Capitolo 34 - Insurrezione

La Gazzetta del Profeta

N° 102.206

3 Giugno 2022

Scandalo al Ministero: Hercule Michelson Collaboratore del MACUSA!

Il capo dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, Hercule Michelson, è stato smascherato ieri dall'ambasciatrice Patagonia Monez come collaboratore del MACUSA. Sin dalle dichiarazioni di Gennaio che il MACUSA sarebbe stato conquistato da Caymus Stillens, i governi di tutto il mondo hanno tagliato i rapporti con gli americani fino a quando le investigazioni non giungeranno al termine. Monez ha scoperto parecchi aspetti disturbanti che dimostrano che qualcosa è successo, anche se l'estensione di questa conquista deve ancora essere stabilita.

Ieri, Monez ha presentato fotografie e filmati di Michelson che si incontrava tramite Metropolvere con ufficiali di spicco del MACUSA (che lei ritiene sotto il controllo di Caymus Stillens) per discutere di informazioni top secret. È stato emesso un mandato di arresto per Michelson, ma egli è sparito dal suo appartamento di Londra...

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Stellina,

Sono felicissimo per te che tutto sia finito così. Suppongo che ormai tu abbia verificato la storia di Wren Predatel con Harry Potter, una cosa che devi assolutamente fare, se non l'hai già fatta. I ricordi posso essere alterati, ovviamente, ma dubito che abbia avuto il tempo o le capacità per farlo. È una fortuna che sia andata in questo modo.

Sono certo che Harry Potter ti dirà la stessa cosa, ma ora devi stare molto attenta con la tua amica. È in una posizione molto fragile. In questo mi somigli molto: non ti piace restare ferma e buona quando potresti agire. Tuttavia, in questo caso, agire è l'ultimissima cosa che devi fare. Per quanto possa essere difficile trattenere la tua protettività, devi farlo. La tua amica è ovviamente molto forte, da quello che mi racconti tu e da quello che leggo sui giornali. Sai che può cavarsela da sola, no?

Cambiando totalmente argomento, so che i G.U.F.O. stanno per iniziare. Sono stati mesi molto strani e stressanti per te, lo so, ma sono certo che andrai bene. Studia bene, e buona fortuna, se ne è rimasta un po' alla nostra famiglia.

Ti voglio bene, Stellina. Queste lettere mi danno una speranza che non avevo da anni. Sono grato per esse. Fanno sembrare i Dissennatori più lontani.

Con tanto affetto, Orion

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Sentire tutti i timori degli ultimi mesi sparire all'improvviso fu una bellissima sensazione. La minaccia dei G.U.F.O. a confronto sembrava come se Natale fosse venuto in anticipo (e sì, la mia nonchalance stressava immensamente Wren).

Il signor Potter tornò ad Hogwarts il giorno dopo. Prima che qualcuno di noi (tranne Wren, presumo) potesse accorgersi che fosse tornato, ci chiamò nel suo ufficio per spiegare esattamente cos'era successo, e per spiegarci la situazione molto meglio di come aveva fatto Wren. Continuava a ribadire che la segretezza aveva la più alta priorità, perché se ci fossimo fatti sfuggire qualcosa era la vita di Wren ad essere in gioco. "Dovete comportarvi tutti come se nulla fosse successo, come se non sapeste niente. Tutto il tempo." Il signor Potter alzò un sopracciglio. "Questo include se, per qualche motivo, inizia a comportarsi in modo sospetto. Se si arriva al punto in cui alter persone potrebbero accorgersene, dovete comportarvi come fareste con chiunque altro."

"E poi, ditemi se è tanto brutto," Wren aggiunse, accigliandosi. "Credo potrebbe aiutarmi."

"Sì, anche quello," concordò il signor Potter. "Ovviamente, sta anche mantenendo una copertura." Lui sospirò. "Immaginavo che prima o poi lo avreste scoperto," disse. "Speravo solo che sareste venuti da me prima."

Albus arrossì, ed io mi ritrovai a guardare il pavimento. "Già. Probabilmente sarebbe stato meglio."

"Beh, almeno adesso lo sapete tutti, e sono certo che Wren sia felice di avere un aiuto. Però per favore, in nome di Merlino, ragionate prima di agire, okay?"

"Quando mai non lo abbiamo fatto?" James esclamò.

"Potrei fare tanti di quegli esempi," disse il signor Potter, scuotendo la testa. "Per esempio, affrontare due ragazze che credevate vi stessero tradendo per conto di Caymus Stillens in uno dei pochi posti in questo castello da cui pensavate potessero scappare? Questa è stata bella."

"Oh." James sbatté gli occhi. "Beh..."

Rimasi perplessa dalla sua scelta di parole. Pensavamo potessero scappare? "Non avrebbero potuto fuggire dalla Stanza delle Necessità, ipoteticamente?"

