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'Una foto?' La voce di Zero si sparse per tutta la sala comune, tramite la videochiamata in corso ormai da diversi minuti.
"Una foto." Rispose sicura Lauren. Non capiva come mai, Zero dopo le missioni si rifugiasse nel suo studio, per non farsi più vedere fino alla prossima missione. Era solito che la loro banda, se così la potevano chiamare, vestiva sempre di nero, coprendo perfino l'intero volto. Si scoprivano soltanto ritornati nella loro 'tana', ed essendo lì da più di un anno ormai, Lauren e gli altri non avevano mai visto Zero in volto e durante chiamate come quelle che stavano affrontando, aveva il viso coperto. Non sapevano nemmeno se fosse uomo o donna, l'età. Niente. Era suo solito usare dei piccoli microfoni inseriti nelle sue tute per mutare la voce e renderla irriconoscibile.
Erano in otto in tutto nel gruppo. Tre donne, quattro uomini, e Zero. Lauren era tra i più giovani, si unì a loro appena compiuti i diciotto anni d'età per motivi da lei non svelati.
《Ti sei fatta fotografare da una ragazza e non sai nemmeno chi sia?》 Chiese Dyce ridendo, mentre puliva le canne delle sue armi. Era piuttosto affezionato alle sue armi da fuoco, quasi ossessionato, talmente tanto che ognuna aveva un nome.
Lauren lo guardò irritata. Non andava d'accordo con nessuno di loro, se non per Lucy, una ragazza della sua età più o meno. Da quel che ne sapeva Lauren, tutti quanti in quel gruppo, erano arrivati lì per un passato oscuro alle loro spalle e Zero decise di prendersi cura di loro, perfino di Lauren, anche se in fondo, sapeva di essere odiata dal capo per un errore fatto in una missione troppo importante.
"Vedi di non parlarmi idiota. Persino le tue armi sono più intelligenti di te." Sibilò Lauren fulminandolo. Non aveva mai amato gli uomini, li odiava. Li odiava ancora di più per il suo passato e quando scoprì della sua attrazione verso lo stesso sesso. Dyce la guardò storto, caricando un colpo, e alzando lentamente il fucile contro la ragazza.
"Non ne saresti capace." Continuò Lauren roteando gli occhi.
《E chi me lo dice puttana?!》
La ragazza scattò in piedi, prendendo un coltellino dalla fodera legata alla gamba lanciandolo verso il ragazzo, e conficcandosi nel muro a pochi centimetri dal suo orecchio. La ragazza camminò lentamente arrivando davanti a Dyce. Si avvicinò al suo orecchio, impugnando il manico del coltellino.
"Io starei molto attento a quello che dici, altrimenti ti rendo io una puttana, iniziando a tagliarti prime le palle, poi il manico. Hai capito?!" Sussurrò in modo così tagliente da far tremare il ragazzo. Staccò l'arma contundente, fulminando ancora Dyce, vedendolo tremare leggermente.
'Lauren.' Venne riprese dalla voce di Zero. La ragazza si girò verso lo schermo. 'Smettila anche tu.' Continuò. Lauren ripose il coltellino nella fodera e alzò le mani in segno di resa.
"Prima che quello sgorbio mi interrompesse, volevo dire, che mentre la rincorrevo, le è caduta una tessera scolastica. Dovrebbe essere quella d'immatricolazione al college." Continuò tirandola fuori dalla tasca dei pantaloni.
'Come si chiama?' Chiese Zero. "Mmh.. Camila Cabello, primo anno di college." Rispose leggendo sulla tessera. Guardò poi la foto della ragazza, notando solo poco dopo, quanto fosse carina. I lineamenti del viso dolci, i capelli mossi e castani, e gli occhi del medesimo colore. Notò anche di non avere le caratteristiche di un americano, ma quasi latine. Non l'aveva notata molto bene ieri, ma non nascose il fatto che fosse molto carina.
