Capitolo 24 - Mollicci
La Gazzetta del Profeta
N° 102.111
29 Febbraio 2022
Isaac Predatel Avvistato Vicino Edimburgo!
Maisey Haughland, residente ad Edimburgo, dichiara di aver visto Isaac Predatel trasformarsi in uccello fuori dalla sua finestra e volare via. Gli auror stanno attualmente investigando, ma il Ministero consiglia a tutti i cittadini di rimanere a casa se non per assoluta necessità, e di non correre rischi inutili...
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"Come sono certo sarete entusiasti di sapere," disse il signor Potter un giorno alla fine della lezione, "il vostro periodo preferito dell'anno è quasi arrivato."
Ci guardammo tutti l'un l'altro incerti; era fine Febbraio, quindi non poteva nemmeno parlare di Pasqua a quel punto, anche se dubitavo che le vacanze di Pasqua fossero il periodo preferito dell'anno di qualcuno. Il signor Potter ci sorrise mentre mormorii di confusione inondavano l'aula. "Ovviamente, sto parlando dei Mollicci." Un gemito da tutta la stanza. Il signor Potter lo ignorò. "Sto cercando da Novembre, e ho finalmente trovato un Molliccio nel castello! Inizieremo ad affrontarli giovedì, quindi preparatevi!"
"Non mi piacciono i Mollicci," Colette disse brusca quando uscimmo.
"Possono mai piacere a qualcuno, Colette?" Albus chiese, provando a non sorridere.
Colette si accigliò verso di lui abbastanza a lungo da far sparire il sorriso. "Posso fare in modo che il tuo Molliccio sia io con molta facilità, Albus Potter." Lui alzò le mani in segno di resa, e Colette alzò gli occhi al cielo. "Mi sa che salterò."
"Non puoi saltare la lezione!" Wren esclamò.
"Beh, ne ho la facoltà fisica," disse lei sarcastica.
"Sul serio, Colette," dissi, sospirando. "Tra tutte, proprio questa? Il signor Potter se ne accorgerà. E verrà a parlare con te perché è il nostro Direttore."
"Vuoi davvero una conversazione a cuore aperto con mio padre?" Albus chiese, alzando un sopracciglio. "Insomma, se la vuoi, salta la lezione senza problem..."
Colette ci guardò male. "Vi odio tutti." Prima che potessi dare una risposta intelligente, lei marciò via verso la Stanza delle Necessità.
Mentre la guardavamo andarsene, Wren mi guardò incerta. "Significa che non salta?"
"Credo di sì." Onestamente non ne avevo idea. Dopo quattro anni, ancora non capivo cosa succedeva nella testa di Colette. Quest'anno era solo diventata più strana, a quanto sembrava.
"Comunque non salterebbe mai i Mollicci," Albus disse, mettendo un braccio attorno alle spalle di Wren. "Dobbiamo esserci tutti gli uni per gli altri, vero?"
A quel punto la voce iniziò a sussurrare, qualcosa su come tradire gli amici non era esserci per loro, ma la mandai via. Stavo diventando più brava a farlo. "Esatto. Colette lo sa."
"E poi, non è che il suo sia poi così brutto," Albus disse, alzando gli occhi al cielo. "È solo l'altezza. Sa che non è reale."
"Meglio di un Dissennatore."
"O un cadavere."
"O mio zio."
Camminammo in silenzio per qualche momento, ognuno perso nei propri pensieri. I miei erano i seguenti: Se lo zio di Wren è ancora la sua paura peggiore, non può essere una spia per lui. Non ne avrebbe paura se stesse facendo ciò che vuole, giusto? Quindi questa stupida vocina può lasciar perdere una volta e per sempre. Questa sarà la prova.
La vocina aveva una risposa. Magari userà l'Occlumanzia sul Molliccio.
Non so nemmeno se è possibile, pensai per dispetto, poi mi fermai in mezzo al corridoio. Occlumanzia. Mi ero scordata che Wren l'avesse imparata. Perché lo aveva fatto. Se la vocina aveva ragione, probabilmente ci stava già tradendo, o almeno ne aveva l'intenzione, quando aveva chiesto a Colette di insegnargliela. Quindi perché mai avrebbe dovuto farlo? Aveva detto che aveva paura di ritornare. Era vero? Non era tornata, quindi se quella era la ragione, l'aveva imparata per niente. Quindi, forse... Forse aveva intenzione di usarla su qualcun altro. Il signor Potter, per esempio. O magari perfino Hestia Carrow.
