Capitolo 19 - I dissidenti
La Gazzetta del Profeta
N° 102.067
16 Gennaio 2022
Dissidenti Causano Pericoli Maggiori!
Di recente il Ministero ha scoperto un'organizzazione clandestina denominata "ES," un gruppo di resistenza creato da studenti di Hogwarts per contrastare il potere dei Mangiamorte nella seconda metà degli anni '90, che ora è ritornata attiva come gruppo di resistenza contro il Ministero, affermano le nostre fonti. Si sospetta che molti cittadini di alto rango del mondo magico siano coinvolti in questo complotto per acquisire il potere del Ministero, incluso l'ex vicedirettore di Hogwarts, Neville Paciock. La Ministra non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale sulla questione, ma i lettori sono avvisati: non ribellatevi. Ubbidite al Ministero. O vi renderete solo un bersaglio per le forze oscure all'opera...
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Ovviamente, tutti quanti sapevano cos'era successo all'ultimo dell'anno. Il Ministero aveva scoperto dell'ES dopo l'attacco.
Tutte le sale comuni subivano l'assenza di uno studente che piangeva la famiglia (o, per Tassorosso, due ex-studenti che non piangevano nessuno). La sala comune di Grifondoro aveva un'aria più tetra del solito nei giorni successivi. Come se finalmente fosse entrato nella testa di tutti che i Predatel non scherzavano.
Un sacco di persone evitavano Wren. Lei non sembrò notarlo; era ancora un po' scossa per l'attacco, pensai. Era un po' ritirata e non prestava molta attenzione alla generale popolazione di studenti. Tutto questo faceva infuriare James, però, e quando lei non era nei paraggi io ed Albus dovemmo impedirgli di urlare la sua innocenza nei corridoi affollati più di una volta.
"Io non capisco. Ma che hanno tutti?"
"Beh, voglio dire, tutto questo è opera dei suoi genitori," Albus fece notare. "Non piace neanche a me, ma non possiamo farci nulla."
Feci spallucce, sospirando. Sicuramente avevo dovuto trattenere l'impulso di maledire un paio di persone che le avevano sibilato insulti mentre passavamo prima, ma Albus aveva ragione, ed io lo sapevo. "Già. Non ha tutti i torti."
James mi guardò in modo strano. "Sei d'accordo con lui?"
Annuii. "Sì."
"Perché? Di solito aggredisci più in fretta di me."
Feci spallucce. "Non lo so. Forse sto crescendo."
"Come no." James alzò gli occhi al cielo. "Tu sei l'idiota che è corsa dritta in casa all'ultimo dell'anno invece di scappare via."
"Forse sono cresciuta solo un po'."
"E forse tu dovresti piantarla, James," Albus suggerì, andando verso la bacheca fuori dalla Sala Grande.
James alzò gli occhi al cielo. "Beh, forse tu dovresti andartene a f-" si interruppe subito quando Albus si girò con un sopracciglio alzato. L'ultima volta che aveva detto ad Albus di fare qualcosa di inappropriato, Albus aveva tolto cinque punti a Grifondoro per linguaggio offensivo.
"Pieno di sé, quello lì," James mi borbottò mentre Albus si girava di nuovo verso la bacheca e si metteva a cercare gli orari dei prefetti.
"Hey, almeno c'è un prefetto di Grifondoro disposto a togliere punti a causa tua," dissi, ridacchiando. "So che Wren non lo fa. E Lillie. E scommetto che non lo fanno nemmeno Lucy e Louis, dato che sei il loro cugino preferitissimo."
James scosse la testa. "Nah, anche loro sono tremendi. Lillie non è male, credo.
Mi guardai intorno nella sala d'ingresso. Marcus Dillam stava scendendo le scale con Mollie, ed io alzai gli occhi al cielo e distolsi lo sguardo. Quando guardai di nuovo, avevano iniziato a pomiciare, ma Mollie si tirò subito indietro, arrabbiata. Indicò verso di me, ed io sospirai. Pomiciavano un sacco, quando li notavo. Avevo dato per scontato che pomiciassero ovunque. Evidentemente no.
