Capitolo 12 - La vetta a quattordici anni

La Gazzetta del Profeta

N° 102,000

12 Novembre 2021

Stretta alla Sicurezza

La Ministra della Magia Hestia Carrow ed Harry Potter, Capo dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia ed eroe di guerra, hanno entrambi assicurato alla stampa che stanno facendo tutto ciò che possono per prevenire un altro attacco come l'esplosione del San Mungo. Molti genitori hanno portato via i figli dalla scuola di Hogwarts per il resto del trimestre, per timore che la storica accademia sia il prossimo bersaglio dei Predatel. Harry Potter sollecita il pubblico a non preoccuparsi. "Non dobbiamo farci allarmare. Abbiamo il potere per impedire che succeda di nuovo qualcosa di così grave. Tutto ciò che ci serve è la vostra cooperazione per stringere la sicurezza. Se agiremo tutti uniti, riusciremo a sconfiggere questi terroristi."

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"Astra, faremo tardi!" Albus urlò su per le scale. A malapena sentii la sua voce attraverso la porta del dormitorio, ma gemetti. Fare tardi all'allenamento di Quidditch voleva dire rimanere dopo per pulire tutte le scope della scuola. Non lo avrei mai fatto. Gettai in aria qualche altro vestito dal mio baule e finalmente trovai il mio maglione. Tirandomelo in testa, corsi fuori dalla porta e mi precipitai giù per le scale, quasi buttando a terra una del secondo anno per la fretta.

"Scusa!" Le urlai. Non mi girai per vedere se mi stava guardando male o no. Probabilmente sì.

"Perché ci hai messo tanto?" Albus chiese mentre mi fermavo in sbandata in fondo alle scale per evitare di schiantarmi contro di lui, Wren, e Colette.

"Non trovavo il maglione," dissi, approfittando dell'occasione per sistemarmelo. "Fa troppo freddo fuori."

Albus mi guardò in modo strano. "Hai un solo baule. Come diamine fai a non trovare qualcosa in un solo baule?"

"Rimarresti sorpreso," Colette disse, accigliandosi verso di me. "Non so come fa a funzionare con un casino del genere."

"Non è così grave," protestai, guardando Wren in cerca di supporto.

Lei fece un sorriso di scuse. "È abbastanza grave..."

"Non lo è, giuro." Guardai il mio orologio. "Ebbene, Albus, tu non vuoi fare tardi, o sì? Perché se restiamo qui a parlare, faremo tardi."

Albus sgranò gli occhi, e si girò verso Wren. "Voi ragazze volete ancora venire a vederci? Perché dobbiamo sbrigarci."

"Possiamo camminare," Colette disse, alzando gli occhi al cielo. "Arriveremo più tardi."

Albus fece spallucce. "Furbe. A dopo, allora." Insieme, io e lui corremmo per la sala comune e verso il buco del ritratto.

Il Quidditch, potrebbe sorprendervi sapere, non è uno sport basato molto sull'esercizio fisico. Certo, sarà molto difficile giocare se sei fuori forma e non riesci nemmeno a guidare la scopa con energia, ma in generale, è un allenamento abbastanza rilassato. Correre per metà castello, giù per parecchi piani di scale, e per tutto il parco non era di certo una cosa a cui ero abituata. Nel frattempo che raggiungemmo il campo, ero così a corto di fiato che non riuscivo a parlare. Potevo solo ascoltare mentre Fred ci faceva una bella strigliata sull'arrivare in anticipo la volta successiva, perché essere 'in orario' voleva dire perdere 'importante tempo per unire la squadra'.

"E state all'erta," Fred disse, facendosi ancora più serio (se possibile. Fred pensava che niente fosse più serio del Quidditch). "Non lo dicono a tutta la scuola, perché non vogliono che la gente si spaventi, ma verso il lago hanno visto un uccello che secondo loro potrebbe essere Isaac Predatel." Fred indicò l'altro lato del campo, dove c'erano due auror. "Sono qui per assicurarsi che siamo al sicuro durante l'allenamento, quindi se vedete qualcosa, diteglielo."

Mi accigliai verso il cielo. Isaac Predatel nei paraggi non era mai una cosa buona. Non ero terribilmente spaventata (dopotutto, cosa poteva fare lui contro due auror?) Ma assolutamente non volevo che Wren sapesse di ciò.

Fred sospirò. "Che ci fate ancora qui? Prendete le scope!"

Albus ed io corremmo verso il capanno delle scope. James era appoggiato al muro vicino alla porta, ma si raddrizzò quando ci vide. "Fred ve l'ha detto?"

Annuii, passandogli di fianco per entrare. "Di Predatel? Sì."

"E voi due non lo direte a Wren, giusto?" James incrociò le braccia e si appoggiò all'entrata mentre i nostri occhi si abituavano alla luce ed io e Albus trovavamo le nostre scope.

"Perché dovrei dirglielo? Pensi che sia stupida?" Girai la testa e vidi un'espressione scettica sul volto di James. "Non lo sono! Per Merlino, fate sembrare come se non fossi degna di alcuna fiducia."

"Insomma..." Albus alzò la sua scopa dal gancio nel muro. "Hai una tendenza a farti sfuggire le cose quando sei arrabbiata..."

Strinsi gli occhi contro entrambi. "Ma quanta fiducia. Sono contenta che i miei amici si fidano di me." I Potter si scambiarono uno sguardo, quindi alzai gli occhi al cielo. "Non glielo dirò, va bene?"

"Bene," James disse, alzando un sopracciglio. "Se lo fai ti maledico."

"James, no-"

"Non ne avrai bisogno," interruppi Albus, accigliandomi verso James. Lo spinsi via per uscire dalla porta, e James si fece indietro, sembrando soddisfatto.

"Sbrigatevi, Grifondoro!" Fred urlò. Aveva la sua scopa in una mano, la Pluffa sotto un braccio, e il suo piede picchiettava impazientemente l'erba del campo. I Bolidi si dimenavano contro le loro catene nella scatola. Alzai lo sguardo sugli spalti e vidi parecchi del terzo e del quarto anno che ci guardavano, esultando per Elmer e Cedric, che correvano l'uno contro l'altro lungo il campo. Elcie stava strofinando una macchia sul manico della sua scopa, ma sembrò rinunciare mentre ci avvicinavamo e Fred urlava ad Elmer e Cedric di scendere.

"La nostra prima partita è contro Tassorosso, come sono certo sappiate," Fred disse.

"Facile. Ancora non hanno superato la perdita del loro Direttore di Casa," Cedric disse.

"E poi i Tassorosso sono un branco di smidollati," James disse. Fred strinse gli occhi mentre noialtri ridevamo e ci dichiaravamo d'accordo.