Il signor Potter alzò un sopracciglio. "No. I presidi hanno bloccato il servizio di Metropolvere come misura di sicurezza parecchie settimane fa, ovunque tranne che nel loro ufficio. Ogni volta che dovevo andare da qualche parte dovevo arrivare ad Hogsmeade."

"Oh..."

James sgranò gli occhi. "Wren, significa che pure tu sei dovuta sgattaiolare di nascosto ad Hogsmeade, vero?"

Wren si spostò a disagio. "Chiudi il becco."

Lui sorrise. "No, è mitico!" Provò a darle il cinque; lei si limitò a fissarlo. "Hey, significa che possiamo-"

"No," Wren disse fermamente, prima che lui potesse continuare. "Non andremo di nascosto ad Hogsmeade, se è questo che stavi per dire."

James non sembrò per niente dispiaciuto dalla cosa; anzi, c'era un'espressione divertita sul suo volto. "Certo, certo." Fece l'occhiolino a suo padre, il quale si limitò a sospirare e a borbottare qualcosa su quanto James somigliasse tremendamente alla madre. Nel frattempo, Wren stava guardando malissimo James, anche se il suo sguardo si addolcì quando lui mimò "scusa" con la bocca e le offrì un sorriso pentito.

"Solo per essere chiari," disse il signor Potter, "Se qualcuno decide di uscire senza un permesso esplicito, rimarrete in punizione per il resto di quell'anno. E per tutto l'anno successivo." A quel punto lui guardò me, ed io alzai le mani in segno di resa. Non avevo la minima intenzione di uscire più dal castello di nascosto. "Comunque," continuò lui, "Riassumendo: questo è un segreto, e la nostra priorità assoluta è fare in modo che resti tale. Wren sa cavarsela da sola, okay? Nessuno di voi quattro deve essere coinvolto se lei non ve lo chiede." Dopo che fece dire a ognuno di noi, a voce alta, che avevamo capito, ci cacciò via. Ovviamente, avevamo ancora un miliardo di domande per Wren, che pensammo e chiedemmo nel corso delle settimane successive.

Chi ne era al corrente? Wren disse che ora che ora che lo sapevamo anche noi il numero era raddoppiato, dato che in origine erano solo i signori Potter, il signor Paciock, e la professoressa Patil. Ovviamente, si era aspettata che nel corso del tempo le persone sarebbero aumentate, come la professoressa Haverna, l'unico altro membro dell'ES ad Hogwarts ("Suppongo che avrei potuto portarvi direttamente da lei, eh?" "Come se le avremmo mai creduto," dissi, e ne seguì un coro di approvazione).

Quanto spesso doveva parlare con suo zio? Meno di quanto si era aspettata, disse lei. Spesso incontrava solo uno dei suoi soci fuori Hogsmeade. Non sapeva mai per certo chi sarebbe stato.

Doveva usare spesso l'Occlumanzia? Sì, ma era diventata molto brava. Non era più così difficile. Le prime volte era stato orribile, però, e per poco non aveva ceduto (James, colui che aveva fatto la domanda, impallidì leggermente di fronte a questa risposta).

Avevano mai sospettato di nulla? Qui si fece più silenziosa, disse che non ne era sicura al cento per cento. I suoi genitori no, ovviamente; erano incredibilmente fieri di lei. Non sembrava volesse parlare di loro, però, e noi non insistemmo. Suo zio, d'altro canto, pareva ancora sospettoso, quasi un anno dopo. Lei iniziava a pensare che lo sarebbe stato sempre, il che era quasi confortante; forse non era lei che sbagliava qualcosa, era solo lui ad essere così per carattere.

Avevano provato a farle fare qualcosa di brutto? Non proprio, disse lei. La cosa funzionava più o meno secondo i suoi termini, in base alla natura del compito; non poteva fare molto più che sgattaiolare via per dare informazioni occasionalmente, casualmente. Dopotutto, quasi tutti i suoi amici più cari erano parenti o figli di membri importanti dell'ES. Se ci fossimo accorti che cose brutte, "alla Predatel", succedevano quando lei spariva, sarebbero sorte delle domande.

A parte quello, tutto stava tornando alla normalità. Beh, una nuova normalità, suppongo, perché le cose non erano come prima. Eravamo ancora all'erta, ma stavolta la paura era per Wren invece che di lei. Lei si rifiutava di dirci quando avrebbe incontrato l'agente ad Hogsmeade o la sua famiglia fino a fatto già avvenuto, per prima cosa (un piano che aveva la piena approvazione del signor Potter, sfortunatamente; non credeva che potessimo non mostrarci preoccupati per lei). Non le era neanche consentito di dirci molte delle cose che diceva al signor Potter.

