Capitolo 9 - Problemi di coppia
AVVERTENZE: PRESENZA DI LINGUAGGIO FORTE
La Gazzetta del Profeta
N° 101,877
20 Ottobre 2021
Manipolazioni e Tradimenti
Alcuni studenti di Hogwarts hanno di recente espresso la loro preoccupazione nei confronti di Astra Lestrange. Tra essi spicca un suo compagno Grifondoro, Marcus Dillam, che dichiara di esser stato fidanzato con la ragazza per qualche mese prima di scoprire che lei lo tradiva con nientemeno che il figlio del famoso Harry Potter, Albus Potter. Dice che Astra si è sempre comportata in modo possessivo e autoritario quando stavano insieme, forse mostrando un lato violento della 'Stella di Grifondoro' che non era emerso prima. Dice che è rimasto devastato quando ha scoperto la realtà sulla loro relazione, il che gli ha dato finalmente il coraggio di affrontarla e di chiuderla lì. Marcus Dillam è stato irremovibile nell'affermare che Astra Lestrange è un pericolo per sé stessa e per la società, senza il benché minimo rispetto per il benessere altrui. Dichiara che la migliore opzione per il mondo dei maghi nella sua interezza sia di metterla sotto protezione del Ministero. Dice, "Sono uscito da quella relazione, ed ora ne sono felice. Non voglio che nessun altro venga ferito da lei e da quel Potter. Per alcuni dei loro amici è troppo tardi, sfortunatamente, ma non per il resto di noi. Per favore, pensate agli studenti. Teneteci al sicuro."
Questa storia non fa altro che confermare ciò che è già stato detto a questo giornale da una prefetta di Corvonero, Eris Prince...
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Il resto della giornata fu una macchia indistinta. Non so di preciso quando corsi sulla torre di Astronomia, ma ad un certo punto lo feci. Mi sedetti con la schiena appoggiata ad uno dei pilastri e piansi.
Perché mi aveva fatto una cosa del genere? Quella domanda continuava ad attraversarmi la mente, e non sapevo come rispondervi. Non ero stata all'altezza? Forse non mi ero impegnata abbastanza a trovare del tempo da passare con lui. Da quanto durava? Di recente aveva menzionato progetti extra con Molly molto spesso. Supposi che fossero tutte scuse per andarsene a pomiciare nei vari nascondigli di Hogwarts.
Aveva detto che si era stancato di 'aspettare'. Non sapevo nemmeno cosa intendesse, di preciso. Aspettare di fare una pomiciata da record con lui? Per tutto questo tempo aveva voluto solo questo? Forse non gli ero mai piaciuta davvero. Chiaramente non ero più abbastanza per lui. Quello mi fece piangere più forte, il pensiero che potessi non essere abbastanza per quella canaglia traditrice di Marcus Dillam.
Poteva essere passata qualche ora o forse qualche minuto, ma sentii dei passi. Alzai lo sguardo. Albus era in piedi in cima alle scale, con l'espressione di chi non sa se restare o andarsene. Ora che l'avevo visto, sembrò prendere una decisione, e si avvicinò lentamente.
Non chiese nulla quando si sedette di fianco a me, e andava bene così, perché avrei sentito il bisogno di rispondere e non ero proprio in condizioni di farlo. No, si sedette e basta, senza far nulla a parte essere lì per me mentre mi prendevo la testa tra le mani e piangevo.
Non so per quanto tempo rimanemmo seduti lassù. Il sole stava calando quando alzai la testa, avendo finalmente esaurito le lacrime. Albus mi guardava, e sorrideva triste.
Non sapevo cosa fare. Dire qualcosa? Fare qualcosa? Non mi ero mai lasciata con nessuno prima di allora. Soprattutto non per un tradimento. Quella era una novità assoluta. Setacciai il mio cervello alla ricerca di una cosa divertente da dire, perché Albus era rimasto a guardarmi piangere per chissà quanto tempo e il minimo che potevo fare era farlo sorridere.
Invece, ciò che mi uscì fu, "Pensavo mi amasse."
Albus sospirò. "Mi dispiace così tanto, Astra. È stato terribile. Lui è terribile."
"N-Non sono stata abbastanza?" Mi chiesi ad alta voce, singhiozzando leggermente.
Albus si avvicinò, sgranando gli occhi. "No, no, certo che lo eri. Non pensarlo mai. Ogni ragazzo sarebbe fortunato a stare con te. Lui non era abbastanza per te, capito?"