"Sbagliato!" Fred lanciò la Pluffa a terra. Rimbalzò lentamente sopra le nostre teste, e arrivò a terra dietro Albus. Ci zittimmo tutti, sapendo che Fred aveva intenzione di farlo più drammatico. "I Tassorosso sono lavoratori," disse dopo un attimo, quando fu sicuro di avere la nostra attenzione. "Soprattutto ora, che il loro Direttore di Casa non c'è più. Potete scommetterci che si sono fatti in quattro durante gli allenamenti."

"E noi no?" Dissi, corrucciando le sopracciglia. Fin dai provini ci stavamo allenando quattro volte a settimana. Certo, i miei voti non ne avevano ancora sofferto, ma stavano arrivando le interrogazioni e dovetti ammettere che ero un po' preoccupata (Forse Wren mi stava contagiando, finalmente).

"Sì," Fred ammise. "Anche noi ci siamo fatti in quattro. Ma se pensate che questa partita sarà una vittoria facile, e non farete del vostro meglio, perderemo. Andrew Paciock è il capitano di Tassorosso, e lui gioca per vincere. Dobbiamo impegnarci come se fosse contro Serpeverde, chiaro?"

Fred fu ricompensato con un paio di "Okay" piatti, poi alzò la scopa in aria. "Andiamo, squadra!" Liberò i Bolidi, poi il Boccino, e ci fece partire.

Per il modo in cui Fred gestiva gli allenamenti, praticamente giocavamo una partita intera. I tre Cacciatori facevano a turno il ruolo del "Serpeverde," costringendo gli altri a lavorare di squadra. Fred e James facevano i Battitori per Serpeverde (perché se quei due si mettevano contro il povero Serpeverde, lui o lei non sarebbe mai riuscito a concentrarsi a fare il Cacciatore). Cedric faceva il Portiere contro tutti, il che significava che giocavamo solo in metà campo circa. L'allenamento finiva quando prendevo il Boccino o alle 19:30, in base a quale evento capitava per ultimo.

Dopo circa dieci minuti di allenamento, Elmer si stava togliendo la maglia da Serpeverde e la stava passando ad Albus. Io stavo ancora cercando il Boccino, ovviamente, perché se lo avessi preso mentre Albus era il Serpeverde, avremmo resettato subito e avrebbe dovuto passare il turno ad Elcie senza giocare per tutti i dieci minuti. Cercai un riflesso dorato sugli spalti. Invece di quello, vidi Wren e Colette che si stavano sedendo. Volai con calma verso di loro, girando attorno al campo e salutando.

"Come sta andando?" Wren mi urlò mentre mi fermavo qualche metro sopra di loro.

"Alla grande," dissi, senza abbassare lo sguardo. "Scusate se non vi guardo, ma se Fred pensa che non stia cercando il Boccino mi farà lavare i panni di tutta la squadra o roba del genere."

"Ha senso," Wren disse. Io sorrisi. Il riflesso del sole sull'orologio di qualcuno quasi mi fece volare via, ma capii l'inganno della luce prima di muovermi.

"Cosa sta facendo James?" Colette chiese dopo un secondo.

Non stavo prestando attenzione a James; di solito lui e Fred erano l'elemento più in sintonia della squadra, e lavoravano insieme alla perfezione. In quel momento, però, sembrava che James stesse volando via da un Bolide, e verso di noi.

"L'idiota deficiente, ecco cosa sta facendo," dissi a bassa voce. Mi venne di fianco, circa un metro più basso. "Cosa stai facendo?" Chiesi.

"Non posso fare nulla finché Al non si mette quella stupida maglietta," James disse, indicando verso Albus che stava avendo difficoltà con la maglietta a terra. "Ho pensato di venire a salutare."

Wren gli sorrise. "Ciao, James."

"Beh, ma salve!" Esclamò, facendo abbassare di poco la scopa per trovarsi allo stesso livello di Wren. "Non sapevo che la ragazza più bella della scuola sarebbe venuta. Mi sarei impegnato di più."

Colette alzò gli occhi al cielo e disse qualcosa su quanto fosse sdolcinato, ma Wren era arrossita e sorrideva e non sembrava importarle della sdolcinatezza. "Grazie, James, ma non è vero..."

"A me sembra proprio di sì," James disse serio. Abbracciò Wren.

"POTTER!" Alzai la testa di scatto e vidi Fred guardarci malissimo. I Cacciatori erano già in gioco di nuovo. "Vieni qui!" Schiantò la mazza contro un Bolide che venne verso di noi. James lo lanciò via, rimandandolo a Fred con un'occhiataccia, poi si scusò con Wren prima di ripartire.

Stavo per dire qualcosa su quando adorabile fosse stato quando vidi il Boccino ronzare vicino al piede di Cedric. Partii immediatamente, volando dritta verso i pali delle porte. Il Boccino si tuffò in basso, ma ora l'avevo visto, ed ero all'inseguimento. Aumentai la velocità, e dopo due giri di campo, lo afferrai.

"Bene!" Fred urlò. "Ricominciamo!" Albus mi fece i pollici in su mentre volava in basso per dare la maglia ad Elcie. Io andai verso terra per rilasciare di nuovo il Boccino.

L'allenamento durò un'altra ora e mezza. In quel tempo presi il Boccino due volte, e la seconda avvenne alle 19:25 quindi Fred ci risparmiò un'altra partita. Si tirò James da parte per parlare di strategia mentre gli spettatori scendevano in campo dagli spalti.

"Ottime giocate, Astra!" Lily mi urlò mentre lei, Eviana, e Pip andavano da Elmer. Mi sorrideva e si passava una mano tra i capelli, quindi mi girai in fretta e andai da Albus.

"Vincerete contro Tassorosso senza problemi," Wren stava dicendo.

"A meno che non perdiate," Colette disse, facendo spallucce. "Potrebbe succedere."

Albus sembrava incerto. "Già. Non lo so. Sono certo che siano bravi..."

"Non preoccuparti per Tassorosso, Albus," dissi, dandogli una pacca sulla spalla. "Hai la miglior Cercatrice di Hogwarts proprio qui, non la vedi?"

Albus ridacchiò, scuotendo la testa. "Mi fa piacere che sei così sicura. Fred ha ragione, però..."

"Oh, rilassati," dissi. "Andremo alla grande. Fred vuole solo essere sicuro che vi impegniate."

"E da quando permettete ai Serpeverde di venirvi a vedere?" Colette chiese all'improvviso. La guardai curiosa. Di certo non intendeva Lily. La vidi guardare qualcuno dietro di me, e girandomi vidi Ciara con Elcie, a qualche metro di distanza da tutti gli altri. Lei sorrideva radiosa e parlava emozionata, ed Elcie sembrava felice come non lo era da un bel po'. Non che l'avessi vista molto di recente.