"Astra?" Alzai lo sguardo e vidi che Albus e Wren si erano fermati qualche metro più avanti, e mi guardavano preoccupati. "Tutto a posto?" Wren chiese.
"Sto bene," dissi, correndo per raggiungerli. "Scusate." Scacciai la voce, arrabbiata per averle permesso di parlare così a lungo.
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A cena, James si precipitò in sala con dieci minuti di ritardo. Si sedette vicino a Wren e si guardò attorno. "Papà vi ha detto che ha trovato un Molliccio?"
"No," Albus disse sarcastico, alzando gli occhi al cielo. "Non lo sai che adora farci la sorpresa con quelli?"
"Silenzio." James guardò male Al, poi si girò verso noialtre. "Anche noi dobbiamo affrontarli, nel mio anno. Però ci insegnerà come ingannarli."
"Perché non può insegnarlo a noi?" Chiesi.
"Perché siete tutti dei bambini?" James offrì. "No, non è questo il punto. Stavo per dire che io ho Incantesimi proprio quando voi avete Difesa Contro le Arti Oscure, quindi non è che abbia qualcosa di importante che non posso perdere. Mi intrufolerò in classe con voi."
"Papà non te lo lascerà fare," Albus fece notare.
"Papà penserà che ho un'ora buca," James disse, scuotendo la testa.
"Perché dovrebbe pensarlo?" Wren chiese.
"Semplice. Gli dirò che ho un'ora buca."
"Non puoi mentire a tuo padre!"
James accarezzò dolcemente il braccio di Wren. "Tranquilla, non è che voglio mentirgli su una cosa seria."
"Non dovrei mentire punto e basta," Wren disse fermamente."
Albus ed io ci scambiammo uno sguardo, poi entrambi arrossimmo e abbassammo gli occhi. Stavolta ci volle un po' di sforzo per zittire la vocina.
"Insomma, non è che voi non abbiate mai affrontato i vostri Mollicci," James stava dicendo, "Ma ho pensato che valeva la pena venire. Per supporto morale, no?"
"Grazie," Albus e Wren dissero allo stesso momento (solo Albus in modo sarcastico).
James fece di tutto per farci parlare di altro. All'inizio fece una battuta sul fatto che Colette era sparita, ma dopo che spiegai perché se n'era andata, lasciò perdere quell'argomento. Si mise a blaterare roba sugli allenamenti di Quidditch (Fred si stava concentrando troppo sull'attacco, quando per Serpeverde ci serviva davvero la difesa), sui melodrammi che Marcus stava causando (ci aveva provato con Lillie Collins, e lei lo aveva maledetto nel bel mezzo di Trasfigurazione; la professoressa Patil non aveva alzato gli occhi dalla cattedra ma aveva assegnato cinque punti a Grifondoro per 'ottima abilità di tiro a segno'), e sulle ultime notizie (Carrow era stata dichiarata innocente per quanto riguarda intenti malevoli nel nascondere la mia storia, e il comitato d'investigazione aveva stabilito che lei aveva solo fatto ciò che era nell'interesse della maggioranza, in base alle informazioni che aveva).
"Carrow deve andarsene," Albus disse, sospirando. "È davvero ridicolo. Come può sopprimere tutta la storia essere "nell'interesse" del popolo?"
"Hanno detto che lei non aveva tutte le informazioni," James sbuffò. "Una bugia bella e buona. Le hai raccontato tutto ciò che hai detto nella tua intervista, giusto?"
Annuii. "Mi disse solo che il Ministero non poteva fidarsi di me. Anche se Harry Potter mi credeva."
James annuì pensoso. "Sapete, mi chiedo... Avete mai pensato che Carrow potesse averci guadagnato qualcosa a mantenere il silenzio?"
Lo fissai, sorpresa di non averci mai pensato, considerando quanto sembravo essere brava a pensare il peggio di tutti. Aveva anche un minimo di senso.
"Che intendi?" Albus chiese lentamente.
"Proprio quello che ho detto. Forse... Forse Carrow è stata corrotta da Stillens, o roba del genere."