Sorrisi leggermente, ma non era reale. Albus lo capì. Mi mise lentamente un braccio attorno alle spalle mentre ricominciavo a piangere. "È tutto a posto, Astra, andrà bene."
"I-io solo... Perché lo ha fatto? Perché?"
Percepii Albus scuotere la testa. "Non lo so. È un cretino che non ha capito quanto tu sia meravigliosa?"
Ridacchiai leggermente, appoggiando la testa sulla sua spalla. "Non dire assurdità, Al."
"Oh, non lo faccio."
Rimanemmo seduti in silenzio mentre mi asciugavo le lacrime rimanenti con la manica del maglione. Non fu affatto un silenzio imbarazzato. Era quel tipo di silenzio confortante che avviene solo tra gli amici più stretti. Sorrisi leggermente. "Sei il mio migliore amico, Albus, lo sai?"
Mi girai per sorridergli. Dopo mezzo secondo, lui ricambiò, ma nei suoi occhi c'era un'emozione che non riuscii a definire. Tristezza? La cosa non tornava. Stavo per chiedergli se ci fossero problemi quando rispose, "Ma certo. Anche tu sei la mia migliore amica."
Sorrisi per le sue parole, e appoggiai di nuovo la testa sulla sua spalla. Ero infinitamente più a mio agio con i miei amici di quanto fossi mai stata con Marcus, realizzai. Non era mai sembrato del tutto sincero. "Con gli altri Marcus è davvero l'enorme cretino che James lo ha sempre accusato di essere?"
"Sì... Ha davvero minacciato di maledire Elmer e Pip. L'ho visto."
"Ha mai detto a te di lasciarmi in pace?"
Albus esitò. "Um... Sì. Lo ha fatto. Gli ho detto che decidi tu chi sono i tuoi amici, non lui."
"Grazie. Per averlo detto. E per non averlo ascoltato." Sospirai. "Ho voglia di maledirlo."
"Già fatto," Albus disse, muovendosi leggermente. "Una delle nuove di Colette. Tutto ciò che mangerà nei prossimi giorni avrà il sapore di pesce marcio. Spero non ti dispiaccia."
Sorrisi. "Per niente. Grazie."
Albus non rispose, quindi alzai gli occhi e lo vidi concentrato sulle scale. Spostai lo sguardo lì e vidi Wren salire gli ultimi gradini. "Um... Hey. Posso...?"
Sorrisi ed annuii, e Wren ci raggiunse subito. "Ho convinto gli elfi domestici a darmi del gelato. Sembrava la cosa più appropriata." Fece vedere una scodella piena di quello che sembrava gelato alla vaniglia, con sciroppo al cioccolato.
"Grazie," dissi. Mi passò la scodella. Quando la presi, una nuova ondata di lacrime minacciò di uscire, ma stavolta non erano dovute alla tristezza. "Voi due siete le persone più meravigliose del mondo. Vi voglio tanto bene."
"Anche noi ti vogliamo bene," Wren disse, abbracciandomi.
Albus ci circondò entrambe con le braccia. "Ovviamente."
"Mi dispiace tantissimo che sia successo," Wren disse, sedendosi sui talloni. "L'hai pure scoperto nel modo peggiore possibile."
"Marcus è un cretino," Albus disse, annuendo.
Sorrisi. "Mi dispiace che il mio ragazzo fosse un tale idiota. La prossima volta che ne trovo uno così, ditemelo."
"Io lo avrei fatto," Albus disse. "Solo che... Io... Onestamente, avevo paura che pensassi che tu mi piacessi ancora se avessi detto qualcosa," ammise, evitando il mio sguardo.
Sbattei gli occhi. "Hai detto di esserci passato sopra. Perché non avrei dovuto crederti?"
Albus si strinse nelle spalle. "Non lo so. Ai tempi sembrava un valido problema." Il suo viso stava diventando rosso.
"Oh." Guardai Wren. "Um..." Cambiai subito argomento. "Wren, tu ti eri accorta del fatto che fosse un cretino? Non ero l'unica cieca, giusto?"
Wren si morse il labbro. "Beh, sì. Più o meno. Non ne sono sicura."
Mi accigliai. "Che significa?"
"Um... Non mi è mai piaciuto del tutto dopo i primi tempi..." Si strinse nelle spalle. "Non lo so. Non sono molto brava in certe cose."
