Capitolo 2 - Troppo piccoli

La Gazzetta del Profeta

 N° 101,793

28 Luglio 2021

Pessima Influenza o Pessimamente Influenzata?

Astra Lestrange è davvero una semplice ragazza problematica con un'inclinazione verso atteggiamenti dannosi? Alcuni hanno suggerito che la sua natura imprevedibile sia frutto di meccanismi ben più sinistri. Affermano che la sua vicinanza con la nota Wren Predatel, figlia dei noti terroristi Isaac e Katreena Predatel, potrebbe spingerla verso comportamenti ben più pericolosi della norma...

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"Dici che quest'anno ce la faccio ad entrare nella squadra di Quidditch?" Albus chiese, lanciandosi in avanti per prendere la Pluffa che gli avevo lanciato.

"Beh, considerando che probabilmente sarà Fred il capitano, direi proprio di sì," risposi, sorridendo.

Albus strinse gli occhi e ri-lanciò la Pluffa. "Wow, questo sì che mi fa felice. L'unico motivo per qui entro in squadra è perché mio cugino mi lascia fare, dato che sono di famiglia."

"Entreresti in ogni caso, Albus," Wren disse, accigliandosi verso di me. "Astra sta solo facendo la stupida."

"Grazie." Albus le rivolse un sorriso. Stavamo giocando con la vecchia Pluffa di Teddy, perché zia Andromeda ci aveva proibito di volare. Eravamo troppo vicini al villaggio, e qualcuno avrebbe potuto vederci al di sopra degli alberi. Dovemmo accontentarci di lanciarci la Pluffa tra di noi, tirandola occasionalmente a Wren, che era seduta sull'erba a guardarci.

"Lily proverà per Serpeverde," Wren mi disse dopo un minuto.

"È brava?"

"A questo punto direi che è una cosa ereditaria," Albus rispose.

"Dovevo aspettarmelo." Lanciai la Pluffa ad Albus, tirandola intenzionalmente un po' troppo in alto. Un Cacciatore deve essere pronto. Fece qualche passo indietro e la prese, quasi senza nemmeno guardarla.

"Comunque, novità sul lavoro di tuo padre?" Chiesi.

Albus era sul punto di lanciare la Pluffa, ma abbassò il bracciò." Ah. Giusto. Papà è salvo per ora. Ma comunque non può fare molto all'interno del Ministero."

"Stanno dando meno potere ai Capi Dipartimento," Wren spiegò. "Dicono che è per proteggersi dalla corruzione."

"Credo che Carrow non voglia che papà impieghi auror per cercare Stillens," Albus disse amaramente, lanciandomi la Pluffa con forza. "È matta quella là, ve lo dico io. Papà ha provato a parlarle, ma lei si rifiuta anche solo di vederlo."

"Non va bene per niente." Non ne ero sorpresa. Basandomi su tutti quegli articoli della Gazzetta del Profeta, non mi sarei aspettata nulla di diverso. "Colette vi ha mandato gli articoli di giornale?"

Albus annuì. "Beh, dopo dobbiamo bruciarli, perché papà non vuole quel giornale in casa, ma li abbiamo visti. Se non facessero sul serio, sarebbero quasi divertenti. Immagina, Wren che rappresenta una cattiva influenza per te."

"Al massimo è l'opposto," Wren disse, poi schivò la Pluffa che le avevo tirato. "Sto scherzando, tranquilla." Mi sorrise.

Provai a ricambiare, ma non ci riuscii. "Come andrà a finire tutto questo?"

"Che intendi?" Albus chiese, fermandosi. Wren si alzò lentamente, guardandomi incerta.

"Questo. Tutto. Se nessuno mi crede, come andrà a finire? Non c'è un'anima che stia provando a fermare Stillens."

"In realtà, papà ha riattivato l'Esercito di Silente," Albus disse. "Teddy non te l'ha detto? Lui e Victoire stanno aiutando."

"Zia Andromeda non ci permette di parlarne. Dice che prima ho bisogno di riprendermi." Sorrisi leggermente, però. "Ci stanno provando davvero?"

"Beh, non possono fare nulla attraverso il Ministero." Albus sospirò. "Papà non ci dice nulla, però. Dice che non è per bambini. Che siamo troppo piccoli. James ha provato a dirgli che non è un bambino, ma papà non ha voluto sentire ragioni."

"Sappiamo però che stanno contrastando Stillens in tutti i modi a loro possibili," Wren mi disse.

