Capitolo 5 - Gli Angeli o i Demoni

AVVERTENZE: PRESENZA DI LINGUAGGIO FORTE


La Gazzetta del Profeta

N° 101,828

1 Settembre 2021

Nessun Danno Quest'Anno

L'estate è stata costellata di atti isolati di terrorismo dai Predatel, ma il Ministero ha motivo di sperare che ci aspetti un anno più stabile. Con i figli in partenza per Hogwarts oggi, molti genitori temono per la loro incolumità. Tuttavia, un impiegato del Ministero ci tiene ad assicurare ai genitori che Hogwarts rimane il posto più sicuro al mondo. Molte squadre di auror rimangono a sorvegliare il castello, e la Ministra giura che niente e nessuno minaccerà di nuovo la scuola, finché il Ministero rimarrà saldo...

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"Avrei davvero gradito se tu avessi aspettato almeno qualche giorno prima di aggredire Eris," il signor Potter mi disse mentre camminavamo per il lungo corridoio verso l'ufficio dei presidi. "Almeno avrei avuto tempo di inquadrarli."

"Beh, non mi piace essere chiamata puttanella."

Il signor Potter sospirò. "Lo so. Ma non puoi semplicemente aggredire chiunque dica cose simili."

"Mi dispiace..."

Il signor Potter si fermò per un attimo, facendo fermare anche me. Stava rivolgendo uno sguardo accigliato al muro dietro di me, all'apparenza per radunare le idee. Invece di interromperlo, mi limitai a guardarlo interrogativa.

"Astra," disse alla fine, "quest'anno sarà duro. E dovrai lasciarti scivolare addosso parecchie cose. Lo so che è difficile, credimi, ma devi imparare ad avere a che fare con persone come Eris Prince."

Mi accigliai, leggermente irritata. Chi diceva che non sapessi gestire Eris Prince? "Cosa intende?"

"Non so ancora cosa pensano di te Welling e Kimmel, Astra. Tuttavia, lavorano per il Ministero. Non puoi azzuffarti con nessuno quest'anno. Sono sicuro che Hestia aspetti solo l'occasione giusta per farti espellere, e se c'è lei dietro quei due, stai sicura che avverrà."

"Oh." Non ci avevo pensato, ma ovviamente aveva senso.

Il signor Potter mi rivolse quel sorriso che agli adulti viene benissimo, quello che dovrebbe rallegrarti e farti capire che va tutto bene. Ovviamente, ormai ci cascavo raramente. Non ero una bambina. "Hey, sono sicuro che andrà tutto bene," disse lui. "Io non so che tipi sono loro, quindi forse loro non sanno che tipo sei tu. Prova solo a fare una buona prima impressione, va bene?"

"Va bene."

Il signor Potter ricominciò a camminare, e dopo un attimo lo feci anche io. Una buona prima impressione. In qualche modo, avevo la sensazione che non sarebbe successo. Non ero brava a dare buone prime impressioni. Forse le persone erano predisposte ad odiarmi. O forse io non ero un tipo molto piacevole. Qualunque fosse il caso, ebbi la sensazione che sarebbe stato difficile. Stavo andando da loro perché avevo aggredito una ragazza. A prescindere da quanto se lo meritasse, ero comunque nei guai.

Il signor Potter si fermò all'entrata dell'ufficio dei presidi e borbottò la parola d'ordine. La scala a chiocciola iniziò a salire, ed entrambi ci salimmo.

"Saranno ancora di sotto," disse il signor Potter mentre la scala ci portava su. "Puoi aspettare qui, ed io gli dirò di venire."

"Lei non rimane?"

Il signor Potter sospirò e mi diede una pacca sulla spalla. "Hanno dichiarato esplicitamente che, almeno per ora, vogliono incontrare gli studenti in privato. Kimmel ha detto che vogliono conoscere i ragazzi  prima di sentire le opinioni dei professori su di loro. Comunque, questa settimana dovrò incontrarli, ma mi piacerebbe essere più preparato."

Sentii un brivido lungo la schiena. Avrei dovuto incontrarli da sola? Per quanto ne sapevo, Welling poteva avere altre cose in comune con Gazza oltre a quell'espressione al banchetto. Sotto Pouri, il mio peggior litigio con Ciara mi era valso una punizione ed il divieto di andare ad Hogsmeade finché non fossimo andate d'accordo. Chi sapeva cosa dovevo aspettarmi da quei due?