Strinsi gli occhi. Non era molto brava in cosa, di preciso? Notare qualcuno che si comporta una schifezza ed etichettarlo come un cretino? Mi aggrappai a questo nuovo, confuso argomento con tutta la potenza che può possedere una mente in disperato bisogno di distrazioni. "Quali cose?"
Wren sbatté gli occhi. "Oh... Non saprei... Non so perché l'ho detto..." Abbassò lo sguardo, evitando i miei occhi.
"Wren, che succede?" Albus chiese, accigliandosi per la preoccupazione.
Lei strinse le labbra. "Io... Non lo so... È che... Fin da quando sono tornata, ho molte difficoltà a, beh... Semplicemente, capire se qualcuno è... Non so, se è una cattiva persona o meno. Come Marcus. Perché... Beh, rispetto alle cose che ho fatto io, Marcus sembrerebbe un santo..." Wren aveva una vocina sottile sottile quando finì di parlare, ed evitava di guardarci negli occhi.
Albus le mise una mano sul ginocchio." Non è colpa tua."
Wren scosse la testa. "Non c'è bisogno di parlarne. Scusami. Non volevo metterlo in mezzo."
"No, c'è bisogno," dissi, corrucciandomi. "Non... Non riesci a capire se una persona è cattiva vedendo come si comportano? Voglio dire, secondo te Eris Prince è una persona cattiva, giusto?"
Wren si strinse nelle spalle, con espressione ormai miserabile. "Potrebbe essere semplicemente male informata... Non lo so, Astra. Dici sempre che non posso giudicarmi in base a ciò che ho fatto. Come posso farlo ad altri?"
"Perché gli altri non sono costretti a fare quello che fanno!" Esclamai. Wren sussultò e si allontanò, ed io abbassai la voce. "Vedi qualcuno puntare una bacchetta alla tempia di Eris e costringerla a dire tutte quelle cose orribili su di me e su di te? Qualcuno minaccia forse Haverna di ucciderla se non ci tormenta in classe? O ancora, qualcuno ha costretto Nico a tentare di uccidermi l'anno scorso? È stata la madre di Marcus a costringerlo a tradirmi?"
"Basta! Non lo so, Astra!" Wren esclamò. Aveva la testa tra le mani, e tremava leggermente. "Non capisci. Io non lo so."
Guardai Albus, che aveva un'espressione inerme in volto. Ormai il silenzio si era fatto pesantissimo, e sentii la vergogna come un peso nello stomaco." Wren, mi dispiace," dissi piano, allungandomi per accarezzarle il braccio. Wren sussultò, ed io ritirai la mano.
Wren fece qualche respiro profondo, poi si sedette. "No, dispiace a me. Non volevo mettere questo discorso in mezzo. Noi stiamo cercando di consolare te, Astra. Lasciami perdere. Per favore." Mi guardò dritta negli occhi, e nei suoi vidi uno sguardo implorante che raramente vedevo in quel periodo. Di solito, appariva solo quando la conversazione deragliava pericolosamente vicino all'argomento dei Giorni Oscuri. Non volevo davvero lasciar perdere, ma lo feci. Parte del motivo per cui mi stavo accanendo così tanto era perché volevo una distrazione. Wren non era la mia distrazione. Più in là ne avrei parlato con lei, ma quando non mi sarei trovata io per prima in un pozzo di dolore.
Albus ridacchiò nervosamente. "Beh... Che idiota quel Marcus, eh? Che razza di cretino."
"Un cretino che mi piacerebbe molto maledire," dissi subito, rivolgendo un mezzo sorriso a Wren. "Come ho fatto a non accorgermi di quanto fosse orribile?"
"Con te non le faceva certe cose," Wren puntualizzò. "Era un piccolo gentiluomo. È anche per questo che è così orribile."
"James era l'unico che avesse mai provato a dirmi che tipo fosse realmente," dissi, scuotendo la testa. "Non ho mai voluto ascoltarlo." Guardai entrambi, mentre mi veniva un'idea. "Possiamo fare un patto? Promettete di farmelo rispettare?"
Wren ed Albus si scambiarono uno sguardo. "Um, dipende dal patto," Albus disse dopo un secondo.
Annuii. "Okay, allora. Non penso sarà un problema per nessuno di voi, dato che entrambi avete infinitamente più buon senso di me, ma se uno di noi tre dovesse mai uscire con un idiota totale, gli altri due dovranno convincerlo a lasciar perdere. Noi tre veniamo prima, vero? Nessuna relazione dovrebbe rovinarci questo."