Wren si accigliò, inclinando la testa di lato. "Sembra improbabile. Se mio zio avesse la Ministra della Magia sotto controllo, che altro gli servirebbe? Avrebbe praticamente l'interno governo inglese a portata di mano. Per esempio, non dovrebbe sforzarsi tanto per arrivare ad Astra."
Anche quello aveva senso. Più senso della teoria di James. James continuò a discuterne per qualche minuto, e le sue prove si assottigliarono sempre più mentre Wren ed Albus gli facevano notare le lacune. Mi chiesi se fosse così che James ed io finivamo per apparire ogni volta, riguardo Ciara e Nico ed Haverna e chiunque avessimo mai sospettato di attività illegali. Di certo, era così che apparivo anche io, adesso, e se fossi stata capace di esporre a voce alta ciò che diceva la voce, lo avrei capito. Il problema era che non potevo parlarne con nessuno.
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"Quindi ho detto a Colin di dirle che mi sono preso una vacanza sulla Luna, sai quanto me ne importa." James rise, un suono acuto e forzato che ovviamente serviva solo a metterci di buon umore. Non funzionò, ad eccezione di un debole sorriso di Wren.
"Quindi," James disse dopo un secondo, sorridendo, "Se Haverna chiede com'è la Luna, Al, non comportarti come se non sapessi cosa intende."
"Le dirò che ti sei drogato, che ne pensi?" Albus suggerì svogliato. James lo guardò male."
"Drogato con cosa, però?" Chiesi. "Deve essere realistico."
"Io dico cocaina," Colette disse.
James alzò gli occhi al cielo. "Va bene! Se voi tre la vedete, scappate e basta."
"Io lo faccio comunque," puntualizzai. Guardai Albus, sperando in un sorriso. Lui si limitò a sospirare. Colette incrociò il mio sguardo e scosse la testa. Né Wren né Albus erano ansiosi di provare quest'esperienza, e non potevo proprio biasimarli.
"James, lo sai che Haverna ti metterà in punizione," Wren disse, scuotendo la testa. "Fai ancora in tempo ad andare in classe, se ti sbrighi."
"Perché dovrei?" James le strinse la mano. "Non mi importa di una punizione, Wren. Tanto me la beccherei comunque per qualcos'altro. Mi importa di te. E ti prometto, non lascerò che niente ti faccia del male."
"È un Molliccio, non può farmi niente." A dispetto delle sue parole, sembrava commossa.
James sorrise gentile mentre ci apriva la porta. "Comunque, sarò qui."
L'umore cambiò in circa due secondi netti. Sembrava che la temperatura fosse calata di dieci gradi dal corridoio alla classe del signor Potter, ma forse era solo il nervosismo collettivo degli studenti. Nessuno parlava. Ci infilammo in un angolino sul retro e James si sedette su uno dei banchi che era stato spostato vicino al muro. Anche se non pensavo di essere particolarmente spaventata, il mio stomaco iniziò ad attorcigliarsi su se stesso quando vidi il baule dall'altro lato della classe. Wren giocherellava con l'orlo del suo maglione, e guardava a terra. Albus aveva gli occhi chiusi, e respirava piano e a fondo. Entrambi sembravano molto più pallidi del normale. Guardava James, che aveva un braccio attorno alla vita di Wren. Non sembrò neanche notarmi, fissava Wren con la preoccupazione incisa su ogni suo tratto facciale.
Il signor Potter aprì la porta del suo ufficio e sorrise a tutti, in un contrasto quasi snervante con i musi lunghi attorno a noi. Scese le scale, sorridendo ancora. "Buongiorno, studenti!" Si fermò di fianco al baule, e gli diede una pacca. Il baule tremò violentemente, facendo sussultare qualcuno.
La stanza sembrava molto più grande con tutti i banchi e le sedie spinte contro il muro. Mi sentivo più piccola. Alcune persone fissavano il baule preoccupate. Alcuni sussurravano nervosi alle persone attorno a loro. C'era una tensione elettrica nell'aria. Il signor Potter sembrava completamente ignaro di tutto ciò.
"Beh, oggi è il giorno che tutti avete temuto," disse il signor Potter con un sorriso mentre osservava la classe. Si accigliò quando guardò verso di noi, però. "James? Che ci fai qui tu?"
"Faccio il bravo fidanzato," James disse, col braccio ancora attorno a lei. Lei arrossì e non alzò lo sguardo quando tutti si girarono per guardarli.