"Ovviamente, Wren non mi toglie punti perché lei sa che io non sto facendo nulla di male," James stava dicendo, guardando male la schiena di Albus."
"Però quando c'è lei non le dici le parolacce," feci notare, ignorando il fatto che ora Marcus mi stava fissando, forse cercando di capire se li avevo notati.
"Okay, vero, ma non è questo il punto. Francamente, lei e Lillie sono gli unici prefetti buoni che abbiamo. Però Albus non è orribile come Marcus, ovviamente. Fin da quando gli ho detto che lo avrei gettato dalla torre di Astronomia una sera di queste, si è messo a togliermi punti ad ogni minima occasione."
"Quando gliel'hai detto?" Chiesi sorpresa. Non sorpresa perché James lo aveva detto, perché sembrava decisamente una cosa tipica-di-James, ma sorpresa che non lo avessi saputo. "Non mi dispiacerebbe troppo se lui accettasse l'offerta."
"Poco dopo che l'hai beccato con Mollie." James si passò una mano tra i capelli. "È insopportabile."
Mi misi a ridere. "Se solo riuscissi ad attirarlo sulla torre di Astronomia."
"Facciamo Astronomia insieme, Astra..."
"Fai Astronomia per il M.A.G.O.?" Mi accigliai. Non sembrava una materia adatta a James.
James arrossì. "Uhm, sì. Siamo tipo in quattro. Se si esclude Marcus, in realtà è molto divertente..."
Giusto in quel momento, Albus gemette e si girò. "Wren ed io non siamo più accoppiati per le pattuglie..."
"Perché no?"
Albus fece spallucce. "C'è tutta una motivazione ufficiale sul creare unione e tutta quella roba, ma secondo me hanno cambiato le pattuglie perché i prefetti di Tassorosso del sesto anno continuavano a pomiciare invece di fare il loro lavoro. Non so perché abbiano avuto bisogno di cambiare tutte le pattuglie, però."
"Ora con chi sei?" Chiesi.
"Wren con chi è?" James chiese, spingendo per vedere da solo.
"Non ho visto; stavo leggendo l'avviso." Albus guardò di nuovo l'elenco. "Sono di pattuglia domani." Gemette di nuovo. "Con Eris Prince."
Persino James gli diede una pacca sulla spalla in segno di empatia. "Wow. Che brutto. Mi dispiace."
"Oh cielo, buona fortuna, Albus..."
Lui sospirò. "Insomma, suppongo che posso sempre provare a convincerli a cambiarle..."
"Lo sanno che non vai d'accordo con Eris," dissi. "Perché vi hanno messi insieme?"
"È solo per questo mese..." Albus sospirò. "Non lo so. Sarà tremendo."
James guardò l'elenco. "Wren sta con Ciara Malfoy." Si fermò un secondo, poi si accigliò. "In realtà, tutti gli altri sono con qualcuno del loro anno. Tranne Scorpius, ma qui dice che è solo finché Elizabeth Finch-Fletchley non torna a scuola, e fino a quel momento lo fanno pattugliare con Wren e Ciara..."
"È stranissimo."
Albus sembrava avvilito. "Quando è la prossima pattuglia di Wren? Mi ha chiesto di dirglielo."
"Giovedì," James disse. Iniziammo ad allontanarci dalla bacheca. Marcus teneva il muso sulla scalinata di marmo, e Mollie non si vedeva da nessuna parte, quindi io ci condussi da un'altra parte.
"Le segnalazioni si resettano ad ogni trimestre," Albus disse. "Eris può averne altre due e stare ancora tranquilla."
"Sono sicura che non farà niente domani notte," James disse, dando una pacca sulla schiena ad Albus. "Basta che la ignori quando ti parla e dovrebbe andare bene. Se proprio dovesse andare male, pattuglia vicino al buco del ritratto ed io uscirò e la maledirò per te."