Albus annuì. "Senz'altro. Mi dispiace di non averti aiutato questa volta."
"Anche a me," Wren disse, annuendo.
Sorrisi. "Almeno per stavolta è finita." Alzai la ciotola di gelato semi-sciolto. "Qualcuno ne vuole un po'?"
Ancora sentivo un leggero bisogno di piangere, ed ora ero seriamente preoccupata per Wren, ma i miei due migliori amici mi avevano aiutata a dimenticarmene. Ci inventammo parecchi metodi complicati per vendicarmi di Marcus che mai avrei effettivamente seguito, e il coprifuoco era passato da molto quando tornammo di nascosto in sala comune.
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"Ecco la puttanella."
"Ma che faccia tosta ha?"
"Io non ci credo. Se fosse stato qualunque altro ragazzo..."
"Io non ci avrei creduto se fosse stato qualunque altro ragazzo. Ha perfettamente senso."
"Ho sempre pensato che lui fosse migliore di così..."
Provai a contrastarli, ma i sussurri ci seguirono per tutta la mattinata successiva mentre camminavamo per i corridoi. A quanto sembrava, Marcus si era dato da fare la notte prima, mentre io stavo piangendo. Albus mi diede un colpetto nel fianco ed un sorriso incoraggiante. "Non diamogli nulla di cui parlare, giusto?"
Annuii, sorridendo leggermente e alzando la testa. Non avevo fatto nulla di male. Non mi interessava se la gente provava pietà di me o credeva a qualunque bugia Marcus avesse diffuso. Non avrei fatto vedere che Marcus mi avesse ferito. Forse non pensava che fossi alla sua altezza, ma forse Albus aveva ragione: ciò voleva solo dire che lui non era alla mia altezza.
Mentre scendevamo le scale di marmo, Vidi una certa folla accumulata in fondo ad esse, con Marcus al centro. Strinsi le labbra. Magnifico. Wren mi prese il braccio col suo. "Testa alta," sussurrò lei. Annuii leggermente, e mi concentrai sull'ignorare le persone che circondavano Marcus.
La sua voce mi arrivò all'orecchio. "Doveva studiare, diceva! Vi siete studiati per bene in quell'armadio, eh?"
La folla sghignazzò, ed io sbiancai. "Cosa sta dicendo su di me?"
"Ignoralo," Albus disse, con l'ansia nella voce.
Mi accigliai verso di lui, poi marciai giù per le scale. Mi feci strada attraverso il gruppetto in fondo fino a che non mi trovai faccia a faccia con Marcus. "Ebbene?"
Le sopracciglia di Marcus schizzarono in alto. "Wow, guardate chi ha il coraggio di mostrare la faccia! E c'è anche il suo piccolo spasimante." Scosse la testa mentre Wren ed Albus si facevano strada tra la folla dietro di me. "Davvero non hai alcuna vergogna, tu?"
"Di cosa stai parlando?" Chiesi lentamente, impegnandomi per tenere un tono di voce normale e non far trapelare la mia frustrazione.
Marcus mi guardò malissimo. "Sai benissimo di cosa parlo! Per tutto questo tempo, per chissà quanto, mi hai tradito con Potter!"
Albus mi prese il braccio per trattenermi, ma non stavo per prendere a pugni Marcus. Ero troppo sconvolta. "Cosa?" Sbattei gli occhi. "Sai bene che non è andata così!"
"Ah no? Allora spiegami come mai vi ho trovati a pomiciare in un armadio delle scope!"
"Stai zitto! Non tradiremi mai nessuno! C'eri tu in quell'accidenti di armadio delle scope, con Mollie Francis!" Ora Albus dovette trattenermi davvero, perché ero pronta a ridurre questo tizio in poltiglia. Ma che diamine pensava di fare?
Marcus tirò fuori un articolo di giornale dalla tasca. "Non è quello che dice il Profeta! 'lei lo tradiva con nientemeno che il figlio del famoso Harry Potter, Albus Potter.' Stai dicendo che il Profeta mente?"
"Considerato che è l'unica cosa che fanno!" Urlai. "E tu lo sai benissimo, Marcus Dillam!"