Mi accigliai. Qualcuno avrebbe dovuto parlarmene. Volevo aiutare, ora, ma probabilmente non me lo avrebbero permesso. "Non possiamo fare nulla?"

Albus scosse la testa. "Papà dice che la cosa migliore che possiamo fare è cercare di non pensarci e studiare come si deve quando torneremo a scuola." Scosse la testa, sospirando. "Non è giusto."

"Tra tutti, pensavo che a noi avrebbero permesso di aiutare," concordai, accigliandomi. "No?"

Wren si strinse nelle spalle, fissando a terra, ma Albus annuì energicamente. "Esatto! Insomma, dovremmo almeno sapere cosa sta succedendo."

"Giusto! Voglio dire, almeno sappiamo cosa ha fatto Stillens in questo mese? Non credo sia andato in villeggiatura, se capite cosa intendo."

Albus annuì. "Papà non ci dice nemmeno quello. Dice che non c'è nulla di cui preoccuparsi."

"Questo non mi tranquillizza," dissi.

"Nemmeno a me. A quanto ne sappiamo, potrebbe aver già preso controllo del Ministero." Albus si accigliò. "Qualcosa è cambiato in America quando ha preso controllo del MACUSA?"

Wren prese la Pluffa, in apparenza a disagio, e non incrociò lo sguardo di Albus. "Non ha preso il controllo del Ministero. Voglio dire, tuo padre ce lo avrebbe detto. Lo avremmo saputo. Sono sicuro che non abbia ancora abbastanza potere. Forse però sarebbe meglio parlare d'altro, invece di fare teorie? Non serve a niente. Ci preoccupiamo e basta."

Sospirai. "Hai ragione. Scusa. È solo che odio non sapere nulla."

"Forse dovresti parlarne col signor Potter? Sono certo che capirà."

Albus aveva l'espressione di chi aveva appena sentito parlare di un concetto estraneo. "Forse..."

In quel momento si aprì la porta. Ne uscì la testa di zia Andromeda. "Venite dentro, per favore!" Guardai i miei amici e, facendo spallucce, entrai in casa.

"Astra, potresti prendere altre due brandine dalla soffitta?" Chiese appena entrai. Correva per tutta la cucina, per preparare il pranzo, sembrava. Parecchi ortaggi volavano in aria verso dei taglieri. Mia zia stava rivolgendo attenzioni ad una pentola di zuppa sul fornello, e si abbassò quando un coltello le volò vicino per affettare una carota. "I ragazzi dovranno dormire in soggiorno, credo, a meno che non vi dispiaccia stare tutti sul pavimento qui..."

"Di che parli?" Chiesi, chiudendo la porta dietro Albus prima che un pomodoro ribelle potesse uscirne.

"Stasera arrivano James e Lily," spiegò lei. "I Potter hanno da fare."

"È per l'ES?" Albus chiese emozionato.

Zia Andromeda gli rivolse uno sguardo freddo. "Suppongo ci sia questa possibilità..." Lo prendemmo come un sì.

"James e Lily rimangono stanotte?" Chiesi per cambiare l'argomento prima che zia Andromeda si infastidisse e perdesse il controllo delle armi letali che levitavano nell'ambiente.

"Sì, cara. Teddy e Toire non ci saranno-"

"Quindi è l'ES!"

"-Quindi la casa non sarà piena stasera." Zia Andromeda rivolse uno sguardo di profonda delusione verso Albus per la sua interruzione, e noi andammo in fretta in salotto.

"Voi volete dormire in salotto?" Chiesi, accigliandomi verso la stretta scala. Trasportare brandine su e giù non sarebbe stato divertente.

"A me non cambia nulla," Albus disse, facendo spallucce. "Mi adeguo."

"Bene, allora dovrete solo trovarvi spazio a terra in camera mia," decisi, salendo le scale. "Io non la porto una brandina quaggiù."

"Usa la magia," Albus suggerì.

"E farmi vedere da zia Andromeda? Non se ne parla."

"E poi, è contro la legge," Wren disse, sgranando gli occhi.

"Oh, davvero?" Albus sorrise. "Ne sei convinta?"

Mi alzai sulle punte e tirai la cordicella per abbassare la scala della soffitta. Wren alzò gli occhi al cielo mentre la scala scendeva. "Io salgo e passo la roba a voi, ok?" Dissi.

