BAHRAIN
TRACK 19: FAMILY FIRST, Whoe is me
so never give up hope
and know you're not alone;
and you don't have to face this on your own
<<Max, puoi farcela>
Il team radio gli rimbomba nelle orecchie e lo scuote, adrenalina che si aggiunge ad adrenalina mentre sta per finire il giro di lancio e cominciare l'ultimo tentativo a disposizione nelle qualifiche del GP del Bahrain.
Il pilota numero trentatré non risponde, non vuole perdere concentrazione, rallenta quanto basta per tenersi alla giusta distanza dalla Ferrari che ha davanti e all'uscita dell'ultima curva spinge con forza il piede sul pedale sentendo la monoposto volare sul rettilineo del traguardo e l'attrito fargli salire le viscere in gola. La sensazione più bella del mondo.
Il giro sulla pista del Bahrain è perfetto. Nessuna sbavatura, traiettorie precise e linee pulite, un'ottima velocità. Purtroppo, è una perfezione relativa.
Max porta quella macchina, sua quanto lo sono i suoi piedi, le sue dita, al massimo della prestazione. Alla fine del giro però scopre che davanti a lui domani partiranno due Mercedes e una Ferrari, la cui perfezione è una tacca più in alto della sua.
<<Un buon lavoro Max, davvero>> gli dice Christian nel box, dandogli un buffetto sulla spalla mentre esce dalla monoposto <<Sei stato impeccabile>>
Il ragazzo sorride ancora prima di togliersi il casco e quando se lo sfila le sue labbra sono ancora allungate, espressione di una sincera soddisfazione. Certo, avrebbe voluto la pole, avrebbe voluto la prima fila, ma per quanto esigente con se stesso doveva attestare di aver fatto tutto ciò che era nelle sue mani fare. Quarto era il risultato massimo raggiungibile della combo Max + Redbull per la qualifica del Gp del Bahrain.
<<Daniel?>> domanda poi il pilota più piccolo, lanciando un'occhiata verso l'altro lato del box dove solo in quel momento la monoposto con il numero tre sta facendo il suo ingresso.
<<Sesto, Leclerc l'ha fregato all'ultimo di qualche millesimo>> risponde Christian, sembrando comunque soddisfatto.
Max annuisce, rimanendo a guardare l'altro lato del box finché Daniel non esce dalla macchina e risponde al suo sguardo dopo essersi tolto il casco, accompagnando il tutto con un sorriso.
Il Bahrain non è una pista facile per superare, partire davanti sarebbe stato meglio, ma se ci sono piloti del paddock capaci di fare grandi rimonte Max sa che sono proprio lui e Daniel.
Max viene trascinato via per delle interviste e Daniel lo raggiunge poco dopo, dandogli uno scappellotto davanti ad una telecamera e mormorando scherzosamente un <<mi hai fregato>>.
<<Come vivete la rivalità in casa RedBull?>> chiede appunto la giornalista di turno, che Max aveva notato essere rimasta in silenzio ad aspettare educatamente il suo momento per intervistarlo.
<<Così>> risponde lui, indicando con il pollice il compagno di squadra e riferendosi al modo in cui si era intromesso nell'intervista. Daniel allunga un braccio e lo butta sulle spalle dell'olandese, mostrando un sorriso smagliante.
<<La verità è che non c'è competizione, lo sanno tutti che sono venti spanne superiore>> dice Daniel, fingendosi serio.
Max alza un sopracciglio e lo guarda con la coda dell'occhio, sulle labbra un sorrisetto quasi di sfida.
<<Ti piacerebbe>>
Daniel non fa in tempo a rispondere che Christian Horner li raggiunge e piazzando una mano sulla schiena di uno e una sulla schiena dell'altro comincia a spingerli via.
<<Ci dispiace interrompere così l'intervista, ma i miei somari hanno impegni improrogabili dei quali si dimenticano costantemente>> si scusa il loro team manager con la giornalista. Max comunque non si trattiene dal girare il torso e alzare una mano a mo' di saluto verso la ragazza con il microfono ancora in mano e il suo cameraman intento a filmare la scena.
Christian non molla nessuno dei due finché non varcano l'ingresso dell'hospitality RedBull, dopo di che li spinge verso le scale sulla destra e come un mastino li segue fino al momento in cui non prendono posizione attorno al tavolo della sala riunioni dove è già stipato metà del team e sta per cominciare il briefing pre gara.
