GUESS WHO'S BACK



TRACK 2: FETISH, Selena Gomez
I push you out
and you come right back







Ginevra spalanca gli occhi non appena la sveglia comincia a suonare, sobbalzando leggermente.

Il suo telefono abbaia - ha una passione per le suonerie invadenti ed irritanti - e mentre muove una mano per cercarlo sul comodino accanto al letto si rende conto che non c'è nessun comodino e che, di conseguenza, non è neanche sul suo letto.

Il cellulare lo trova poggiato sul pavimento e la sua schiena quasi si blocca non appena si allunga per prenderlo, dolente dopo una notte passata su un vecchio e scomodo divano. L'odore del luogo è inconfondibile: è nel garage di casa.

La prima cosa che vede quando ruota la testa è, infatti, il porta bagagli di Jag spalancato e mezzo smontato. Deve essere crollata mentre cercava di farsi venire in mente qualcos'altro per aggiustarlo.

Addosso però ha una coperta che sicuramente non si è messa da sola e la luce è spenta, segno che qualcuno è stato lì durante la notte.

Ginevra si costringe a mettere i piedi per terra e, dopo un bel respiro, ad alzarsi. Afferra gli estremi della coperta facendoli passare attorno al collo e si stringe nel calore del plaid ora simile ad un mantello mentre si lascia alle spalle la linea perfetta della Jaguar per attraversare il sentiero di ciottoli che unisce il garage all'ingresso di casa.

Prima che possa tirare fuori le chiavi dalla tasca dei jeans vede la porta bianca spalancarsi. Dom, suo fratello, la osserva con il viso mezzo nascosto da una tazza di latte e caffè, la spalla poggiata contro lo stipite e l'aria divertita.

Indossa un maglioncino rosso che fa risaltare i capelli castani, lunghi e spettinati, e il suo incarnato caldo.

<<Sorellina>> la saluta, studiandola attentamente prima di lasciarla passare oltre la porta. Ginevra non si era accorta di quanto stesse soffrendo il freddo finchè il torpore della casa la avvolge, facendole subire uno sbalzo di temperatura che le fa girare vorticosamente la testa.

Resta ferma e con lo sguardo dritto davanti a sé, cercando di ritrovare stabilità, finchè non è Dom a gettarle un braccio attorno alle spalle e a farle strada fino alla piccola cucina luminosa.

<<Sei venuto tu sta notte in garage?>> domanda Ginevra, tirando fuori un braccio dalla coperta solo per versarsi del caffè già pronto nella tazza.

<<Per fortuna, altrimenti ti saresti congelata>> risponde suo fratello, poggiando la schiena sul bancone della cucina e continuando ad osservarla mentre sorseggia lentamente la sua colazione <<Ho incontrato Criss ieri sera in centro, ha detto che vi sareste dovute vedere>>

Ginevra aggrotta per un attimo la fronte, cercando di trovare tra i suoi ricordi ancora offuscati dal sonno il momento in cui si era data appuntamento con Criss per la scorsa sera. Le torna in mente una chiamata, le solite lamentele della sua migliore amica sul non vedersi mai, le sue solite scuse accampate.
Alla fine annuisce. Si, si è totalmente dimenticata di raggiungere la sua migliore amica.

<<Ieri ho perso la cognizione del tempo, poi mi sono addormentata>> mormora in risposta. Che lei e Criss non siano più unite come una volta è un dato di fatto e che non abbiano più tanto da condividere è un'altra verità, ma ha sempre pensato che il legame tra loro sarebbe stato più forte di qualsiasi cosa. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivata a preferire una notte a cercare di aggiustare una macchina a una serata in giro per Monte Carlo.

Forse non è neanche una questione di preferenze, è che la sua vita sarà così e basta. Lei e le macchine, perchè qualcun altro ha deciso così per lei. Che senso ha fingere di poter avere qualcos'altro? Di poter essere qualcun altro?