Mi accigliai. "Beh, non è che possiamo impedirgli di guardarci..." Però Ciara era capitano della squadra di Serpeverde. Quindi non ero sicura che si applicasse anche a lei.

Anche Fred l'aveva notata, e lo vidi marciare in quella direzione. "Malfoy, cosa pensi di fare?"

"Che c'è, non posso guardare mia sorella?"

"Non una losca, disonesta Serpeverde come te!" Fred si fermò così vicino a lei che le stava agitando un dito a pochi centimetri dalla faccia. "Stai cercando di guardare i nostri allenamenti e di imparare le nostre strategie!"

Ciara rimase a bocca aperta per l'indignazione. "Non è vero! E se userete contro di noi le stesse strategie che userete contro Tassorosso, sei ancora più stupido di quanto lo siete di solito voi Weasley!"

"Cosa pensi di dire contro la mia famiglia?" Il volto di Fred stava diventando rosso. "Non hai alcun diritto di parlare, feccia di Mangiamorte!"

Vidi la mano di Ciara chiudersi a pugno sopra la sua bacchetta, ma io mi mossi prima ancora di accorgermene. In pochi secondi mi misi in mezzo a loro, con le braccia aperte di fronte a Ciara ed Elcie. "Lasciale in pace, Fred," dissi freddamente. "Sono anche la mia famiglia, come ben sai."

Fred mi fissò negli occhi per parecchi secondi, come per cercare un qualche segno di cedimento. Alla fine, sospirò e fece un passo indietro. "Va bene. Non volevo insultarti, Astra. Ma lei rimane alla larga dai nostri allenamenti, punto."

Ciara spinse in basso il mio braccio. "Bene. Ma se dovessi sentire che hai detto di nuovo una cosa del genere di fronte a mia sorella..."

La mascella di Fred tremò. "Non succederà." Ci fu una pausa tesa, poi Fred borbottò, "Mi dispiace."

Mi girai ed alzai un sopracciglio verso Ciara, che sospirò e disse a bassa voce, "Dispiace anche a me."

Fred guardò male Ciara un'ultima volta, poi girò i tacchi e andò verso lo spogliatoio. La maggior parte della squadra lo seguì, con i pochi spettatori. Elcie diede a Ciara un abbraccio con un solo braccio. "Grazie per essere venuta. Anche se sei finita nei guai." Corse per raggiungere il resto della squadra, lasciando me e Ciara da sole.

Ciara si accigliò per un secondo. "Posso cavarmela da sola, Lestrange."

"Fred fa una certa paura. Ho solo pensato che avrebbe dato retta a me più che a te." Feci spallucce. "Un grazie sarebbe gradito."

Un'altra occhiataccia, per tanti altri secondi. Finalmente, "Grazie, Astra. Per favore, non dirlo a Scorpius."

"Certo che no," dissi, sorridendo. Per un attimo, rimanemmo lì fisse in imbarazzo. Non avevo mai avuto una vera conversazione con Ciara, in passato, ma sembrava che in quel momento fossimo pericolosamente vicine ad averne una. "Come... Come procede l'anno?"

"Considerando che ora sono dietro a Rose Weasley e Predatel in quasi tutte le mie materie..." Ciara sospirò. "Uno schifo."

"Mi dispiace." Giocherellai con la bacchetta. "Nico ti sta dando problemi? Perché forse posso convincere James ed Albus ad affrontarlo con me."

Ciara si strinse nelle spalle. "Te l'ho detto, posso cavarmela da sola. Sta solo facendo il viscido. Niente di troppo serio. La parte peggiore è che Adalyn gli va ancora dietro.

"Adalyn è un'idiota."

Ciara mi guardò malissimo. "Ha delle ottime ragioni per pensare che tu sia un'idiota, cara cugina, quindi lasciala in pace."

Sospirai. Aveva ragione, ed era esasperante. "Non ci sono altre persone con cui puoi passare il tempo? I tuoi altri amici di Serpeverde?"

"Quelli non ce li ho," disse lei, distogliendo lo sguardo. "Ecco perché ho bisogno che Adalyn smetta di fare l'idiota dietro a Nico."

La fissai. Non aveva altri amici? Certo, non ero molto aggiornata sulla sua vita sociale, ma avevo sempre dato per scontato che fosse popolare tra i Serpeverde. Era capitano della squadra di Quidditch e prefetta, dopotutto. E forse era popolare. Ciò non sempre si traduceva in amici. Mi accigliai verso di lei. Non eravamo amiche. Non avremmo mai potuto esserlo. Ci eravamo messe l'una contro l'altra troppe volte, avevamo superato troppi limiti. L'avevo bloccata a terra e le avevo puntato una bacchetta in faccia in passato. Ma non riuscii a non dispiacermi per lei in quel momento.

Provai a non mostrare la mia pietà, ma Ciara incrociò il mio sguardo e sembrò vederla. La sua espressione si indurì. "Addio, Lestrange," disse freddamente. "Non parlarmi."

"Solo se non mi parli tu, Malfoy," dissi, con voce un po' vuota. Ciara andò via, sembrando piccola e sola nell'enorme e vuoto campo al tramonto. Mi girai per andare dai miei amici nello spogliatoio. Forse l'avrei dovuta seguire, ma c'era troppo marcio nella nostra storia che sapevo non avremmo mai superato. In un'altra vita, forse. Ma non in questa.

Gli spogliatoi erano chiassosi ed allegri e ben presto mi restituirono il buonumore. Cedric e Dean stavano inseguendo Pip nello spogliatoio maschile quando entrai. Fred gli stava urlando di non correre perché il pavimento era bagnato, ma non ascoltarono. Sentii uno schianto e i lamenti di Cedric qualche momento dopo.

"Ho bisogno di pulire la scopa," Elcie disse. "Qualcuno vuole rimanere con me? Non voglio tornare da sola quando fa buio."

"Rimango io," dissi subito. Non passavo abbastanza tempo con la mia cugina più piccola. E poi, magari, dicendo ad Elcie di Ciara, lei avrebbe potuto fare qualcosa ed io non sarei stata del tutto inutile.

"Ottimo," Elcie disse, balzando in piedi. "Andiamo!"

Salutai Albus, Wren, Colette, e James. "Torno dopo, va bene? Voi andate senza di me." Albus annuì, ed Elcie ed io uscimmo dalla porta.

"C'è questa macchia che non riesco a togliere," Elcie disse, prendendo la sua scopa mentre andavamo verso il magazzino. "Non lo so, forse è solo colpa della cera per scope che uso."

Mi accigliai verso la macchia. "Sì, probabile. Sicura che non sia un nodo nel legno?"