<<Andiamo a vedere le specifiche tecniche di entrambe le macchine per domani>> annuncia il capo tecnico di entrambi i team, osservato attentamente dai diversi ingegneri di pista che invece daranno istruzioni separatamente ai due piloti.
Daniel si mette comodo, avendo conquistato la poltrona del capo tavola, mentre Max come suo solito fa muovere la sedia girevole da destra a sinistra con cadenza regolare, studiando il modo in cui darà fastidio a Daniel durante quella riunione e conseguentemente a come farà incazzare Christian. I suoi passatempi preferiti nei weekend di gara.
Il briefing in realtà è più breve del previsto. Le macchine vanno bene, la scelta gomme e strategie è piuttosto chiara. Eventuali tempeste di sabbia non sono previste, in linea di massima le condizioni del circuito l'indomani saranno ottimali.
Più tardi, Daniel, Max, Christian, Pierre e Graham Watson, il Team Manager Neozelandese della scuderia di Pierre, si ritrovano a cenare insieme nel raffinato ristorante dell'albergo. Daniel è ancora incazzato per la bottiglietta d'acqua che Max ha ben pensato di stringere tra le dita mentre l'australiano stava bevendo, facendogli fare una doccia poco gradita non appena hanno finito il briefing, e Christian scuote la testa pensando a tutti i fogli pieni di dati che sono andati perduti con quello scherzetto, mentre mangia con foga l'unico piatto con più di quattrocento calorie del tavolo.
<<Dov'è Albon?>> chiede Daniel, lanciando un'occhiata alla sedia vuota tra Graham e Pierre attorno al tavolo tondo. Alexander Albon, il nuovo pilota della Toro Rosso fresco fresco di Formula 2, gli sta particolarmente simpatico. Oltre a trovarlo decisamente buffo, è l'unico al tavolo che ride sempre alle sue battute.
Max scrolla le spalle, affondando la forchetta in un pezzo di pollo, e Pierre ridacchia, rispondendo a Daniel con uno sguardo d'intesa.
<<Ha approcciato una ragazza nel paddock nel post qualifica e dopo il briefing si è volatilizzato>> spiega il compagno di squadra del pilota in questione.
<<Hai capito Albon>> commenta Graham con un'espressione soddisfatta e un pezzo di verdura tra i denti a rovinargli il sorriso. Come i piloti si è fatto servire una porzione di pollo e insalata, al contrario di Christian che infischiandosene sta trangugiando un invitantissimo hamburger con salsine, formaggio e patatine fritte.
<<Eh, la gioventù>> mormora Daniel in risposta all'affermazione di Pierre <<Noi non abbiamo più l'età>>
<<Parla per te>> dicono gli altri due piloti, in contemporanea, con i loro accento così diversi.
<<Mi correggo, voi avete l'età, è il vostro cuoricino ad essere già impegnato>> risponde Daniel, divertito.
Max gli fa il verso, giocando con le foglie di insalata nel suo piatto, mentre Pierre gli lancia uno sguardo truce.
<<E tu resterai zitello a vita>> dice quest'ultimo.
<<A proposito Max, per quel bacio della volta scorsa... non ti ho mai fatto i complimenti! Ha attirato un sacco di attenzione positiva>> li interrompe Christian prima che Daniel possa rispondere.
<<L'attenzione positiva era tutto ciò a cui stavo pensando in quel momento>> ci pensa Max a portare il sarcasmo a tavola, guardando il suo team manager prima con serietà e poi lasciandosi andare in una piccola risata.
<<Il nostro ragazzino in tempesta ormonale>> lo sfotte Daniel, dandogli una pacca sulla spalla così forte da fargli cadere la forchetta nel piatto. In risposta la mano di Max scatta ad afferrare il pane per lanciarglielo contro, ma Christian gli afferra il polso capendo le sue intenzioni e fermandolo.
Daniel ridacchia. Max gli fa una boccaccia.
<<Come fai a gestirli?>> chiede Graham, scuotendo la testa divertito.
Christian lo guarda e sospira.
<<Mi pagano troppo bene per lasciar stare>> risponde, facendo spostare lo sguardo tra i suoi due piloti <<e poi lavorare con loro mi ha preparato all'arrivo dei miei figli, ora sono un papà fantastico sia nei weekend di gara che a casa>>
Finita la cena tutti si alzano e si spostano verso gli ascensori, Pierre, Graham e Chris scendono al decimo piano, Dan e Max continuano soli fino al tredicesimo.