"Va bene," Albus concordò. Pochi minuti dopo, altre due brandine erano pronte sul pavimento della mia stanza. Quella di Lily era ad un lato del mio letto, e James ed Albus avevano uno spazietto sotto la finestra. Ci stavamo un po' stretti, ma non credevo sarebbe stato un problema per James o Lily.

Dopo aver preso delle lenzuola dall'armadio del corridoio ed averle buttate sulle brandine, scendemmo di nuovo in cucina. Zia Andromeda era ancora un po' spennata, ma sembrava avere molto più controllo sulla cucina. I coltelli erano impegnati a sciacquarsi nel lavandino, e gli ortaggi sobbollivano nella zuppa. Ora, c'erano delle scodelle di spezie sul bancone, ma non c'era niente che volava per aria ad eccezione di tre grossi gufi che erano appena entrati dalla finestra.

"Di chi sono?" Wren chiese, accigliandosi. Non li riconobbi nemmeno io, il che poteva significare una sola cosa-

"Hogwarts!"

Albus allungò il braccio per far posare uno dei gufi, e gli altri due si appoggiarono sul tavolo della cucina. Zia Andromeda lasciò le spezie a fare il loro lavoro e si girò a guardarci mentre noi tre trovavamo le lettere coi nostri nomi.

La mia diceva le stesse cose di ogni anno - un sermone su quanto fossero contenti che ritornassi, firmato dal professor Paciock, ed una lista di libri e scorte per l'anno. La sfogliai rapidamente, ma sembrava tutta roba solita. Tutti gli insegnanti erano rimasti, quindi i libri erano sempre quelli, ma di un anno più avanzato. Alzai lo sguardo, aspettandomi di vedere anche Wren ed Albus alla fine delle lettere, ma entrambi avevano un terzo foglio di pergamena e una spilla tra le mani. Albus sembrava un po' confuso, in realtà, ma Wren pareva solo sorpresa ed un po' emozionata.

Quando posai la mia lettera, anche Wren alzò lo sguardo. "Sono una prefetta!"

"Anche io," Albus disse, posando la lettera e fissando la spilla. "Perché io, però?"

"Albus, sei il più qualificato nella nostra Casa. Ce li vedi Henry Tinter o Luke Castel come prefetti?" Dissi, alzando gli occhi al cielo. Non avevo mai dato molto peso alla storia dei prefetti, essendo sicura che non lo sarei diventata, ma quando ci avevo pensato, Albus mi era sempre sembrato il candidato migliore.

"Ha ragione," Wren concordò. "Se qualcuno deve essere confuso, sono io. Pensavo che Rose sarebbe diventata prefetta di Grifondoro."

Ne ero convinta anche io, ma non lo dissi ad alta voce. Tutti lo erano. Anche Rose. Lei e Scorpius volevano fare i prefetti insieme. Tuttavia, devo dire che questa poteva essere una cosa molto positiva per Wren. Era una persona molto responsabile, quindi perché non darle questa responsabilità?

C'era solo un pizzico di gelosia in me. I miei due migliori amici erano prefetti, ed io no. Andava bene così. Però mi sarebbe piaciuto essere prefetta con loro. Sapevo da sempre che non sarebbe successo, ma faceva comunque un po' male vederli entrambi così emozionati per qualcosa a cui non avrei potuto partecipare.

"Sarai fantastica," Albus stava dicendo a Wren. Aveva un sorriso in volto. "Guardaci, prefetti insieme!" Wren sorrise raggiante.

"Marcus sarà così deluso da me," dissi, ridendo. "Voleva che fossi una prefetta. Come se fosse possibile. Voi due siete perfetti! Congratulazioni."

Zia Andromeda portò addirittura delle fette di torta e una bevanda gassata avanzate dalla festa di qualche sera prima per festeggiare, e a pranzo arrangiammo una bella festicciola. Quando James e Lily arrivarono tramite Metropolvere qualche ora dopo, Albus mise ben in mostra il suo nuovo distintivo. In risposta, James sbatté in faccia al fratello i risultati dei suoi GUFO. Ne aveva presi sette, quasi tutte O ed A, con una E in Difesa Contro le Arti Oscure e Cura delle Creature Magiche ed una P in Storia della Magia. Era molto soddisfatto e (secondo Lily) aveva detto a sua madre che aveva intenzione di seguire ben zero corsi quest'anno, e lei aveva risposto che poteva seguire tutti quelli per cui era stato promosso se voleva avere quell'atteggiamento.

"Quindi quali corsi seguirai?" Wren chiese mentre ci sistemavamo nella mia stanza. 