Elcie scosse la testa. "Non c'era quando papa mi ha comprato la scopa."

"Strano." Aprii la porta del magazzino delle scope e la mantenni per far passare Elcie. Prima di dedicarmi alla sua scopa, appesi la mia al suo posto sul muro. Poi, mi girai verso l'altro lato del magazzino, dove lei aveva piazzato la sua scopa su un basso tavolino e stava tirando fuori dalla borsa un barattolo di cera per scope molto costosa.

"Oh porca miseria, Elcie, quella roba costa una fortuna," dissi, sgranando gli occhi. La Cera Tridum era la più costosa sul mercato.

"Davvero?" Elcie lesse l'etichetta, poi mi porse il barattolo. "Papà dice sempre che è l'unica marca che usa."

"Non avevo dubbi," borbottai, guardando l'etichetta. "A me tocca la roba comune."

Elcie fece spallucce. "Non lo so. Me l'ha presa papà." Piazzai il barattolo sul tavolo vicino alla sua scopa, poi Elcie indicò la punta della scopa. "Proprio lì. Non riesco a togliere quella macchia."

Mi accigliai, e presi il suo panno. Strofinai la macchia molto più forte di quanto aveva fatto lei, e dopo un minuto era sparito.

"Whoa!" Elcie esclamò. "Come hai fatto?"

Feci spallucce. "Non avere paura di strofinare più forte."

"Ho sempre paura di rovinare il legno."

"Stai tranquilla," dissi, sorridendo. "Quella scopa è fatta per resistere a condizioni atmosferiche estreme. Un po' di olio di gomito non le farà niente."

Elcie mi fissò come se avessi appena pronunciato una nuova rivelazione proveniente da Dio in persona, e sentii il volto scaldarmi e mi rigirai verso la scopa. "Sì. Comunque... Come va la vita?"

Elcie posò il barattolo e il panno nella sua borsa. "Bene. Io, Torrence ed Hannah abbiamo formato un gruppo di studio con tutti i Grifondoro del secondo anno perché Haverna ha minacciato di bocciare tutti se non alziamo i voti."

Feci una smorfia. "Haverna è un vero demonio."

"Lo so!" Elcie scosse la testa, disgustata. "Alza il voto a chi trova articoli 'interessanti' nella Gazzetta del Profeta, lo sapevi?"

"Vorrei tanto conoscere la sua idea di 'interessante'."

"Soprattutto quelli su di te, o Wren Predatel. Però Elmer ha detto che Eviana Clausen l'ha fatto notare, e il giorno dopo Haverna ha alzato il voto ad uno del terzo anno per un articolo sui fiori magici, giusto per contraddirla."

Annuii. "Non fa una piega. La odio."

"La odiamo tutti," Elcie disse.

Accarezzai distrattamente la scopa di Elcie. "Come stanno i tuoi fratelli? Ultimamente li vedo solo a Pozioni."

Elcie sorrise. "Scorpius sta benissimo, e ha detto che vuole invitare Rose per Natale e mamma e papà hanno detto che va bene se i suoi genitori sono d'accordo." Inclinò leggermente la testa di lato. "Lo sai che anche tu sei la benvenuta per Natale, vero?"

Sorrisi. "Ma certo, Elcie. Però non so cosa facciamo quest'anno. Sta per nascere la bambina di Toire."

"Oh, giusto." Elcie sospirò. "Spero che verrai almeno per un po'."

"Sono sicura che verrò," dissi. Dovevo dirottare la conversazione su Ciara, che era il motivo principale per cui le avevo chiesto dei suoi fratelli. "Um, quindi Scorpius sta bene, immagino?"

Elcie annuì. "Sta benissimo. E Rose è dolcissima. Voglio che si sposino."

Ridacchiai. "Sono un tantinello giovani."

"Ovviamente non adesso!" Elcie esclamò. "Quando saranno più grandi. Come Teddy e Victoire."

"Sì, sarebbe bello," dissi. "Come sta Ciara?"

Il sorriso di Elcie si affievolì. "L'ho vista oggi per la prima volta da una settimana."

"Ti è sembrato che stesse bene?"

"Beh, sì. Mi ha detto che sono stata bravissima, e che era fiera di me. Abbiamo detto più o meno questo prima che arrivasse Fred."

"Oh." Sospirai. Non mi sarei fatta coinvolgere nella vita privata di Ciara. In primo luogo, probabilmente mi avrebbe maledetto per averlo fatto. In secondo luogo, non volevo. "Dici che è tutto a posto?"

Elcie sembrava leggermente preoccupata. "Perché non dovrebbe? Cosa ti ha detto?"

"Oh, niente, Elcie," dissi subito. "Era solo una domanda. Sono sicura che stia bene." Elcie aveva lo sguardo basso sulla scopa, però, con la preoccupazione negli occhi.

"Hey, vuoi tornare al castello?" Chiesi, sforzandomi di assumere un tono di voce allegro.

Elcie prese la sua scopa. "Sì. Okay." La appese al suo posto sul muro, poi si mise la borsa in spalla. "Andiamo."

Uscimmo dal magazzino e ci ritrovammo in un campo deserto. Probabilmente tutti gli altri se n'erano andati al castello. Sembrava che gli auror li avessero scortati. Iniziammo a parlare delle partite di Quidditch dell'anno precedente, quelle col Dream Team di Hogwarts. Elcie sembrò rallegrarsi.

Non eravamo ancora in vista del castello quando vidi qualcosa muoversi con la coda dell'occhio. Aspettandomi uno scherzo di James, mi fermai per osservare il limite della foresta e vedere se notavo qualcuno di nascosto. Non si mosse nulla, e mi accigliai. Ero certa di aver visto qualcosa, ma immaginai che potesse essere stato uno scoiattolo.

"Astra...?" Elcie si fermò vicino a me. "Cosa c'è?"

"Forse nulla", dissi. "Mi è sembrato di aver visto qualcosa muoversi." Non riuscii a togliermi di dosso la sensazione d'ansia che mi stava stringendo lo stomaco.

"Oh," Elcie disse. "Beh, tante cose si muovono. Forse era un coniglio o uno scoiattolo."

"Probabile," concordai. I miei occhi erano ancora fissi sulla foresta."

"Possiamo andare, allora?" Elcie chiese.

Capii che la mia ansia la stava spaventando, e mi girai verso di lei, sforzandomi di sorridere. "Ma certo, sì. Andiamo."

Non feci neanche due passi prima di vedere qualcosa muoversi ancora. Girai la testa di scatto, ma adesso la cosa stava volando sopra di me. Era un uccello.