Le due camere sono vicine, in realtà anche comunicanti.
<<A domani Maxie>> mormora Daniel mentre passa la carta magnetizzata davanti alla serratura <<Se hai bisogno, la porta di mezzo è aperta>>
<<Notte Dan>> risponde l'altro, abbozzando un sorriso. Sorriso che si apre ancora di più quando entra nella stanza e nota che la porta che la collega a quella di Dan è davvero socchiusa. Prima che scendesse a cena era chiusa, Dan deve averla aperta apposta.
Max, ad ogni modo, non ci si avvicina neanche per sbaglio, gettandosi sul letto dopo essersi sfilato i vestiti e rimanendo a fissare il soffitto in attesa di un sonno che, come sempre prima delle gare, fatica ad arrivare. Eppure i rumori familiari che arrivano dall'altra stanza lo aiutano a rilassarsi, persino il russare di Daniel, quando quest'ultimo finalmente la smette di rigirarsi nel letto e si addormenta, non lo infastidisce. Anzi lo ascolta per un'infinità di tempo, quasi contando tutti i respiri che riesce a sentire, finché anche lui non si lascia andare al sonno.
La mattina dopo un sole bellissimo illumina la pista del Bahrein, dando quasi l'impressione dell'arrivo della primavera nonostante Marzo sia cominciato da soli tre giorni. Max è in piedi dalle cinque, ha fatto colazione, due docce, una nuotata veloce nella piscina dell'albergo, una passeggiata nel paddock e si è vestito con tutta la calma del mondo. Ora che si tira su le maniche della tuta, a un'ora dalla partenza, e osserva soddisfatto il suo riflesso allo specchio, sente l'adrenalina cominciare a scorrergli nelle vene.
È pronto per dare il meglio di sè.
Esce dall'hospitality RedBull e viene investito dalla luce per cui fa presto scivolare sugli occhi gli occhiali da sole, poi sblocca il cellulare che ha in mano e chiama il primo numero nel registro chiamate.
<<Ciao>> risponde Ginevra, con la voce contenta. Max non è mai stato tipo da chiamate, forse perché non aveva mai trovato nessuno felice come Ginevra di rispondergli al telefono. Non sa neanche se lei se ne renda conto dell'entusiasmo che ci mette ogni volta in quel primo "ciao". <<Ti vedo>>
<<In che senso mi vedi?>> domanda Max, attraversando il paddock.
<<Max, tu lo sai vero che sei perennemente circondato da telecamere?>>
Il ragazzo ridacchia leggermente, guardandosi attorno e notando i due cameraman alle sue spalle e quello piazzato alla sua destra.
<<Ei, sbaglio o qualcuno è sintonizzato sulla F1 e oggi vedrà la gara?>> la sfotte.
Divertito accelera il passo fino a raggiungere la telecamera davanti a lui e avvicina il viso al vetro, quasi lasciandosi su un bacio. <<Ciao>> mormora salutando.
<<Questo era per me?>> gli domanda Gin e Max quasi riesce a vedere il suo sorriso imbarazzato. Vorrebbe che fosse lì. Vorrebbe baciarla anche sta volta dopo il podio.
<<Per te? No, ovvio, era per tutte le mie fans>>
<<Scherza, Max Emilian, scherza, ne riparliamo quando torni>>
<<Hai scoperto il mio secondo nome? Sono fregato>>
<<La fortuna di avere come ... di avere accanto un personaggio pubblico è che è tutto spiattellato su internet>>
<<Di avere come ... cosa?>> la prende in giro, immaginando cosa fosse in procinto di dire. Come ragazzo, come fidanzato. Che poi, è come si comporta da due settimane.
<<Oh ma guarda, sei arrivato al tuo box, che peccato dover chiudere>> risponde fingendosi dispiaciuta e rendendolo edotto delle telecamere che ancora lo riprendono. In effetti, davanti agli occhi, Max ha la grande scritta Red Bull e quasi riesce ad intravedere da lì l'ala della sua monoposto <<Comunque, mi sento in dovere di dirti che la tuta ti dona molto>>
Max sorride scuotendo la testa e guardando verso la telecamera, consapevole che lei lo sta guardando. Lei e un altro centinaio di migliaio di persone che però non sanno cosa ci sia dietro quel sorriso.
<<Ti adoro, Ginevra Giotti>> mormora poi, solo per lei.
