Capitolo 33 - Il momento della verità

La Gazzetta del Profeta

N° 102.192

21 Maggio 2022

Predatel si Infiltra ad Hogwarts!

Ieri, ci informa un portavoce degli auror, Isaac Predatel è stato visto nel parco di Hogwarts. Ha provato ad attaccare due studenti del quinto anno non identificati, e la professoressa Calì Patil è attualmente al San Mungo per ferite da maledizione. Sfortunatamente Isaac e i suoi complici sono fuggiti...

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Il giorno dopo, James si sedette con noi a colazione. Si comportava in modo molto strano, e la maggior parte del tempo si rifiutava di guardare Wren. All'inizio lei era emozionata di vederci tutti insieme, ma verso metà del pasto la felicità si era trasformata in chiara agitazione. Non sembrava capire come mai James si comportasse in quel modo (devo dirlo, sembrava arrabbiato). Io volevo scuoterlo, ovviamente (perfino io ed Albus non eravamo così ovvi) ma feci finta di niente.

Senza sorprendere nessuno, considerando come si comportava James, Wren ci disse che sarebbe andata a cercare Colette (per la prima volta in più di un mese) e dopo colazione avrebbe studiato Antiche Rune, e lasciò noi tre soli. Appena se ne andò, Albus ed io provammo a richiamare James sui fini aspetti del non comportarsi come uno stronzo totale, ma lui ci ignorò. "Andiamo a prendere la Mappa e vediamo dove vanno. Avete detto che è coinvolta anche Colette, vero?"

Quindi concordammo di malavoglia di prendere la Mappa.

Per tutto il tragitto fino alla sala comune, Albus ed io ci inventammo scusa dopo scusa per rimandare questo confronto – Fred ci aveva chiamato per un allenamento di emergenza per preparare James al prossimo anno (non vero, James disse, perché Fred aveva già intenzione di passare due settimane con lui in estate per prepararlo), Nico Jasper e i suoi serpenti inquietanti mettevano a disagio Lily (Onestamente, Lily può gestire Nico meglio di noi, disse James), gli elfi domestici avevano preparato una torta fenomenale per la cena di quella sera e sarebbe stato divertente andarne a prendere un pezzo prima (no, James disse, perché non poteva godersi nessuna torta con pensieri del genere in testa).

Provammo a cercare scuse mentre cercava i nomi di Colette e Wren sulla Mappa – Haverna lo aveva messo in punizione e si era dimenticata di dirglielo (Chi se ne frega, James disse), il signor Potter sarebbe potuto tornare in qualunque momento e probabilmente saremmo dovuti andare a salutarlo (può aspettare un'ora, James disse), Albus ha mal di stomaco (okay, ciao, ci vediamo dopo in infermeria, James disse).

Non erano sulla Mappa, James concluse alla fine, dopo averci messo almeno il doppio del tempo solito a causa delle nostre scuse incessanti. "Devono essere nella Stanza delle Necessità," disse lui. Poi si fermò. "Voi due venite con me?"

"Se vuoi farlo davvero, sì," dissi, sospirando. "Penso ancora che dovresti riconsiderare la cosa."

"Non succederà mai. Non posso... Ho bisogno di affrontarla. Sapere se è vero. È solo che non voglio andare da solo. Specialmente nella Stanza delle Necessità." Lui si corrucciò, girando lo sguardo. "È... È così che è scappata l'ultima volta. Dobbiamo assicurarci che non accada di nuovo."

"Hey, ragione perfetta per aspettare la prossima settimana," Albus puntualizzò, sorridendo speranzoso.

"No," James disse. "Devo farlo adesso, prima di perdere il coraggio. Forse... Forse c'è ancora un modo..." Scosse la testa. "No. Non c'è, ne sono sicuro. Se va avanti da quanto pensiamo, è andata oltre il punto di non ritorno. Devo farlo. Ma non posso farcela da solo."

Non inventammo scuse mentre andavamo verso la Stanza delle Necessità.

Fu abbastanza facile entrare. Bastò pensare a quanto avessimo bisogno di una stanza per creare incantesimi, e la porta apparve. Colette era seduta sul pavimento a leggere un libro, mentre faceva roteare pigramente la bacchetta. Wren era seduta qualche metro più in là, apparentemente persa nei propri pensieri. Alzò lo sguardo quando entrammo, però, e sorrise in certa. "Hey, ragazzi."

James non la guardò negli occhi mentre attraversava la stanza e si sedeva vicino a lei. Vidi il suo sorriso sparire. "James, sei arrabbiato con me? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Se è così, mi dispiace."

