Capitolo 3 - Prefetti
La Gazzetta del Profeta
N° 101,813
17 Agosto 2021
Predatel all'attacco! Case Dipendenti del Ministero Sotto Assedio!
La scorsa notte sul tardi, mentre il Capo dell'Ufficio del Trasporto Magico, Claudia Ewell, stava mettendo a letto i suoi due figli, foto in fondo, un terrorista al soldo dei Predatel ha dato fuoco alla loro casa. Lei e suo marito sono riusciti a tirare fuori i figli, ma la famiglia è attualmente al San Mungo per ustioni gravi ed inalazione di fumo...
Gli Ewell non sono stati gli unici bersagli. La scorsa notte sono giunte almeno sei segnalazioni di case in fiamme, tutte di proprietà di ufficiali d'alto rango del Ministero...
~~~~
I Potter andarono a casa qualche giorno dopo, ed io tornai alla noia e alla solitudine. Avevamo in programma un giro a Diagon Alley qualche settimana dopo, ma nel frattempo non li avrei visti molto. Così tanto tempo da sola coi miei pensieri. Sarebbe stato ottimo, se non cercassi di rimuovere per sempre dalla mia mente la maggior parte di quei pensieri.
L'estate passò più o meno come al solito, se escludiamo paura ed ansia. Spesso a casa, con Toire o zia Andromeda. A quanto sembrava, c'era un sacco di roba da preparare per la bambina, ed io accompagnai Toire in molti giri di shopping nel mondo babbano, così che lei fosse sicura che la sua piccola avesse il meglio. Sotto questo aspetto il mondo magico non offriva nulla che i babbani non superassero in adorabilità.
Passai una settimana dai Malfoy e scoprii che Ciara sarebbe stata capitano di Quidditch di Serpeverde, e che lei e Scorpius erano anche prefetti. Lei sembrò molto compiaciuta dal fatto che io non fossi nessuno dei due per Grifondoro, incitandomi a chiederle cosa le aveva fatto pensare che sarei stata una qualunque delle due cose. Per la prima, Fred era più ossessionato dal Quidditch di chiunque altro conoscessi. Per la seconda, non avevo mai avuto un grammo di speranza di diventare prefetta, e il fatto che Ciara lo fosse mi stizzì leggermente, considerando che almeno metà dei guai che avevo causato la riguardavano in qualche modo.
A parte quella discussione, fu una settimana tranquilla. Certo, Ciara ed io ci odiavamo ancora per principio, ma stava diventando sempre meno evidente. Con Elcie e Scorpius sempre intorno per allentare la tensione, quei giorni passarono senza il minimo incidente.
Tornai a casa il giorno prima di andare a Diagon Alley. Non avevo messo piede nel mondo magico sin da quando ero tornata a scuola. Mi chiesi se non fosse zia Andromeda la responsabile. A me non dispiaceva.
La notte prima del giro, Teddy ed io decidemmo che era ora che imparassimo a cucinare. Bandimmo zia Andromeda e Victoire dalla cucina e ci mettemmo a preparare il piatto più semplice che mi venne in mente - zuppa di pollo con crostini.
Mentre mescolavo la zuppa, sbirciai verso mio cugino. "Teddy, tu sei nell'ES, giusto?"
Si immobilizzò nell'atto di aprire una scatola di crostini. "Dannazione, Astra, non dovresti saperlo."
"Davvero pensavi che Albus non me lo avrebbe detto?"
Teddy fece una smorfia. "Non ne hai parlato di fronte a nonna, vero?"
"Sa che io so. Ma pensi che sia un'idiota?"
Teddy si accigliò, come per decidere cosa rispondere. Alzai gli occhi al cielo. "Non lo sono!"
"Okay, okay." Teddy prese il cucchiaio dalla mia mano ed iniziò a mescolare la zuppa per conto suo. "È troppo segreto, Astra. Non posso dirti nulla. E quando andrai a scuola, non potrai parlarne con nessuno. C'è chi potrebbe perdere il lavoro, o la vita."
"Lo so," dissi, accigliandomi. "Ritengo che, tra tutti, io sia in grado di capirlo. E tra tutti, io dovrei saperne qualcosa."
Teddy sospirò. "Lo so, Astra. È dura. Mi dispiace non poterti dire di più. Non preoccuparti, però. Andrà tutto bene."