"Non lo so. Non so ancora cosa voglio fare nella vita. Quell'incontro sulla carriera con papà l'anno scorso non ha aiutato neanche un po'. Pensa che potrei essere un buon auror."

"Probabilmente lo saresti," concessi.

"Non voglio fare l'auror. Mi piacerebbe giocare a Quidditch a livello professionale ma papà dice che non è una carriera molto solida."

"Quindi fai quello," Lily disse, alzando gli occhi al cielo. "Mamma potrebbe trovarti un lavoro da qualche parte."

"Questo è il punto. Non voglio che lo faccia. Voglio trovare la mia strada da solo." James sospirò e guardò fuori dalla mia finestra. "Forse farò lo spezza-incantesimi per la Gringott. In Egitto o in qualche altro posto lontano."

"Perché vuoi andare lontano?" Wren chiese.

James sbatté gli occhi. "Cioè, forse non lo farò. Non lo so. È solo che non voglio stare dietro ad una scrivania per il resto della vita."

Albus si accigliò. "Devi scegliere qualche corso, James."

"Oh, l'ho fatto. Seguirò Trasfigurazione e Difesa Contro le Arti Oscure e tutte quelle classiche." Si fermò per un secondo. "Perché devo decidere tutto adesso? È stupido. Non so cosa voglio fare per il resto della vita."

"Oh, beh," fu l'unica risposta di Albus. "Non puoi cambiare il mondo."

"Lo farò, un giorno," James disse con enfasi. Lily cambiò argomento prima che quei due iniziassero a litigare.

Finimmo per parlare di nuovo dell'ES, una cosa su cui non avremmo litigato tra di noi, ma su cui eravamo più che disposti a litigare con qualunque dei suoi membri ci fosse capitato a tiro. Il fatto che ci tenessero all'oscuro di tutto era incredibilmente frustrante. Lo avevo saputo solo quel pomeriggio, quindi la cosa non mi dava fastidio come agli altri, che lo sapevano da un po'. Tuttavia, ciò mi fece solo arrabbiare di più, perché tra tutti, io dovevo sapere, no?

Wren continuava a dire che forse c'era un motivo se il signor Potter non ci lasciava aiutare, e che forse stava provando a tenerci al sicuro. James addirittura le urlò di chiudere la bocca una volta, quando si era particolarmente infervorato, ma subito si calmò e si scusò. Di nuovo, James che si scusava. Non avrei mai pensato che lo avrei visto succedere due volte in una settimana. E fu strano.

Quando andarono tutti di sotto per la cena, mi tirai Albus da parte. "Ma che ha James?" Mi ero dimenticata di chiederlo ad Al la sera della festa, ma James si era comportato in modo alquanto strano allora, ed era successo di nuovo, con tanto di scuse.

Albus si accigliò. "Non lo so. Si comporta in modo strano da tutta l'estate, e non so perché." Fece spallucce. "Forse era solo ansia per i risultati dei GUFO...?"

"Ne dubito. Stiamo pur sempre parlando di James. Comunque, non hai visto? È successo di nuovo. Si è scusato per aver detto a qualcuno di chiudere la bocca. Da quando in qua?"

"Vero." Albus scosse la testa. "Non ne ho idea." Facendo spallucce, scendemmo le scale assieme.

"Voi due piccioncini avete avuto abbastanza privacy?" James chiese quando entrammo in cucina. Tutti gli altri erano già seduti attorno al tavolo. Guardai male James e mi sedetti di fronte a lui. Il volto di Albus divenne rosso rapa, e borbottò qualcosa. Avrei detto qualcosa io stessa, ma zia Andromeda si stava sedendo, e non volevo sconvolgerla con la volgarità di cui ero capace. Sembrava pensare che io fossi una signorina elegante e a modo, per qualche motivo.

Sembrava tutto normalissimo. Zia Andromeda aveva proibito argomenti potenzialmente scomodi a tavola, quindi potevamo parlare solo di Quidditch e scuola e altri argomenti altamente normali dei quali non mi importava granché in quel momento. Nel profondo, eravamo tutti spaventati e in ansia e frustrati e arrabbiati, ma potevamo far finta che fosse tutto normale. Ma che bello, saperlo. Tuttavia, forse non era questa la normalità in questi giorni. Forse era questo il senso di crescere: superare la "normalità" e vedere ciò che è davvero normale. Perché ciò che c'era al di sotto era normale, ora. La facciata era solo un'ideale, un ideale che temevo non avrei mai più visto realizzarsi.






Spigolo autore

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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