"Sono sicuro che andrà bene, Astra." Il signor Potter arrangiò un sorriso incoraggiante. "Sei una ragazza sveglia. Saprai tenere a freno la lingua." Non ne ero poi tanto sicura.

Dopo essermi sistemata su una sedia in un lato dell'ufficio, il signor Potter si congedò. Mi guardai attorno in quell'ufficio semi-illuminato. Non era cambiato molto dall'ultima volta che ero stata lì, prima della terza prova. Non molto, cioè, a parte l'atmosfera, la sensazione che mi trasmetteva. Dove prima mi sentivo al sicuro, qui dentro, protetta dal mondo e dai suoi abitanti, ora mi sentivo a disagio e un po' spaventata. Non solo, in qualche modo sembrava più freddo. Forse erano i ricordi che avevo di questo posto che avevano perso il loro calore quando ci ripensavo, con quella terribile prova in mezzo.

Mi alzai lentamente dalla sedia, non osando fare alcun rumore. C'era qualche candela accesa nei portacandele alla parete, ma a parte quelle, tutta la luce veniva dalle stelle e dalla luna, che filtrava dalle finestre sopra la mia testa e dietro la scrivania. Feci qualche passo avanti. C'erano due sedie dietro ad una scrivania da preside più grande, ora, ma quello era l'unico vero cambiamento che riuscivo a vedere nella stanza. La maggior parte dei ritratti dei precedenti presidi sembravano dormire, ma non mi fidavo, dunque non toccai nulla. Camminai lentamente per lo studio, cercando di abituarmi a questa nuova realtà. Questo non era più l'ufficio di Pouri. Era l'ufficio dei presidi Kimmel e Welling. Francamente, era surreale.

"Oh, che sorpresa," qualcuno disse appena alla mia destra.

Non un semplice qualcuno, però. Una voce molto familiare, che un anno prima mi sarei tranquillamente aspettata di sentire in questa stanza. Saltai in aria e cacciai un urletto, girandomi di scatto. "Chi va là?"

Stavo fissando un dipinto. Ovviamente. Mi rilassai all'istante, e mi avvicinai al dipinto del professor Pouri, seduto comodamente sulla sua sedia. Mi sorrise cordiale. "Astra, non mi sarei mai aspettato di vederti qui così presto quest'anno."

"Avrebbe dovuto," dissi a bassa voce, poi sbattei gli occhi. All'improvviso, stavo trattenendo le lacrime. "Mi... Mi dispiace tanto..."

Pouri parse confuso per un attimo, nonché un po' preoccupato dal fatto che stessi per piangere. Tuttavia, ben presto uno sguardo di comprensione gli balenò sul volto. "Per la mia morte? Non ce n'è bisogno, Astra. Mi è stato detto che sono morto tentando di proteggerti. Nulla potrebbe rendermi più felice."

Mi morsi il labbro, asciugandomi le lacrime che ormai stavano per uscire. "No, non capisce... L'ho disarmata, per errore. Non ha potuto bloccare il suo incantesimo..."

Pouri scosse la testa. "Nessuno può bloccare l'Anatema che Uccide. La mia morte ti ha dato modo di scappare. Sono in un posto migliore."

Lo fissai. Non era vero. Non la roba sul posto migliore, ovviamente, perché ero sicura che Pouri fosse in un posto migliore dell'inferno che la Terra stava diventando. No, non era a quello che pensavo. Io avevo bloccato un Anatema che Uccide. Più di uno. Le persone potevano riuscire a bloccarlo. Dovevano per forza. Io lo avevo fatto. Giusto...?

Prima che potessi chiedere, la porta si aprì cigolando e quel silenzio surreale si riempì di luce e parole, scacciando via i fantasmi dei miei ricordi. Mi asciugai in fretta le lacrime e mi girai, sentendomi in parte come se fossi stata beccata a fare qualcosa che non avrei dovuto fare. Sforzandomi di mostrare un'espressione neutrale, studiai i presidi, mentre loro studiavano me.

Ferdinand Welling era alto, superava la collega con tutta la testa. I suoi vestiti erano consunti e fuori moda, ma sembrava che un tempo fossero stati di alta qualità. Mi squadrò con freddo distaccamento, e senza accorgermene mi ritrovai ad imitare quell'espressione.