Saltai uno scalino finto della scalinata, poi sussultai. "Ho un'idea!"
Entrambi i ragazzi Potter mi guardarono. Albus smise di camminare, ma James no, e finì dritto nello scalino finto che io avevo evitato. La sua gamba sprofondò fin quasi al ginocchio, ed Albus ed io dovemmo collaborare per tirarlo fuori. Quando raggiungemmo la cima della scalinata, sentii che era finalmente sicuro condividere la mia idea.
"Perché James ed io non usiamo il mantello dell'invisibilità e vi seguiamo? Se dovesse succedere qualcosa, saremo lì per maledirla o per distrarla o per fare quello che vuoi. Così non puoi finire nei guai, perché tu non sei responsabile per noi."
Albus inclinò leggermente la testa, pensandoci. "Sai, in effetti non è una cattiva idea. Basta che non senta i vostri passi."
James sorrise. "Lo scorso semestre abbiamo imparato un incantesimo per attutire il rumore dei passi ad Incantesimi. Aspettavo l'occasione perfetta per provarlo."
"Domani non è il momento migliore per provarlo," feci notare. "Proviamolo adesso, e vediamo se funziona davvero."
"Silentium Sonitus," James disse, puntando la bacchetta verso le mie scarpe. Feci un passo. Niente.
"Cammina normalmente," Albus disse. Camminai per il corridoio in un verso, poi nell'altro. Neanche un suono.
"Ma è fantastico!" James esclamò.
"Per quale diamine di motivo lo insegnano a degli adolescenti? Li incoraggia solo a sgattaiolare in giro. Non mi lamento, certo, ma penseresti che Haverna non lo insegnerebbe mai."
"Non si aspettano che un adolescente abbia un mantello dell'invisibilità," Albus fece notare.
"Vero." Sbattei il piede, e non ricevetti alcun suono in risposta. "È figo davvero, però. James, devi insegnarmelo."
"Okay!" Eseguì l'incantesimo su sé stesso, poi su suo fratello prima che Albus potesse protestare. "Andiamo a trovare Wren."
Corremmo in sala comune. Il silenzio era quasi inquietante, considerando che ero ben abituata a sentire i miei passi. Tuttavia, ciò rese possibile a James avvicinarsi di soppiatto a Pix e spaventarlo (per fortuna Pix non sembrava avere Caccabombe con sé, e riuscì solo ad urlare rime oscene sul 'Piccolo Potty' mentre James ululava dalle risate).
Nella rumorosa sala comune, nessuno notò che le nostre scarpe non emettevano alcun suono. Non rimanemmo lì a lungo, comunque. Wren non era lì, quindi andammo nel secondo posto più probabile: la biblioteca. Spaventammo accidentalmente un paio di primini che non ci sentirono arrivare, ma non sembrarono riconoscere cosa c'era di strano in noi.
"È l'incantesimo più utile che abbia mai imparato," James disse mentre saltava gli ultimi quattro gradini. Atterrò in piedi senza alcun rumore, finché non perse l'equilibrio e il resto del suo corpo cadde a terra con un sordo thud.
"Se solo non fossi così imbranato," Albus disse. Offrì la mano per aiutare James ad alzarsi.
"Stà zitto." James si spazzolò e guardò malissimo Albus.
Albus alzò le mani. "Basta che non lo fai domani notte, per piacere e grazie."
Raggiungemmo la biblioteca e riuscimmo a passare di fronte alla scrivania di madama Pince senza che lei se ne accorgesse (ottima prova per la mia teoria che stesse diventando cieca, barattando la vista per un udito ancora migliore). Individuai Colette e Wren ad un tavolo di fronte agli scaffali di Antiche Rune. Colette sembrava quasi che stesse consolando Wren (assurdo) su qualcosa. Quello bastò a far correre James da loro.