"Oh, sì, magnifico," dissi, alzando la voce. "Ora sto molto meglio. Ho visto un uomo uccidere il mio preside di fronte a me, sono stata torturata da lui, e ora non posso sapere niente, ma non devo preoccuparmi, perché andrà tutto bene! Non sono più una bambina! Non dovrei essere trattata come tale!"
Teddy mi fissava come se fossi una bomba da disinnescare, ma non sapeva come fare. Presi un bel respiro, poi abbassai lo sguardo sul bancone. Non volevo urlare, e nemmeno arrabbiarmi. "Scusami."
"No, non scusarti," Teddy disse a bassa voce. "Hai tutto il diritto di sentirti così. Lo farei anch'io." Mi tirò lentamente in un abbraccio. "Senti questa, Astra. Se succederà qualcosa di grosso, te lo dirò, okay? Sarà il nostro segreto."
Sorrisi leggermente e ricambiai l'abbraccio. "Grazie, Teddy."
In quel momento, un odore di bruciato mi arrivò al naso. "Oh no!"
Lo sentì anche Teddy. Fece un salto all'indietro, girandosi verso il fornello, sul quale la pentola di zuppa stava cacciando fin troppo fumo.
"Mettila nel lavandino!" Esclamai.
Teddy eseguì, aprendo l'acqua e inondando la cucina di vapore mentre l'acqua entrava in contatto con la zuppa bollente. Servì a togliere la puzza di bruciato, però.
"Ecco," Teddy disse, fissando la nostra creazione. "E adesso?"
Aprii il frigo. "Avanzi?"
Dieci minuti dopo, il tavolo era apparecchiato con piatti pieni di pollo in casseruola, arrosto di manzo, verdure grigliate, e i nostri crostini. La zuppa era ancora nel lavandino, come prova che sì, ci avevamo provato davvero, in caso Victoire o zia Andromeda avessero chiesto. Lo fecero. E si misero a ridere quando dicemmo che l'avevamo fatta bruciare. Ben presto, ridevamo tutti ai racconti di quando loro avevano rovinato dei pasti.
Andai a letto di buonumore quella notte. Va bene, avevo urlato, e mi ero arrabbiata con Teddy, nonostante non ce l'avessi con lui, ma non era andata troppo male. Non aveva capito che la rabbia era sintomo di un problema più grande. Non ero arrabbiata con lui; ero arrabbiata con la mia paura, con il mio essere inerme in tutta questa situazione.
Quella notte, sognai. Sognai un uomo che non avevo mai incontrato, il terrore di una generazione passata. Sognai di diventare l'uomo che nessuno osava nominare. Mi svegliai piangendo.
Non era la prima volta che sognavo Voldemort. L'idea che potesse essere mio nonno mi tormentava. Non capivo se i miei sogni erano semplicemente causati dalla mia paura di Voldemort, o se erano veri, ma mi spaventavano. Li odiavo. Erano l'unica ragione per cui non volevo tornare a scuola, dove forse sarei stata costretta a parlarne con qualcuno una notte.
Questa paura era quasi peggiore di quella per Stillens, perché era segreta. Non avevo detto a nessuno tranne al signor Potter che Stillens avesse suggerito quest'idea. Mi rifiutavo di far sapere a qualcun altro cosa pensavo di me stessa. E così mi calmai, cercando di non fare rumore, e stendendomi, sapendo che non sarei riuscita ad addormentarmi di nuovo. Provai a pensare ad altro. Quando questo non funzionò, tentai di convincermi che non era possibile. Alla fine crollai in un mezzo-sonno stressato per il resto della notte, e mi svegliai più stanca di prima.
Con la luce arrivò la capacità di togliermi questi pensieri dalla testa. Mi vestii in fretta, sperando che la distrazione di Diagon Alley mi avrebbe aiutata a sentirmi meglio riguardo parecchie cose.
Avremmo incontrato i Potter lì. Teddy suggerì di Smaterializzarci. Tuttavia, avrei gradito non dovermi mai più Smaterializzare in vita mia, e lo dissi. Io, almeno, avrei usato la Polvere Volante. Zia Andromeda decise che avrebbe viaggiato anche lei in quel modo (sono abbastanza sicura che si preoccupasse che vedere altre persone Smaterializzarsi potesse sconvolgermi, ma non so perché avrebbe dovuto pensarlo). Toire disse che Smaterializzarsi era pericoloso per la bambina, e Teddy finii per prendere la Metropolvere con noi. I Potter ci stavano aspettando al camino comune fuori al Paiolo Magico quando arrivammo.
