-19
21 Dicembre
Albus rivide suo fratello alle quattro e mezza, circa.
Lo sentì suonare al citofono e con uno sguardo veloce all'orologio da polso si rese conto che erano le 4.27, pm.
Sentì sua madre salutarlo e Lily strillare come al solito, ma lui non smise di alzare gli occhi dai suoi libri.
Come suo fratello, anche lui si era appassionato alle materie babbane. Anche se ciò voleva dire studiarle da autodidatta.
In particolare quella con i numeri e le lettere. Il nome era troppo complicato.
Quando suo fratello, invece, gli infilò le mani gelate tra il collo e il maglione, erano solo 4 minuti dopo.
Gemette infastidito, allontanandosi da lui.
"Jam!"
"Dica, Signor Potter Junior II" Lo canzonò, divertito. Albus odiava quel soprannome.
Con quel breve sproloquio, James gli dava del signore con eleganza, ma ribadiva il fatto che non era mica Harry Potter, ma solo una copia.
La seconda copia.
Sospirò, lasciando la penna sul tavolo.
Poi si girò, e James era lì, esattamente dove e come l'aveva lasciato mesi prima.
Gli occhiali tondi e i capelli troppo lunghi, la barba fatta e gli occhi beffardi.
Il maglione enorme e le spalle larghe.
"Non sei cambiato."
"Sono passati solo cinque mesi, Al."
"Cinque mesi. Merlino. Cinque mesi." Borbottò. Poi si alzò e lo strinse a sè, e si accorse che suo fratello non era cambiato neanche nel profumo, nella sua consistenza, che sapeva ancora di menta e di un leggero pizzico di burrobirra.
Quando si staccò, gli sorrise raggiante.
"Grazie di essere tornato."
"Dovere."
"Comunque, c'è un'altra notizia."
"Sei stato rimandato?"
"Macchè!" Scosse la testa, ridendo. Eppure, si accorse forse troppo tardi che dietro la sua spalla c'era Teddy Lupin.
Sapeva che James meritava di essere preparato meglio, alla sua presenza, ma che altro modo aveva?
Suo fratello sembrò seguire il suo sguardo.
"Lui. James, non dare di matto." Sussurrò.
Albus poi non ci capì molto.
Sembrava leggere in James tutta la tristezza e la rabbia.
Non fu in grado neanche di protestare quando James dichiarò che lui, Albus, era un vero fratello, che sapeva tutto dell'altro e viceversa.
Quando, invece, Albus stava già morendo per i sensi di colpa per tutte le cose non dette a James via lettera. Si sentiva così dannatamente in colpa.
Registrò solo dopo che James era saltato su Teddy come una furia, e l'attimo dopo era già su di loro, pronto a separarlo.
Gli mise le mani sulle spalle, provò a trattenerlo, ma qualche attimo dopo James era già scomparso sulle scale.
Fece già per salire, ma fu Teddy a bloccarlo.
"Lascialo stare. Ne ha bisogno." Albus socchiuse per un attimo gli occhi, e lasciò che la mano di Ted lo bloccasse.
Poi sfuggì lo stesso alla sua presa, andando verso la porta, infilandosi il cappotto.
"Esco. Vado con Scorpius in centro." Sussurrò, distrattamente. Perfino sua madre era troppo scossa per protestare.
Non era un problema incontrarsi. Scorpius sapeva già materializzarsi, e ci avrebbero messo poco a raggiungere il centro.
Infatti, pochi minuti dopo, alle 5.14 pm, il giovane Malfoy comparì a qualche passo da lui, un ghigno sul volto.
Albus sorrise ampiamente, mentre lo raggiungeva.
"Non mi sai stare proprio lontano, eh?" Sussurrò il biondino, accennando una leggera risata, scompigliandogli i capelli.
Albus notò che i suoi, invece, erano protetti da un cappello, in modo tale da non permettere nè al vento nè a qualunque altra cosa di spettinarli.
"Oh, sta' zitto. Come prevedevo, James ha reagito male." Lo informò, portando già la mano a stringersi alla sua.
"Sono solo la riserva, quindi?" Scorpius sbarrò gli occhi, portandosi una mano al petto, indignato.
Il moro roteò gli occhi.
"Certo, solo la riserva." Il biondino schioccò la lingua contro il palato.