"Stai bene?" Chiese lui, scivolando nella sedia di fianco a lei.
Wren sembrò un po' sorpresa. "Sto bene." Abbassò lo sguardo sul suo libro aperto. "Non lo so. Solo... L'attacco, e tutto..."
James annuì, mettendole un braccio attorno alle spalle. "Lo so."
Albus ed io ci sedemmo di fronte a loro, e Colette ci guardò in modo strano. "Non vi ho sentiti arrivare. Nessuno di noi."
"Starai diventando sorda," James offrì.
"È un incantesimo?"
"Perché dovrebbe essere un incantesimo?" Albus chiese. "Perché dovrebbe essere qualunque cosa?"
"Perché nessuno di voi tre saprebbe essere furtivo se ne dipendesse la vostra vita." Colette indicò James. "Avrei dovuto sentire almeno lui."
"E questo cosa vorrebbe dire?" James chiese indignato. Lo ignorammo.
"È un sortilegio che James ha imparato ad Incantesimi," dissi. "Lui ed io lo useremo domani, quindi abbiamo deciso di provarlo oggi. Attutisce i passi."
Utile," Colette disse, annuendo in segno di approvazione. "Dovete farmelo vedere."
"Aspetta, cosa farete domani?" Wren chiese.
"Assicurarci che Eris non provi a fare niente durante la pattuglia."
Wren mi guardò in modo strano. "Perché vi interessa quello che fa?"
"Perché è in coppia con me," Albus disse, sospirando. "Per tutto il mese."
"Cosa? Perché?"
Albus fece spallucce. "I presidi sono stupidi? Forse pensano che se ci costringono a passare del tempo insieme, andremo d'accordo. "Alzò gli occhi al cielo."
"Mi dispiace, Al." Wren strinse le labbra. "Aspetta, se tu sei in coppia con lei, io con chi sto?"
"Ciara Malfoy," James disse. "Giovedì."
Wren fece una smorfia. "Divertente."
"Tra tutti i prefetti, come abbiamo fatto a finire con loro?" Albus chiese. Seppellì la testa tra le braccia e si fece sfuggire un gemito. Sentii lo "shh" di madama Pince dall'altro lato della stanza.
Accarezzai il braccio di Albus e offrii un leggero sorriso a Wren. "Ciara non è così male, no?"
"Non con te," James disse. "sei sua cugina. Va d'accordo con te per principio."
Sbattei gli occhi. "Come? Con voi si comporta come prima?"
James, Wren, e Colette si scambiarono uno sguardo. "Beh, non così male, suppongo," James disse.
"Non ha più supporto," Colette fece notare. "Ad Antiche Rune fa la cretina, però."
"Mi odia per davvero, Astra," Wren disse.
Guardai Albus, la cui testa era ancora appoggiata sul tavolo. "Al, Ciara è terribile some prima?"
Albus alzò leggermente la testa per guardarmi. "Non lo so. Non la vedo quasi mai fuori dalle lezioni, e lì ci sei sempre tu."
"Vedi? È peggio quando non ci sei," James disse.
Alzai gli occhi al cielo. "Okay, come volete."
"Vuoi le prove? Seguiamo anche loro giovedì." Guardò Wren. "Se a te sta bene, ovviamente."
Lei fece spallucce. "Va bene. Se voi volete."
E così il piano fu preparato. La note del giorno dopo, James ed io saremmo usciti di nascosto e avremmo tenuto d'occhio Eris ed Albus. Se lei avesse tentato qualcosa, io l'avrei disarmata non verbalmente. Giovedì, James ed io saremmo andati solo ad osservare. Scorpius era di pattuglia con loro, quindi James non si aspettava che ci fosse bisogno, ma voleva davvero dimostrarmi che mia cugina era ancora una cretina. Davvero non capivo le sue motivazioni; non era che la gradissi tanto, in ogni caso.