《Cosa? Come hai detto che si chiama?》 Chiese Dyce alzandosi, guardando poi sulla tessera scolastica. Tremò non appena vide i dati principali di quest'ultima guardando poi lo schermo verso Zero, facendogli capire che fosse la proprietaria del cellulare dove il T.E.D. fosse nascosto. 'Lauren, dovrai prenderle il cellulare.' Disse infine Zero piuttosto agitato.
"Cosa? Ma se nessuno ci ha mai visti. Che se la tenga, non mi interessa." Disse vaga, allontanandosi dalla sala.
'Lauren. Vedi di preparare i bagagli e una richiesta di ammissione a quell'università. Devi prendere quel cellulare.' Rispose seccato. 'Senza ne e ma, ti voglio fuori da qui entro due giorni. D'ora in avanti andrai al college pure tu. Ti informerò per bene del perché tu debba avvicinarti a quella ragazza e del perché dovrai sottrarle il telefono. Per oggi basta così.' Disse infine chiudendo la chiamata.
...
<Bella.. dove l'hai incontrata? A New York questa?> Chiese Ally prendendo il telefono dalle mani di Camila, guardando meglio la ragazza.
<Quindi si chiama Lauren, incontrata a New York, una notte piena di spasso e vi siete messe insieme. Decisamente la storia meno credibile mai sentita.> Ammise Dinah. Conosceva meglio di tutte Camila e le piaceva molto stuzzicarla, ma sapeva infine che lo faceva per divertirsi e sdrammatizzare quando veramente ci fossr bisogno.
<Avrai di sicuro altre foto. Posso vederle?> Continuò Dinah, mentre Normani ed Ally continuavano a fare commenti piccanti sulla ragazza.
-Ecco vedi.. il PC quest'estate si è rotto... e.. mmh è l'unica foto che sono riuscita a salvare.- Rispose vaga Camila sperando che le credessero.
<Fate vedere.> Disse Dinah allungando la mano. Le ragazze la guardarono poi posarono il cellulare sulla mano della polinesiana. Dinah scrutò per bene la foto.
<Ti sei fregata lo sai?> Esclamò Dinah notando non solo i particolari della ragazza, ma anche i restanti. <Lo sfondo. È Miami questa. Immagino ti sia anche inventata il nome no?> Disse girando la foto facendola vedere a Camila, la quale iniziò a giocare con le mani, tirando un sorriso forzato.
-È.. mmh una foto di due anni.. fa.. quando andò.. appunto a Miami.- Dinah era sempre stata brava a smascherarla e anche stavolta c'era riuscita senza problemi.
<Hai fotografato la prima ragazza che ti è capitata a tiro Mila?> Chiese Normani sorpresa.
-Non la prima. Mi ci è voluto un pomeriggio intero a trovarne una così carina. E poi, il nome l'ho inventato sì, mi piace però.- Rispose strappando dalle mani dell'amica il suo cellulare.
<Mila.> La rimproveró Normani. Camila sbatté le mani sul tavolo del bar, dove dopo le lezioni erano andate per bere qualcosa, alzando lo sguardo verso le ragazze.
-Va bene. Ho mentito. Non potete capire quanto io odi stare senza una ragazza o essere come minimo al centro dell'attenzione. E ora che abbiamo cambiato città, non ci riuscirò mai ad essere popolare come a Chicago.- Rispose ormai disperata. Era sicura che quella farsa non sarebbe durata molto, così spifferò tutto, raccontando ogni minimo dettaglio.
<Non penso che sia questo. La storia con Mary deve averti davvero distrutta no?> Chiese Ally. Sapevano tutte di Camila, della sua attrazione verso lo stesso sesso, ma non cambiarono niente con lei. La solita amicizia, il solito comportamento. Tutte quanto si volevano bene per quello che realmente fossero.
-Siamo state insieme due anni, ragazze. Mi ha mollata così su due piedi, con uno stupido messaggio.- Disse più arrabbiata che triste.