Marcus si girò verso la folla. "Sta mentendo. Non l'avrei mai tradita. La amavo. Ma avete visto tutti quanto tempo passa con Potter! Insomma, anche adesso! È una troia bugiarda!" Indicò la presa di Albus sul mio braccio, la quale era, ironicamente, l'unica cosa che al momento lo separava da un occhio nero. " E anche Potter!"
"Silenzio! Non parlare così dei miei amici!" Wren esclamò, estraendo la bacchetta.
Marcus la guardò male, ma fece un passo indietro. C'era un indizio di paura nel suo sguardo, il che per un attimo mi riempì di un senso di orgoglio per Wren. Marcus lo fece a pezzi in un attimo. "Userai la tua specialità? La maledizione Cruciatus? Sarebbe bellissimo vederti ad Azkaban."
A Wren, pallidissima, cadde la bacchetta, e Albus dovette trattenermi quando cercai di lanciarmi contro Marcus. "Sai, è molto interessante. Qui dice che sei 'possessiva ed autoritaria', Astra." Albus dovette lasciarmi il braccio mentre provavo a strappargli via il giornale, ma Marcus lo tenne fuori dalla mia portata, recitando a memoria. "Sei 'un pericolo per sé stessa e per la società, senza il benché minimo rispetto per il benessere altrui,' E dovresti essere 'messa sotto protezione del Ministero'. Devo dire che sono d'accordo, e tu? Sei-"
"Va bene, che sta succedendo?"
Gli studenti si dispersero mentre il professor Paciock raggiungeva il centro del cerchio. Incrociai le braccia, guardando male Marcus, e lui fece lo stesso a me. Il professor Paciock gli strappò l'articolo di mano, lesse qualche rigo, poi sbuffò e lo gettò a terra. "Questa è tutta spazzatura, signor Dillam. Le suggerisco di smettere di tormentare la signorina Lestrange."
"Non la stavo tormentando," brontolò lui. "Lei e il suo ragazzo e la piccola criminale hanno cercato di attaccarmi."
Il professor Paciock strinse gli occhi, poi afferrò il braccio di Marcus. "Mi sa che dobbiamo parlare un po' col Direttore della tua Casa."
"Cosa? No!" Marcus lo guardò male, ma non poté fare molto mentre il professor Paciock lo trascinava verso l'ufficio del signor Potter.
La folla si era dispersa al minimo accenno di un professore, quindi eravamo solo io, Albus, e Wren in tutta la Sala d'Ingresso al momento. Wren raccolse lentamente la sua bacchetta, ed Albus guardò male per parecchi secondi dopo che Marcus era sparito dalla visuale. "Riuscite a crederci?"
"Francamente, a me sembra proprio l'idiota di cui vi avevo avvertito." Mi girai e vidi James appoggiato alle porte della Sala Grande. "Ho sentito il chiasso e ho dato per scontato che foste voi," spiegò.
"Per favore non dire te l'avevo detto," dissi, chiudendo gli occhi. "Avrei dovuto ascoltarti."
"No, tutto a posto," James disse. "Insomma, tutti hanno una relazione schifosa quando sono ragazzi, giusto?"
"No," Albus e Wren dissero all'unisono.
James alzò gli occhi al cielo. "Al, tu sei uno scemotto con cui nessuno vuole stare. Sarai fortunato se ti capita già solo quella relazione schifosa. E Wren è semplicemente tropo pura per questo mondo."
Scossi la testa. "Come dici tu. Io voglio solo fare colazione e tornare a letto."
James mi lanciò un pacchetto. "Sapevo che lo avresti detto. Ci sono abbastanza Pasticche Vomitose da durarvi per tutto il giorno, se volete stare tranquilli. Però sarebbe una buona idea saltare la colazione, o farete un gran casino."
Anniui. "Grazie, James."
"A posto, sorella."
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Passammo la giornata fingendo di essere malati e ci rintanammo in sala comune. James passava durante gli spacchi tra le lezioni per farci sapere le ultime novità della storia di Marcus. A quanto pare, Albus ed io ci frequentavamo da prima ancora che lui mi chiedesse di andare al Ballo del Ceppo l'anno precedente, ed era abbastanza sicuro che fossi incinta. Quell'idea faceva ridere, e infatti ridemmo, mentre organizzavamo il suo omicidio.