<<Mi raccomando, vinci>> dice la voce al telefono, con tono basso, sembrando incredibilmente vicina <<E per favore, se dovessi davvero vincere, evita di andare a sbaciucchiare ragazze nel paddock come hai fatto con me>>
Il ragazzo scoppia a ridere, lasciando quasi cadere il telefono dalla mano dalla sorpresa.
<<Vuol dire che toccherà a te riceverne il doppio quando tornerò>> dice mentre con lo sguardo cattura la figura di Christian, dentro il box, che gli fa segno di muoversi ad entrare <<Devo scappare Gin, a dopo, fa' il tifo per me>>
<<A dopo Max Emilian>>
Il pilota chiude la chiamata ancora con una risata sul volto e così entra nel box, camminando fino alla sua macchina per poggiarci su una mano a mo' di carezza.
<<Andiamo ragazzi, mi sento dannatamente bene>> annuncia al team.
Mancano quarantacinque minuti all'inizio della gara e Max Verstappen non vede l'ora di affondare il piede sull'acceleratore.
La gara è stata abbastanza tranquilla per i primi trenta giri dei cinquantasette previsti. Grazie ad un undercut ben studiato Max è riuscito a sorpassare la Ferrari di Sebastian Vettel che partiva davanti a lui. La rossa ha combattuto per un po' con con la Mercedes di Valtteri Bottas, ma i due missili argentati sono presto volati via e hanno cominciato a macinare secondi su secondi di distanza da loro. Dietro di lui, Daniel ha avuto il suo bel da fare con Charles Leclerc, riuscendo a restargli attaccato anche dopo il pitstop.
In ordine, a ventisette giri dalla fine, si trovano Hamilton, Bottas, Verstappen, Vettel, Leclerc e Ricciardo. Max però, che dava per congelato il suo terzo posto, ad un certo punto vede davanti a sé l'ala argentea della Mercedes di Bottas e tra loro due doppiati.
Il secondo posto comincia a fargli gola. Non sarebbe lui se almeno non provasse ad arrivare secondo. Non se il suo avversario è a portata di sguardo.
Il suo passo è buono, da quando ha montato la gomma gialla nuova migliora il proprio tempo ad ogni giro. Sente di potercela fare.
Commette la prima sbavatura un paio di giri dopo, finendo con la ruota fuori pista per aver preso male l'entrata di curva tre. La macchina trema tra le sue mani, destabilizzandolo per un attimo.
<<Keep calm Max>> gli mormorano infatti in cuffia.
Max cerca di respirare profondamente, per quanto possibile a trecento chilometri orari. Poche curve e sarà in grado di superare i doppiati. Sono la Williams di Kubica e la Racing Point di Stroll e si stanno facendo la guerra anche tra loro. Nessuno vuole arrivare ultimo.
Il pilota RedBull si gode lo spettacolino finché non arriva il momento di metterseli alle spalle, se non fosse che mentre si avvicina Kubica tenta un ennesimo sorpasso su Stroll, in un punto inesistente, e Stroll non vedendolo allarga la traiettoria.
Max osserva la scena come a rallentatore, sterzando verso l'esterno della curva prima ancora che succeda ciò che sta per accadere, prima che Kubica prenda in pieno Stroll, o Stroll prenda Kubica, e lui finisca per andarci di mezzo.
I due si schiantano, è Kubica quello ad avere più velocità così le due macchine scivolano verso l'interno della curva, sollevando scintille.
Max riesce ad evitarli, o almeno così pensa. L'anteriore passa, ma nel chiudere la curva sente un botto, poi il posteriore che non risponde. Deve aver preso Kubica. Stringe le mani sul volante, quasi pregando che la macchina resti con lui.
Ce la fa.
Riporta la monoposto sulla pista dopo aver sentito il cordolo sotto le ruote, ma quando riprova a spingere sull'acceleratore la macchina non risponde come dovrebbe.
<<Max>> sente nelle orecchie, ed il suo cuore che fino a pochi attimi prima gli batteva nel petto come un pazzo ora perde un colpo <<Max, ci sono problemi>>
Un altro vuoto nella cassa toracica.
Finisce lì la gara di Max Verstappen.
E quando Daniel Ricciardo passa e lo vede fermo a bordo pista un po' finisce anche la sua gara, considerando che passa i successivi ventisei giri a pensare al suo compagno di squadra e non a cercare di andare a strappare il terzo posto a Charles Leclerc.