James girò lo sguardo verso di lei, ma ancora non la guardò negli occhi. "Qualcosa c'è, in effetti. Penso che tu lo sappia."

"No, non lo so," disse lei, accigliandosi. "Mi dispiace..."

"Ne sei sicura?" Wren non rispose, si limitò ad accigliarsi, con un'espressione confusa in volto. James finalmente alzò lo sguardo, e cambiò completamente marcia. "Wren, pensi che tuo zio abbia delle spie ad Hogwarts?"

Wren si accigliò. "Beh, forse. Non lo so."

"Non lo sai? Sei sicura?"

Wren inclinò leggermente la testa. "Sì, sono sicura. Perché...?" La vidi sbirciare verso Colette, che non aveva posato il libro ma che ora fissava il muro. Wren sembrava più confuse che altro, ma questa era Wren Predatel. Lei poteva sembrare tutto ciò che voleva. Era brava a mentire.

"Lo sai perché," James disse piano. Wren si irrigidì impercettibilmente, e notai Colette stringere la presa sul suo libro.

"James..." dissi, ridacchiando nervosa. Gli rivolsi uno sguardo d'avvertimento. Per favore gestiscila meglio di come penso tu stia per fare. Per favore non farlo proprio.

"Tanto vale dirlo, Astra." James si alzò e si girò verso Wren, che lo stava guardando incerta. Lui strinse le labbra, con un misto di rabbia e tristezza negli occhi. "Stai mentendo. Ci hai mentito! Ci hai tradito per conto di tuo zio!"

Wren scosse la testa. "Io... Cosa? Non lo farei mai, James." Anche lei alzò. "Fammi solo-"

"Non lo faresti? Allora che altro staresti nascondendo? Litigare con Colette nel dormitorio? Comportarti in modo strano ogni volta che provano ad uccidere Astra?" Fece un passo in avanti, guardandola male.

Va detto a suo favore, Wren non indietreggiò, anche se mi sentivo sempre più delusa ogni volta che scuoteva la testa. Ancora mentiva? Anche dopo essere stata messa all'angolo? "Fammi spiegare, James, aspetta solo un-"

"Cosa? Ti ha minacciata? Non è una scusa! Non è una scusa per tradirci! Non lo è mai stata! Come hai potuto?"

"Ascoltami e basta!" Wren disse. Non capii se stava per piangere o se era arrabbiata. Forse entrambe. Potevo solo vedere che tremava leggermente, ma fissava James con determinazione (e pericolo di lacrime) negli occhi.

"Pensavo ti importasse di noi! Di me!"

"Certo che mi importa!" Wren urlò in risposta, con gli occhi ormai lucidi. Lei lo ignorò. "James, io-"

"Non si mente alle persone a cui tieni!" A quel punto, James girò i tacchi ed iniziò ad andarsene.

"James!" Wren lo chiamò. "James, ascoltami!" Lui non si girò, continuò solo a camminare, e Wren sbatté il piede a terra. "James Sirius Potter, fermati e ascoltami! Subito!"

James si fermò davvero. Sembrava sorpreso come tutti noi da quello scatto d'ira.

"Volevo dirtelo, James," Wren disse, con sguardo fiero e voce salda nonostante la lacrima che le scorreva sulla guancia. "Davvero, volevo farlo. Ma stavo provando a proteggerti. Tuo padre ha detto che era l'unico modo. E mi dispiace di aver mentito, ma lo farei di nuovo se significasse tenerti al sicuro."

Questo lo fece immobilizzare. E immobilizzò anche me. Suo padre? Il signor Potter? Lentamente, James tornò verso di noi. "Cosa hai detto?" Il suo tono era arrabbiato, ma il suo viso tradiva confusione.

"Volevo dirtelo," Wren ripeté, addolcendo leggermente la voce quando fissò James. Capii che in quel momento, Albus, Colette, ed io non esistevamo. C'erano solo James e Wren. Andava bene così. Anche io avevo sospettato di lei, (per un bel po' di tempo in più) ma non era la mia fidanzata. "Tuo padre ha detto che sarebbe stato troppo rischioso, però. Ti avrebbe messo in pericolo. E io non volevo questo."

"Mi avrebbe... Messo in pericolo...?" James sbatté gli occhi, avendo perso tutta la rabbia, che era stata rimpiazzata da una rivelazione.

"Non sto facendo la spia per Stillens," Wren disse, facendo un passo verso di lui, allungando la mano verso la sua. "Sto facendo la spia per l'ES."

Quelle parole fluttuarono nel silenzio per parecchi lunghi, lunghissimi secondi, mentre James sbatteva gli occhi, ed Albus ed io ci fissavamo l'un l'altra sorpresi.