<<La chiamerò>> aggiunge Ginevra, affogando il resto del discorso nel caffè <<ma tu non stavi male ieri? Così male da non poter lavorare?>>

<<Ieri sera stavo meglio e avevo un appuntamento al quale non potevo rinunciare>> risponde Dom, facendo un occhiolino e tenendo un tono abbastanza divertito <<A papà ho detto che andavo in centro sperando di incontrare Max per chiedergli scusa per come l'hai trattato. Si, mi hanno raccontato tutto>>

Dopo l'espressione contrariata che si disegna sul viso di Ginevra, suo fratello scoppia a ridere.

<<Max chi? Lo sbruffone con la faccia da scemo?>> domanda lei, dando per scontata la risposta.

<<Credimi, può permettersi di fare lo sbruffone>> controbatte Dom.

<<Non con me>> risponde scontrosa Ginevra, bevendo l'ultimo sorso di caffè per poi lasciare la tazza nel lavandino. Mentre attraversa la cucina poggia una mano sulla spalla di suo fratello e la stringe <<E vedi di non inventarti qualche altra malattia sta mattina, il negozio non è posto per me>>

Lui le fa il verso e senza dargli corda Ginevra sale le scale per raggiungere il suo bagno.

<<Non sai di chi stai parlando>> aggiunge il ragazzo subito dopo, sporgendosi oltre la porta della cucina, ma sua sorella è già lontana.

Mezz'ora dopo Ginevra è per strada, tra le tortuose strade delle colline monegasche, con la solita colazione tra le mani e diretta al lavoro. Anche di sabato, ovviamente.

Arriva in officina. Jaques con un sorriso tira su la serranda mezza abbassata. Bevono il caffè mentre Alberto Giotti impartisce gli ordini della giornata.

Stessa scena del giorno prima, e del giorno prima ancora e ancora.

Se Ginevra dovesse pensare davvero a quanto è diventata monotona la sua vita, probabilmente proverebbe a scappare di casa per la quarta volta, anche se le altre tre non le è andata poi così bene magari quella potrebbe essere l'ultima chance per riappropriarsi della sua vita. Sono solo idee però, pensieri che si succedono assonnati mentre chiusa nello sgabuzzino si infila la tuta da lavoro.

<<E' il tuo turno oggi>> esclama quando torna da Jaques. Suo cugino, in risposta, agita il telefono che ha tra le mani e lei annuisce.

L'unica cosa diversa dal giorno precedente, fino a quel momento, è la playlist con la quale Jaques decide di intrattenerli.

Ginevra la riconosce subito, 2000s hits.

<<Poveri anni 80, sostituiti dal nuovo millennio>> commenta lei, raggiungendo la Cadillac con il parabrezza rotto in mille pezzi. Alle sue spalle sente Jaques ridacchiare.

<<Il 2000 ha sfornato dei capolavori>> le risponde lui, portandosi un ciuffo di capelli scuri dietro l'orecchio e poggiando l'altra mano sul cofano della Cadillac. Accarezza con fare accattivante la carrozzeria mentre Britney nelle casse canta Toxic. La risata che sfugge dalle labbra di Ginevra le dà un po' di carburante per affrontare la giornata.

La vita con Jaques e le loro improbabili playlist le sembra quasi sopportabile, anche se la Cadillac Escalade è solo la prima della fila di macchine da aggiustare in quella giornata per non far arrabbiare il boss.

L'unico evento degno di nota dell'intera mattinata è l'arrivo di nonno Domenico, con la sua dose spropositata di croissant e battutine.

<<Sei proprio diventata brava Gin>> afferma dopo aver passato un po' di tempo ad osservarla lavorare sul motore di una Mercedes, facendola sorridere mentre ha ancora il viso nascosto dal cofano. Quando finisce di stringere la valvola lei cerca lo sguardo di suo nonno e lascia che veda quanto il suo complimento la renda fiera.

Non le importa se suo padre continua a non considerarla all'altezza del lavoro, il vero capo per tutti lì resta nonno Domenico. E il nonno dice che è brava.

<<I geni non mentono>> gli risponde lei, allungandosi ad afferrare uno straccio per pulirsi le mani. Già le viene da ridere pensando a quella che sarà sicuramente la sua risposta, la frase che ripete a tutti in famiglia.

<<Con l'amore e con le macchine siamo i migliori>> dice, come Ginevra sospettava, mentre lei gli fa il verso annuendo <<Ridi mia piccola Ginevra, ma un giorno capirai che ho ragione>> la riprende subito dopo, avvicinandosi a lei fino a strizzarle una spalla affettuosamente.