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"Non respirate così forte," Albus ci sibilò. Ci stavamo avvicinando alla scalinata di marmo. A quanto sembrava, i prefetti si incontravano alle porte della Sala Grande per iniziare le loro pattuglie.
James alzò gli occhi al cielo in modo teatrale, anche se non era che Albus potesse vederlo. "Idiota," sussurrò lui. Io scossi la testa e portai un dito alle labbra.
Albus guardò in fondo alla scalinata. Potevo vedere Eris seduta su una panca vicino alle porte, e fissava lugubre il muro. Albus la raggiunse.
"Ciao," disse lui, con tono allegro palesemente forzato. "Come stai?"
"Oh, finiscila," Eris sbuffò. "A nessuno di noi due piacerà questa cosa, Potter. Non devi fingere."
Albus perse il sorriso. "Beh, d'accordo allora. Scusami per essere stato educato."
Eris si alzò, ed iniziarono la loro pattuglia. James ed io li seguimmo. Lui era così alto che dovette piegarsi in avanti per consentire al mantello di coprirci i piedi.
Per un po', non successe niente di che. Eris ed Albus camminarono per i sotterranei in un freddo silenzio.
"Hai sentito?" Eris chiese all'improvviso, fermandosi.
James ed io trattenemmo il fiato mentre Albus si girava lentamente, alzando gli occhi al cielo. "Sentire cosa?"
"Beh smettila di parlare, imbecille." Eris camminò lentamente verso la porta più vicina. La aprì rivelando un sotterraneo vuoto. Le altre due furono uguali, ma la terza era un armadio delle scope, ed era pieno da scoppiare.
Un ragazzo di Serpeverde ed una ragazza di Corvonero si erano messi a pomiciare. Il ragazzo si era tolto la camicia, e le sue mani erano dentro quella della ragazza. Non sembrarono accorgersi che Eris aveva aperto la porta.
"Oi! Smettetela subito!" Albus disse ad alta voce, dopo circa dieci secondi di loro che non si fermavano. Quello si sorprese così tanto che entrambi caddero contro il muro. Poi ci fu un frenetico dimenarsi per raccogliere i vestiti mancanti.
"Elijah Zabini e Marion Goodwin," Eris disse, scuotendo la testa. "Dieci punti in meno a Serpeverde e Corvonero e parleremo con i Direttori delle vostre Case."
I due criminali non dissero nulla, si limitarono a incamminarsi verso le rispettive sale comuni, morti di vergogna. Eris alzò gli occhi al Cielo. "Perché certe persone della mia Casa devono essere così stupide?" Brontolò lei.
"Voglio dire, il Cappello ha messo te lì," Albus disse sottovoce.
Dovetti mettermi una mano sulla bocca per non ridere mentre Eris gli rivolgeva un'occhiataccia assassina. "Zitto, Potter."
Albus incrociò le braccia. "Mi sono perso l'incontro in cui Kimmel e Welling ci hanno tolto la libertà di parola, Prince?" Ora dovetti mettere una mano sulla bocca di James.
Eris sospirò. "Oh, sì, quella cosa meravigliosa. Sai, scommetto che se la tua famiglia non l'avesse usata così tanto, casa vostra non sarebbe esplosa."
Albus sbatté gli occhi. "Prego?"
"Almeno li leggete i giornali?" Chiese lei sarcastica. "Ve la siete cercata. Magari se la tua famiglia non fosse così anti-Ministero..."
"Zitta."
Eris alzò le mani, con un'espressione che era un mix fastidioso di confusione ed innocenza. "Che c'è? Non sono parole mie. Il Profeta dice che dissidenti come la tua famiglia sono bersagli più probabili. I dissidenti sono un pericolo per la sicurezza pubblica. Non lo sapevi?"
"La mia famiglia è una minaccia per la sicurezza pubblica? Che ti sei fumata?"