"Ora dobbiamo solo aspettare zio Ron e zia Hermione," Albus mi disse. "Cioè, penso che noi quattro potremmo andarcene," indicando James, Wren, sé stesso, e me, "ma Rose potrebbe arrabbiarsi."
"Dovremmo aspettare," Wren disse, accigliandosi verso di lui.
"Non ho mai detto il contrario!" Albus esclamò in difesa.
"Calmati," James disse, alzando gli occhi al cielo. "Wren ha ragione, tu hai torto, fine della storia." Albus lo guardò male ma non rispose.
I Weasley finirono per Smaterializzarsi, scatenando gli istinti da mamma chioccia di zia Andromeda, che si placarono solo quando le assicurai che stavo benissimo. Rose sorrise mentre i suoi cugini, che ancora non avevano mai provato la Smaterializzazione Congiunta, si lamentavano di quest'ingiustizia. Wren ed io gli dicemmo che non era molto divertente, ma non credo che ci abbiano ascoltate.
Con la promessa di incontrarci al Paiolo Magico qualche ora dopo, noi cinque partimmo alla ricerca delle nostre scorte. Per la prima volta, non avevo bisogno di visitare la mia camera blindata. Altra opera di zia Andromeda. Aveva insistito in primo luogo per spostare le mie ricchezze in un'altra camera blindata, un processo che infastidì profondamente i folletti e che avrebbe richiesto "lungo tempo, invero," secondo il rappresentante che aveva incontrato. In secondo luogo, aveva deciso che finché avrei vissuto sotto il suo tetto, non avrei mai dovuto andare di nuovo alla Gringott, e in effetti le fui immensamente grata per questo. Era troppo presto. Quindi, mi aveva dato un borsellino e mi aveva mandato a comprare la roba.
"C'è un libro in più nella mia lista," Albus disse, accigliandosi, confrontando la sua con la mia.
"Guardate il titolo," dissi, alzando gli occhi al cielo. "Attitudine al Comando Responsabile nel Mondo Magico sembra proprio un libro da prefetto."
"Sei prefetto?" Rose chiese. Quando Albus annuì, lei sorrise. Un sorriso forzato, pensai io. "Congratulazioni, Al!" Si fermò per un secondo, poi sospirò. "Non capisco come mai non sia prefetta. Avremmo potuto farlo insieme. Non sarebbe stato divertente?" Albus annuì lentamente mentre Rose sospirava. "È da anni che desidero essere prefetta. Sia mamma che papà lo sono stati! Non capisco."
Wren si era irrigidita appena Rose aveva iniziato a parlare, ed ora mi fissava preoccupata. James si intromise prima che potessi cambiare argomento, però. "Forse chiunque sia stata nominata sarà una prefetta migliore." C'era un'affilatezza nella sua voce che Rose non sembrò cogliere, ma io lo guardai male.
"Una ragazza nel nostro anno? Un prefetto migliore? Come no." Rose incrociò le braccia. "Non avete parlato con Colette di recente, vero? Scommetto che è lei. Insomma, di certo non è Lacy, o Iris, o tu, Astra-"
"E perché no?" Chiesi, indignata all'improvviso, anche se non sapevo perché. Sapevo che ero un 'ovviamente no' in termini di prefetti, e lo avevo sempre saputo.
Rose stava provando ad aggiustare la situazione. "Mi dispiace, non intendevo quello, stavo solo pensando che finisci spesso nei guai, anche se non è tutta colpa tua, suppongo..." Lasciò la frase in sospeso, rivolgendomi lo stesso sguardo preoccupato che Teddy aveva avuto la sera prima. Lo sguardo da 'bomba ad orologeria'.
Sorrisi. "Sto scherzando. Le mie possibilità erano le stesse di James. Senza offesa."
"Tanto non volevo diventare prefetto," James mi disse. "Solo i perfettini smorfiosi come Albus e il tuo ragazzo-"
"Hey! Albus non è un perfettino smorfioso!" Esclamai. "E nemmeno Marcus lo è."
Il sorriso grato di Al si affievolì leggermente quando nominai Marcus, quindi cercai di nuovo un modo per cambiare argomento. Sfortunatamente, Rose aveva già preso le redini.