D'altro canto, eravamo di nuovo tutti insieme. Colette tornò ad indicarci articoli interessanti del Profeta (sin da Potterwatch, erano diventati sorprendentemente meno prevenuti contro la verità), Wren tornò ad ammonirci per studiare per i G.U.F.O. (io proprio non ne avevo voglia, e questo la infastidiva non poco), Albus tornò a lamentarsi dei suoi doveri di Prefetto (per tutto Giugno aveva dovuto pattugliare con Ciara, apparentemente, e non ne era felice). James ricominciò a parlarci. Roxanne venne una volta da noi e disse che non era sicura di cosa avessimo fatto, ma era davvero contenta che James non le stava più appiccicato.

Una mattina eravamo a colazione quando arrivò la posta. Colette ricevette una lettera assieme al giornale. Lei guardò la grafia sulla busta e subito la stracciò e diede fuoco ai resti in una ciotola vuota. La fissammo tutti, ma lei non sembrò accorgersene. Alla fine, Wren disse, "Mi è parso un po' esagerato."

Colette alzò lo sguardo. "Era di mio padre. Non mi interessa cos'ha da dire."

"Allora perché le hai dato fuoco?" Albus chiese, usando il suo tovagliolo per spegnere il fuoco.

Colette non sembrava interessata a rispondere, poiché si limitò a prendere il giornale e a leggerlo, ignorandolo del tutto. Albus alzò gli occhi al cielo. "Contenta tu..."

James mi diede un colpo al fianco in quel preciso momento, indicando le porte della Sala Grande. Non vidi nulla di strano. Ciara, che entrò da sola, come al solito. Qualche secondo dopo, una folla di Grifondoro del settimo anno. "Dici che erano insieme?" Jame sussurrò.

"Chi?"

James alzò gli occhi al cielo. "Fred? E Malfoy?"

Guardai quelli del settimo anno, e notai Fred tra loro. Louis lo stava prendendo in giro per qualcosa, ma erano troppo lontani per sentire. "Perché avrebbero dovuto?" Chiesi, accigliandomi.

"Entrambi si comportano in modo strano quando sono insieme," disse lui.

"E quando li hai visti insieme?"

"Solo alle partite, ma si comportavano in modo strano, devi ammetterlo."

"Okay, forse, ma è solo che entrambi hanno capito che l'altro non è il diavolo in terra, James. Insomma, Ciara ed io siamo diventate più civili, ma ti assicuro che non mi metto a pomiciare con mia cugina."

"Potrebbe essere così, immagino... Oppure potrebbe essere un sacco di tensione sessuale che raggiunge il culmine."

Non riuscii a non ridere. "Sembri un pazzo."

"Non lo sono!" Esclamò lui, indignato.

"James, il fatto che sono entrati nello stesso momento è sicuramente solo una coincidenza, okay? Se è così importante, però, va' a chiederlo a Fred."

James sgranò gli occhi. "Se mi sbaglio mi spaccherà la testa con una mazza solo per averlo suggerito."

"Appunto," dissi, sorridendo. "Il che dimostra che è molto improbabile che tu abbia ragione."

"Ragione su cosa?" Albus chiese, alzando un sopracciglio curioso dall'altro lato del tavolo, afferrando la fine della nostra conversazione.

"Niente," James disse, alzando gli occhi al cielo. "Torna a studiare come un bravo Prefetto."

"Perché dovrei studiare a colazione?" Albus chiese, con la confusione in volto. "Nemmeno Wren-"

"Hey," Colette disse all'improvviso, interrompendo Albus in modo molto poco alla-Colette (Anche se, suppongo, al tempo stesso era molto da lei). "Wren, tuo zio non ha spie alla Gazzetta del Profeta, vero?"

Wren sbatté gli occhi. "Beh, penserei di sì. Sembrano essere dappertutto. Perché?"

"Ho solo notato... Sai, il Profeta era fortemente pro-Ministero prima che Astra apparisse su Potterwatch, ma poi hanno cambiato bandiera quasi subito. Ho pensato che stessero semplicemente seguendo la storia scandalosa per attirare lettori, e non ci ho badato molto. Continuavano a martellare contro Hestia Carrow, e gli altri leader corrotti. Ma ora sembrano quasi pendere contro il Ministero."

"Okay, e quindi?" Chiesi, appoggiando i gomiti sul tavolo. "Cioè, stanno solo seguendo l'opinione pubblica, no?"

"Davvero?" Colette chiese. "O è l'opinione pubblica che segue loro? Forse lo stanno facendo di proposito?"

"Cosa intendi?" James chiese, anche se capii che il suo cervello ci stava arrivando per conto suo, in base alla sua espressione.