Eris fece spallucce. "Ambasciatrice non porta pena. Se fossi in te, però, proverei ad allinearmi un po' di più col resto del mondo magico. Prova anche a convincere anche la tua famiglia di pazzi a farlo." Alzò un sopracciglio. "E magari prendi le distanze da quella squinternata di Lestrange."
La mano di Albus si mosse verso la bacchetta nella sua tasca. "Non parlare così di Astra."
"Aw, che dolce." Eris sorrise maligna. "Maledirai un'altra prefetta e ti farai segnalare per Astra Lestrange. Dovresti rivalutare le tue priorità, Potter."
Albus sembrava sul punto di maledirla. All'improvviso, James mi tirò in una stanza a lato, una di quelle che Eris aveva lasciato aperte. Prima che potessi fare qualcosa, lui uscì da sotto il mantello, mi spinse di nuovo fuori dalla porta, e tirò un calcio ad una sedia.
Sia Eris che Albus sussultarono per il rumore, ed io mi tirai indietro verso il muro opposto alla porta. Vidi James muoversi in fretta per nascondersi dietro una scrivania mentre i prefetti andavano ad investigare.
"James?" Albus disse, con un tono sorpreso che sembrava solo un pochino finto. "Che ci fai qui?"
James imprecò sottovoce mentre Eris seguiva Albus all'interno. Mi avvicinai di soppiatto dietro di loro per guardare. "Niente, Al."
"Non dovresti essere fuori dalla tua sala comune dopo il coprifuoco," Eris disse cerimoniosamente."
"Sì, beh, nemmeno tu," James tentò.
Eris sbatté gli occhi, confusa. "Io sono di pattuglia."
"E chi lo dice?" James si alzò. "Che ne so che non stai mentendo? Potrei fare rapporto alla Direttrice della tua Casa."
Eris lo guardò male. "Ammettiamo che stia mentendo. Oh no, mi hai beccata, in giro per i corridoi dopo il coprifuoco. La domanda è, per quale accidenti di motivo sarei con tuo fratello?"
James fece spallucce. "Che ne so. Ad Albus tipe un po' strane. Certo, tu saresti la più strana di tutte."
"James, è disgustoso," Albus disse, fingendo di vomitare. Eris guardò male anche lui.
James colse l'opportunità per alzare la testa e dire, "Credo che dirò ai presidi che voi due ve la stavate spassando nei corridoi."
"Non ti crederanno," Eris sbottò, ma sembrò leggermente disturbata. Albus non protestò, però, e lei si girò accigliata verso di lui. "Tu non hai niente da dire?"
Albus fece spallucce, arrossendo. "Sono girate un sacco di voci su di me... Tu sei tipo... Giusto un pochino peggio di quando la gente diceva che ero l'erede si Serpeverde."
James nascose una fitta di risate con dei colpi di tosse, ed Eris rimase a bocca aperta. "Ma che diavolo? Sei malato tu."
James riuscì a ricomporsi. "Insomma, la gente dice che si sbaciucchia Astra più volte al giorno da anni."
"Sì, ma sono certa che quello gli piace."
"Che ne dici di buttarti dalla torre di Astronomia?" James disse arrabbiandosi.
"Che ne dici di non incoraggiare il suicidio? È un crimine, in caso non lo sapessi."
Albus la guardò male. "È un crimine anche se non mancherai a nessuno?"
Eris sbuffò e incrociò le braccia. "Non funzionerà."
"Cosa?" Albus chiese sorpreso.
"Pattugliare con te!"
Albus sbatté gli occhi. "Oh, sì, sono completamente d'accordo."
"Stai zitto!" Si girò verso James. "Dieci punti in meno a Grifondoro per essere fuori dalla tua sala comune. Ora va' via prima che te ne tolga altri per mancanza di rispetto."
James corse via, senza nemmeno provare a nascondere le risate. Eris marciò in direzione diversa, ed Albus dovette correre per tenere il passo. Li seguii, e fui piacevolmente sorpresa di vederli arrivare fuori l'ufficio dei presidi.