Henrietta Kimmel, come vedevo ora, era leggermente più alta di me. Sembrava più anziana del signor Potter, ma non capivo di quanto. Da così vicino, potei notare appena un paio di ciocche grigie nei suoi capelli biondi. Quando mi notò guardarla, fece un leggero sorriso. "Salve, Astra. Eravamo ansiosi di conoscerti."

"Stavo solo guardando i quadri," mi ritrovai a cacciar fuori, allontanandomi da quello di Pouri e avvicinandomi alla scrivania.

"Va tutto bene," Kimmel disse, annuendo. "Comprendo l'attrattiva. Il mio preside di quando venivo a scuola è proprio lì." Indicò Albus Silente, che mi rivolse un cenno del capo. "È piacevole poter parlare con chi non c'è più, vero?"

"Sì," dissi, leggermente in guardia. Ancosa non sapevo cosa aspettarmi da queste persone. "Lo è."

"Ebbene," Welling disse scontroso, "c'è un motivo se ti trovi qui."

Annuii, arrossendo. "Um, avete parlato col signor Potter?"

"Sì, abbiamo parlato con lui," Kimmel disse, andando verso la scrivania e sedendosi. Welling la seguì, senza mai togliermi gli occhi di dosso, mentre lei diceva, "Ci ha dato un resoconto generale dell'accaduto. Vorresti raccontarci la tua versione?"

Mi aspettai che Eris avesse sminuito ciò che aveva detto, quindi scelsi di dire la verità. E poi, l'unica cosa che io avevo fatto era aggredirla, una cosa che chiunque avrebbe testimoniato se io avessi scelto di mentire. L'avevo aggredita perché mi aveva dato della puttanella. Riferita alle attenzioni, ma comunque. Per tutto il tempo in cui narrai la storia, mi presi a parolacce da sola nella mia mente. Ottima prima impressione, Astra: prima studentessa nell'ufficio dei presidi di quest'anno. E durante la sera del Banchetto di Benvenuto, addirittura.

Una volta finito, Welling si accigliò. "Ciò merita una punizione, se non qualcosa di più severo."

Kimmel scosse la testa. "Ferdinand, non tutto è così in bianco e nero. Astra, capisco come mai ti sia sentita in dovere di agire. Aggredirla è stato un po' estremo, ma Eris Prince finora non sembra un buon punto di riferimento, soprattutto considerando che è una prefetta..."

Sbattei gli occhi, sorpresa. "Come?"

"Ho detto che ti capisco, mia cara," Kimmel alzò di pochissimo il sopracciglio. "A volte, ci sono casi in cui c'è bisogno di difendersi."

"Ovviamente, non dovresti mai aggredire un altro studente," Welling disse con la sua voce profonda.

"Beh, ovviamente," Kimmel concordò. "Ma credo che sia stata Eris Prince a scatenare tutto. Dovremmo fare una chiacchierata con lei."

Alternavo lo sguardo tra quei due, sbalordita. Non era per niente la reazione che mi ero aspettata.

"Credo che dovremmo togliere cinque punti a Grifondoro," Kimmel disse con una nota amara nella voce. "Ma credo possa bastare-"

"Punizione," Welling disse rapido. "Avrà anche una punizione."

Kimmel sospirò. "Sì, va bene." Lei mi guardò. "Che ne pensi, Astra?"

"Solo... Solo punizione? Una punizione?" Li fissai.

Kimmel si accigliò, con una puntina di confusione nello sguardo. "Beh, se ne preferisci di più-"

"No," dissi subito. "Va benissimo, decisamente. Solo... Non lo so..."

Welling mi squadrò con un cipiglio gelido. "Se sentirò che è successo di nuovo, prenderemo misure più severe."

"Non succederà di nuovo," promisi. "È stata una giornata lunga."

"Non è un-"

"Una scusa, lo so." Mi strinsi nelle spalle, facendo del mio meglio per sembrare pentita, anche se non lo ero davvero. "Mi dispiace."

Welling parse soddisfatto, appoggiandosi indietro sullo schienale annuendo leggermente. Mi aspettai che non andasse oltre. Rivolsi di nuovo lo sguardo verso Kimmel.

"Dimmi, Astra, tu ed Eris avete dei precedenti? O questo è stato solo un incidente isolato?"