Quando le lezioni della giornata finirono, Lacy mi trovò e mi giurò solennemente che da quel momento il suo unico scopo era distruggere le possibilità di Marucs di trovarsi un'altra ragazza in questa scuola. Elcie mi portò un cesto di regali da parte di Teddy e Toire che il suo gufo aveva consegnato (lei gli aveva scritto subito che avevo urgente bisogno di un incoraggiamento). Lily si intrufolò nella sala comune per darmi un abbraccio e si offrì di dare un pugno a Marcus per me. Elmer gli diede per davvero un pugno, quando provò a leggere l'articolo in sala comune. Dopo venne da me, sorridendo, e disse che non importava se lo avessi sposato o no, sarebbe stato felice finché non fossi tornata mai più da quel viscido schifoso.
Fu solo quella notte che ricordati che James aveva bisogno del mio aiuto per qualcosa. Lo individuai dall'altro lato della stanza, chino su un libro, il che era strano. Albus e Wren erano impegnati a fare i compiti che Colette gli aveva portato, quindi andai da lui.
"Hey, scusami, avevo dimenticato che ti serviva il mio aiuto per una cosa."
James sembrò stupefatto. "Oh, quello. Non è importante. Niente di che. Credo di aver risolto."
Mi accigliai. "Sicuro? Ieri sembrava importante." Mi sedetti di fronte a lui.
"No. Tutto a posto. Può attendere."
Sospirai. "È per questo? Non vuoi darmi fastidio mentre 'guarisco' da questa rottura? Fidati, mi piacerebbe non pensarci."
Dato che James sembrava ancora insicuro, sopirai e cambiai argomento. "Va bene. Che leggi?"
Lui arrossì. "Niente." Ci mise le braccia sopra, ma io riuscii a tirarglielo via.
"Come Trattare le Ragazze: Guida agli Appuntamenti per il Giovane Mago." Alzai un sopracciglio. "Vuoi chiedere a qualcuna di uscire?"
"Beh, sì. Non mi serve aiuto, va bene? Lo so che forse non è il miglior argomento di cui parlare per te, al momento. Posso aspettare."
Scossi la testa. "No. Ora. Sembra divertente. Chi?"
James sbatté gli occhi. "Wow, pensavo di essere stato super ovvio. È un sollievo."
"Probabilmente lo sei stato. Si sa che sono una frana con queste cose. Non capisco perché tu voglia il mio aiuto, tra tante persone."
"Oh." James si riprese il libro da me. "Beh..." Si preparò. "Mi piace Wren."
Le mie sopracciglia schizzarono in alto, ma non riuscii a non sorridere. "Sul serio? È fantastico!" Sgranai gli occhi. "Oh cielo, sei stato troppo ovvio, vero?"
James alzò la mano, sbirciando verso l'altro lato della stanza dove Albus, Wren, e Colette si stavano concentrando su Pozioni. "Abbassa la voce! Qualcuno potrebbe sentirti!"
"È così emozionante!" Sussurrai, sorridendo.
James sorrise, ma il suo volto era tinto di rosa. "Stavolta sembra più reale rispetto a quando mi piaceva Mackenzie. Non so di preciso cos'è. Wren è semplicemente..." James sbirciò di nuovo verso di loro, con uno sguardo sognante in volto. "Onestamente, è perfetta. È così gentile, e intelligente, e bellissima, e ogni volta che sono vicino a lei mi sento come se potessi fare di tutto per lei."
"È una cosa dolcissima, James." Provai una fitta di desiderio, per qualcuno che pensasse a me in quel modo (dato che a quanto sembrava Marcus non lo aveva mai fatto), ma la ignorai. "Vuoi chiederle di uscire ad Hogsmeade?" Chiesi.
"Vorrei. È che non so di preciso come fare..." Sospirò. "Questo libro non aiuta. Dice solo di 'avere fiducia in sé stessi' e di 'aspettarsi un successo'. È così vago! E dopo inizia a proporre cose esagerate come 'comprale dei fiori che formano il suo nome' o 'usa fuochi d'artificio per chiederle di uscire'. Non so cosa fare..."
Feci spallucce. "Dille semplicemente ciò che provi, James. Secondo me, è la strada migliore. Wren non sembra la tipa a cui piacerebbe qualcosa di esagerato, giusto?"
James si accigliò. "Ci ho provato. Un paio di volte ci sono quasi riucito. Ma mi blocco sempre un attimo prima, e non riesco a tirare fuori le parole."
"James Sirius Potter, mi stai dicendo che hai paura?"
"Cosa? No!" James ci pensò un attimo. "Beh, forse un pochino. Ma fa paura, okay? E se dicesse di no?"