"Intendo che forse stanno facendo gli interessi di qualcun altro."

"Qualcun altro inteso come mio zio?" Wren indovinò.

Colette annuì. "Ha perfettamente senso che voglia mantenere la sua esistenza un segreto il più a lungo possibile, giusto? Insomma, prima che Astra andasse a Potterwatch e dicesse tutta la storia, c'era solo una vaga paura di qualche estremista, ma nessuna vera conoscenza di ciò che volevano. Ora, però, il Ministero sta dando la caccia ai corrotti e a coloro con un possibile collegamento con Stillens, e da la caccia anche a lui personalmente, e tutto il mondo sa che qualcosa sta succedendo al MACUSA. Avrebbe perfettamente senso cambiare tattica a questo punto, vi pare? Ed è esattamente ciò che ha fatto il Profeta. Ovviamente, le persone sarebbero rimaste scontente del Ministero comunque, dopo tutto questo, ma il Profeta sta alimentando questo dissenso."

"Quando il Ministero ha smesso di essergli utile, Stillens ha aizzato i media contro il Ministero," Albus disse lentamente.

"Esatto." Colette si guardò intorno. "Sapete cosa potrebbe significare?"

Scuotemmo tutti la testa, tranne Wren, che pareva lo sapesse ma che non volesse dirlo.

Colette continuò. "Stillens non riuscirà a penetrare al Ministero dall'interno, come ha fatto col MACUSA. Gli servirà un attacco frontale. Tutta questa sfiducia e paura prima o poi raggiungerà il picco."

"E poi che succede?" Albus chiese all'erta.

"Insurrezione," Wren rispose.

Colette annuì. "Se se la gioca bene, il Ministero potrebbe crollare. Magari troverà un leader fantoccio e metterà in scena un colpo di stato, o forse sarà una vera e propria rivolta. Ma presto o tardi, troverà un modo per conquistarlo o per distruggerlo."

James sbatté gli occhi. "Beh, magnifico," disse dopo un secondo. "E noi che accidenti dovremmo farci?"

"Non lo so," Colette disse indignata. "È solo una teoria. Non sono io quella che fa tutti i piani pazzi, o sbaglio?"

"Non possiamo fare niente senza altre informazioni," Wren disse fermamente, alzando un sopracciglio verso James e me. "Cercherò di scoprire quello che posso."

"Dovremmo dirlo a papà?" Albus chiese.

"No," dissi. Tutti si girarono verso di me per una spiegazione, quindi continuai, "È intelligente. Di certo qualcuno dell'ES lo avrà capito. Ma se stiamo facendo i paranoici, di nuovo, allora non è qualcosa di cui farlo preoccupare. Ha già tanto a cui pensare." Mi piegai in avanti per guardare Wren, dietro James. "Ovviamente, se tu trovi qualcosa di concreto, il discorso cambia. A quel punto ovviamente devi dirglielo." Lei annuì tetra.

Ovviamente, tutto questo ci lasciò senza far nulla eccetto aspettare che Wren dovesse incontrarsi con l'agente ad Hogsmeade. Lei ci disse che avrebbe chiesto di vedere sua madre, una richiesta che non aveva mai fatto ma che non le avrebbero negato. Anzi, non si sarebbe sorpresa se sua madre avrebbe pianto di gioia al pensiero che sua figlia voleva vederla volontariamente. Le avrebbe dato la possibilità di passare qualche ora nell'edificio che suo zio aveva requisito come quartier generale. Ancora non aveva idea di dove fosse; diceva che le volte che doveva andarci, l'agente di Hogsmeade (che avevamo soprannominato Nick Niente Nome) la portava con sé tramite Smaterializzazione Congiunta. Una volta lì, avrebbe potuto ficcanasare un po'.

James protestò contro l'idea, ovviamente, ma quando gli chiedemmo un'alternativa, balbettò e finalmente ammise che non aveva una. Ci vollero a Wren parecchi minuti per convincerlo che sapeva cosa faceva, che sarebbe stata perfettamente al sicuro. Le disse anche che un'altra ragione per cui non aveva detto a lui, nello specifico, di essere una spia era perché sapeva che si sarebbe comportato proprio così, e non era sicura che sarebbe riuscita a sopportarlo. Per un po' James non disse nulla, ma alla fine si scusò, dicendo che non ci aveva mai pensato davvero prima.

I giorni passarono lentamente. Ero molto tentata di chiedere a Wren quando avrebbe incontrato i suoi genitori, ma sapevo che non me l'avrebbe detto. E comunque, i G.U.F.O. erano iniziati, quindi avevo altre cose di cui preoccuparmi.