Dopo di che, sparisce nello studio del boss.

<<Oggi è in vena di sentimentalismi>> commenta Jaques, entrando nella Cadillac ormai pronta per essere consegnata al proprietario.

<<E' carino sentirsi riconoscere dei meriti ogni tanto>> gli risponde lei, ma quando si gira a guardarlo si rende conto che è già chiuso in macchina. Meglio, si dice, risparmiandosi la figura della femminuccia.

Le serrande dell'officina si abbassano giusto il tempo di un pranzo veloce al ristorante di fiducia dietro l'angolo e alle tre, dopo il quarto caffè della giornata, Ginevra, Jaques e Dom sono di nuovo lì.

Alberto Giotti dice sempre che quando finiranno in tempo le consegne del lunedì potranno non andare a lavoro il sabato pomeriggio, ma visto e considerato che è praticamente impossibile saranno destinati a passare per sempre i loro sabato pomeriggio in officina.

Con l'aiuto di Dom anche, visto che il negozio invece è durante il weekend rimane chiuso. Peccato che Dom con una macchina davanti combini più guai che altro.

Ciò che invece sa fare benissimo è parlare, così senza neanche fingere di dare agli altri una mano si spiaggia sui sedili di una Bentley Continental dopo aver abbassato il tettuccio e con una sigaretta tra le labbra - rubata a Ginevra - parla di qualsiasi cosa gli passi per la testa.

Quando Ginevra non era incazzata con il mondo era una grande chiacchierona anche lei, ora però sente sulle spalle il peso delle responsabilità che sembra quasi impedirle di vivere questi vent'anni come dovrebbe, di ridere e uscire, divertirsi, come fanno Dom e Jaques. E' contenta però che almeno loro riescano a godersela come dovrebbero. O almeno così pare, dati i racconti della serata passata con i quali Dom li delizia.

Ginevra ride delle avventure di suo fratello e lancia uno straccio sporco contro Jaques quando lo sente incitare Dom ad arrivare al sodo con la nuova ragazza di turno. Cose che una sorellina non vorrebbe sapere del proprio fratello.

Si nasconde per non beccarsi il ritorno dello straccio, scivolando sdraiata sul carrellino sotto la bella Mercedes sulla quale sta lavorando già da quella mattina.

La voce dei due ragazzi e il suono metallico che fanno i tubi non appena inizia a smontarli, però, non le impediscono di catturare il rombo di un motore malmesso che si fa strada sulla breccia del cortile dell'officina.

<<Per favore ricordate a chiunque sia che il sabato pomeriggio siamo chiusi e non vogliamo rotture>> mormora leggermente stizzita, tornando a concentrarsi sulle componenti meccaniche davanti ai suoi occhi.

Sente Jaques sbuffare e Dom esclamare un allegro <<me la vedo io>>. Si vede che non fa altro che parlare, non è mai stanco.

Nel frattempo, il motore della macchina fuori si spegne ed è seguito da un paio di passi sulla breccia, poi dei colpi secchi sulla serranda mezza abbassata, lasciata così a sottolineare il concetto "siamo chiusi ai clienti". Concetto che evidentemente qualcuno non ha ben afferrato. Di certo non servono altre consegne da aggiungere a quelle per Lunedì.

Sdraiata sotto la macchina Ginevra non riesce a vedere cosa sta succedendo, ma confida in Dom che tira su la parete metallica e dice <<Mi dispiace, per oggi siamo...>>

La frase di Dom muore a metà e viene rimpiazzata da un amichevole <<Ehi, sei tu!>>

Ginevra chiude gli occhi e sbuffa.

Ovviamente Dominic non sa imporsi mai, mai.

«Ciao Dom» risponde l'altro, con una voce che risulta famigliare. Ginevra vorrebbe non averla riconosciuta.

Si sente solo il rumore sordo di un battito di mani, poi la serranda che si alza definitivamente.

<<Che hai combinato Max?>> domanda suo fratello.

Ecco, appunto.

<<No, faccia da scemo no, ti prego>> mormora Ginevra, alzando la testa per sbatterla leggermente contro il para motore.