"Allora dirà di no." Sbirciai verso di loro, e per caso beccai Wren a fissare verso di noi. Salutai con la mano, e lei subito girò lo sguardo, arrossendo. "Però non credo che lo farà."
"Sul serio?" James sorrise. "Allora le chiederò di uscire domani."
"No, qui ed ora. Domani perderai il coraggio."
James sgranò gli occhi allarmato. "No! C'è troppa gente intorno. No. Magari... Forse potreste far tardi a colazione, domani?"
Alzai un sopracciglio. "Se salto la colazione e poi non lo fai, mi arrabbierò sul serio. Già ho saltato la colazione una volta questa settimana."
James mi sorrise, con uno sguardo dolce ed emozionato negli occhi. "Lo farò. Lo farò davvero."
"È bellissimo, James," dissi, sorridendo mio malgrado. "Solo, non pensarci troppo. Puoi farcela."
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'Continuai a dormire' apposta durante tutte le mie sveglie e i tentativi di Wren di svegliarmi al mattino. Alla fine, Colette minacciò di gettarmi una secchiata d'acqua gelata, ed io mi misi seduta. "Che ore sono?" Chiesi, stiracchiandomi pigramente.
Il mio maglione volò per aria e mi colpì dritta in faccia. "Fuori dal letto," Colette disse. "Ti maledirò. Se riuscirai a fare colazione, tutto saprà di pesce marcio."
"Okay, okay, mi alzo," dissi, uscendo dal letto. "Per Merlino, Colette. Potevi anche scendere da sola."
Colette mi ignorò. Feci di corsa la mia routine mattutina. Colette mi spinse fuori dalla porta mentre mi facevo una treccia ai capelli. Wren prese la mia porsa dei libri, quindi non protestai.
La sala comune era praticamente vuota quando entrammo. Un paio di studenti più grandi ai quali importava più di dormire che di mangiare erano appisolatyi sul divano. James saltò in piedi appena apparimmo sulle scale. Gli rivolsi un sorriso incoraggiante, e presi la mia borsa da Wren, piazzandomi tra lei e Colette, in modo che fosse la più vicina a James.
"Hey, ragazze." James disse, con tono altamente agitato. Non lo avevo mai visto così nervoso. Wren pareva preoccupata.
"Ti senti bene?" Chiese mentre lui incespicava verso di noi.
"Una meraviglia," disse subito lui. "Io, um, avrei una cosa da chiederti."
Wren smise di camminare. "Oh, okay..." Ora sembrava ancora più confusa. Colette alzò gli occhi al cielo e corse via, borbottando che non avrebbe saltato la colazione per colpa di James Potter.
James si mise una mano dietro al collo. "Io, beh, mi chiedevo se tu-" La sua voce si incrinò, e si interruppe, mentre il volto gli diventava di uno scarlatto intenso. Fece un respiro profondo, poi disse, molto in fretta, "Mi chiedevo se tu volessi venire ad Hogsmeade con me."
Wren sbatté gli occhi. Sembrava troppo sorpresa per reagire. Ben presto il sorriso speranzoso di James scivolò via, mentre sembrava interpretare la cosa come un rifiuto, e subito borbottò, "Lascia stare, scusa, dimenticati che te l'ho detto," e corse fuori dalla sala comune.
"James, aspetta..." Wren mi guardò, corrucciando le sopracciglia. "Ho... Ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Sbattei gli occhi. "Um... Davvero non saprei..." Non era andata per niente come avevo previsto. A quanto sembrava, James si era preparato fin troppo a ricevere un rifiuto, al punto che era diventata l'unica cosa che si aspettava. "Wow."
"Non avrei detto di no," Wren sussurrò.
Sentii un sorriso tirarmi le labbra. "Sul serio?"
Wren sussultò leggermente, come se non si fosse accorta di averlo detto ad alta voce. "Insomma, no. Io... Immagino che James mi piaccia da un po'. Non lo so. C'era sempre qualcosa di più importante a cui pensare..." Wren si strinse nelle spalle. "E so che ti piaceva, quindi..."
Alzai le mani. "Whoa, whoa. Mi piaceva. Nel lontanissimo, imbarazzante passato dei miei dodici anni. Ai tempi ero stupida. Ricorda sempre, la stessa ragazzina che è corsa nella Foresta Proibita e si è quassi fatta catturare dai tuoi genitori è quella a cui piaceva James Potter. Non mi piace più. Non permettere assolutamente a questo di fermarti, okay? Ora è praticamente mio fratello."