<Però devo dire che questa è davvero sexy. L'hai beccata in giro così a Miami?> Ammise Dinah sorridendo maliziosamente.
-Dinah.. comunque sì.- Rispose Camila mettendo le mani in tasca, non sentendo più il pezzo di plastica che la scuola le avesse consegnato.
-Ragazze.. la mia tessera d'immatricolazione.. penso di averla persa.- Disse la ragazza tastando su tutto il corpo e guardando perfino nella borsa.
Le ragazze l'aiutarono a cercarla, ma non trovarono niente.
<Magari l'hai persa in qualche aula, in quel caso la porteranno sicuramente in segreteria. Oppure a casa.> Disse Normani.
-Probabile.- Rispose Camila un po' preoccupata. Senza quella tessera non sarebbe riuscita ad andare da nessuna parte nel campus.
<Ragazze andiamo, così la cerchiamo a casa.> Propose Ally.
Le ragazze annuirono, poi andarono a casa.
...
《È una fortuna ad essere stata ammessa al college in questo periodo signorina Jauregui.》 Disse il preside, guardando i fogli e i dati della ragazza.
Lauren continuava ad annuire senza aver ascoltato una sola parola. Il giorno dopo senza fiatare, andò in quel college dove fece domanda e per un qualche miracolo la presero anche se l'anno fosse già iniziato. Odiava la scuola, talmente tanto che subito dopo il diploma del liceo lasciò tutto per cercarsi un lavoro, il quale non andò così a buon fine.
《Come Lei saprà benissimo, gli esami sono ogni fine semestre, dove solo i più bravi passeranno.》
"Sì sì va bene, ho capito." Rispose poco cordialmente la ragazza. Si alzò in piedi, racattando su tutti i fogli e la sua borsa, guardando poi il preside piuttosto scioccato. "Senta, vorrei soltanto sapere i corsi che frequenta una ragazza, poi per gli esami non mi interessa." Disse poco interessata alla solfa del vecchietto.
Il preside la guardò infastidito per il suo comportamento.
《Le hanno mai parlato di educazione?》 Chiese alzandosi dalla sua sedia.
"Le hanno mai raccontato che non me ne frega un bel niente?" Rispose a tono.
L'uomo sbatté le mani sulla superficie lucida di legno.
《Non tollero questo comportamento nella mia scuola.》 Disse alzando appena la voce. Lauren fece un piccolo ghigno guardando il vecchietto in piedi e con un leggero fiato per lo sforzo.
"Senti nonnetto. Io sono qui non per frequentare la tua cavolo di scuola. Tranquillo che fra meno di un anno sarò da tutt'altra parte." Fece una breve pausa, tirando su la borsa. "Mi avete presa per i miei voti, siete stati scrupolosi in tutto, quindi deduco che questa ragazza maleducata sia abbastanza brava da poter frequentare questa scuola di viziati figli di papà con il culo parato va bene?! Quindi mi faccia il piacere di non rompermi le scatole. Me ne vado, ho sprecato anche fin troppo del mio tempo." Uscì dalla stanza sbuffando, e lasciò che il vecchietto assorbisse tutto quello che disse Lauren. Si avviò per il corridoio cercando la segreteria, ma si perse e andò ancora più in confusione quando la campanella suonò.
Perfetto, prima la cariatide rompi scatole e ora i viziatelli. Pensò Lauren sbuffando, e andando a sbattere contro qualcuno, facendo cadere tutti i fogli a terra.
"Fanculo. Oggi non è proprio giornata. Si puo' sapere che cazzo stavi guardando?" Non guardò minimamente la persona, inchinandosi subito a raccogliere i suoi fogli.
<Come? A me che cazzo stavi guardando? Ma ti sei vista? Neanche uno stoccafisso sarebbe rimasto così incantato a guardare gli unicorni volare.> Lauren alzò lo sguardo alla risposta della persona, la quale dal suono della voce capì essere una ragazza. Era bionda, la carnagione piuttosto scura. La ragazza si ammutolì un attimo dopo aver visto Lauren.