Con un suono simile, si materializzò subito dopo.
"Adoro Londra a Natale." Sussurrò Albus, una volta sbucati tra la folla.
Malfoy seguì il suo sguardo, sul London Eyes che si intravedeva tra le luci di tutti i negozi.
Alle 5.16 pm era già buio, e ogni singola lampadina risaltava.
Scorpius non lasciò la mano di Albus, sorridendo ampiamente, trascinandolo verso una vetrina, indicando probabilmente una giacca.
Albus si soffermò, però, ad osservare il suo viso.
La frangia chiara sugli occhi, l'espressione entusiasta e gli occhi scuri.
Sentì la solita fitta al petto, più verso lo stomaco, e si chiese per l'ennesima volta se era veramente amore, quello che provava per Scorpius.
Se non fosse solo una forte amicizia.
Abbassò lo sguardo, Scorpius ancora parlava.
Quando risollevò lo sguardo, gli sorrise, poi indicò un coffee shop.
"Vieni di qua, che ho bisogno di un tè."
🎄
"So di essere ricco, Al, ma non posso mica spendere tutti i miei soldi in vestiti."
"Sì, ma quella giacca ti piaceva tanto!" Protestò il moro, mentre premeva le mani intorno alla tazza, cercando di riscaldarle.
Ripensò a quelle di James poco prima. Si chiese se stesse meglio.
"Sì, ma se aspetto i saldi la trovo ad un prezzo minore."
"Sei ricco, Scorp!" Albus scosse la testa, rassegnato. "Di cinque sterline riparmiate non te ne fai nulla."
"E invece sì. Ti pago il tè oggi."
"Non devi."
"È il tuo regalo di compleanno. Goditelo." Finì Scorpius, indicandogli la tazza.
Albus inarcò un sopracciglio, guardandolo poi.
"Pezzente."
"Ma se sono ricco!" Lo imitò, scoppiando poi a ridere. Albus lo seguì, bevendo poi un sorso caldo.
"Mh, quindi di Ted?"
"Non credo abbia il naso rotto. Ma ci è andato vicino." Albus si strinse nelle spalle, mentre Scorpius sbarrava gli occhi chiari.
"Addirittura?"
"Beh, ha detto a James qualcosa di ironico sul fatto di dove fosse finito. Non ha immaginato che James ci sia stato male?" Lo difese prontamente il moro. Scorpius di solito lo derideva, per questo.
Conosceva milioni di persone che avrebbero volentieri incolpato i propri fratelli.
Come James ad Albus.
Mentre Albus non aveva mai incolpato James, per quanto Serpe.
"Ma è stro-"
"Già." Lo bloccò Albus, bevendo il suo tè, nuovamente. "Proprio così."
Scorpius rimase qualche attimo in silenzio, poi guardò Albus. Gli sorrise, dolcemente, quasi intenerito.
"E tu ci hai parlato con Ted?"
"Non di quello." Sospirò Albus, passandosi una mano tra i capelli. "Lo trovo inutile. Insomma, lui si è dimenticato di tutto e a me non importa molto."
Scorpius sospirò, spallandosi e inclinando il viso da un lato, per avere una visuale migliore su Albus.
"Se non avessi continuato a dividere il dormitorio con me penserei che tu sia omofobo."
"Non lo sono!" Scattò subito il piu piccolo, imbronciandosi.
"Scemo." Gli tirò una bustina di zucchero, mentre il suo amico si sbellicò dalle risate.
"Okay, okay, scherzavo! Ma io non mi faccio problemi ad ammetterlo. Se Ted non fosse mio pro-e-qualche-cosa-cugino non mi farei di certo problemi a farmelo."
Il moro storse il naso.
"Che schifo." Borbottò, prendendo il cappotto ed alzandosi, gia diretto verso la porta. Erano già le 6.59 pm.
Scorpius sbarrò gli occhi.
"Non mi paghi il milkshake!?" Gli sbotto da dietro. Albus sorrise, ma non si girò.
"Io faccio regali più belli!"
So, Albus è il secondo protagonista.
Spero piaccia anche questa come storia (se a qualcuno non interessa, può aspettare un paio di giorni per poi proseguire con altri personaggi.)
-Claus, Santa.
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