Non avevamo ricevuto compiti per una settimana, anche se stavo passando molto più tempo del solito a studiare. I professori impiegavano tutte le lezioni per ripassare concetti chiave. Persino Haverna sembrò provare ad aiutarci ad imparare, rispondendo alle domande senza scocciarsi come al solito, persino da Wren. Metà del tempo, le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure consistevano in domande scritte sulla lavagna con l'indicazione di "Studio collettivo". Non ne parlammo, ma quasi tutti sapevano che il signor Potter in quei giorni stava seguendo delle piste. Nessuno sapeva se i presidi fossero al corrente di quanto spesso il loro docente di Difesa Contro le Arti Oscure sparisse. Gli studenti avevano organizzato un mercato nero di incantesimi e pozioni per aumentare la concentrazione o per aggirare gli incantesimi per non far copiare, e Wren ed Albus erano molto occupati a confiscare tutto, oltre ai loro normali doveri da Prefetti. Wren beccò Marcus Dillam che cercava di spillare ad Iris cinque galeoni per un amuleto che lui giurava gli fosse valso tutti e otto i suoi G.U.F.O., e io non mi curai di nascondere un sorrisetto arrogante mentre lo portava dal signor Potter.

Ricevemmo il programma degli esami durante Difesa Contro le Arti Oscure, assieme ad un richiamo dalla signora Weasley riguardo il fatto che imbrogliare non era assolutamente tollerato e che sarebbe stato punito severamente.

Il primo esame era quello di Incantesimi. Tutti quelli del quinto anno passarono quella domenica pomeriggio in sala comune, nel bel mezzo di un ripasso dell'ultimo minuto (eccetto Colette, che era stranamente assente e si rifiutò di dirci dove andava quando glielo chiedemmo). Ovviamente, la parte pratica dell'esame di Incantesimi sarebbe stata una passeggiata, almeno per me, ma ero così preoccupata per la parte teorica che mi sentii male. Ormai erano tre anni che declamavo il mio odio per la teoria, e per principio, non la capivo proprio. Wren ed io passammo il pomeriggio ad interrogarci l'un l'altra sulle definizioni degli incantesimi. Albus stava sfogliando i suoi libri degli anni passati, controllando se c'era qualcosa che non ricordava. Anche Rose aveva il libro aperto, ma lei stava recitando i paragrafi a memoria. Eric ed Iris nominavano gli incantesimi e li eseguivano a turno. Lacy, Henry, e Luke avevano tutti i visi sepolti nei libri, borbottando tra sé e sé, con degli sguardi leggermente impanicati in volto. A dire il vero, gli sguardi leggermente impanicati erano sui volti di tutti.

La colazione il giorno dopo fu una barzelletta. Nessuno mangiò molto, e tanti avevano i libri aperti davanti a sé, tenuti in piedi contro bicchieri o contenitori di sale o ciotole di cerali. La sensazione di malessere nel mio stomaco era aumentata, e ormai mi stavo chiedendo se avrei fallito un G.U.F.O. per aver vomitato durante la prova, o se avrei semplicemente avuto la possibilità di farlo dopo. Non sapevo quale fosse peggio. Decisamente troppo presto, venimmo cacciati via dalla Sala Grande per aspettare nella sala d'ingresso assieme a quelli del settimo anno. James augurò buona fortuna a tutti prima di andare a lezione.

La sala d'ingresso era inquietantemente silenziosa. Ogni tanto si sentiva lo sfogliare di una pagina, o un sussurro nervoso. Quelli del settimo anno non erano nel panico come noi, ovviamente; Ci erano già passati, e i M.A.G.O. Non coprivano neanche lontanamente un programma così vasto. I G.U.F.O. però erano orribili, e all'improvviso ero terribilmente preoccupata che non avrei preso abbastanza e che il mio sogno di diventare avvocata sarebbero svaniti con la stessa velocità di Colette quando si parlava di andare a lezione.

Colette, Wren, Albus, ed io ci eravamo stretti vicino alle porte. Wren recitava incantesimi sottovoce, con gli occhi ben chiusi. Albus fissava lo spazio infinito, tra determinazione e disperazione che combattevano nei suoi occhi. Colette sembrava impassibile, ma lei era sempre così.

Finalmente, le porte vennero spalancate da un esaminatore vecchio decrepito i cui capelli bianchi cascavano davanti ai suoi occhi. Noi del quinto anno entrammo, senza dire una parola. La Sala Grande era stata trasformata; i quattro tavoli delle Case erano spariti, rimpiazzati da dozzine di piccoli banchi per una persona in file, tutti rivolti verso il fondo della sala, dove c'era Kimmel con uno degli esaminatori. Sulla scrivania dietro di lei c'era una grossa clessidra. Tutti prendemmo posto (disposti in ordine alfabetico). Io ero seduta dietro un Corvonero chiamato Percy Johnson. Albus e Wren erano qualche fila più dietro, e Colette più dietro ancora, quasi nella mia stessa colonna. Guardandomi alle spalle, vidi la ragazza dietro di me (Thyme Lowell, una Serpeverde) fare il segno della croce e borbottare una preghiera. Io non ero cattolica, ma quasi quasi mi venne voglia di fare lo stesso.