"Sì, questo lo vedo," disse il signor Potter, accigliandosi. "Mi riferivo più che altro a cosa ci fai in questa classe, dato che non sei al quinto anno."
"Ho un'ora libera, papà," James disse, sorridendo innocente.
Il signor Potter strinse gli occhi e brontolò qualcosa sul controllare gli orari di James dopo la lezione, ma lasciò perdere. "Beh, comunque," disse, girandosi di nuovo verso la classe, "Non credo ci sia bisogno di tante cerimonie. Tutti voi, in fila Indiana!" Tutti corsero per avere un posto il più lontano possibile dal baule. Noi finimmo più o meno in mezzo, il che voleva dire che c'era una buona possibilità che tutti e tre lo avremmo fatto oggi. Trattenni un gemito.
E così iniziò. Il Molliccio si trasformò in una successione di ragni giganti, Voldemort, ed altre cose spaventose. Molte persone ebbero un uccello. Molte di più ebbero i Predatel.
Mentre la fila si assottigliava davanti a noi, continuavo a guardarmi indietro verso Albus e Wren. Wren fissava il pavimento, apparentemente ignara del rumore davanti a noi (anche se sussultava ogni volta che appariva uno dei suoi genitori). Stringeva la mano di James come se fosse un salvagente. Lui la guardava con la preoccupazione incisa sul volto. Albus sembrava più calmo di lui, e mi offrì un debole sorriso quando incrociai il suo guardo. Colette era davanti a me, e guardava male in direzione del muro. Le picchiettai sulla spalla un paio di volte, cercando di farmi guardare, ma lei mi ignorò.
Alla fine arrivammo davanti a tutto. Lacy rivolse un sorriso tremulo a Colette mentre se ne andava. Il suo Molliccio era stato un grosso incendio, e lei l'aveva trasformato in una fenice. Quando Colette si fece avanti, iniziò a vorticare, assumendo forma. Quasi alzai gli occhi al cielo quando, come ogni anno, si trasformò in un enorme buco nel pavimento che conduceva ad un abisso senza meta. Colette parse quasi sollevata quando lanciò Riddikulus e il buco collassò su se stesso. Poi fu il mio turno.
Mi preparai per il calo di temperatura quando il Molliccio vorticò di nuovo, ma non avvenne. Sbattei gli occhi quando il Molliccio apparve come una persona con un mantello nero, ma il mantello era una divisa di Hogwarts. Era Wren.
Non sapevo di preciso cosa fosse più sconcertante, il fatto che apparentemente non sapevo nemmeno di cosa avessi paura, o il fatto che Wren era in piedi di fronte a me quando l'avevo sentita chiaramente sussultare dietro di me. Albus mi mise una mano sulla spalla. "Astra, stai-"
Lo scrollai via e puntai la bacchetta al Molliccio. "Riddikulus!" Urlai, con tanta forza che il Molliccio volò all'indietro, colpì il coperchio del baule, e ci cadde di schianto. Il baule si chiuse con un secco click dietro il Molliccio.
L'aula era in silenzio. Neanche un sussurro nervoso. Mi girai lentamente e vidi James, Albus, e Wren fissarmi. Wren sbatté gli occhi. "Astra, tu-"
"Lei-quello-stava per morire," dissi scontrosa, interrompendola. Sperai di non essere arrossita, che per una volta nella vita riuscissi a dire una bugia. "Non volevo vederlo." Prima che qualcun altro potesse dire qualcosa, mi ritirai dall'altro lato della stanza dove Colette era seduta contro il muro, mentre il signor Potter cercava di scatenare di nuovo il Molliccio.
Lei mi guardò quando mi sedetti. "Te lo aspettavi?"
Scossi la testa. "Pensavo sarebbe stato un Dissennatore."
"Invece era Wren." Guardò i nostri amici, ancora in fila mentre il signor Potter colpiva il baule. "Perché era Wren?"
"Stava per morire!" Dissi sulla difensiva.
Colette mi guardò scettica. "Ah davvero?"
"Sì! Comunque, provaci tu a vedere il tuo Molliccio trasformarsi in una cosa totalmente diversa da ciò che dovrebbe e vedi se ti piace!"
Chiusi gli occhi e mi appoggiai al muro. La voce urlava di trionfo così corte che a malapena sentii Colette mentre concordava riluttante che non sarebbe stato proprio bello. Vedi, disse la voce. Perché avere paura di qualcosa se è solo nella tua testa?