Finalmente James ruppe il silenzio. "Mi dispiace," sussurrò lui, stringendo forte la sua mano. "Mi dispiace di aver dubitato di te." Con l'altra sua mano, si asciugò rapidamente una lacrima.

"Mi dispiace di averti dato il motivo di farlo," rispose lei dolcemente.

Per un attimo, si guardarono solo l'un l'altra. Pensavo che stessero per baciarsi (o almeno abbracciarsi), ma Albus si intromise. "Hey, um, scusate se faccio il guastafeste, ma lui ci ha dato retta solo ieri, quindi mi sa che Astra ed io abbiamo qualche domandina in più rispetto a lui."

Wren si girò subito. "Ovviamente, scusatemi." Si sedette di fronte ad Albus, alternando lo sguardo tra noi. "Avevo l'impressione che voi due sospettaste qualcosa. È solo che ho pensato che sareste andati dal signor Potter. E non lo avete fatto mai..."

Albus guardò me, poi di nuovo Wren. "Io almeno ho delle domande." Io annuii concorde mentre lui continuava. "Da quanto tempo."

"Quasi un anno."

"E... Hai delle prove?" Albus chiese lentamente. "Sai, che dimostrano che stai facendo davvero il doppio gioco?"

"Non è che non ti crediamo," dissi subito, "ma..."

"No, va bene così," disse lei. "Non vi biasimo."

Colette chiuse il suo libro. "So che pensate che la mia parola valga quanto quella del Profeta, ma sta dicendo la verità. Nemmeno io le credevo all'inizio."

Wren sorrise. "Io... Penso di avere un'idea però. La professoressa Patil e il signor Potter erano gli unici qui a saperlo, e nessuno dei due è qui al momento, ovviamente, ma penso ci sia un altro modo..."

Albus annuì. "Okay. Cosa è successo ieri?"

Wren abbassò lo sguardo. "Mio padre mi ha costretto a condurvi in quella trappola. Sono certa che ci eravate già arrivati. Il signor Potter non c'era, ed io proprio non sapevo cosa fare, e sono certa di aver fatto tutto male. Non potevo non fare ciò che diceva, però, perché sarebbe saltata tutta la copertura. Sono corsa immediatamente dalla professoressa Patil, e le ho detto cosa stava succedendo. Sono solo grata che sia arrivata in tempo."

Albus mi guardò. I conti tornavano. Mi ero chiesta come avesse fatto la professoressa Patil a raggiungerci, come avesse fatto a sapere che doveva venire. Aveva senso. Annuii dopo un attimo, e lui si girò di nuovo verso Wren. "Okay. Che mi dici della Torre di Astronomia?"

Wren si morse il labbro, girandosi verso di me. "Mi dispiace. Ti ho quasi fatta uccidere..." Scosse la testa. "È l'errore peggiore che abbia commesso."

"È... È stato quello che ci ha scatenato i sospetti," Albus disse tetro. Wren non sembrò sorpresa. Albus continuò, "E la sera che Astra è stata avvelenata?"

"Vi avrebbero teso un'imboscata nella Stamberga Strillante," disse lei. "Mi sarei inventata una scusa per tenervi al Villaggio, ma poi vi siete beccati la punizione. Quando siete usciti di nascosto, mi sa che qualcuno di loro gironzolava da quelle parti e vi ha visti."

Albus annuì. "Okay. Adesso, le prove."

"Giusto." Wren si alzò, poi offrì la sua mano ad Albus per aiutarlo. "È nell'ufficio di tuo padre."

Eravamo una processione solenne che si dirigeva di sotto. James si tenne vicino a Wren, ed Albus ed io seguivamo qualche metro dietro, con Colette che chiudeva la fila. Ogni tanto, Wren si scusava di nuovo per non avercelo detto. Un paio di volte James si girò per ridacchiare e dire che ce l'aveva detto. Lo aveva detto che ci mancava qualcosa. Nel frattempo che arrivammo all'ufficio del signor Potter, ero pronta a prenderlo a pugni.

Una volta dentro, Colette chiuse la porta a chiave, e Wren aprì uno degli armadietti a muro e ne tirò fuori una larga ciotola. Io mi accigliai confusa, ma James ed Albus annuirono entrambi. "Il Pensatoio," Albus disse, sgranando gli occhi.

"Il cosa?" Chiesi.

