Once Upon A December
ANNO 851 - 25 dicembre
Faceva freddo, quella mattina.
Terribilmente freddo.
Il gelo dicembrino gelava le povere ossa della giovane donna, che continuava ad avanzare imperterrita verso la sua meta nonostante le sferzate del vento crudele che la facevano barcollare.
Si stringeva al petto il fagottino che teneva tra le braccia, avvolto nel grande mantello verde, cercando di tenerlo al caldo. Era il suo unico tesoro, l'unica cosa che la tenesse ancorata a lui.
Quando finalmente arrivò a destinazione, il tetro cimitero era completamente vuoto.
Con quella bufera nessuno si sarebbe mai azzardato ad inoltrarsi così tanto. Nessuno, tranne lei.
Il vento le scompigliava i capelli ramati mentre si inginocchiava con devozione davanti a quell'anonimo sepolcro, pregando in silenzio.
Con gli occhi dorati percorreva ogni particolare di quel misero pezzo di roccia, soffermandosi su un simbolo in particolare, lo stesso stemma cucito sul mantello verde che aveva tra le braccia: le Ali della Libertà.
Sembrava volessero spiccare il volo, ma in realtà erano bel saldate sulla schiena un tempo forte dell'uomo sepolto lì dentro, la cui anima, grazie ad esse, volava chissà dove nell'aria fredda di Dicembre.
Dopo qualche minuto, o forse qualche ora, non lo sapeva neppure lei, un vagito infantile risuonò, riscuotendo la giovane dal suo torpore.
Cullò con dolcezza il suo piccolo tesoro, il suo adorato bambino.
Dalla cuffietta posta sulla testolina spuntava qualche rado capello color rame, ma gli occhi, così puri ed innocenti, erano di quell'azzurro nebbioso che la lasciavano ogni volta senza fiato, completamente impotente. Sapeva a chi sarebbe assomigliato, una volta cresciuto.
"Su, su, non piangere, amore mio", sussurrò la donna, la voce spezzata dai singhiozzi, "Non hai niente di cui aver paura, c'è la tua mamma con te...", lo rassicurò, voltando la creaturina in modo che rivolgesse lo sguardo al sepolcro "...e anche il tuo papà" .
Il piccolo sembrò capire le dolci parole materne, smettendo improvvisamente di piangere, ma il suo scontento venne rimpiazzato dal dolore della ragazza, che scoppiò a piangere disperata. Da troppo tempo cercava di essere forte, doveva esserlo per suo figlio, il loro figlio, ma il suo cuore non riusciva più a reggere oltre.
Quando sembrava che la felicità e la fortuna avesse baciato il loro amore, tutto le era stato tolto.
Non si sarebbe mai perdonata di aver permesso al suo amato Capitano di partire per la spedizione, e presto avrebbe sicuramente visto portarsi via anche l'unica cosa che glielo ricordava, ne era certa.
Il destino si era accanito contro quella creaturina innocente, una terribile spada di Damocle pendeva sulla sua piccola testa, segnando la sua sorte.
Sapeva che la Legione avrebbe reclamato il suo bambino, tutti erano carichi di aspettative, sicuri che sarebbe stato coraggioso e fortissimo come il padre, l'uomo più forte dell'umanità, acclamato come un eroe da morto dalle stesse folle che l'avevano maledetto da vivo.
Che sarebbe stato come il suo papà lo sapeva lei stessa, non c'era bisogno che glielo ripetessero ogni volta, del resto aveva il sangue di due forti guerrieri nelle vene, ma questo non dava loro il diritto di strapparglielo via.
Avrebbe preferito di gran lunga morire lei stessa, essere schiacciata contro qualche albero dal Titano Femmina.
Se così fosse stato, non avrebbe condannato a morte una vita innocente, Levi sarebbe stato ancora vivo, e lei avrebbe sofferto molto meno.
Oh, quanto avrebbe voluto cambiare quel triste destino...
Quando l'amarezza sembrava aver toccato l'apice, una strana zaffata di aria calda travolse Petra, accompagnata da un dolce profumo che la soldatessa conosceva fin troppo bene.
Avrebbe persino giurato di sentire un delicato tocco sfiorarle le braccia.
Un sorriso lacrimoso e pieno di fiducia nacque dalle sue labbra infreddolite.
Ora lo sapeva, sarebbe andato tutto bene, non avrebbe mai più perso la speranza nell'avvenire. Doveva credere in suo figlio, e Levi sarebbe stato lì, sempre al suo fianco, e li avrebbe protetti per sempre.
Accarezzando il volto del suo piccino, ormai addormentato, e guardando il cielo, sussurrò "Buon compleanno, mio Capitano"
Spazio dell'autrice
Ok, neanche questa volta ho scritto qualcosa di allegro... comunque sia, questa l'avevo scritta per il compleanno di Levi (25 dicembre), quindi...diamoci dentro con la positività! XD
Dibattei a lungo se usare la versione strumentale o la versione carillion della canzone che ha dato il titolo alla mia storia, ma alla fine optai per la seconda in quanto semplicemente mi spappola il cuore (sono una masochista lo so).
Va beh, devo dire che non volevo ripubblicarla oggi, ma è una chicca speciale per la festa delle donne e in quanto ho passato l'esame di teoria della patente! Vi consiglio di non uscire di casa da domani :')
Non so quando ci sarà la prossima one-shot, ancora è in cantiere, ma (forse) arriverà prima del previsto! Mando un abbraccione a tutti, specialmente a tutte le pulzelle che stanno leggendo! :D
Alla prossima!!
P.s. ci sarà una long sul bimbo? Forse...Nel caso...come diavolo lo potrei chiamare?
Scrivete nei commenti le vostre proposte! :D
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top