"Anche la paura è solo nella mia testa," brontolai.
"Cosa?"
Aprii subito gli occhi. "Cosa?"
Le sopracciglia di Colette erano corrucciate per la preoccupazione. "Hai detto che anche la paura è solo nella tua testa."
"Oh, davvero?" Mi misi a giocherellare con l'orlo del mio maglione, lieta di sentire la voce affievolirsi un po'. "Colette, perché hai fatto tanto casino per saltare la lezione oggi?"
Lei alzò gli occhi al cielo, appoggiandosi al muro mentre diceva, "Non volevo venire, ovviamente."
"Ma perché? Senza offesa, ma l'altezza non è spaventosissimo come Molliccio."
"Lo so che non lo è." Si strinse nelle spalle, e per un attimo rimanemmo a guardare il signor Potter che spiegava alla classe che un Riddikulus lanciato con forza sufficiente poteva stordire un Molliccio per qualche secondo, o anche più a lungo.
"Io... Non sapevo di preciso cosa sarebbe stato," Colette disse alla fine. "Il mio Molliccio, intendo."
"Non lo sapevi?"
Lei scosse la testa. "Pensavo... Pensavo che forse sarebbe stato Stillens. O... O uno di voi, ferito. O peggio. Non lo so. Credo sia positivo sapere che ho più paura di cadere da una rupe che dalla morte di uno di voi."
Il suo tono verso la fine si era trasformato in un cinico sarcasmo che sembrava un po' tetro per lei. Mi accigliai e mi allungai per accarezzarle il braccio, ma cambiai idea. "Colette, il Molliccio cerca la tua paura più profonda. Sei terrorizzata dalle altezze dal secondo anno. Stillens è spuntato fuori solo un anno fa, e non abbiamo mai corso grandissimi pericoli se non di recente. L'altezza forse sembrava solo l'opzione migliore."
Colette si limitò a far spallucce. La sua espressione si era chiusa, lasciando un'occhiataccia. "Come dici te. Non è che mi importi, Astra." Rivolse l'occhiataccia a me quando la guardai scettica. "Non mi importa!"
Il signor Potter stava per aprire di nuovo il baule, e la cosa mi stava bene, perché Colette non mi avrebbe detto altro. Era rarissimo che lei si aprisse su qualunque cosa. Resistetti all'impulso di spingere oltre e mi girai per guardare Albus.
Dopo aver aperto il baule, il signor Potter si fece indietro. Il Molliccio si sollevò, una vorticante nuvola di roba terrificante. Dopo qualche secondo, si posò a terra, trasformandosi in me.
Era la terza volta che lo vedevo, ma comunque sentii un brivido corrermi lungo la schiena. Il Molliccio iniziò ad ondeggiare, e per un attimo Albus sembrò pietrificato. Quando iniziò a cadere, tuttavia, gli puntò la bacchetta contro. "Riddikulus!"
Il Molliccio si accartocciò in una sagoma di carta di una persona. Albus gli soffiò contro, e quello volò in alto verso il soffitto. Poi si allontanò, sorridendomi tremulo mentre veniva verso di noi.
James stava sussurrando qualcosa a Wren, mentre entrambi fissavano il Molliccio mentre cadeva a terra. Lei annuì, e James le strinse la mano un'ultima volta prima che lei si facesse avanti.
Il Molliccio si trasformò in Stillens. Sussultai senza volerlo, ed Albus mi accarezzò il ginocchio per tranquillizzarmi.
Wren fissò il Molliccio, con la bacchetta che le tremava in mano. Iniziò ad avvicinarsi, e sentii la voce calma di James, ma non capii cosa stesse dicendo. Wren non sembrò sentirlo. Il Molliccio aprì bocca, per mia sorpresa. "So cosa stai facendo," disse, con voce così inquietantemente familiare. "l'hai condannata," disse, con un orribile sorriso in volto. Wren indietreggiò di qualche passo mentre quello si avvicinava, e lei sbatté contro James. Sembrava fosse sull'orlo di un attacco di panico.