"Pensatoio," Wren ripeté. "Puoi metterci I tuoi ricordi, e consente a te e ad altri di vederli e di viverli." Lo posò delicatamente sulla scrivania, poi si portò la bacchetta alla tempia. Chiudendo gli occhi, tirò lentamente via la bacchetta, con qualcosa di bianco e nebuloso appeso all'estremità. Quella cosa cadde nel Pensatoio, ed iniziò a vorticare. Sembrava un ammasso di nuvole.

"Come funziona?" Chiesi.

Wren fece cenno di venire avanti. Tutti e cinque ci raccogliemmo attorno alla ciotola. Io abbassai lo sguardo, e vidi una sorta di film muto svolgersi nella sua profondità. Non si vedeva molto, e mi avvicinai per guardare meglio. All'improvviso, caddi nella scena, capitombolando per aria.

Atterrai senza dolore, e mi guardai attorno nel ricordo. Sembrava familiare, ma allo stesso tempo non mi diceva niente. Guardai Albus, alla mia destra, e rimasi un po' sorpresa di vedere due di lui. Solo una di me, però.

"Siamo nel mezzo della terza prova," Albus said, sgranando gli occhi. La folla faceva un chiasso tremendo, ed ora riconobbi il labirinto che non avevo mai visto dagli spalti. Oltre Albus-Vero c'era Albus-del-Ricordo, James, Wren, e Colette, tutti che guardavano ansiosamente l'ultimo campione sparire nel labirinto.

"Tenetevi pronti," James-Vero borbottò alla mia sinistra.

Appena qualche secondo dopo, un'esplosione oscurò il cielo. Urla partirono dagli studenti più giovani, ma tutti gli altri erano diventati inquietantemente silenziosi. Qualcosa non tornava.

All'improvviso, una maledizione raggiunse gli spalti. Dalla Foresta Proibita apparirono dozzine di maghi e streghe. Il caos si scatenò all'istante.

James ed Albus-dei-Ricordi corsero via quasi subito, urlando alle ragazze di mettersi al riparo mentre loro andavano a cercare il signor Potter. Colette stava per seguirli, ma Wren le prese il braccio. Fissava suo padre, sotto gli spalti. E gli occhi di suo padre si fissarono su di lei, l'unica persona immobile nella pazzia generale.

Anche Colette lo vide, ma non si fermò nemmeno per un istante. "Corri!" Urlò lei, spingendola leggermente. "Raggiungi Pouri. Lui può Smaterializzarsi." Io rabbrividii.

Wren annuì, e Colette le rivolse un sorriso triste prima di correre nella stessa direzione presa da James ed Albus. Tuttavia, Wren non corse. Annuì tra sé e sé, spaventata ma determinate, poi scese le scale, dritte verso le braccia aperte di suo padre.

La scena svanì in nebbia. Afferrai un rapido scorcio di Katreena che abbracciava Wren e piangeva di gioia. Caumus Stillens sembrava contento, ma un po' pesto. Ovviamente, è successo dopo la mia fuga. Qualcosa ci aveva comunque guadagnato, o almeno così pensava.

La nebbia formò l'ufficio del signor Potter ad Hogwarts. Lui era seduto alla sua scrivania, e ascoltava in silenzio.

"Gli ho detto che avrei fatto la spia per lui. Ma non lo farò. Io... Ho avuto un'idea," Wren stava dicendo.

"Wren, non posso lasciarti-"

"Troppo tardi. È la mia unica opzione." Wren congiunse le mani. "Per favore. Voglio aiutare. Ne ho bisogno. Ho bisogno di fare qualcosa. Sono stanca di essere spaventata tutto il tempo."

Il signor Potter rimase accigliato per quello che sembrò tanto tempo. Alla fine, sospirò. "Non c'è altra scelta, dico bene?" Wren scosse la testa. "Ti rendi conto di quanto è pericoloso? Se qualcuno lo scopre, sarai uccisa."

"Peggio," Wren sussurrò.

Il signor Potter annuì. "Peggio. Il mio lavoro è proteggerti. Vorrei solo..." Gemette. "Mi hai messo in una brutta posizione..."

"Mi dispiace."

"No, no. Non scusarti. Sei molto coraggiosa. Non posso biasimarti per questo. Ad essere sinceri, una talpa sarebbe inestimabile. Ma dovrai essere molto attenta."

Wren sorrise. "Lo so."

"Come accidenti farai a mentirgli?" Chiese il signor Potter. "Me lo hai detto tu che è un bravissimo Legilimens." Corrucciò le sopracciglia. "A proposito, come hai fatto stavolta?"

"Colette mi ha insegnato l'Occlumanzia," Wren disse.

Il signor Potter sembrò sorpreso, ma annuì. "Ottimo. Dovrai essere affidabile oltre ogni dubbio."