Istintivamente misi una mano davanti ad Elcie ed arretrai mentre l'uccello atterrava sul sentiero davanti a noi. Per un attimo, si limitò a fissarmi. Ricambiai lo sguardo, con la bacchetta pronta. Riconobbi Isaac Predatel, anche se per il momento cercava di prendermi alla sprovvista restando uccello. Per un attimo, ci fu un teso silenzio.

Lo ruppe Elcie, sussurrando, "Astra, penso sia solo un uccello, non-"

Venne interrotta dalla trasformazione improvvisa dell'uccello in Isaac Predatel. Elcie urlò, ma non sapevo se eravamo abbastanza vicine al castello da farci sentire.

Isaac alzò un sopracciglio, quasi colpito. "Non ti fai sfuggire nulla, eh, Lestrange?"

Lo guardai rabbiosa. "Lascia in pace mia cugina." Il mio respiro tradiva la mia paura, ma sperai che la mia espressione non lo facesse.

"Oh, lei non la toccherò," disse Predatel. "Per chi mi hai preso, per un mostro? Sono sicuro che Wren può confermare; l'unico male che facciamo è necessario."

"Disse quello che ha fatto esplodere un ospedale!" Esclamai. Forse sarei riuscita a Schiantarlo se fossi riuscita a distrarlo abbastanza a lungo."

"Non capiresti, ovviamente, ma quello era necessario così come tutto il resto." All'improvviso Isaac puntò la bacchetta contro Elcie."Stupeficium!"

"Protego!" Urlai, appena in tempo. Il suo incantesimo rimbalzò sul mio scudo. Elcie stava urlando di nuovo.

Isaac strinse gli occhi. "Temo di dovermi spiegare meglio. Non le farò niente, a meno che non mi lasci altra scelta."

"Cosa vuoi?" Chiesi, leggermente disperata. Se si fosse rivelato necessario, mi sarei consegnata per la salvezza di Elcie. Sperai che non si rivelasse necessario.

"Nessuno scappa da Caymus Stillens e vive per raccontarlo," Isaac disse. "Devi morire." Mi scagliò contro un incantesimo, uno verde, e mi preparai all'impatto del suo Anatema che Uccide contro il mio Sortilegio Scudo.

"Cosa sta succedendo?" Urlò una voce. Non era vicina, ma si muoveva in fretta. Sentii passi rapidi avvicinarsi. Anche Isaac li sentii. Mi lanciò un'ultima maledizione, poi si trasformò di nuovo in un uccello e volò via. Tuttavia, un auror aveva raggiunto la cima della collinetta che bloccava la vista del castello, e sperai che lo avessi visto.

Ormai Elcie stava piangendo, e la tirai in uno stretto abbraccio. Il cuore mi batteva ancora fortissimo, e sentivo con un orecchio solo due auror correre da noi e chiedere cosa fosse successo.

"Era Isaac Predatel," Sentii la mia voce dire.

"Sì, ho visto," disse il più giovane dei due auror. Mi mise una mano sulla spalla. "Vi ha attaccate?"

Annuii. "Ha provato ad ucciderci." Adesso tremavo.

"Adesso vi riportiamo al castello," disse l'auror più anziano. "A questo può pensarci Potter."

Camminammo lentamente verso il castello, scortate dai due auror. Elcie piangeva ancora, quindi ci portarono in infermeria così che la signora Paciock potesse darla una pozione calmante. Entro pochi minuti, il signor Potter si era unito a noi, ed io gli avevo raccontato esattamente cos'era successo, incluse tutte le parole di Isaac. Per fortuna, io mi stavo calmando da sola. Elcie per poco non aveva avuto una crisi isterica e la signora Paciock le aveva dato qualcosa per aiutarla a dormire.

"Davvero ha detto quelle cose su Caymus Stillens?" Disse il signor Potter.

Annuii. "Ha detto che devo morire, perché sono scappata."

"Ha senso," disse il signor Potter, sospirando. "Sembra che il loro obiettivo sia mantenere Stillens un segreto, e tu sei una minaccia per quel piano ancora più di Wren."

"Perché?"

Il signor Potter sbatté gli occhi. "Um, beh... Wren l'hanno già bollata come inaffidabile. Nonostante la sentenza del Wizengamot, molte persone credono ancora che meriti la prigione. Penseranno che stia solo cercando di coprire i suoi genitori.

"Oh."

Le porte dell'infermeria si aprirono, e Ciara e Scorpius si catapultarono dentro. Li guardai correre verso il letto di Elcie. La signora Paciock gli assicurò che stava bene, e che dormiva solamente, e loro sembrarono rilassarsi un po'.

"I miei amici sanno cos'è successo?" Chiesi.

"Ho mandato qualcuno a chiamarli," disse il signor Potter. "Saranno qui a momenti." Aveva un'espressione tetra. "Non va per niente bene, Astra. Dovrai essere più cauta di prima. Ora che sappiamo che puntano a te nello specifico..."

Abbassai lo sguardo sulle mie mani, appoggiate sulle mie gambe. "Lo so."

Il signor Potter mi diede una pacca sul ginocchio. "Starai bene, Astra. Basterà aumentare la sicurezza all'esterno, assicurarci che tu non ti trovi mai fuori da sola. Andrà tutto bene."

Non ne ero tanto sicura, ma sorrisi e annuii come se tutto questo fosse confortante. I Predatel avevano una certa abilità nell'aggirare la sicurezza. L'anno prima erano riusciti a far mettere il mio nome nel Calice di Fuoco ad una diciassettenne inesperta, ed avevano tramortito gli auror per permetterglielo. Erano penetrati nella Gringott, per la miseria, e se io non fossi scappata nessuno avrebbe saputo niente prima del mattino dopo. Avevano fatto esplodere tante bombe in sincronia nel più grande ospedale d'Inghilterra, e certo, forse le bombe non facevano scattare le misure di sicurezza dei maghi, ma comunque c'erano riusciti. Chi poteva sapere cosa fossero capaci di fare?

Le porte dell'infermeria si spalancarono di nuovo, stavolta facendo entrare i miei amici. Albus ignorò la richiesta della signora Paciock di non fare rumore e corse da me, abbracciandomi stretta. "Meno male che stai bene!"

Ricambiai l'abbraccio, mentre mi si distendevano finalmente i muscoli. Si fece indietro troppo presto, e Wren pese il suo posto, poi James mi diede un rapido abbraccio e Colette mi diede una pacca sulla spalla, poi mi chiesero cosa era successo e come mai stavo tornando da sola e dovetti spiegare tutta la storia.

Stavo dicendo loro di quando l'uccello era atterrato sul sentiero quando capii che Wren era andata dal signor Potter, ed aveva un'espressione preoccupata mentre gli sussurrava qualcosa. Non sapevo di cosa stessero parlando, ma avevo l'impressione che fosse solo che si era spaventata per suo padre. Le apparizioni dei suoi genitori la turbavano sempre, per buoni motivi. Il signor Potter sembrò consolarla, quindi io mi concentrai di nuovo sulla mia storia, soddisfatta.