Il signor Potter, che per tutta la lezione era rimasto appoggiato tranquillo ad un banco, si era adesso alzato, con sguardo preoccupato. Quando il Molliccio aprì di nuovo bocca, si piazza all'improvviso di fronte a Wren. Il Molliccio esitò un attimo, poi turbinò in un Dissennatore. Il signor Potter gli scagliò contro il suo Patronus, poi si girò verso Wren mentre il Molliccio tornava di nuovo nel baule.
"Stai bene?" Chiese lui a bassa voce. Wren annuì solamente, e James le mise un braccio attorno alle spalle e la portò da noi.
Mentre la lezione continuava, mi allungai oltre Colette per accarezzare la spalla di Wren. "Hey, stai bene," dissi dolcemente. Lei mi sorrise, un sorriso finto che non raggiunse i suoi occhi. Si appoggiò a James, posando la testa sulla sua spalla, e lui la circondò con le braccia in un gesto protettivo. Sospirai e mi girai verso gli altri studenti, i cui Mollicci facevano molta meno paura di quelli che avevo già visto.
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"Astra," Albus mi tirò via mentre uscivamo dall'aula. Aspettammo che tutti gli altri fossero usciti, e che James, Wren, e Colette fossero in fondo al corridoio. Albus alzò un sopracciglio verso di me, ed io sapevo cosa voleva chiedermi. Mi guardai intorno nel corridoio affollato, poi lo trascinai dietro un arazzo che ricordavo nascondeva un passaggio segreto. Lo percorremmo per qualche metro, fino ad una finestrella, poi mi girai di nuovo verso di lui.
"Stava davvero per morire?"
Lo fissai. La fioca luce che passava per la finestra sbarrata di fianco a noi era abbastanza da mostrare la sua preoccupazione. Sentii la vocina aumentare di volume, e chiusi gli occhi. "Io... Non lo so."
"Anche io ho paura," Albus ammise. "Temevo che il mio Molliccio potesse essere lei. Ma non lo è stato."
"Nemmeno immaginavo che il mio potesse cambiare," ammisi. "Io... Non stava per morire. No. Ho paura solo di lei. Di ciò che può fare."
"Di ciò che magari sta già facendo," Albus disse, sospirando. Scosse la testa. "È ridicolo! Non abbiamo prove! È ingiusto nei suoi confronti, e nei nostri."
"Continuo a pensarlo. Non aiuta."
"Lo so." Lui si sgonfiò. "Nemmeno a me."
"Sanno tutti che c'è qualcosa sotto," disse. "Ci siamo comportati in modo strano. Evasivo."
"Merlino solo sa cosa pensano che sia." Albus ridacchiò. "Dici che quelle voci ripartiranno? Forse io sono davvero l'erede di Serpeverde, e tu la prossima Bellatrix, e il motivo per cui ci comportiamo in modo strano con Wren è perché siamo gelosi di suo zio?"
"O forse cerchiamo di nascondere la nostra storia d'amore segreta, e Wren è semplicemente la più perspicace, quindi dobbiamo comportarci in modo ancora più strano con lei," suggerii, sorridendo.
"Forse hai contratto una malattia rara e non vogliamo far sapere a nessuno che stai morendo."
"Forse c'è un esercito alieno che pianifica di attaccare Hogwarts e noi siamo quelli a cui hanno fatto il lavaggio del cervello."
"Forse stiamo diventando degli zombie."
"O vampiri."
"O lupi mannari."
"O qualcosa di peggio." Mi misi a ridere. Lo fece anche Albus. Poi si fece serio di nuovo.
"Dobbiamo fare qualcosa per davvero, però," disse lui sospirando. "Non so te, ma io sto davvero odiando questa situazione."
"Anche io." Strinsi le labbra. "Solo che non so cosa fare. Non è che possiamo semplicemente dirle cosa ci preoccupa, ti pare?"
"E non possiamo dirlo nemmeno a James," Albus concordò. "E Colette direbbe che siamo pazzi."
"Noi siamo pazzi."
"Lo so. Ma dobbiamo trovare il modo per non esserlo."
Sospirai, guardando verso la finestra. "Potremmo parlare con tuo padre?"
Albus scosse la testa. "Ho paura che si arrabbierà." Si fermò per un secondo, poi assunse un'espressione pensierosa. "C'è una spia ad Hogwarts. Deve essere così."
"Sì?" Feci spallucce. "Non sappiamo chi, però. È questo che ci fa paura."
"Sì. Beh, credo di poter avere un idea. E se avessimo una manina nel cercare questa spia?"
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
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