Di nuovo, la nebbia iniziò ad agirarsi, e le parole si attutirono. Brevi scene che dovevano appartenere all'estate si mostrarono, di Wren che parlava con suo zio e i suoi genitori ed il signor Potter. Ad un certo punto, ci trovammo in uno dei corridoi della scuola. Wren-del-Ricordo era appena sgattaiolata fuori da una classe. Camminò da sola per i corridoi per qualche attimo. All'improvviso, Colette le saltò davanti da dietro una porta.

"Dove sei stata?" Bisbigliò lei.

Wren parse sorpresa, ma si ricompose subito. "In biblioteca."

Colette scosse la testa, avvicinandosi di un passo. Wren non indietreggiò. "Ho controllato sulla Mappa del Malandrino. Non c'eri. E non eri nemmeno nella Stanza delle Necessità. Dov'eri?" Rimase accigliata per un po', poi sgranò gli occhi. "Non dirmi che..." Wren non disse niente, e lo stupore di Colette divenne rabbia. "Wren, no! Come hai potuto?"

"Non è come pensi," Wren sussurrò. "Abbassa la voce."

"Andiamo dal signor Potter." Colette afferrò il braccio di Wren, come se lei potesse tentare di scappare. "Vieni."

"Sto facendo il doppio gioco," Wren sussurrò mentre Colette iniziava a trascinarla per il corridoio. "Non vi sto tradendo."

"Lo vedremo."

La vera Colette alzò un sopracciglio verso James. "Mi sa che in quel momento ero più sconvolta di te."

"Forse," James concordò, mettendo un braccio attorno a Wren mentre la nebbia tornava ancora, vorticando attorno a noi e tirandoci in avanti. Vidi brevemente Wren nella Foresta Proibita, che parlava con un uccello, poi all'improvviso ci trovammo nell'aula di Pozioni. Potevo vedere Albus-del-Ricordo e me seduti al tavolo di fianco, in difficoltà con la nostra pozione. Colette-del-Ricordo e Wren stavano discutendo a bassa voce. "Potresti fare di più, Colette disse. "Passargli informazioni false."

"Sto già facendo tutto ciò che posso," Wren disse, accigliandosi. "Gli dico ciò che mi dice il signor Potter. Alcune di quelle cose sono false."

"Ma potresti fare di più," Colette ripeté.

"Troppo rischioso," Wren disse, tesa.

"Wren, tu-"

"No, non capisci," Wren disse, stringendo gli occhi. "Non posso sapere sempre perché vogliono sapere quello che chiedono, Colette. Potrei far finire qualcuno all'ospedale o al cimitero, e non voglio questa responsabilità."

"Bene," Colette disse. "Dirò a tuo zio che voglio fare la spia per lui, e lo farò io."

"Assolutamente no! Non capisci quanto è pericoloso?" Wren raggelò all'improvviso, poi cambiò completamente marcia. "Non puoi continuare a saltare le lezioni, Colette! È ridicolo!"

Mi accorsi che Me-del-Ricordo stava arrivando. Ora che ci pensavo, me lo ricordavo quest'evento. Il vero Albus rimase a bocca aperta. "Era di questo che si trattava..." La nebbia vorticò di nuovo, mostrando brevi scorci di scene con Stillens, nell'ufficio del signor Potter, dell'attacco dell'ultimo dell'anno. All'improvviso, atterrammo in una stanza vuota, in cui c'erano solo Wren-del-Ricordo e il signor Potter.

"P-penso che sia colpa mia, non sapevo cosa dirgli," disse lei, singhiozzando. "Mi ha solo chiesto dove andava Astra, e io non sapevo che dire, non mi veniva una ragione per non dirglielo. E ora la Torre di Astronomia è stata bombardata ed Astra sarebbe potuta restare uccisa, ed è tutta colpa mia, e-"

"No, Wren, non farlo," disse serio il signor Potter, mettendogli una mano sulla spalla. Lei alzò lo sguardo, disperata, sforzandosi di smettere di piangere. "Hai fatto il meglio che potevi. È una gran fortuna che Astra sia al sicuro, sono d'accordo, ma non puoi darti la colpa di ciò che sarebbe potuto accadere. Questa è una guerra. Dobbiamo solo assicurarci che non accada di nuovo, okay?"

Mentre lei annuiva, la scena vorticava via. Guardai il vero Albus, ancora di fianco a me. Mentre lei piangeva per avermi messo in pericolo, noi sospettavamo un suo tradimento.