Quando Daniel rientra ai box, dopo aver chiuso la gara quarto, esce frettolosamente dalla monoposto e la prima cosa che chiede al suo team, in procinto di festeggiare, è <<dov'è Max?>>
Nessuna risposta.
I ragazzi vogliono stappare, quarto è un ottimo risultato, vogliono fargli complimenti, parlare della gara, ma Daniel si limita a sorridere leggermente e a guardarli tutti, uno per uno, con riconoscenza.
<<Devo andare>> dice subito dopo, lasciando il casco tra le mani di Christian e quasi correndo via dal box. Un po' si odia per questo, per mettersi totalmente da parte, non darsi neanche il tempo di festeggiare, pur di stare accanto a Max. Quando lo trova però, o meglio, quando lo sente gridare dietro una porta chiusa dell'hospitality, sa di essere nel posto giusto. Con lui. Sempre.
<<Max>> pronuncia il suo nome con forza, ma al tempo stesso c'è una dolcezza inaspettata nel suo tono. Poggia una mano sulla porta chiusa, apre il palmo sul legno, in attesa che l'altro vada ad aprirgli.
<<Va' via>> grida Max e Daniel lo sa, lo sente, che è proprio lì dietro il legno.
<<Maxie>> mormora, poggiando ora anche la fronte contro la porta <<Per favore>>
Silenzio.
Ancora silenzio.
Poi, il rumore di un ingranaggio che si mette in moto e la maniglia si abbassa.
Daniel apre lentamente la porta, tirando un respiro profondo prima di alzare lo sguardo e incrociare quello di Max, davanti a lui con la tuta abbassata e i capelli scompigliati, le guance arrossate.
Non ha pianto, non ancora, ma Daniel nota subito tutti gli oggetti che sono finiti per terra.
<<Ei>> sussurra mentre qualsiasi altra parola gli muore in bocca. Gli ricorda tanto l'anno prima, e l'anno prima ancora, quando quasi ogni post gara era una tragedia. Monaco, Baku, Singapore e tanti altri. E' stato in momenti come quello che Daniel Ricciardo ha fatto breccia nel cuore di Max Verstappen, per il solo fatto di esserci. Anche quando era lì per gridargli contro quanto fosse immaturo e presuntuoso, come dopo Baku, Daniel c'era.
<<Non ce la faccio>> mormora Max, dandogli le spalle. Sembra tranquillo ma quando Daniel fa per poggiare una mano sulla sua spalla, l'altro si allunga verso un blocco di fogli lasciati sul tavolo della sala briefing dell'hospitality e li fa scivolare con forza fino a gettarli per terra <<Quando facevo il pazzo mi schiantavo e basta, senza vincere niente>> ricomincia ad urlare, sbattendo subito dopo il pugno sul tavolo <<Ora mi hanno costretto a cambiare, non faccio più casini, provo a trattenermi, e tu guarda? Ci ritroviamo sempre qui! E continuo a non vincere niente!>>
<<Max non è colpa tua>> prova a rispondere Daniel, il tono sommesso e un nodo al centro del petto che quasi fa male. Vedere Max in quelle condizioni gli fa male. Ogni volta.
<<Se avessi spinto di più in qualifica... Se avessi provato a restare attaccato alle Mercedes dall'inizio... Se...>> l'ultima frase non lascia mai le sue labbra, soffocata da un singhiozzo che precede le lacrime <<Uno zero alla seconda gara di campionato...>> gli occhi rossi, lucidi, si posano su quelli di Daniel che ricambia lo sguardo in uno stato catatonico <<io non me la merito quella macchina>> continua Max, e poi <<Mio padre sarà incazzato da morire, Chris sarà incazzato, Helmut Marko mi vorrà morto>>
Il suono di una chiamata in arrivo sul telefono di Max aiuta Daniel a riprendersi, scuotendolo.
<<Nessuno è incazzato con te>> risponde il pilota più grande, cercando di farlo ragionare nonostante anche il suo cervello sia in tilt<<Ti sta chiamando Gin>> dice poi, dopo aver lanciato un'occhiata sullo schermo del telefono dell'altro.
<<Non voglio rispondere>> taglia corto Max, gelido <<Cazzo, persino lei penserà che sono un fallimento>>
Ancor prima che Daniel possa accorgersene Max si allunga ad afferrare il telefono, ma questa volta riesce a fermarlo in tempo, prima che getti anche quello per terra rovinosamente. Daniel afferra Max placcandolo da dietro e stringendogli il busto tra le braccia, schiacciando la sua schiena contro il proprio petto.