Nell'improvviso silenzio mortale, Jaques tossisce.

E Ginevra crede di aver appena fatto una bruttissima figura.

<<Gin>> la richiama la voce di Dom, autoritaria e leggermente imbarazzata.

La ragazza prende un respiro profondo, chiude gli occhi e dandosi una spinta con le componenti meccaniche della macchina lascia scivolare il carrellino verso il muso, spuntando esattamente a pochi passi da Dom e Max che, in piedi accanto alla serranda, la fissano.

<<Ebbene Max, ti presento la pecora nera della nostra famiglia, mia sorella Ginevra>>

Max sembra leggermente divertito dalla situazione e Ginevra ricambia il suo sguardo mentre si mette a sedere sul carrellino, sfilandosi i guanti sporchi e passandosi un braccio sulla fronte per togliersi un fastidioso ciuffo di capelli davanti agli occhi. Ovviamente, nel momento in cui lo fa, sente una sostanza appiccicarle quel ciuffo alla fronte.

Fantastico, pensa.

Se il grasso dei motori fungesse da scrub avrebbe una pelle perfetta, peccato che il mondo è ingiusto ed ora deve stare davanti a faccia di scemo con il viso sporco di nero e più puzzolente di quanto quel posto non lo sia già.

<<Ha già avuto il piacere di conoscermi>> afferma lei, cercando di riacquistare una certa dignità dopo essersi messa in piedi.

Accanto a Max, ma un passo più indietro, suo fratello spalanca gli occhi e inizia a passarsi con discrezione la mano davanti alla gola. Leggendo tra le righe, "smettila o ti ammazzo".

Jaques, poggiato sulla Bentley della quale si era impossessato Dom, lascia andare una risatina sommessa. Max però non sembra far caso a nessuno dei due e con un ghigno tra il divertito e il saccente fa un passo verso Ginevra.

<<Sai ero venuto a dirti che avevi ragione, che forse non era il pezzo il problema ma sono io a non essere esattamente un buon meccanico>> comincia, indicando con la mano la macchina nel cortile alle sue spalle senza però girarsi a guardarla <<ma se pensi che io abbia una faccia da scemo me lo rimangio>>

Beccata, pensa lei.

Per distogliere l'attenzione lancia un'occhiata alla macchina, riconoscendo l'Aston Martin che è già passata tante volte sotto le sue mani.

Se fosse una bella persona dovrebbe anche dirgli che magari non è lui ad essere un impedito, è quel gioiellino ad essere un caso perso quasi anche per lei, per loro, ma si dà il caso che non sia quel tipo di persona.

<<Venire qui a ritrattare ti rende meno scemo>> risponde, tornando a contraccambiare lo sguardo di Max <<Quanto alla faccia, infondo non è colpa tua>> aggiunge poi, sorridendo angelicamente.

<<GINEVRA>> grida suo fratello, coprendo la distanza che li separa per afferrarle il braccio e strattonarlo. Jaques invece fa un verso mentre sembra soffocare.

E Ginevra invece si sta divertendo. Almeno tanto quanto Max.

<<Aggiusta la mia macchina, così se non dovessi riuscirci avrò anche io qualcosa per cui prenderti in giro>> propone quest'ultimo, sempre con un sorrisino sulle labbra. Ha una bocca allungata, importante, particolare come il resto dei lineamenti del suo viso. Non c'è niente di ordinario nel suo aspetto, però nel complesso tutto è armonioso. I suoi occhi, chiari come quelli di Ginevra ma in modo diverso, la seguono mentre lei si lascia alle spalle la Mercedes sulla quale stava lavorando per avvicinarsi all'Aston Martin nel cortile. Ne approfitta per accendersi una sigaretta mentre con l'altra mano accarezza leggermente il tettuccio grigio metallizzato della macchina.
Quello che a primo acchito Ginevra può attestare su Faccia da scemo è che almeno ha buon gusto in quanto ai motori, anche se forse è un po' pretenziosa come macchina per un ragazzino. E' una DB5, Sean Connery la guidava in James Bond negli anni sessanta.

Ma la macchina di Bond era nuova ed ha resistito a qualunque corsa, questa ha i suoi anni e dall'ultima volta che il suo proprietario ci si è schiantato non si è più ripresa definitivamente.