Arrivammo nel dormitorio, dove Wren e Colette-del-Ricordo erano sedute sui propri letti, ognuna a farsi i fatti suoi. La vera Wren mi diede un colpetto. "È successo poco dopo quella discussione che abbiamo avuto, ricordi? Riguardo mio zio che pensava fossi la discendente di Voldemort."

Wren-del-Ricordo alzò all'improvviso gli occhi dal libro. Studiò Colette-del-Ricordo per un attimo (Colette non sembrò accorgersene), poi disse, "Io... Penso che Astra ed Albus inizino a sospettare qualcosa."

Colette alzò lo sguardo, guardando il muro opposto, poi chiuse il libro. "Ne sei sicura? Potrebbero star facendo tantissime cose che non riguardano sospetti verso di te."

"No, penso davvero che sia così. Magari non sanno cosa, ma sanno che c'è qualcosa sotto. Forse dovrei solo dirgli la verità."

"Non puoi!" Colette esclamò. "Hai promesso che non lo avresti fatto!"

"Non puoi impedirmelo," Wren disse, accigliandosi.

"Non dovrei averne bisogno, perché il pensiero di metterli in pericolo dovrebbe bastare. Sei stupida?"

"Non voglio continuare a mentire!"

La nebbia tornò, e con essa una raffica di scene: Colette e Wren che litigavano, o loro che lavoravano insieme per nascondere il fatto che Wren era andata via, incontri col signor Potter, incontri con suo zio, molte scene per le quali non avevo contesto, inclusi sconosciuti in catene ed auror (oppure membri dell'ES?) e Wren e il signor Potter.

All'improvviso ci ritrovammo nell'ufficio del signor Potter, col signor Potter-del-Ricordo che chiedeva ad una molto isterica Wren di calmarsi e di cominciare dall'inizio. Lei iniziò a raccontare una versione più lunga di ciò che è successo il giorno in cui sono stata avvelenata, che aveva detto a suo padre del piano di spaventare Lily nella Stamberga Strillante, ma che convenientemente non aveva avuto modo di dirgli che Astra si era presa una punizione, e quindi suo padre e qualcun altro avevano passato parecchie ore nei boschi attorno alla Stamberga Strillante per non trovare nessuno eccetto qualche ragazzo del terzo anno. Suo padre era arrabbiato, lo capiva, e lo aveva notato volare sopra la città parecchie volte durante il pomeriggio e non l'aveva menzionato. Lei aveva intenzione di inventarsi qualche scusa per tenere lontani i suoi amici dalla Stamberga Strillante, probabilmente minacciandogli di togliergli punti per come trattavano Lily, ma così andava anche meglio. E poi ci aveva beccati a sgattaiolare fuori e si era resa conto che forse c'erano ancora degli agenti ad Hogsmeade. Il signor Potter sussultò, le chiese se era seria, e poi corse via senza dire un'altra parola.

Poi la nebbia tornò e per un attimo ci riportò di nuovo nel dormitorio, con Wren e Colette-dei-Ricordi che discutevano nel mezzo della stanza.

"Mi hanno seguita per tutto il giorno, credo abbiano dei sospetti o qualcosa di simile."

"Non essere ridicola," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Di cosa dovrebbero essere sospettosi?"

"Io non... Insomma, so che hanno avuto una discussione con James. Sembrava che riguardasse questo."

"Almeno lui non ha creduto alle loro parole," Colette disse. Si sedette sul bordo del suo letto.

"Non è questo il punto," Wren disse, alzando le mani frustrata. Ci fu una pausa, poi, "Non posso farlo più."

"Cosa?"

"Non posso farlo più," Wren ripeté. "Vado a dirlo a—"

"No, Wren!" Colette disse secca. "Non puoi! Ti uccideranno, insieme a tutti quelli che ne sono a conoscenza. Lo vuoi davvero? Ne vale la pena?"

"Non posso più mentire!"

"Wren, devi essere forte."

"Io... Non posso."

"Beh allora, vatti a scavare la tua tomba, perché io di certo non ne ho intenzione."

All'improvviso, la porta si aprì, e c'era Me-del-Ricordo, che le fissava a bocca aperta ed occhi sgranati. Io mi misi le mani in faccia, e la vera Wren mi sorrise.

"Ciao, Astra," Colette disse calma, dopo un momento. Si allungò verso il suo comodino e prese un libro. "Ci stavamo solo confrontando su un progetto per Antiche Rune. Va tutto bene?"

"Bene..." Disse Me-del-Ricordo. La scena collassò quando io attraversai la stanza.