La signora Paciock mi diede il permesso per uscire dopo circa quindici minuti, quando fu completamente certa che non sarei precipitata nell'isteria appena fossi uscita dalla porta. Il signor Potter era andato a parlare coi suoi auror, quindi noi cinque tornammo alla torre di Grifondoro.

"È solo... Non so come facesse a sapere che sarei stata sola con Elcie, e non con qualcun altro," dissi, accigliandomi mentre salivamo le scale. "Di certo non c'erano uccelli quando siamo scesi, vero, Al?"

"Io non ne ho visti," Albus disse. "Beh, forse un gufo, ma lui no."

Un pensiero inquietante mi attraversò la mente. "Voi non pensate che qualcuno... Glielo abbia detto, vero?"

Colette mi guardò come se avessi detto che Isaac Predatel in realtà era un criceto danzante estremamente intelligente che fingeva di essere un umano. "È un po' una forzatura. Forse stava aspettando sugli alberi e ha visto che non sei passata quando gli auror se ne sono andati."

"Sì, ma, voglio dire, non ero sola. Lui lo sapeva?"

"E io che ne so? Elcie però non è una che mette paura."

"Sì, stai facendo la paranoica," James concordò. "L'unica spia loro qui ad Hogwarts era Sulcan, ricordate?" E Kirsten, suppongo, ma anche lei se ne è andata."

Sentii un leggero sollievo. Se James diceva che una spia ad Hogwarts era un'idea assurda, probabilmente era vero, considerando quanto era rapido a saltare a conclusioni affrettate.

Albus sospirò. "Non lo so. Forse Astra a ragione. Insomma, come poteva sapere che Astra ed Elcie erano le uniche rimaste? Forse qualcuno gliel'ha detto davvero." Incontrò il mio sguardo. "Non pensi... Ciara...?"

Mi accigliai. "È mia cugina. Io... Insomma, ci odiamo, ma non così tanto. Spero."

Wren tremava leggermente (diedi la colpa al fatto che parlavamo del suo padre abusivo) quando disse, "Penso che James e Colette abbiano ragione. Non c'è motivo di pensare che qualcuno gli stia passando informazioni."