Max, senza che lei glie lo chieda, inizia ad elencare i problemi che riscontra ma Ginevra non lo ascolta attentamente, continuando a girare intorno alla macchina con la sigaretta in bocca.

<<Lo puoi fare?>> domanda poi il biondino, attirando la sua attenzione.

<<E' difficile che si riprenda, ci abbiamo già lavorato e a quanto pare non ha funzionato>> risponde per lei Jaques, ora in piedi accanto a Dom e Max e intento anche lui ad osservare la bella macchina.

Ginevra alza lo sguardo per notare come, nonostante Jaques gli abbia già risposto, Max continui ad attendere un suo parere fissandola insistentemente.

<<E' un caso perso>> dice finalmente lei, facendo un tiro dalla sigaretta. <<Potremmo chiedere a Nonno Domenico qualche consiglio, provare a cambiare un po' di assetti, servono dei nuovi ammortizzatori ma questa è una macchina inglese degli anni 60 e monta solo quelli a sfera che non sono più in commercio. Per non parlare dei lavori da fare sul motore>>

Messo davanti alla situazione, Max sembra leggermente turbato. Ginevra si stringe nelle spalle, in fondo dispiaciuta nonostante quella sia un'ennesima seccatura in quel già odioso sabato pomeriggio. Non è mai facile dire ad un proprietario affezionato che la propria macchina non tornerà mai quella di un tempo, anche se il proprietario in questione è lui.

<<Sicura Gin?>> chiede dopo qualche attimo di silenzio Jaques. Ovviamente lo sa anche lui, lo vede, che non potranno fare troppo per questa povera Aston Martin, ma nella sua frase c'è un significato implicito. Un suggerimento.

Digli di si.

La stessa sensazione Ginevra la cattura quando incrocia gli occhi scuri di Dom, corrucciati.

<<Facciamo così>> comincia lei, gettando via la sigaretta e avvicinandosi a Max con le braccia incrociate. Guarda Dom, guarda Jaques, cercando convinzione, poi fissa lo sguardo nelle iridi cerulee del ragazzo che le sta di fronte, in attesa. Sono degli occhi molto belli, per essere di una faccia da scemo. <<Non abbiamo tempo da perdere qui e credimi che quello impiegato sulla tua macchina potrebbe essere speso invano, ma ti prometto che ogni sabato pomeriggio mi ci dedicherò un po'. Vediamo di capire cosa si può aggiustare e cosa no>>

Le labbra di Max si aprono in un enorme sorriso che subito dopo cerca di contenere, annuendo leggermente e imitando la posa di lei con le braccia incrociate sul petto. Poi ci ripensa però, e sfila una mano per allungarla verso la ragazza.

<<Affare fatto>> le dice, aspettando che lei ricambi la stretta <<Posso passare ogni tanto, a vedere come procede?>>

<<No>> gli risponde Ginevra, sorridendo leggermente con la testa piegata verso di lui. In altezza la supera di qualche centimetro.

<<Si>> ribatte invece Dom, e subito dopo Jaques rincara la dose con un <<Certo, ti aspettiamo, quando vuoi>>, utilizzando entrambi un tono di voce molto più alto di quello di Ginevra, quasi potessero coprire ciò che aveva detto prima di loro.

Ginevra scuote la testa rassegnata mentre lascia la mano del suo nuovo cliente, non prima però di scambiarci un fugace sguardo divertito.

Max fa qualche passo indietro, calpestando la breccia. Allunga le dita per sfiorare la sua Aston Martin e smette di fissarla solo quando infila la mano libera nella tasca dei jeans per tirarne fuori il cellulare. Cerca un numero sullo schermo, fa partire una chiamata.

<<Si, ci sono, grazie>> mormora al telefono.

Lei non fa in tempo a fulminare i suoi familiari per il loro comportamento che Max ha già riposato l'attenzione su di loro.

<<Pensi di farcela prima che inizi il campionato di formula uno? Vorrei godermela un po' prima di partire>> domanda lui, leggermente imbarazzato. Si passa una mano dietro la nuca, accarezzando la base dei capelli biondicci.