Ci ritrovammo di nuovo nel dormitorio, solo che era un po' diverso. Wren-del-Ricordo era appena entrata, e Colette-del-Ricordo sussultò per il rumore, poi si girò per rivolgere la sua occhiataccia fuori la finestra. Wren chiuse la porta e vi lanciò sopra un incantesimo, poi andò dietro di lei. "Quando è successo?" Chiesi, anche se avrei già dovuto intuirlo.

"Poco dopo il vostro litigio con Colette," disse la vera Wren, proprio quando Wren-del-Ricordo iniziò a parlare. "Colette, devono crederti! Puoi spiegarti, oppure ci provo io-"

"No." Colette si girò di scatto. "Tu non gli parlerai per nessun motivo."

Wren sbatté gli occhi. Perché no?"

Colette scosse la testa. "Fingerai di non credermi nemmeno tu."

"Cosa?" Wren scosse la testa, confusa. "No, non lo farò."

"Sì che lo farai," Colette disse. Non l'avevo mai vista così seria. Era terrificante. Prese il braccio di Wren per impedirle di sclerare ulteriormente. "La mia vita non dipende da cosa loro pensano di me, okay. Ma la tua? Certo che sì. Se la tua famiglia penserà che ti sei in qualunque modo compromessa, ti tireranno fuori da qui entro ora di pranzo. E se c'è davvero un'altra spia qui, lo sapranno subito se Astra ed Albus ti allontanano."

"Ma... Ma loro non..." Wren scosse la testa. "Di certo riuscirai a spiegarti. O potresti spiegarlo a me, e glielo dico io."

"No." Colette si tirò indietro. "Già sospettano di te, ma chissà cosa ha sentito Astra la scorsa settimana? Potrebbe anche essere meglio, se pensano che anche tu non ti fidi di me. In ogni caso, starò bene, okay?"

Si sentì il suono di qualcuno che provava ad aprire la maniglia. Wren sussultò, poi guardò Colette, che non mosse un dito. Dopo un secondo, fece spallucce e andò verso la porta. L'uscio pareva vuoto, e Wren-del-Ricordo si guardò intorno prima di chiudere di nuovo la porta. "Non c'è nessuno. Mi sa che ce lo siamo immaginato." Si fermò, poi guardò verso la porta. "Oppure no."

"Teniamoci a distanza per un po', okay? Passa il tempo con James, o con loro, comportati normalmente, e asseconda tutto ciò che dicono Astra e Albus."

"Colette, no."

Colette si morse il labbro. "Per favore, Wren. Non voglio che tu rimanga coinvolta. Sei una delle mie migliori amiche."

Wren-del-Ricordo la fissò, poi finalmente annuì. "Se ne sei sicura."

"Lo sono."

E poi venimmo trascinati via di nuovo, finendo nella sala d'ingresso. Vidi Albus-del-Ricordo e me uscire mentre Wren-del-Ricordo saliva la scalinata di marmo. Doveva essere la mattina precedente. Si guardò le spalle mentre le porte si chiudevano dietro di noi. Appena si sentì il tonfo di chiusura, lei iniziò a correre. Noi corremmo dietro di lei, superando corridoi perlopiù vuoti e l'occasionale fantasma verso l'ufficio della professoressa Patil.

Lei piombò dentro, e la professoressa Patil-del-Ricordo sussultò, facendo cadere il compito che stava valutando. "Oh, ciao, Wren, cosa posso-"

"Professoressa, Astra ed Albus sono in pericolo, deve sbrigarsi," Wren disse, respirando pesantemente."

La professoressa Patil si alzò immediatamente. "Cosa succede?"

"Mio padre, al campo di Quidditch, non c'è molto tempo," Wren disse, scostandosi mentre la professoressa Patil usciva fuori.

"Chiama gli auror," disse la professoressa Patil, prima di iniziare a correre. Wren le corse dietro, e la scena vorticò via prima che potessimo vedere altro.

E ci trovammo di nuovo nell'ufficio del professor Potter.

Per un attimo, nessuno disse nulla. Wren si mordeva nervosamente il labbro, con gli occhi che correvano tra James, Albus e me come in attesa di un verdetto. Colette sembrava pronta a picchiarci se avessimo scelto quello sbagliato.

Ci eravamo sbagliati così immensamente. Come avevamo fatto a non pensarci? Com'era possibile che in tutti i nostri tentativi di trovare una spiegazione alternativa, questa non ci era mai venuta? Aveva più senso di ogni altra cosa. L'anno prima era terrorizzata dalla sua famiglia, ma ora che ci pensavo, non aveva ricevuto nessuna lettera o visita minacciosa ad Hogsmeade quest'anno. Perché no? Se stavano provando a coprire tutto ciò, perché fermarsi? Non lo avrebbero fatto. E Wren, la ragazza così palesemente tormentata dal proprio tradimento, ci avrebbe traditi di nuovo?