"Va bene, studenti," Kimmel disse, con voce che rimbombò per la sala. I fogli degli esami apparvero all'improvviso davanti a noi. "Potete iniziare."

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Gli esami non sembrarono difficili come mi ero aspettato. Cioè, in realtà, avevo sicuramente confuso alcune cose all'esame di Erbologia il martedì, ed Aritmanzia fu un macello totale da cui io ed Albus non ci saremmo mai ripresi completamente. Ma in linea generale, sentivo di essere stata promossa nelle materie che volevo. Difesa Contro le Arti Oscure fu il più facile (l'esaminatore, un tale professor Tofty vecchio e minuscolo, continuava ad esclamare "Brava!" Ed io mi beccai parecchie occhiatacce da Ciara, dall'altro lato della stanza, soprattutto quando lui mi chiese se sapessi fare un Patronus prima che me ne andassi, solo perché aveva sentito che ne avevo eseguito uno spettacolare l'anno precedente). Quando arrivò venerdì (un giorno che io ed Albus avevamo libero, dato che non dovevamo fare Antiche Rune), la sensazione di malessere iniziò a passare. Avevamo ancora Trasfigurazione, e Pozioni, e Cura delle Creature Magiche, ovvio, ma avevamo pure tutto il weekend per studiarle.

Dopo cena, noi Grifondoro del quinto anno migrammo su in sala comune, rilassati come non lo eravamo da mesi. "Siamo a metà!" Luke esclamò. "Io dico di scendere in cucina e di festeggiare con del Whisky Incendiario!"

"No!" Rose disse, con un'espressione sconvolta in volto. "Per prima cosa, non siamo grandi abbastanza per bere Whisky Incendiario!"

"Letteralmente l'unica persona che si è mai fatta fermare da questo sei tu," Lacy disse, dando una pacca sulla spalla a Rose. "O meglio, penso che anche i nostri prefetti si siano fatti fermare." Guardò Albus per conferma, che annuì. Wren non era nei paraggi, mi accorsi all'improvviso, ed ebbi un sussulto. Era sparita? Albus incrociò il mio sguardo, e subito disse, "Beh, Rose non ha tutti i torti. Non dovremmo festeggiare troppo presto, vi pare?"

Luke sospirò. "Mi sa che hai ragione. Ma almeno stasera possiamo rilassarci, giusto? A chi va una partita a Spoons?"

Ovviamente, andava a tutti. Albus ed io scivolammo da un lato della stanza, dove Colette stava leggendo. "Hai visto Wren?" Le chiesi con nonchalance, sedendomi. Wren c'era stata a cena, ovviamente, e Colette no, quindi ero abbastanza sicura che noi fossimo stati gli ultimi a vederla.

Colette alzò lo sguardo, scuotendo la testa. "Probabilmente studia in un posto tranquillo," disse calma. Tuttavia, ci girammo tutti e cercammo James per la sala comune. Ovviamente, potevano essere andati da qualche parte insieme. Ma no, eccolo lì, che si arrampicava per il buco del ritratto dopo Colin. Wren non si vedeva da nessuna parte.

"Beh, prima o poi tornerà," Albus disse, sedendosi di scatto. Era la prima volta che ci accorgevamo che fosse sparita (anche se, ad essere onesti, era solo la seconda in totale, e quella precedente era avvenuta un pomeriggio quando James trascinò via Albus e me dai nostri studi per decidere chi sarebbe stato il miglior rimpiazzo per Fred l'anno dopo, una discussione che impiegò ore e che non arrivò da nessuna parte).

Colette alzò un sopracciglio verso Albus. "Ma certo che tornerà. Sa prendersi cura di sé se stessa."

Mi sedetti vicino ad Albus. "Dove sei andata dopo l'esame?" Chiesi. A cena non era venuta, e Wren aveva fatto spallucce quando gliel'avevo chiesto prima.

"Biblioteca," disse lei, girandosi di nuovo verso il libro. "C'era una runa che volevo controllare, il mio dizionario non è molto dettagliato."

"Ed era più importante della cena?" Albus chiese incredulo.

"Non avevo fame," Colette disse, con un tono affilato che sembrava fuori luogo. Dopo un secondo, disse con più calma, "Posso sempre scendere dopo in cucina se voglio."

Albus fece spallucce, rinunciando. Discutere cose come l'importanza del mangiare con Colette era come tentare di disinnescare una bomba senza sapere come: frustrante, un po' spaventoso, e pregno del rischio di esplosione se sbagli qualcosa.