Ero davvero tentata di dire che non avevo mai parlato con quella ragazza in vita mia, ma sapevo che Eris mi avrebbe contraddetta. Abbassai lo sguardo, strascicando la scarpa sul pavimento. "Sì, si può dire che ci siano dei precedenti."

"Hmm." Kimmel non disse nulla per un momento. Alzai lo sguardo e vidi che stava scrivendo qualcosa in un grosso libro vuoto che stava aperto sulla scrivania. "Potresti dirci qualcosa in più al riguardo?"

"Um," dissi, guardando la sua mano scrivere sul libro. "Non ho mai saputo chi fosse fino all'anno scorso, dopo essere entrata nel torneo Tremaghi..." Kimmel sembrava annotare tutto ciò che stava dicendo, il che fu alquanto sconcertante. "Praticamente diceva che provavo ad attirare l'attenzione di tutti. Dopo quello non avrei più pensato a lei, ma ha iniziato a prendere di mira la mia amica."

"Quale amica?"

"Wren. Wren Predatel." Mi accigliai. "La maggior parte delle volte, non mi interessa cosa dice la gente di me, ma se qualcuno prova a farle del male io reagisco." Alzai un sopracciglio verso di loro, chiedendomi se si sarebbero arrabbiati per quel palese disprezzo delle regole della scuola.

Kimmel aveva smesso di scrivere e ora mi fissava con sguardo indagatore. "La tua lealtà verso di lei è davvero ammirevole. Soprattutto dopo tutto ciò che è stata costretta a fare."

Sbattei gli occhi. Kimmel sapeva che era stata costretta a farlo?

"Ci sono altri studenti che hanno dei precedenti con te?" Kimmel chiese, non registrando la mia sorpresa.

"Beh, Ciara Malfoy. Ma ultimamente non è così male. Insomma, è mia cugina. Adesso mi dispiace litigare con lei." Kimmel annuì, scrivendo di nuovo. "E Nico Jasper. Lui... Lui ha provato ad uccidermi l'anno scorso..."

"Cosa?" Welling parlò per la prima volta da un po' di tempo, addirittura alzandosi dalla sedia. "Ha provato ad ucciderti? Ed è ancora a scuola?"

"Non hanno potuto provare nulla. Diceva di non conoscere gli effetti dell'incantesimo." Mi incupii. "Ha mentito, ma nessuno può dimostrare il contrario."

Kimmel e Welling si scambiarono uno sguardo allarmato. "Lo terremo d'occhio," Kimmel disse lentamente.

Annuii. "Ha passato gli ultimi mesi dell'anno scorso a comportarsi in modo inquietante, ma non ha fatto nulla di che. Ciara ha smesso di parlargli."

Kimmel e Welling si scambiarono uno sguardo. "Dopo discuteremo di lui," Welling disse alla fine.

"Sì," Kimmel concordò. "Per il momento, c'è altro che dovremmo sapere di te, Astra?"

Mi strinsi nelle spalle. "Insomma... Non saprei..."

"Molto bene," Kimmel disse, sorridendo. "Puoi andare allora. Grazie per aver parlato con noi."

Non sapevo come rispondere, quindi annuii sorridente e me ne andai. Una volta raggiunto il corridoio, continuai a guardarmi dietro le spalle, aspettandomi di trovare lì almeno uno di loro per richiamarmi. Una sola punizione! Ero completamente sconvolta. Quell'allegra chiacchierata col signor Potter mi aveva preparata ad una sospensione o peggio, non a questo.

Ero così immersa nei miei pensieri che, mentre salivo la scala per il settimo piano, quasi inciampai su due studenti più piccoli seduti sull'ultimo gradino.  Elmer e Pip balzarono in piedi. Elmer sembrava preoccupato davvero. "Sono stati terribili? Come stai?"

"Abbiamo visto cos'è successo," Pip spiegò. "E James ha detto che dovevi andare da Welling e Kimmel."

Feci spallucce. "In realtà non sono così male. Ho avuto una sola punizione." Iniziai a salire le scale, con Elmer e Pip ai miei fianchi.

"Una sola punizione?" Pip sgranò gli occhi. "Wow..."