Wren abbassò lo sguardo. "Se... Se non mi credete, il signor Potter tornerà presto, sono sicura..."

"Ti crediamo," Albus disse piano. Un attimo dopo mi guardò, come per conferma.

Io annuii. "Mi dispiace così tanto, Wren..." Mi avvicinai a lei e la tirai in un abbraccio. "Non posso credere di aver mai pensato che..."

"No, smettila," disse piano. "Avrei dovuto dirvelo."

"Stavi tentando di proteggerci," James disse mentre lei si staccava da me, sorridendo leggermente. "Non posso credere che tu non ce lo abbia detto per così tanto. Sapevi ciò che pensavano, non hai..."

Wren arrossì. "Beh, sapevo che tu non pensavi che fossi una traditrice. Se Astra e Albus non si fidavano di me, almeno c'eri tu."

James sbatté gli occhi, arrossendo a sua volta. "Oh." Lui sorrise e la abbracciò, poi fece un passo indietro, tenendo le mani sulle sue braccia. "Sei così coraggiosa, Wren."

"Non molto," disse lei, arrossendo di nuovo. "Faccio solo quello che devo."

"Il che è dannatamente coraggioso." James la fissò, con un'espressione in viso che non riconobbi per qualche secondo, finché lui non chiese, piano, "posso baciarti?"

Wren sbatté gli occhi, poi annuì leggermente, con un timido sorriso in volto. Lentamente, entrambi si avvicinarono, ed io distolsi lo sguardo. Albus aveva le mani davanti al viso, con gli occhi sgranati per l'orrore. Colette alzò gli occhi al cielo, brontolando qualcosa sul tempismo. Non durò molto, però.

"Che bella location per il vostro primo bacio," Albus disse, abbassando le mani. "L'ufficio di papà."

"Zitto, Albus," James disse, accigliandosi. "Sei solo geloso."

Albus alzò gli occhi al cielo e fece per ribattere, ma gli misi una mano sul braccio e scossi la testa. Sia Wren che James sembravano alquanto agitati, coi visi rossi. Entrambi sorridevano però, quindi intuii che fossero abbastanza felici.

"Oh," Albus disse all'improvviso, girandosi verso Colette. "Starai pensando che ti stiamo ignorando. Mi dispiace che abbiamo sospettato anche di te."

Colette alzò un sopracciglio, leggermente sorpresa. "Volevo che voi sospettaste di me." Un sorriso le balenò in volto. "Ma grazie."

Wren sorrise. "Sono davvero felice di aver detto tutto."

Annuii. Anche io."

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Caro Padre,

Sono felicissima di annunciarti che mi sbagliavo completamente su ogni singola cosa. Sono emozionata ed entusiasta e così felice di essermi sbagliata. Dovrei cominciare dall'inizio? Forse.

Quindi, James ha affrontato Wren, nonostante tutto ciò che abbiamo fatto per fermarlo. Si è scoperto che ci eravamo sbagliati, però. Non è una spia per suo zio. Cioè, tecnicamente si sta più o meno comportando come tale, ma sta facendo il doppio gioco per conto del signor Potter. Lo fa dall'anno scorso.

Lo ha anche dimostrato. Il signor Potter ha un Pensatoio, e ci ha mostrato tutti i ricordi che la scagionavano. Tipo ieri? È stata lei a dire alla professoressa Patil che eravamo in pericolo. E quando sono stata avvelenata lei ha fatto di tutto per impedirci di incontrare qualcuno ad Hogsmeade.

Chiaramente, mi sento un po' orribile. Non riesco a credere di aver sospettato di lei così a lungo. E lei lo sa da un bel po'. Ha dovuto vivere con la consapevolezza che non ci fidavamo di lei per così tanto tempo. E il signor Potter le ha fatto giurare di non dire niente, per tenerci al sicuro. Lei ha voluto la nostra sicurezza più di quanto volesse la nostra fiducia. E sono al corrente delle sue tendenze auto-distruttive, so che non pensa di meritarci come amici già normalmente, ma ancora non riesco a credere che ci tiene così tanto.

Grazie per aver ascoltato i miei sospetti e per avermi aiutata. Anche se si è scoperto che mi sbagliavo, credo che i tuoi consigli sarebbero stati i migliori in caso avessi avuto ragione. Ti voglio bene e mi manchi.

Con affetto, Astra




Spigolo autore

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Alla prossima!

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