Albus incrociò il mio sguardo, e capii che non era convinto. Non lo ero nemmeno io. Non avevo idea di chi potesse essere la spia, ma non avevo intenzione di escludere la possibilità come gli altri. Sarei stata vigile.

~~~~

I giorni successivi furono tremendi. Non mi ero resa conto di quanto Isaac Predatel mi avesse scossa. Negli allenamenti successivi, passavo metà del tempo a guardarmi alle spalle in cerca di uccelli, e come risultato non presi il Boccino quasi mai. Fred stava impazzendo, ma non potevo farci niente. Non volevo vedere di nuovo Predatel, ma non volevo neanche mettere in pericolo il resto della squadra, come avevo messo in pericolo Elcie.

Nel frattempo, Wren e Colette passavano più tempo insieme che separate. Ovviamente, questo trimestre avevano un progetto per Antiche Rune, quindi non me ne lamentavo, ma non potevo negare di sentire una punta di gelosia ogni volta che andavano in biblioteca insieme. Wren era la mia migliore amica, ma sembrava che si stesse allontanano. Non dissi nulla, però, perché capii che erano pensieri ridicoli ed egoisti. Wren non poteva mica sacrificare i suoi voti perché io mi sentivo esclusa. E poi, mancava un mese alla fine del trimestre, ed io avrei riavuto la mia amica.

Provai a non pensarci, e non fu difficile. La partita contro Tassorosso si avvicinava in fretta. Per la prima volta nella mia carriera di Quidditch, avevo davvero il timore di non prendere il Boccino. Albus mi disse che era un'idea ridicola, perché ero la miglior Cercatrice dai tempi di suo padre, e che avrei sicuramente battuto Emanuel Beck, il Cercatore di Tassorosso, ma io non ne ero così convinta. Sapevo che non stavo facendo del mio meglio. Però, onestamente, era il meglio che potessi fare in quel periodo.

Il giorno della partita arrivò troppo in fretta. Probabilmente avrei finto di sentirmi male se non avessi saputo che Fred mi avrebbe fatta giocare comunque. Non avrei sopportato di perdere contro Tassorosso. Non potevo sopportare di non prendere il Boccino prima di Emanuel Beck. Ma avevo paura che sarebbe successo esattamente quello.

"Non temere," Albus disse serio. Era seduto di fronte a me a colazione, e mi accarezzò la mano finché non lo guardai riluttante. "Sei una giocatrice di Quidditch fenomenale. Non preoccuparti, okay?"

Volevo dirgli che non era così semplice; ogni volta che andavo fuori cercavo uccelli dappertutto. Vivere in un posto con una gigantesca guferia piena di gufi non era una buona cosa quando un uomo che ha tentato di ucciderti sa trasformarsi in un uccello. Mi veniva un mezzo infarto ogni volta che un gufo mi volava vicino.

Elmer e Pip passarono vicino ad Albus. Per una volta, Elmer non sembrò nemmeno notarmi. Guardava dritto avanti a sé, e sembrava decisamente troppo pallido. Pip riuscì a salutarci. "Buona fortuna per oggi!"

Albus si accigliò. "Sta bene?"

"Sì, solo ansioso," Pip disse. "Starà bene appena salirà su una scopa!"

Albus incrociò il mio sguardo, con una punta di preoccupazione in viso. "Spero stia bene."

"Tutti sono in ansia alla prima partita," James disse, poi diede un colpetto nel fianco ad Albus. "Cioè, a parte te, a quanto sembra."

Albus ridacchiò, "Semplicemente non mi sembra una cosa per cui vale la pena preoccuparsi tanto," disse lui. "Conosco le mie capacità, e abbiamo una squadra eccezionale. Non c'è motivo di preoccuparsi."

"Non farti sentire da Fred," brontolai.

"Oh, chi se ne frega. Fred vuole diventare un giocatore professionista. Lui può preoccuparsi. Io non ne ho intenzione, quindi il Quidditch non è in cima alla mia lista di cose di cui dovrei preoccuparmi."

James alzò gli occhi al cielo. "Come dici tu, Al. Anche tu saresti nervoso se fossi uno del terzo anno che non ha suo fratello e la sua ragazza in squadra."

"Chiudi il becco," Albus disse, guardando male James. Era arrossito. Anche io avrei guardato male James, ma avevo sentito cose del genere così tante volte che ormai non mi dava più neanche fastidio. Almeno, non durante la mattina della prima partita di Quidditch dell'anno, contro una squadra che aveva il dente avvelenato e qualcosa da dimostrare ora che il direttore della loro Casa era stato licenziato. Senza contare il fatto che Isaac Predatel poteva essere ovunque. Non c'è molto che si può fare per fermare un uccello, soprattutto quando la maggioranza del corpo studentesco si affida ad uccelli per qualunque forma di comunicazione.

"Andiamo, Grifondoro!" Fred urlò in quel momento. Era già in piena divisa da Quidditch, e alla sua vista, il nostro tavolo esplose in applausi ed esultanze. I membri della squadra di Grifondoro si alzarono (con altri applausi) ed uscirono (con altre esultanze). Io stavo uscendo in quel momento quando sentii qualcuno prendermi il braccio. Mi girai, e vidi Wren.

"Mio padre non può farti niente," disse lei, prendendomi entrambe le mani con le sue. "Prima di tutto, ci sono troppe persone, ed auror, e poi tu puoi affrontarlo. Per favore, non aver paura. Io credo in te."

Sorrisi leggermente. "Grazie. Non... Non è così facile, però..."

Wren annuì. "Merlino, lo so benissimo. Ma non fa mai male sentirsi dire che sei al sicuro." Mi abbracciò stretto stretto. "Andrai alla grande, Astra."

"Grazie," dissi, ricambiando l'abbraccio. "Sei la migliore."

Vidi il suo volto arrossire quando si allontanò. "Tiferò per te," fu tutto ciò che disse, prima di tornare di corsa da Colette. Guardai la Sala un'altra volta prima di uscire dalla porta. Tutti si comportavano in modo così normale. Era quasi come se i Predatel non esistessero. Come se qui non potessero farci del male. Non avevo mai avuto il lusso di crederci, e per la prima volta da un bel po', invidiavo tutte quelle persone spensierate che vedevo. Quelle che non dovevano preoccuparsi di avere un conto in sospeso con Stillens, o la possibilità di essere la discendente di Voldemort, o di avere il peso della verità sulle spalle quando il mondo si rifiutava di ascoltare. Perché non potevo essere normale? Non ero mai stata normale nel mondo babbano, e non mi trovavo bene nemmeno qui, in quella che teoricamente era il mio mondo.

"Astra?" Mi guardai dietro le spalle. La testa di Albus spuntava da dietro la porta, con un accenno di preoccupazione. "Vieni?"

"Sì, certo," dissi. Senza guardare di nuovo la folla di persone normali, lo seguii fuori.

Uscimmo sul campo in gruppo. Fred ci incoraggiava un attimo prima, e quello dopo ci diceva di non essere arroganti. Elcie, Cedric, ed Elmer sembravano avere difficoltà con i messaggi contrastanti, ma io mi limitai ad ignorarlo (un'abilità che avevo acquisito dopo lunghi anni di capitani di Quidditch che ci tenevano troppo).

Elmer manovrò in modo da trovarsi vicino a me. Provò a fare il suo solito sorrisetto, ma sembrava quasi un ghigno. "Non mi dai neanche un bacio di buona fortuna?"

"No." Elmer non sembrò terribilmente sorpreso o deluso, ma il suo sorriso scivolò via, rimpiazzato da quell'espressione da quasi-malato. Dopo un momento, gli sorrisi. "Buona fortuna, però. Sei un bravo giocatore, Elmer. Lavori bene con Albus ed Elcie. Non essere così nervoso. Puoi farcela."

Elmer mi guardò con occhi spalancati. "Lo pensi davvero?"

Annuii. "Certo."

Un sorriso illuminò il volto di Elmer. "Grazie, Astra!" Corse in avanti per parlare con Cedric (e sussurrargli che gli avevo confessato il mio eterno amore o roba simile) ed Albus prese il suo posto.

"È stato molto dolce," disse.

Sentii il volto scaldarsi. "Volevo solo che se ne andasse."

"Non è vero." Un angolo della sua bocca si sollevò in un sorriso. "Sei molto brava ad incoraggiare le persone quando vuoi."

Lo guardai. "Allora perché non riesco ad incoraggiare me stessa?"

"Incoraggiare se stessi è difficile," Albus disse. "Ecco perché ci sono io." Mi accarezzò il braccio. "Andrai benissimo, proprio come fai sempre. Anche se non prendi il Boccino, va bene. Fai del tuo meglio, Astra. Finché fai quello, hai fatto bene."