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Dieci minuti dopo, Eris era seduta su una sedia, braccia incrociate e sguardo fisso contro il muro, mentre Albus balbettava una spiegazione ad un tremendamente infastidito Welling e ad una più comprensiva Kimmel. Io mi ero intrufolata dietro di loro; Albus era rimasto sull'uscio per qualche secondo, dichiarando che la luce improvvisa lo aveva accecato mentre io entravo.
"Quindi, voi due volete chiedere di cambiare coppie?" Kimmel chiese.
"Non posso lavorare con lui."
"Beh, nemmeno io posso lavorare con lei," Albus disse, alzando gli occhi al cielo. "Non è solo colpa mia."
"Ciò è molto insolito," Kimmel disse. Trattenne uno sbadiglio. "Indagheremo."
"Potremmo scambiare il signor Potter e la signorina Predatel," Welling suggerì.
"No!" Eris ed Albus esclamarono all'unisono, poi si guardarono male l'un l'altra.
"Preferisco lavorare con lei che far subire a Wren tutto questo," Albus spiegò. "Lei è peggio con Wren che con me."
"Non voglio essere sola di notte con una criminale."
Welling sospirò. Kimmel scosse la testa. "Tutto questo è ridicolo. Signorina Prince, lei e la signorina Collins potete scambiarvi i turni. Questa non diventerà una pratica comune, però, o verrete entrambi segnalati."
"Grazie," Albus disse. Welling li congedò con un cenno della mano, ed Albus rimase di nuovo sull'uscio per qualche secondo per farmi uscire. Eris era già sparita lungo il corridoio quando scendemmo in fondo alle scale. Mi tolsi il mantello dopo un minuto o due di camminata.
"Beh, è andata meglio del previsto," dissi.
Albus annuì. "Certo, forse non avrei dovuto dire tutte quelle cose. Non riesco a credere che le ho detto che..."
Annuì. "Alcune cose erano un po' troppo... Sembravi quasi James. Però non posso giudicare. Almeno non l'hai presa a pugni."
Lui ridacchiò. "Vero. È comunque orribile." Per qualche minuto, camminammo in silenzio, poi Albus chiese, "Non pensi che abbia ragione, vero? Sul fatto che la mia famiglia è un pericolo per le persone attorno a noi?"
"Certo che no," risposi subito. "Non lo siete."
"Cioè, non voglio dire che la mia famiglia debba smettere di fare ciò che fa, l'ES e tutto il resto," Albus spiegò subito. "Ma è una cosa molto pericolosa. E può nuocere alle altre persone. Come l'ultimo dell'anno."
"L'ultimo dell'anno è successo perché tuo padre è una celebrità che ha invitato a casa vostra metà dei maghi della Gran Bretagna in una sola occasione," dissi, scuotendo la testa. "Non c'entra niente col fatto che tuo padre 'dissente' o quel che è."
"Sì, mi sa che hai ragione." Albus sospirò. "È solo... Spaventoso. Non lo so."
Annuii. "Già."
Lui mi guardò sorpreso. "Ti hai paura? Pensavo non ti spaventassi mai."
"No, mi capita." Arrangiai un sottile sorriso. "Ho tanta paura. È tutto spaventoso. Sono passati sette mesi, Al, e ancora nessuno sa la verità o quanto sia davvero grande questa storia."
"Riuscirai a far sapere la verità," Albus disse convinto. "So che lo farai."
"Grazie per la sicurezza." Sorrisi leggermente. "Sarebbe bello poterne prendere un po' in prestito."
"Non c'è bisogno. Sarò sicuro per entrambi." Albus alzò il mento e camminò impettito per tutto il corridoio. A circa metà strada, entrambi ci mettemmo a ridere. Un secondo dopo, sentimmo un meow vicino e corremmo per tutta la strada per il ritratto per evitare Mrs. Purr. Nel frattempo che arrivammo in sala comune, eravamo entrambi senza fiato per le risate e la corsa. Mentre eravamo fermi appena all'entrata della sala comune per riprendere fiato e smettere di ridere, dovetti ammetterlo: nonostante tutta la pazzia, quella notte non era stata poi così brutta.