Albus ed io iniziammo a giocare a scacchi dei maghi. Ad un certo punto, Albus chiese se Wren fosse sempre stata così brava a sgattaiolare via. Colette fece notare che in passato non ci eravamo mai accorti di quando spariva, quindi propendeva per un sì.

Il tempo passò; alla fine, le persone iniziarono ad andarsene di sopra, e James venne ad unirsi a noi. Ovviamente anche lui aveva notato che Wren era sparita, e continuava nervosamente a guardare verso il buco del ritratto e l'orologio così tanto che fui tentata di dargli una botta in testa. Alla fine Colette lo minacciò di buttarlo dalla finestra se non si fosse calmato, e lui sembrò prendere coscienza delle sue azioni. Gli lasciai il mio posto a scacchi dei maghi (tanto Albus mi stava distruggendo) giusto per farlo distrarre.

Undici. Mezzanotte. L'una. La sala comune era quasi vuota a quel punto, anche quasi tutti quelli del quinto e del settimo anno se n'erano andati. Albus e James continuavano a giocare (ora era al meglio delle tre), ed io tentai di non addormentarmi sulla sedia. Colette, sorprendentemente, si era addormentata. Anche se sapevo che mi avrebbe odiato per questo, presi un lenzuolo dal divano in fondo alla stanza e glielo misi addosso, prendendo gentilmente il suo libro (Magia Senza Bacchetta per Principianti) e lo misi sul tavolo vicino a lei.

"L'esame di Antiche Rune è davvero così stancante?" James sussurrò quando mi sedetti di nuovo.

Feci spallucce. "Forse ieri sera non ha dormito bene." Io non potevo saperlo; ero svenuta appena avevo poggiato la testa sul cuscino, e mi ero svegliata solo quando una mezza addormentata Lacy mi aveva scosso e mi aveva chiesto se volevo saltare la colazione o se volevo scendere con lei e Iris.

"Sta imparando magia senza bacchetta ora?" Albus chiese sorpreso, indicando il libro.

"Sta sempre ad imparare qualcosa," James rispose, scuotendo la testa. "Non so come fa."

"Perché iniziare adesso la magia senza bacchetta?" Chiesi sbadigliando. "Di certo può aspettare dopo i G.U.F.O., no?"

Albus e James fecero una smorfia (le loro espressioni erano così simili che quasi mi misi a ridere). "È di Colette che stiamo parlando," Albus disse.

"Già, non è proprio la tipa da essere paziente e aspettare la fine degli esami," James disse.

In quel momento il ritratto si aprì, e noi ci zittimmo, speranzosi. Wren entrò, sembrando per un attimo allarmata di vederci, poi si rilassò. "Oh, siete solo voi," sussurrò. "Avevo paura che qualcuno fosse ancora sveglio."

"E se fosse stato così?" Albus chiese curioso.

"Avrei detto che ero in biblioteca, e se avessero protestato per l'ora, avrei dichiarato che voi siete una pessima influenza per me," Wren disse, sorridendo stanca mentre si sedeva di fianco a James. Guardò Colette, e il suo sorriso divenne un'espressione preoccupata. "Si sente bene?"

"Stanchezza, penso," James disse.

Mi allungai e le scossi il ginocchio. Colette si svegliò di soprassalto, poi ci guardò sbattendo gli occhi. "Oh, sei tornata," fu tutto ciò che disse. Si tolse il lenzuolo con uno sguardo confuso, poi subito si mise il libro in borsa.

"Quindi?" James chiese.

"Aspetta." Wren alzò la bacchetta e disse, "Muffliato." Niente sembrò accadere, ed io la guardai interrogativa. "Fa in modo che nessuno possa sentirci al di fuori del perimetro dell'incantesimo," spiegò lei. "Giusto in caso qualcuno venga da giù. Me l'ha insegnato il signor Potter qualche settimana fa, quando tu hai sentito Colette e me."

"Gli hai raccontato quel fatto e lui non me ne ha parlato?" Chiesi, alzando un sopracciglio.

"No," Wren disse. "Gli ho detto che ero preoccupata che prima o poi qualcuno avrebbe potuto sentirci, e gli ho chiesto cosa potevo fare, perché di certo non potevamo andare ogni volta nella Stanza delle Necessità."

"Grande," James disse. "Comunque, cosa è successo? Ned Niente Nome ti ha portata da tua madre?"

"Chiamarlo Ned nullifica lo scopo di chiamarlo niente nome," Wren fece notare.

"Dettaglio irrilevante," dissi. "Ned Niente Nome ti ha portata da tua madre?"