<<Lasciami stare Dan>> grida Max, grugnendo, ma il suo compagno di squadra non lo asseconda. Anzi, cammina all'indietro tenendolo stretto finché con la schiena non raggiunge il muro più vicino, poi si lascia scivolare contro questo e trascina Max per terra con sè, tra le sue gambe.
Quando la schiena di Max si alza e si abbassa per colpa di un singhiozzo, mentre Daniel lo stringe contro il suo petto, il suo cuore si spezza definitivamente.
<<Sei il mio pilota preferito>> mormora Daniel, abbassando la testa fino a far poggiare la fronte contro la schiena di Max. La maglia termica è impregnata del suo odore. <<Nessuno ti odia Max, nessuno ce l'ha con te a parte te stesso. Anzi, credono tutti in te. Io credo in te, e anche se gli altri dovessero voltarti le spalle un giorno, spero che questo possa bastarti>>
<<Lo dici solo perchè ti faccio pena>> risponde.
<<Forse>> scherza Daniel. Dopo attimi di silenzio anche Max si lascia andare leggermente, rilassando le spallo.
<<Sei uno scemo>> gli dice scuotendo la testa.
<<Forse è vero anche questo>> replica l'altro <<Ma questo scemo sa che vincerai tutto ciò che si potrà vincere, devi solo darti tempo>>
Dan toglie la fronte dalla schiena di Max e torna a poggiare la nuca contro il muro, chiudendo le palpebre e sospirando. Le sue braccia sono ancora strette attorno al busto dell'altro e quasi sobbalza quando sente la mano di Max poggiarsi sulla sua, ma cerca di trattenere qualsiasi ulteriore reazione. Anche se il battito furioso del suo cuore, beh, quello non può controllarlo.
<<Tutti i compagni di squadra sono così?>> domanda poi Max dal nulla.
Questa volta è il turno di Daniel di ridacchiare.
<<No, credo proprio che siamo qualcosa a parte>>
Max annuisce, poi sembra quasi mettersi comodo, sistemandosi meglio contro il petto di Daniel e tirando di più le ginocchia verso di sé, senza ribellarsi delle braccia che lo stringono né spostando la sua mano da sopra quella di Daniel.
<<Vorrei poter restare così per sempre>> sussurra dopo poco, così flebile che l'altro crede quasi di esserselo immaginato. Ma no, quello è Max, il Max che Daniel, in un modo o nell'altro, ama da quattro anni a questa parte. La sua sincerità nella fragilità, e la sua forza nel rialzarsi.
<<Non chiedo altro>> bisbiglia Daniel. Parole quasi proibite, segreti inconfessabili. Quello che c'è tra lui e Max non può essere detto a voce alta, né essere vissuto alla luce del sole, e non solo: non possono parlarne neanche tra loro. E' troppo da gestire, così finiscono ad esprimersi a gesti e mormorii, come in quel momento, rimanendo stretti in una stanza a soqquadro, dopo una gara da buttare, mentre il mondo li cerca e richiede la loro attenzione. Quello stesso mondo che non capirebbe. Come potrebbe del resto, se non si capiscono neanche tra loro?
Prima o poi, qualcuno dovrà fare qualcosa, si dice Daniel.
Per il momento, però, rimane a godersi la pressione del corpo di Max contro il suo, pregando perchè un giorno possa averlo per sè in tutti i modi in cui il suo cuore desidera.
🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️🙆🏼♀️
Ahhhhh ecco una bella dose di dramma, come se non ci fosse bastato quello delle qualifiche di oggi 😂😂😂 ridiamo per non piangere.
Alloooooora, prima di tutto scusate il ritardo: sono in sessione e probabilmente anche per gli altri capitoli ci metterò un po' a pubblicare, sopratutto perché saranno capitoli molto importanti per la storia.
Ora, mi sento di chiedervi, che ne pensate? Di cosa? Beh di tutto!
E sopratutto, vi stanno arrivando i personaggi? Questa storia per me è un po' una sfida: non ho mai scritto in terza persona, non ho mai scritto di determinate tematiche, quindi cerco anche un po' un confronto.
Fatemi sapere 🙏🏻
Bene, vi auguro un buon sabato - che io passerò a studiare - è una buona gara domani, sperando in dei miracoli.
Per chi partecipa al WRITER on the GRID, vi ricordo la consegna delle classifiche !
Alla prossima ❤️
P.s. Quanto è bella la settimana di Monaco ?????
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