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Giovedì notte il piano fu lo stesso. James ed io seguimmo Wren giù fino alla sala d'ingresso, dove i gemelli Malfoy stavano già aspettando. Non successe granché per un'ora, e rimasero in silenzio se si esclude la parlantina inesauribile di Scorpius e le occasionali risposte di Wren. Ciara rimase ostinatamente silenziosa, e dava risposte non verbali a tutti i tentativi di Scorpius ti farla partecipare alla conversazione.
"Ciara, smettila di essere così scontrosa," Scorpius disse alla fine, fermandosi.
Anche Ciara si fermò, e si accigliò verso di lui. "Perdonami che non sono entusiasta all'idea di girare nei corridoi del castello da sola con la ragazza che ha usato la maledizione Cruciatus su undici persone al primo anno."
Wren abbassò lo sguardo, ed io contrastai l'impulso di togliermi il mantello e correre a difenderla. Lei non si sarebbe difesa, lo sapevo. Non lo faceva mai. Perché ancora non pensava di meritarsi di essere difesa. Ovviamente, dovetti contrastare anche l'impulso di James di farlo, perché lui aveva meno auto-controllo di me.
"Era sotto la maledizione Imperius!" Scorpius esclamò. Se non fosse già stato uno dei miei Serpeverde preferiti, lo sarebbe stato in quel momento.
"Non ha alcun senso."
"Perché no?" Scorpius chiese. "Tu tra tutti dovresti sapere che Sulcan ne era capace."
Ciara scosse la testa. "Perché prendersi il disturbo così tante volte? Di certo sarebbe stato più facile per lui farlo da solo." Guardò Wren dietro Scorpius. "Perché lo ha fatto?"
"Non lo so," Wren disse, indietreggiando leggermente. "Credo l'abbiano volute i miei genitori, forse."
"Quindi è vero? Eri sotto la maledizione Imperius?" Ciara spinse via Scorpius in modo da trovarsi dritta di fronte a Wren.
"Sì." Wren la fissò. Scorpius aveva l'aria di chi davvero voleva intervenire, ma non sapeva come.
Ciara strinse gli occhi. "Lo eri davvero?"
"Cosa vuoi che ti dica?" Wren chiese, incrociando le braccia. "Che ho mentito in un processo criminale? Avevo undici anni, Ciara. Non ho fatto nulla di tutto quello di mia volontà."
Ciara sbatté gli occhi, poi fece un passo indietro. "Perché non hai contrastato la maledizione prima?"
"Ci ho provato," Wren disse. Guardandola, quasi mi ero dimenticata che la maggior parte delle volte non era stata davvero sotto Imperius. "Non sapevo come fare, all'inizio, e poi ci è voluto uno sforzo enorme."
Scorpius si mise tra di loro. "Soddisfatta?"
Ciara aveva l'espressione di chi stava analizzando ogni possibile replica nella propria mente. "Io... Per adesso, suppongo."
"Bene." Scorpius si tolse di mezzo. "Ora stringetevi la mano e comportatevi da ragazze del quinto anno responsabili. Per Merlino, a volte sembri avere sei anni."
Ciara strinse molto riluttantemente la mano di Wren. Wren la osservava all'erta. Io guardai James, che sembrava sorpreso. Lui mimò con la bocca "Scorpius è una buona influenza per lei."
Il resto della serata fu privo di eventi, soprattutto se paragonata all'inizio della settimana. Wren aveva decisamente avuto un accoppiamento migliore, anche se dovetti ammettere che le cose non sarebbero andate così se Scorpius non fosse stato presente.
Spigolo autore
Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.
Alla prossima!
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