"Tanto perché tu lo sappia, ti crediamo entrambi," Elmer disse dopo un attimo. "Riguardo tutta quella storia della Gringott. Lily ci ha detto cosa sta facendo il Ministero." Si passò distrattamente una mano tra i capelli rossi. Una volta tanto, mi sembrò di avere davanti il vero Elmer Poe, non quello spettacolino arrogante che gli piaceva mettere su quando c'ero io.

"Sì," Pip gli diede supporto. "Ecco perché eravamo preoccupati, visto che quei presidi sono stati nominati dal Ministero. Lily ha detto che potrebbero essere spie del Ministero."

Sorrisi. "Grazie, a tutti e due. Lo apprezzo. Ma dubito che Kimmel e Welling siano spie del Ministero."

"Oh, già, insomma, siamo d'accordo," Elmer disse subito, in modo molto poco convincente.

"Hai detto che pensavi fosse vero," Pip disse, corrucciandosi.

"Cosa?" Elmer rise nervosamente. "Non è vero. Stavo scherzando. Non l'ho detto. Ed era solo una battuta!"

"Oh." Pip sembrava ancora molto confuso, ed Elmer mi stava rivolgendo un sorriso inquietantemente largo. Alzai gli occhi al cielo.

"Comunque," Elmer disse dopo un minuto con la 'soavità' che gli tornava nella voce, "Dal momento che tu e Marcus sembrate passare un momento difficile..."

"Elmer, non uscirò mai con te."

Elmer sospirò. "Mai è tanto tempo."

Avevamo raggiunto il buco del ritratto, ed io mi fermai, sospirando. "Perché non ti cerchi una ragazza della tua età?" Chiesi. "Non sei male, quando non provi a far colpo sulle ragazze."

"Te l'ho sempre detto che non ti riesce bene," Pip disse saggiamente.

Elmer sembrava ferito, ma ero abbastanza sicura che fosse più per quello che avevo detto io che per ciò che aveva detto Pip. "Stai dicendo che non devo esserti fedele?"

"No, ti sto dicendo di trovare qualcuna a cui essere fedele. Io non sono quella persona." Gli diedi una pacca sulla spalla. "Sarò onesta, Elmer. Non sei più tanto fastidioso. Ma non sei il mio tipo, okay?"

Non capii se le mie parole gli fossero  effettivamente arrivate. Lui sembrava ascoltare, e manteneva il contatto visivo. Tuttavia, Elmer aveva la sorprendente capacità di interpretare dei più che ovvi rifiuti come dei "forse". In ogni caso, Pip si mise all'improvviso in mezzo a noi. "Hey, vuoi conoscere la parola d'ordine?"

"Mi piacerebbe tanto," dissi stanca. Pip me la disse, poi me la disse di nuovo in caso me la dimenticassi, poi la disse alla signora Grassa, che si era già aperta la prima volta che l'aveva detta. Coi suoi insulti alla nostra intelligenza che ci rimbombavano nelle orecchie, ci arrampicammo nel buco del ritratto verso la sala comune.

La maggior parte dei ragazzini più piccoli era già andata a letto. Individuai Marcus vicino al fuoco, circondato da Mollie Francis, Colin Canon, Lillie Collins, e i suoi altri amici. C'era un posto vuoto sul divano vicino a lui, e lo vidi salutarmi, ma lo ignorai. Andai dall'altro lato della sala, dove Albus, Wren, James, e Colette si erano piazzati in un tavolino sotto la finestra.

"Astra! Che ti dice il cervello?" Albus chiese prima ancora che potessi sedermi.

"Niente," Colette disse, alzando gli occhi al suo libro. "Al Profeta hanno ragione sulla sua impulsività."

"Chiudi il becco," dissi, guardandola male e sprofondando sul posto vicino ad Albus. "Stavo pensando, se permetti. Stavo pensando che non mi piace essere chiamata puttanella."

"In ogni caso, non avresti dovuto aggredire una prefetta," James disse.

"Come se tu non lo avresti fatto."

James alzò gli occhi al cielo. "Non una prefetta." Lo fissammo tutti, e il suo volto divenne leggermente rosa. "Va bene, forse lo avrei fatto, ma rimane una pessima idea."

"Come sono stati i presidi?" Wren chiese subito. Pareva spaventata.

"Buoni, in realtà. Ho avuto una sola punizione." Le accarezzai il braccio. "Kimmel ha anche detto che pensa che parte della colpa sia di Eris."

