quasi speranzoso in cui i suoi occhi la guardano.

Ed anche se non sa cosa dire, le è chiaro ciò che deve fare.

Va ad afferrare il suo mignolo con il proprio, lo stringe leggermente, e mentre lo stringe lui sorride.

<<Staremo bene, Gin>> mormora lui.

Ginevra vorrebbe dirgli di non illuderla, ma se lo dice Charles lei un po' ci crede. Anche quando abbassano le mani, il mignolo di lui non lascia quello di lei. Li tiene entrambi sulla sua coscia, mentre guardano davanti a loro.

A quello che c'è davvero, e a quello che verrà.

Forse non sarà il suo sguardo a conquistarla, pensa Ginevra, ma Charles Leclerc in tutto il suo essere.

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