"Oh," Wren disse. Mi aspettai che sorridesse e suggerisse di trovare James per parlargli, ma non lo fece. Invece, camminò lentamente verso uno dei divani e si sedette. "Buono a sapersi."
"Non ti comporti come se lo fosse," dissi, accigliandomi mentre mi sedevo di fianco a lei. "Cosa c'è?"
Wren suggerì. "Io... Io non lo so." Alzò lo sguardo verso di me. "Me lo... Me lo merito io? Qualcosa di bello?"
"Ma certo," la rassicurai. "Non essere assurda. Tu, tra tutti, ti meriti qualcosa di bello."
"Può trovare qualcuna di gran lunga meglio di me," disse a bassa voce.
"Non è vero," dissi, circondandola con le braccia. "Sei una delle persone più gentili che conosca. A lui serve qualcuno come te, per compensare la sua... Beh, la sua Jamesosità. Potrebbe cercare per tutto il pianeta, e non troverebbe qualcuna migliore di te."
Wren scosse la testa. "Tu non capisci."
"Non capisco mai io, eh?" Dissi, sospirando. "Sul serio, Wren. Non sei una persona cattiva, e non ti meriti solo cose brutte. Meriti la felicità più di ogni altra cosa."
Wren si appoggiò alla mia spalla, ma non l'avevo convinta, e lo sapevo. "Senti, anche se James potrebbe trovare qualcosa di meglio della perfezione, non lo farebbe. È questa la chiave. A lui non interessa se sei perfetta o no. Tu sei tu. Tu sei la persona con cui vuole stare insieme. Nessun' altra. Per lui nessuno è più perfetto di te. Okay? Dovresti sentire il modo in cui parla di te."
"Davvero?"
Annuii. "Davvero. È stracotto."
Wren si raddrizzò e si girò per sorridermi. "Grazie."
"Vai a parlargli," disse sorridendo. "Dopo un bel primo appuntamento, potrai ringraziarmi."
Mi intrufolai nel dormitorio maschile del sesto anno e rubai la Mappa del malandrino dal baule di James. Era in biblioteca, a quanto pareva, evitando così la folla della colazione e la sua apparente umiliazione. Wren ed io andammo verso la biblioteca senza parlare. In lei c'era un emozione che raramente avevo visto. Mi fece sorridere, e quasi cancellò il mio dolore per Marcus.
James era seduto ad uno dei lunghi tavoli vicino all'ingresso della biblioteca, ma quando ci vide, si alzò e andò verso uno degli scaffali vicini. Spinsi Wren verso di lui, tirandomi indietro alla distanza giusta per sentirli senza dare fastidio.
"Le teorie della creazione d'incantesimi moderna?" Wren chiese, avvicinandosi a lui.
James arrossì. "Um, un tema per Incantesimi," balbettò, sbirciando verso il cartello appeso allo scaffale che stava controllando.
"Okay." Wren si avvicinò leggermente. "Riguardo a prima-"
James scosse la testa, girandosi verso di lei. "Senti, mi dispiace tantissimo per quello, puoi semplicemente dimenticarti che sia successo. Non so a cosa stavo pensando, o forse non pensavo proprio, e possiamo semplicemente dimenticarci tutta la storia e anda-"
"James, fermati," Wren disse. Lui si zittì, fissando il pavimento. Wren sorrise leggermente, alzando lo sguardo verso il suo viso. "Io... Non ho mai detto no, dico bene?"
James alzò lo sguardo di scatto, con occhi sgranati. Lentamente, la luce gli tornò negli occhi, ed un sorriso si diffuse sul suo viso. "No, immagino di no." Sorrise. "Quindi... Questo significa che stai dicendo sì?"
Wren annuì, e James subito l'abbracciò strettissimo. Altrettanto velocemente, si allontanò, scusandosi. "Scusami, mi sono lasciato trasportare." Era di nuovo rosso in viso.
"Va tutto bene," Wren disse, rivolgendogli un piccolo, dolce sorriso. James la abbracciò di nuovo, meno stretto, e lei ricambiò. A quel punto io me ne andai discretamente. Volevo lasciargli un po' di privacy. Se mi fossi sbrigata, avrei fatto in tempo a fare colazione.
Spigolo autore
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Alla prossima!
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