"Come lo dici a tua sorella. Aspetta.. mi hai appena paragonata ad un pesce? Puzzolente tra l'altro." Disse Lauren sinceramente offesa. Sistemò per bene i fogli, mettendoli tutti in borsa per poi rimetterla comodamente sulla spalla. Notò che, dopo essersi alzata la ragazza continuò ad osservarla.
"Beh?! Che hai da guardare? Mai vista una ragazza con i capelli neri?" Chiese seccata. La bionda l'osservò ancora attentamente, soffermandosi sui suoi occhi.
<Ma tu sei..> cominciò, ma poi non disse più nulla. Lauren la guardò scocciata, lasciando perdere cosa volesse dirle la ragazza.
"Senti, mi fai il piacere di levarti dai piedi? Lo stoccafisso deve andare a prendere il suo orario." Sputò acida Lauren, spostando leggermente la bionda davanti a lei, incamminandosi verso l'ipotetica segreteria.
<Mio dio.. Chancho avrà una brutta sorpresa.> Detto ciò, corse nell'aula dove di lì a poco avrebbe avuto lezione di spagnolo, dove tutte e quattro le ragazze avevano deciso di fare. Corse in aula, dove trovò le altre ragazze sedute vicine e un posto libero. Si precipitò verso loro, occupando il posto libero, prendendo fiato.
<Beh? Entusiasta di spagnolo?> Chiese Normani. Dinah la fulminò cercando di prendere fiato.
<Non potrai mai immaginare chi abbia appena visto in corridoio Chancho.> Disse la polinesiana guardando Camila negli occhi.
-Non voglio neanche provare ad immaginarlo.- Rispose Camila osservandola a sua volta.
<La ragazza che per te dovrebbe chiamarsi Lauren frequenta questo college.> Rispose, notando tutte e tre le amiche sbarrare gli occhi. Non riuscirono più a dire altro in quanto il professore entrò, calando il silenzio ed iniziando la lezione. Camila cercò di pensare a cos'avrebbe potuto dire se mai avesse incontrato la ragazza da loro conosciuta con il nome di Lauren. Dopo almeno dieci minuti di lezione, qualcuno bussò alla porta, interrompendo il professore.
《Avanti.》 Disse l'uomo girandosi verso l'entrata.
Una ragazza con i capelli neri mossi, entrò in classe senza proliferare parola, avanzando verso il primo posto che vide. Camila si sentì mancare quando vide la ragazza fotografata avanzare.
《Scusi Lei è? Un po' di educazione.》 Disse l'uomo dietro la cattedra.
"Al diavolo l'educazione." Borbottò Lauren andando verso la cattedra, sbattendo un foglio sul tavolo. Si girò verso la classe guardando tutti gli studenti negli occhi, finché non si soffermò sulla bionda di prima e la ragazza alla quale avrebbe dovuto sottrarre il cellulare. "Mi chiamo Lauren Jauregui, e frequenterò questo cavolo di corso, che le piaccia o meno." Disse girandosi poi verso l'uomo. Lasciò il foglio sul tavolo, guardando se per caso ci fosse un posto libero vicino a quelle due, notandone uno proprio dietro il gruppetto delle quattro. Si avviò verso le scale, con lo sguardo di tutti puntati su di lei. Arrivò al posto da lei scelto, buttò la borsa per terra, lasciandosi cadere come un sacco di patate sulla sedia. Le quattro ragazze si girarono verso Lauren. Come Camila, fra tutti nomi avesse scelto proprio quello e che lei si chiamasse così, iniziò a spaventarle. Andiamo di male in peggio. Che diavolo ci fa questa qui? Si chiese Camila, guardandola per bene.
Lauren alzò lo sguardo verso di loro.
"Ma tu guarda. La ragazza amante del pesce e la stalker."
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