"È solo che credo di essere più qualificata di Colette," stava dicendo. "Perché lei? Non capisco. Non è la migliore della classe."
"Forse non è lei...?" Albus disse con delicatezza. "Insomma, ci sono altre ragazze..."
"Nessuna che potrebbe essere prefetta!"
"Evidentemente una c'è," James disse senza alcuna empatia.
"Chi?" Rose esclamò. "Deve essere Colette, ma non ha alcun-"
"Sono io," Wren disse subito, allontanandosi di un passo da Rose mentre lo diceva. Sembrava addirittura spaventata, e non potevo certo biasimarla. Rose sembrava parecchio sconvolta da tutto ciò.
Rose, tuttavia, si limitò a sbattere gli occhi. "Tu? Davvero?"
"È così difficile da credere?" James la difese. "Ha bei voti, e non infrange mai le regole. Ha perfettamente senso."
"È solo... Avrei pensato..." Rose sbatté gli occhi verso Wren, e non capii se stava raccogliendo le idee o se stesse decidendo se fosse il caso di esprimerle.
James non mollò. "Avresti pensato cosa? Che una ragazza con un 'passato criminale' o roba simile non potesse essere prefetta? È una cazzata, Rose. Wren è innocente quanto te, ed è stata scelta al tuo posto, quindi chiudi il becco e fattene una ragione."
Il volto di Rose tradì il fatto che era esattamente ciò che pensava, ma sembrava anche arrabbiata, e non la biasimai. "Non sai di cosa stai parlando, James Potter! Non penso nulla del genere!" Chiuse gli occhi, facendo un respiro, e si girò verso Wren. "Mi dispiace che abbia detto quelle cose, perché non sono vere. Sarai un'ottima prefetta, ne sono sicura." Con un'ultima occhiataccia a James, Rose uscì dal negozio da sola.
Ci fu silenzio per un secondo quando se ne andò. James sembrava essere uscito completamente illeso dalla tempesta di Rose, ma Wren stava tremando leggermente, ed Albus ed io fissavamo James sconcertati. Dopo un secondo, James sospirò. "Che c'è?"
"Perché diamine lo hai fatto?" Chiesi.
"Perché stava facendo la cretina!"
"Anche tu!" Albus esclamò.
"E niente di tutto quello era vero," dissi, sbirciando verso Wren. "Nessuno lo pensa davvero."
"Non sono stupida," Wren rispose. "So che in molti lo penseranno. È solo che non pensavo fosse qualcuno di così vicino."
"Non avrebbe dovuto," James disse a bassa voce, "E giuro che sfiderò a duello chiunque affermi che non te lo meriti, okay?"
Wren scosse la testa. "Non servirà a nulla."
"Per favore non andare in giro a maledire la gente," Albus disse, accigliandosi. "In primo luogo, non sai come sarà il nuovo preside."
James gemette. "Francamente, dovrebbe essere il professor Paciock."
Sbirciai la mia lista dei libri. "Pensi che il Ministero darebbe Hogwarts in mano ad uno dei migliori amici di tuo padre quando stanno facendo di tutto per togliergli potere?"
"No, ed è stupido." James prese uno dei libri che gli servivano dallo scaffale.
"Come tutto il resto," Albus concordò. "Pensiamo a trovare i libri. Per il momento non possiamo farci niente."
Aveva ragione. L'immobilità era una cosa tremenda, ma era la realtà. Non potevamo fare niente all'infuori di continuare a vivere le nostre vote come se fosse tutto normale. Ma non era così. Era tutto sbagliato. E lo odiavo. Ribollii in silenzio mentre prendevamo i nostri libri e il resto dell'attrezzatura scolastica.
"Astra, stai bene?" Wren chiese. Eravamo qualche passo dietro ai Potter e ci dirigevamo verso Tiri Vispi Weasley.
"Non proprio."
Wren mise il suo braccio attorno al mio. "Sai, sono certa che mio zio odi il fatto che tu possa camminare in pubblico e non avere paura. Lo stai già contrastando, comportandoti come se tutto fosse normale."
Alzai un sopracciglio, mentre un sorriso tremolò sul mio volto. "Non ci avevo pensato in questi termini."
Wren sorrise. "Aiuta?"
"Un po', sì. Grazie." Una volta tanto, era la verità.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top