<<Non ho idea di quando cominci, non sono una grande fan>> gli risponde Ginevra, voltandogli le spalle per tornare dentro l'officina. Si sono già persi fin troppo in chiacchiere.

<<E questo spiega tante cose>> è il commento di Max, mormorato. Dom ridacchia alle spalle di Ginevra e lei si gira giusto in tempo per beccare Jaques a scuotere la testa con fare sconsolato.

<<Non credete sia ora di lavorare?>> li riprende la ragazza, alzando un sopracciglio. Non ha tempo per chiedere cosa voglia insinuare Max. Il grasso che ha sulla fronte nel frattempo fa appicciare per qualche secondo la pelle corrucciata, lasciandola imbalsamata in quell'espressione risoluta <<e tu, hai già dato fastidio abbastanza per oggi>> aggiunge, rivolgendosi a Faccia da scemo.

Quest'ultimo spalanca le braccia e sorride con fare innocente.

<<A sabato prossimo>> dice, prima di girarsi a sua volta con nonchalance e percorrere a piedi il sentiero fino all'ingresso del complesso dell'officina. Fuori, sulla strada, una macchina nera accosta e Max si infila sui sedili posteriori.

Il classico figlio di papà pensa lei, tornando a sedersi sul carrellino davanti alla Mercedes. Allunga un braccio alla ricerca di un rotolo di carta e lo usa per pulirsi alla bell'e meglio il viso. Quando poi si rende conto del troppo silenzio che aleggia nel box si decide a guardare Dom e Jaq.

Suo cugino e suo fratello, in piedi l'uno accanto all'altro, la fissano con espressioni dalla dubbia intelligenza.

<<Che c'è?>> domanda schietta, portandosi una mano alla fronte con disperazione.

I due non rispondono però, lanciandosi un ultimo sguardo vicendevole prima di tornare ognuno alle proprie mansioni. Dom gettato sui sedili della Bentley. Jaques a sgobbare.

Ginevra ripensa per un attimo all'incontro appena avuto mentre si sdraia sul carrellino, facendosi scivolare sotto la Mercedes. Quando si rende però conto di tutta la mano d'opera della quale ha bisogno questa macchina e del fatto che il boss la voglia pronta per sta sera, ogni pensiero che non riguardi una componente meccanica viene spazzato via dalla sua testa.

Lascia a Dom e Jaques il compito di discutere sommessamente su ciò che è appena successo, prendendosi solo un secondo, mentre svita un bullone, per fantasticare su chi possa essere questo Max per rendere così fomentati due ragazzi come loro.

Conoscendo fin troppo bene gli interessi che condividono Dom e Jaq però decide di lasciare stare, che forse è meglio non trovare una risposta. Come minimo sarà un porno attore.







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Ciao! Odio il primo spazio autore, ma ci tengo ad essere in contatto con chi legge le mie storie, quindiiiiiii tagliamo la testa al toro
Sono Simona, per gli amici Donna, e sono una big fan di macchine e moto (oltre che di taaaante altre cose)

Con alcune già ci conosciamo per YOUNG GOD, la mia ff su Marc Marquez, e se non ci conosciamo fa niente per me siamo già in confidenza perché  persone alle quali piccono macchine e motori devono essere in confidenza per forza 🙏🏻

E niente, adoro i commenti stupidi (e quelli seri, ovviamente) e fangirlare come se non ci fosse un domani. E non vedo l'ora di sentire i vostri schieramenti quando il nostro triangolo sarà completo ahahahah (oddio, vale come spoiler? Tanto l'avevo già annunciato nella trama no?)

MAX PERDONAMI PER GLI INSULTI COSTANTI, non penso che tu abbia una faccia da scemo tvb

(Foto a caso per avvalorare la tesi di Ginevra)

A proposito, e di lei che ne pensate?
Fatemi sapere nei commenti e seguitemi su IG per aggiornamenti sui capitoli in arrivo (e per insultarmi quando non aggiornerò)

IG : donna_wattpad

GLI AGGIORNAMENTI SARANNO GENERALMENTE DI LUNEDÌ

Al prossimo capitolo, baciii
*forte tentazione di scrivere xoxo per colpa del doveroso rewatch di gossip girl che sta impegnando le mie giornate*

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