Arrangiai un piccolo sorriso, ma non penso che raggiunse i miei occhi. Apprezzavo davvero lo sforzo di Albus. Ma ero terrorizzata all'idea di non prendere il Boccino, e se non ci riuscivo, era davvero il mio meglio?

Raggiungemmo il campo, e il resto di noi si cambiò in fretta, poi ci radunammo nella stanza principale degli spogliatoi. Gli occhi di Fred ballavano mentre sorrideva. "Okay, Grifondoro. Oggi giocheremo al meglio delle nostre capacità, e daremo tutti noi stessi! Se lo facciamo, non possiamo perdere, perché abbiamo la migliore squadra di questa scuola! Tassorosso non capirà nemmeno cos'è successo!"

Un'esultanza si sollevò dagli altri, ma io mi ritrovai a partecipare a metà.

"Insomma, guardatevi!" Fred ci indicò. "Abbiamo un Portiere che non manca mai la Pluffa! Abbiamo il miglior pacchetto di Cacciatori da anni, uno che lavora insieme per davvero! James ed io abbiamo anni di esperienza insieme. E abbiamo la miglior Cercatrice dai tempi di Harry Potter in persona!"

Un'altra esultanza. Percepii Albus guardarmi, e mi sforzai di sorridere.

"Ora andiamo lì fuori e facciamogliela vedere!" Fred urlò, e comandò la carica verso il campo. Gli spalti si erano ormai riempiti, e Madama Bump era in mezzo al campo, con la Pluffa in una mano e il suo fischietto nell'altra. I Tassorosso erano stavano uscendo dai loro spogliatoi.

"Giocatori, stringetevi la mano," disse Madama Bump. Avanzai per strinere la mano di Emanuel Beck. Mi sorrise e mi augurò buona fortuna, ed io mi limitai ad annuire e borbottai, "Anche a te."

"In sella alle scope!" Urlò Madama Bump. Ci furono dei secondi tesi mentre aspettavamo il suo fischio, poi suonò ed io parti.

Mi guardai attorno nel campo, cercando ovunque un bagliore dorato. Isaac Predatel non importava. Wren aveva ragione. Era pieno di auror. Non avrebbe osato fare nulla. Provai a non pensare a lui. Però, come sanno tutti quelli che hanno mai provato a non pensare a qualcosa, non funziona mai davvero. L'ultima cosa che ricordo è che mi trovai a fissare la foresta.

Scossi la testa, cercando di schiarirmela. Non era il momento. Alzai lo sguardo appena in tempo per vedere Beck tuffarsi. Mi lanciai dietro di lui, anche se non vidi cosa stesse inseguendo. Beck si alzò troppo in fretta, e capii che era una finta. Mi rialzai anche io, e ripresi a girare il campo.

Per quanto ci provassi, per tutta la partita, continuavo a ritrovarmi a fissare il cielo invece del campo. Vidi il boccino due volte, dopo aver visto Beck tuffarsi per inseguirlo, ma entrambe le volte lo persi di vista. Beck sembrava un po' colto di sorpresa dal fatto che era il primo a vederlo, però, e immaginai che fosse buono.

Dopo circa quaranta minuti, il punteggio era ottimo. Grifondoro era a 560, e Tassorosso a 440. Speravo che nessuno di noi vedesse di nuovo il Boccino prima che Grifondoro avesse allungato il vantaggio di altri quaranta punti, perché a quel punto non contavano le mie azioni. Tassorosso era riuscito a rimanere appena sotto i 150 punti di svantaggio per tutta la partita, però.

Beck si tuffò di nuovo, e un istante dopo aver notato questo vidi il Boccino. Era dall'altro lato del campo, e Beck era più vicino di me. In ogni caso, mi tuffai a mia volta, dritta verso di loro. Il Boccino si tuffò in basso, scattando avanti e dietro, a nemmeno un metro da terra. Riuscii a raggiungere Beck, decisa a sconfiggerlo. Non avrei deluso tutta la mia Casa. Non oggi.

Beck scartò verso di me, cercando di buttarmi via. Io gli restituii il favore. "Ti batterò, Beck!"

"Ti piacerebbe!" Si inclinò in avanti, ed io feci lo stesso. Eravamo testa a testa, e ci avvicinavamo poco a poco al Boccino. Finalmente, era l'unico pensiero nella mia testa. Niente importava tranne la pallina dorata di fronte a me, che stavo per afferrare...

All'improvviso, una piccola ombra passò sul terreno. La vidi solo per una frazione di secondo, ma mi distrasse comunque. Provai a non guardare in alto, ma non riuscii ad evitarlo. E in quel secondo, successe di tutto.

Persi il controllo della scopa, e mi schiantai a terra (che non era affatto lontana da me), ribaltandomi dalla scopa e atterrando sull'erba. Beck si allungò verso il Boccino, e lo prese. Ed io vidi che lo stupido uccello che volava per aria non era altro che il gufo idiota di qualcuno.

Beck scese subito e corse da me. "Stai bene?" Mi offrii la mano libera per aiutarmi ad alzare. Sbattei gli occhi, non mi funzionava la voce.

Subito venimmo circondati da entrambe le squadre. I Tassorosso erano al settimo cielo, e alzarono Beck sulle loro spalle. I Grifondoro si radunarono attorno a me, assicurandosi che stessi bene. Fred sembrava sconvolto, e si limitava a fissare Beck passivamente.

Non ricordo molto di cosa successe dopo. Albus mi assicurò che avevo fatto del mio meglio, e che non era stata nemmeno una sconfitta brutta. Credo che Fred si fosse chiuso in una delle docce, ed Elmer, James, e Cedric erano andati a convincerlo ad uscire. Elcie forse era andata a cercare i suoi fratelli. Qualunque cosa sia successa, l'ultima cosa che ricordo è che ero seduta in un angolo dello spogliatoglio, con le braccia attorno alle gambe, cercando di non piangere. Albus era seduto di fianco a me, con le braccia attorno alle mie spalle.

"Abbiamo perso solo per 30 punti, Astra," disse lui. "Possiamo ancora vincere la Coppa del Quidditch, se schiacciamo Corvonero e Serpeverde."

"Come ho fatto a non prenderlo?" Chiesi. Ero davvero disgustata da me stessa. "Io... Io non capisco, so che posso fare di meglio."

"Hai tanti pensieri in testa, Astra," Albus disse per calmarmi. "Hai fatto il meglio che potevi fare."

Quello in qualche modo mi fece stare peggio. "Allora è una cosa in meno in cui sono brava. Il Quidditch era più o meno l'unica cosa che mi riusciva, Al. Quello, e finire in situazioni pericolose." Soffocai un singhiozzo. "Faccio schifo in così tante cose, ma ho sempre saputo di essere brava nel Quidditch. Non nella scuola, non nelle relazioni. Nient'altro. Solo quello."

Albus si fece indietro, fissandomi. "Sei... Sei seria?"

Lo guardai male. "Che c'è, non sono mai stata brava neanche a Quidditch, allora?"

"No, no." Albus si accigliò. "Astra, sei bravissima in un sacco di cose. Il Quidditch è solo una di quelle. E sei ancora bravissima anche in quello, non dire il contrario." Lo fissai senza emozioni, ed Albus scosse la testa. "Davvero non te ne accorgi, eh? Hai un sacco di talento, Astra. La tua magia, per esempio. Sai fare incantesimi non verbali. Ci riuscivi quando avevi undici anni. Sai fare un Incanto Patronus, per la barba di Merlino!" Mi sorrise. "Sei anche una brava maestra, sai. Non sarei mai riuscito a farne uno senza te che mi insegnavi."

Fissai il pavimento. Insomma, sapevo di essere più potente di una normale studentessa di quinto, ma non avevo mai pensato di poter insegnare. Anzi, quando avevo provato ad aiutare loro a fare un Patronus, mi ero convinta di essere una pessima insegnante. Forse mi ero sbagliata.

"Sei un'amica fantastica, Astra. Non ho mai incontrato qualcuno più leale di te. Fai così tanto per proteggere le persone a cui tieni." Albus abbassò lo sguardo. "Sei una persona così forte. Ad essere sincero, sono sempre stato un po' geloso di te. Ne hai passate così tante, ma sei comunque una persona così buona. Non penso che avrei retto tutto ciò che hai subito tu."

Incontrai gli occhi di Albus. Sorrideva, ma c'era un indizio di qualcos'altro lì. "Anche se tutto questo non è vero, però, non avrebbe importanza. Perché sarai sempre la mia migliore amica, non importa quanto tu sia brava a Quidditch o a scuola o ad altro. Okay?"

Sorrisi, e gli gettai le braccia al collo, appoggiando la testa sulla sua spalla. "Grazie Albus. Sei un amico migliore di quanto meriti." Non potevo vedere la sua faccia, ma avevo la sensazione che stesse sorridendo.





Spigolo autore

7800 parole... Ellie ti ODIO!

Se la storia vi piace, vi chiedo di lasciare un voto, un commento, e di andare a leggere l'originale che merita davvero.

Alla prossima!

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