Lei alzò gli occhi al cielo, poi abbassò la voce nonostante l'incantesimo. "Sì. Gli ho detto che volevo vederla, ma si è scoperto che pure lei aveva chiesto di vedermi, quindi ha funzionato alla grande. Mamma per davvero ha quasi pianto quando lui le ha detto che avevo chiesto di lei." Si morse il labbro, con un'espressione pentita, e mi ricordai all'improvviso che Wren non provava lo stesso odio bruciante verso sua madre che provavamo noi. Suo padre e suo zio, certo, ma lei ancora vedeva sua madre e vedeva la persona che era stata durante la sua infanzia: spesso assente ma comunque amorevole. Continuavo a dimenticare che doveva conciliare ciò che sua madre era allora con ciò che era adesso.

"Cos'è successo?" Albus stave chiedendo.

"Mia madre mi ha detto che presto ci sarebbero stati dei cambiamenti, ma non mi ha detto quali. Ha detto che devo dire al signor Potter che non sembra per niente il percorso che mio zio seguirebbe, quale che sia questo evento futuro. Ne ha parlato come se fosse imminente."

Colette si accigliò. "Non ha dato informazioni su cosa potrebbe essere?"

"Non a me," Wren disse, mentre un sorriso le illuminava gli occhi. "Ma credo di essere diventata piuttosto brava ad origliare."

"Tuo zio?" Chiesi.

"No, non l'ho visto," disse lei. "Dopo aver parlato con mia madre, mi ha detto di tornare dall'agente di Hogsmeade-"

"Ned Niente Nome," Albus si intromise.

"Ve l'ho detto, non lo chiamo così! Ce l'ha un nome, okay?"

"Ma ce l'ha davvero?" James chiese. "Se non puoi conoscere il nome di una persona, esso esiste davvero?"

Alzai gli occhi al cielo. "Non è orario per la filosofia, James. Chiudi il becco così Wren può concludere e possiamo andarcene a letto."

"Comunque," Wren disse, "mi sono incamminata in quella direzione, ma ho fatto dietrofront per vedere se avrei potuto scoprire qualcosa da sola. Ho origliato una conversazione tra mamma e mio padre. Lui le ha chiesto se mi avesse detto del colpo di stato, e lei ha risposto che mi aveva detto ciò che avevo bisogno di sapere, ma non tutto. Era sicura che avrei saputo sostenere il Magico Parlamento, però."

"Cosa?" Chiesi, sgranando gli occhi.

Wren annuì. "Ne hanno parlato come se dovesse avvenire a breve. A quanto ho sentito, penso che mio zio abbia parecchie persone importanti fedeli a lui, o sotto la maledizione Imperius. Sta solo aspettando il momento giusto, ormai. E credo che sarà molto presto. Hanno detto che anche il signor Potter sparirà presto, seguendo una pista falsa che probabilmente lo terrà lontano dai radar per qualche giorno. È ancora qui, vero?"

Noi facemmo spallucce; con lo stress dei G.U.F.O. e considerando quanto spesso si era assentato ultimamente, non avevo fatto caso a quando ci fosse e quando no.

"Sono sicura che non sia una trappola. Parlavano come se di sicuro sarebbe tornato. Deve essere solo una distrazione, così il colpo di stato può andare liscio, e tutti i dettagli illegali possono essere sistemati prima che possa tornare a investigare."

James si guardò intorno. "Dobbiamo dirlo a papa."

"Sono le due del mattino," Wren disse, accigliandosi. "Sono sicura che stia dormendo."

"Possiamo controllare," James disse, alzandosi. Prima che qualcuno potesse protestare, lui si era girato e stava salendo verso il dormitorio maschile. Lo fissammo tutti sorpresi. "Cosa fa?" Albus chiese.

"La Mappa?" Colette suggerì. "Suppongo che potrebbe vedere se suo padre è da qualche parte che non sia il suo letto."

"Mi sa di sì," Albus concesse. Aspettammo all'incirca un minuto prima di sentire James precipitarsi giù per le scale di nuovo. Aveva la Mappa, e la stava già studiando quando sprofondò di nuovo nella sua sedia. Noialtri ci avvicinammo per vedere.

"Non è nella sua stanza," James disse. "Nemmeno in sala professori. Mi sa che è di pattuglia stasera."

Passò qualche silenzioso minuto mentre studiavamo l'enorme Mappa. Dopo un po', alzai lo sguardo. "Non credo sia qui."

"Deve esserci," James disse, accigliandosi.

"Non c'è," disse fermamente. "O apparirebbe sulla Mappa, no?"

"Se non è qui..." Wren lasciò la frase in sospeso.

"Questo significa..." Albus guardò tutti noi mentre la realizzazione colpiva tutti. "Oh, Merlino, non abbiamo molto tempo."




Spigolo autore

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Alla prossima!

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