"Sei seria?" James rimase a bocca aperta. "Sono davvero persone decenti?"

"Molto strano, visto che li ha nominati Hestia Carrow," Colette disse, addirittura chiudendo il suo libro. "Sicura che non stessero semplicemente fingendo?"

"Potrebbe essere. Non lo so." Mi accigliai, un po' innervosita dal fatto che l'idea non fosse venuta a me per prima. "Um, non saprei come capirlo."

"Allora sono bravi attori," James disse, sospirando. 

"Tutti voi vi siete fatti fregare da una brava attrice in passato, ed ora lo farete di nuovo," Colette disse, alzando un sopracciglio. La guardai male. Wren si era irrigidita. Il suo viso aveva perso colore, e all'improvviso pareva interessatissima ad un graffio sul tavolo.

Nessun parlò per un minuto, ma Colette alzò gli occhi al cielo verso di me e James le alzò i pugni contro (fuori dal campo visivo di Wren, ovviamente). Alla fine, Wren disse, "Io potrei capire se mentono."

"Davvero?" James chiese con voce incrinata. Si schiarì la gola ed arrossì.

Wren annuì. Ancora non aveva alzato lo sguardo. "Uno dei benefici di essere brava a mentire. Capisco quando qualcuno mente a me."

Guardai Albus. Lui incrociò il mio sguardo, e vidi la mia preoccupazione riflessa sul suo viso. "Um, Wren, esattamente come hai intenzione di fare, allora?" Chiese lui.

Wren finalmente alzò lo sguardo. "Non lo so."

"Io posso mettermi nei guai senza problemi," James disse. "Dovrò solo assicurarmi di coinvolgere anche te, in qualche modo. Forse picchiare qualcuno per aver detto cattive cose su di te."

Wren sgranò gli occhi. "Non puoi mica prendere a pugni la gente!"

"Insomma, non è mica difficile," James disse, facendo spallucce.

"Non credo che la violenza sia la soluzione migliore," Albus disse, accigliandosi.

"Ne hai altre, allora?" Chiesi. "I Direttori delle Case si occupano di quasi tutto il resto."

"Onestamente, basterà entrare nell'aula di Haverna," Colette disse, prendendo di nuovo il suo libro. "Approfitterà di ogni scusa per mandarci tutti e quattro nell'ufficio dei presidi."

James si accigliò. "Ma poi non ci sarei io."

"Il mondo è ingiusto," Albus disse, sorridendo. "Quindi, qual è il piano? Fare casino nell'aula di Haverna?"

"Devi essere tu a scatenarlo, Albus," disse, "Altrimenti c'è il rischio che ci mandi dal signor Potter."

"Perché?"

"Non ti manderebbe mai da tuo padre, ti pare?"

"Oh. Vero."

"Dovrà essere una cosa grossa," dissi, emozionandomi un po'. "Una volta raggiunto il punto in cui pensiamo di doverci fermare, dobbiamo fare ancora di più."

"Ma niente di eccessivo," Colette disse, sospirando. "Almeno non tu, Astra. Sei già finita nei guai una volta, e queste persone sono state comunque nominate dal Ministero, a prescindere da ciò che fingono."

"Okay, quindi il grosso lo farete tu ed Albus." Feci spallucce.

"Dobbiamo trovare una spiegazione," Albus disse, accigliandosi. "Non so cosa potrebbe fare mamma se mi facessi sospendere nella prima settimana di scuola."

"Dì solo che vuoi che Haverna se ne vada a quel paese," James brontolò, ancora amareggiato per non essere stato incluso. Stranamente, ignorammo quel magnifico suggerimento.

"Di sicuro si metterà a parlare di Astra, giusto?" Wren disse. "Ci basterà difenderla. E' nostra amica. Lo capiranno."

Sembrava essere il piano migliore. Si stava facendo tardi, quindi una volta concordato su quello (e dopo aver pacificato James, assicurandogli che gli avremmo raccontato ogni dettaglio), tornammo ai nostri rispettivi dormitori. Dopo dei rapidi e alquanto stanchi abbracci da parte di Lacy ed Iris, ci infilammo sotto le coperte. Non mi ero resa conto di quanto fossi stanca, anche se era stata una lunga giornata. Per la prima volta in assoluto, sperai di avere Incantesimi il giorno dopo.




Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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